F. Tinguely, La lecture complice. Culture libertine et geste critique
Frédéric Tinguely, La lecture complice. Culture libertine et geste critique, Genève, Droz, 2016, 253 pp.
Testo integrale
1Con un titolo decisamente accattivante, l’A. propone in questo volume un’utile raccolta dei suoi studi dedicati alla cultura libertina, pubblicati negli ultimi dodici anni. E lo fa ponendo l’accento sulla questione ermeneutica che li sottende: quale postura critica adottare di fronte a testi che non permettono all’esegeta una sicura chiave di lettura, e in cui il problema interpretativo è centrale? La lezione di Léo Strauss è evidentemente alla base della riflessione di Tinguely, ma in una versione precisata e limitata. La “lettura complice” proposta dall’A. si basa sulla convinzione che l’ermeneutica dei testi contraddittori e impliciti quali quelli libertini necessiti di libertà critica e coraggio nell’assunzione del rischio interpretativo sotteso al gesto critico: connettere una serie di anomalie, che si rivelano alla lettura ravvicinata e puntuale dei testi, ricostruendo il senso di tali scarti semantici e interpretandolo come intenzione dell’autore nei confronti del lettore è una scelta metodologicamente fondata, e tuttavia ardita. Secondo l’A., la complicità tra autore, lettore e critico deriverebbe dalla condivisione di una cultura filosofica e scientifica, che permette all’esegeta di dotare di un nuovo senso ciò che agli occhi del lettore disattento si configura come semplice disattenzione o contraddizione testuale. Il rischio della sovrainterpretazione è in agguato, ma la critica viene arricchita dal moltiplicarsi di ipotesi plausibili, come quelle qui presentate, perché ancorate ai testi, oltre che avvalorate da quella prospettiva culturale e intertestuale peculiare della formazione umanistica a cui Tinguely si richiama, rivendicandola come antitetica agli schematismi di talune stagioni critiche.
2La scelta della lectio difficilior, dunque, è il comune denominatore di una serie di letture applicate con profitto in primo luogo a opere maggiori e già ben investigate dalla critica. Così, una prima parte dedicata alla Doctrine curieuse del Père Garasse mette in luce l’utilizzo sistematico di un metodo di falsificazione esegetica da parte del gesuita, nella sua presentazione dei libertini e delle loro somiglianze sia con i Riformati sia con coloro che Tinguely, applicando una categoria contemporanea, denomina “rappresentanti dell’Alterità”. L’A. presenta poi una lettura di alcuni passaggi del Francion di Sorel, in particolare del primo libro e dell’episodio della scimmia tratto dal secondo libro, per poi prendere in esame La Première journée di Théophile de Viau, il Page disgracié di Tristan l’Hermite, Les Etats et Empires de la Lune di Cyrano. Una seconda parte è dedicata ai meno noti racconti di viaggio di Bernier e Monconys.
3Il volume presenta un duplice interesse: lo studioso del libertinaggio secentesco trova utilmente riuniti contributi di indubbio valore, originalità e ampio respiro, espressi con estrema chiarezza, una dote che in quest’ambito la critica non sempre può vantare, e che pertanto si prestano anche a supporto di uno studio ravvicinato di studenti magistrali e dottorandi.
Per citare questo articolo
Notizia bibliografica
Laura Rescia, «F. Tinguely, La lecture complice. Culture libertine et geste critique», Studi Francesi, 182 (LXI | II) | 2017, 354.
Notizia bibliografica digitale
Laura Rescia, «F. Tinguely, La lecture complice. Culture libertine et geste critique», Studi Francesi [Online], 182 (LXI | II) | 2017, online dal 01 août 2017, consultato il 19 janvier 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/9934; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.9934
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