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Rassegna bibliografica
Cinquecento

Sylvie Laigneau-Fontaine, L’œuvre latine d’un humaniste bourguignon: la “Gigantomachie” di Jacques Guijon

Filippo Fassina
p. 687
Notizia bibliografica:

Sylvie Laigneau-Fontaine, L’œuvre latine d’un humaniste bourguignon: la “Gigantomachie” di Jacques Guijon, “Bibliothèque d’Humanisme et Renaissance” LXXXIV, 3 (2022), pp. 621-659.

Testo integrale

1Il presente studio si concentra sulla figura di Jacques Guijon, autore di numerose opere in latino ed esponente di quell’umanesimo provinciale che in Francia ha prodotto esiti particolarmente interessanti. Dopo averne tracciato una breve biografia, che mette soprattutto in evidenza come Guijon sia stato il successore di Lambin come lecteur royal di greco sotto Carlo IX (1572), l’A. passa in rassegna le sue opere, riunite e pubblicate nel 1658 dal bibliofilo Philibert de La Mare. Tra queste risultano degne di nota il De significatione verbi Bereschith, che dimostra l’interesse dell’umanista per la lingua ebraica, l’Historia morbi quem tribus annis passus fuerat, che evoca una malattia agli occhi contratta a causa dell’eccessivo studio filologico, e la corrispondenza, scritta in latino e in greco, e ricca di citazioni di autori classici. Tuttavia, è la Gigantomachie, di cui è fornita in appendice anche la traduzione integrale in francese, a essere l’oggetto del presente studio. Si tratta di un poemetto di 393 esametri dattilici che riprende il mito tradizionale della Gigantomachia, con alcune varianti. Benché il poema non sia accompagnato da alcun paratesto, sembra possibile ipotizzare che la scelta del soggetto sia legata a una polemica medica esplosa all’inizio del Seicento sull’esistenza reale dei giganti, in seguito al ritrovamento, presso Romans-sur-Isère, di ossa particolarmente anomale per grandezza. Per quanto riguarda lo stile, l’A. sottolinea come siano presenti numerosi topoi del genere epico, come il paragone dei personaggi con il mondo animale e vegetale, l’esaltazione dell’aristeia degli dèi e l’ispirazione del poeta intesa come furor scatenato da Apollo e da Bacco. Vi sono, tuttavia, anche interventi originali di Guijon, come la soppressione del personaggio di Ercole e, soprattutto, la resa quasi parodica del personaggio di Vulcano, che è dipinto come un semplice fabbro, rimproverato da Giove per non aver prodotto un numero sufficiente di fulmini. L’originalità di questa riscrittura del mito classico sta proprio nella volontà dell’umanista di mescolare registro epico e comico, scelta che rende la Gigantomachie un testo pressoché unico nel suo genere, all’interno del panorama letterario della Francia rinascimentale.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica

Filippo Fassina, «Sylvie Laigneau-Fontaine, L’œuvre latine d’un humaniste bourguignon: la “Gigantomachie” di Jacques Guijon»Studi Francesi, 201 (LXVII | III) | 2023, 687.

Notizia bibliografica digitale

Filippo Fassina, «Sylvie Laigneau-Fontaine, L’œuvre latine d’un humaniste bourguignon: la “Gigantomachie” di Jacques Guijon»Studi Francesi [Online], 201 (LXVII | III) | 2023, online dal 01 mars 2024, consultato il 15 février 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/55500; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.55500

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