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Rassegna bibliografica
Opere generali e comaratistica

Camille Aubaude, Femmes de lettres. Histoires d’un combat, du Moyen Âge au xxe siècle

Roberta Sapino
p. 744-745
Notizia bibliografica:

Camille Aubaude, Femmes de lettres. Histoires d’un combat, du Moyen Âge au xxe siècle, Paris, Armand Colin, 2022, 320 pp.

Testo integrale

1«Une des limites de la création littéraire des femmes est de se heurter à une imagerie sur les femmes, et d’en pérenniser les effets, dont le maintien hors des rôles décisionnels». Questa affermazione, collocata in apertura del volume, ben riassume il proposito sviluppato da Camille Aubaude: non soltanto delineare un percorso di tipo storico, ricostruendo i profili di donne che, tra il Medioevo e gli anni Cinquanta del Novecento, si sono misurate con la scrittura letteraria, ma anche formulare una proposta metodologica per studi che tengano pienamente conto della complessità, e spesso dell’ambivalenza, delle relazioni che esse hanno intrattenuto con l’ambiente sociale, culturale, politico del loro tempo (pp. 7-9, Avant-propos).

2Un primo esempio di tale ambivalenza si trova nelle lettere di Héloïse a Abélard, in cui l’accentuazione delle differenze tra i generi è funzionale a elaborare un «discours féminin spécifique», anche a costo di riprendere il discorso dominante che scredita la donna associandola al peccato. Dopo una breve discussione dei canti delle trobairitz giunti fino a noi, l’autrice si sofferma sull’attività di Marie de France e di Christine de Pizan, nonché sulla difficile ricezione delle loro opere da parte dei contemporanei (Le Moyen Âge. Histoire d’origines, pp. 11-25).

3Per lo più provenienti da famiglie borghesi e colte, osserva Aubaude, le scrittrici attive in epoca rinascimentale non si dedicano più tanto al componimento su commissione quanto alla redazione di brevi testi di tipologie varie, spesso tacciati di plagio e di libertinaggio. Marguerite de Navarre, prima autrice di teatro in lingua francese e prima poetessa mistica, è il fulcro di un’argomentazione in cui sono convocate, tra le altre, Gabrielle de Coignard e Marie de Brabant, e in cui trovano ampio spazio i problemi di attribuzione dei Comptes amoureux firmati da Jeanne Flore e l’attività letteraria di Louise Labé, Pernette de Guillet, Hélisenne de Crenne e Marie de Gournay (La Renaissance. Du “Chant d’amour” au «grief des dames», pp. 27-46)

4Nonostante la loro centralità nei salons, durante il Seicento «les femmes de lettres restent détachées de l’évolution du monde qui les entoure». E se il concetto di préciosité è ampiamente utilizzato dalla critica per mettere in luce come molte di esse siano accomunate da un uso specifico della parola, Aubaude mette in guardia rispetto ai rischi del riservare alle donne una definizione che valeva in realtà per la società intera, e dalla quale le femmes de lettres del tempo cercavano anzi di distanziarsi. A uno studio approfondito delle opere di Marie-Madeleine de la Fayette, Marie de Sévigné, Ninon de Lenclos e Catherine Meurdrac si affiancano cenni più rapidi ad altre personalità, come Hortense de Villedieu e Catherine Bernard (Le xviie siècle. Autour de la préciosité, pp. 47-73).

5La pubblicazione del primo conte de fée in Francia, a opera di Marie-Catherine d’Aulnoy, segna il passo per una proliferazione di opere nelle quali il ricorso ai codici del meraviglioso consente alle donne di dare forma inedita agli eventi minimi di una vita i cui orizzonti sono limitati dalla società. L’immaginario, scrive l’autrice, assume significato di ribellione; la figura della fata incarna una chimera di libertà mentale irraggiungibile e nutre la scrittura. Parallelamente, è alla materia biografica che le donne scrittrici si rivolgono: le Contre-Confessions di Louise d’Épinay, inizialmente intitolate Histoire de Madame de Montbrillant, ne sono un esempio particolarmente rilevante e complesso. La critica alle modalità dominanti di educazione è inoltre al centro delle opere di Anne Thérèse de Lambert e di Claudine de Tencin, mentre è soprattutto sull’istituzione matrimoniale che si concentrano le riflessioni di Isabelle de Charrière (Le xviiie siècle. La littérature dite «féminine», des «discours de néant», des «faits si petits», p. 75-106).

6L’epoca rivoluzionaria e post-rivoluzionaria comporta una regressione importante nei diritti e negli orizzonti sociali delle donne: è in questo nuovo contesto che emergono dapprima Germaine de Staël e poi George Sand, alle quali l’autrice dedica ampie riflessioni. Intorno a queste due personalità, divenute fondamentali per la storia letteraria, Aubaude ricostruisce una costellazione di donne che, situandosi irrimediabilmente ai margini del romanticismo nelle sue forme canoniche, hanno saputo dare voce ai conflitti e ai sentimenti di un’epoca: ad esempio Olympe de Gouges, Louise Ackermann e Marie d’Angoult (Le xixe siècle. Écrire au nom de la femme, pp. 107-156).

7La pubblicazione di Le deuxième sexe di Simone de Beauvoir, nel 1949, segna uno spartiacque concettuale nel modo in cui le donne autrici si sono percepite all’interno della società intellettuale e non: in virtù di questa osservazione, è con gli anni Cinquanta che l’autrice sceglie di concludere il suo percorso. Particolare attenzione è dedicata alle modalità – scandite dal dolore e dalla solitudine – con cui Colette «se construit sur ces questions d’identité et de “parole de femme”». Assumendo prospettive più ampie e menzionando, tra le altre, Rachilde, Gérard d’Houville, Gyp e Dominique Aury, Aubaude si interroga poi su tre tendenze che, nel panorama novecentesco, acquisiscono implicazioni particolari: la riluttanza ad aderire a correnti, gruppi e movimenti, l’attribuzione di pseudonimi che rimandano a identità maschili e la predilezione per tematiche legate al desiderio erotico (Le xxe siècle. Parole des femmes, pp. 157-198).

8Leggere la letteratura scritta dalle donne, conclude l’autrice, significa mettersi in una «perspective de pluralité», così da cogliere allo stesso tempo l’ampiezza dell’esperienza comune e le specificità individuali di ciascuna (Vers quelle écriture?, pp. 199-202). Per consentire ai lettori e alle lettrici di misurarsi in prima persona con tale prospettiva, il volume comprende un’ampia Anthologie de textes (pp. 203-255), corredata da un Tableau chronologique (pp. 256-264) e da un utile Dictionnaire des autrices (pp. 265-296).

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica

Roberta Sapino, «Camille Aubaude, Femmes de lettres. Histoires d’un combat, du Moyen Âge au xxe siècle»Studi Francesi, 201 (LXVII | III) | 2023, 744-745.

Notizia bibliografica digitale

Roberta Sapino, «Camille Aubaude, Femmes de lettres. Histoires d’un combat, du Moyen Âge au xxe siècle»Studi Francesi [Online], 201 (LXVII | III) | 2023, online dal 01 mars 2024, consultato il 10 février 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/56152; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.56152

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