R. Kempf, S. Kofman, Tributs à Voltaire
Roger Kempf, Sarah Kofman, Tributs à Voltaire, Genève, Furor, 2017, 68 pp.
Testo integrale
1Uscito all’inizio di gennaio di quest’anno, il libro si compone di due contributi: À vrai dire di Roger Kempf (1927-2014) e Et pourtant, elle tremble di Sarah Kofman (1934-1994). Come si evince dalla breve nota degli editori in calce ai saggi, entrambi sono stati pubblicati per la prima volta nel ventiseiesimo numero della rivista «Furor», nell’anno del tricentenario della nascita di Voltaire (1994).
2Il contributo di Roger Kempf, di cui si presenta qui la versione corretta e modificata dall’autore nel 2014, si sofferma in particolare sulla battaglia voltairiana per l’affermazione della tolleranza, tolleranza di cui però non possono beneficiare gli intolleranti. Si tratta di una battaglia che Voltaire combatte senza esclusione di colpi, con attacchi feroci, talvolta non esenti da volgarità, ma soprattutto con la tagliente ironia che lo contraddistingue e che egli stesso, in molte lettere, presenta come l’arma più efficace che i philosophes possono sfoderare contro l’infâme. Anche i racconti contribuiscono alla causa, ma Roger Kempf conclude contestando la tesi espressa da Sade nell’Idée sur les romans, secondo cui nei suoi scritti romanzeschi Voltaire sarebbe stato dominato dall’intenzione filosofica. Infatti, in Voltaire la letteratura non passa mai in secondo piano: «si grave que soit son objet, Voltaire est emporté et tourmenté par des idées de roman et sur les romans» (p. 23).
3Sarah Kofman, da parte sua, prende le mosse da una circostanza biografica comune a Voltaire e a Nietzsche, ovvero dal fatto che «tous deux furent bouleversés par un tremblement de terre» (p. 35), rispettivamente quello di Lisbona del primo novembre 1755 e quello di Ischia del 28 luglio 1883, per affrontare la questione della peculiare ricezione di Voltaire da parte di Nietzsche. Di questo saggio, già rielaborato dall’autrice per il suo ultimo libro, L’imposture de la beauté (Paris, Galilée, 1995) sono state completate e corrette sia le citazioni sia le note. Sarah Kofman sottolinea la profonda affinità esistente fra i due autori: le menzogne millenarie combattute da Nietzsche richiamano infatti l’infâme odiata da Voltaire, anche se quest’ultimo non ha mai messo in discussione la morale; entrambi, inoltre, sono consapevoli del profondo valore del riso e della gaiezza. La dedica a Voltaire di Menschliches, Allzumenschliches (1878) non è dunque casuale; essa, osserva giustamente l’autrice del saggio, «ne signe […] pas un simple hommage passager et occasionnel, mais une volonté d’immortaliser le plus grand libérateur de l’esprit, la volonté de son éternel retour» (p. 43). Nietzsche inoltre si schiera a favore di Voltaire contro Rousseau, pur ritenendo che entrambi abbiano sbagliato a presupporre un’opposizione radicale fra natura e cultura. Voltaire, autentico spirito libero e non soltanto libero pensatore, è dunque per Nietzsche un fondamentale termine di riferimento: «il ne lui laisse pas le dernier mot, mais l’avant-dernier» (p. 43).
Per citare questo articolo
Notizia bibliografica
Debora Sicco, «R. Kempf, S. Kofman, Tributs à Voltaire», Studi Francesi, 182 (LXI | II) | 2017, 360-361.
Notizia bibliografica digitale
Debora Sicco, «R. Kempf, S. Kofman, Tributs à Voltaire», Studi Francesi [Online], 182 (LXI | II) | 2017, online dal 01 août 2017, consultato il 20 janvier 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/9961; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.9961
Torna suDiritti d'autore
Solamente il testo è utilizzabile con licenza CC BY-NC-ND 4.0. Salvo diversa indicazione, per tutti agli altri elementi (illustrazioni, allegati importati) la copia non è autorizzata ("Tutti i diritti riservati").
Torna su