Louise Labé. Vade-mecum, éd. Max Engammare
Louise Labé. Vade-mecum, éd. Max Engammare, Genève, Droz, 2023, 176 pp.
Testo integrale
1In circa ottanta anni la prestigiosa rivista scientifica, di certo fra le più importanti del Cinquecento europeo, “Bibliothèque d’Humanisme et Renaissance” ha pubblicato una decina di studi su Louise Labé, sul suo contesto familiare o sulle Euvres del 1555, come su alcune interpretazioni significative circa la sua opera. Si tratta di articoli di rilievo della storiografia rinascimentale che hanno in qualche modo segnato gli studi su Louise Labé e che ora, secondo una scelta particolarmente mirata, operata su otto di questi lavori, sono qui raccolti da Max Engammare nel tentativo di proporre una summa di questi studi, che restituisca in qualche modo, da un lato prospettive scientifiche ancora di grande attualità, dall’altro una sintesi critica capace di coerenza e di offrire materia di riflessione e di ermeneutica per indagini future che sappiano aprire allo spazio del dibattito secondo prospettive basate su dati originali ma scientificamente e filologicamente inoppugnabili. L’intento teorico e scientifico di questa raccolta, che si apre con un recente articolo di Mireille Huchon (2023) va cronologicamente a ritroso. Il lettore è condotto dal 2023 fino al 1944, con uno studio di Georges Tricou (1944). Attraverso uno spazio temporale che associa, come dicevamo, solo otto lavori, i quali costruiscono intorno a Louise Labé un percorso critico certamente saldo per impostazione metodologica e rigore critico.
2In una brevissima ma efficace introduzione, Max Engammare precisa una serie di questioni che sono funzionali all’inquadramento della raccolta e all’uso che di essa viene consigliato di fare. Talvolta con uno spirito di sottile polemica che lascia trasparire un dibattito tra specialisti di Louise Labé, cui solo lo studioso di settore può eventualmente aderire, collocandosi, se lo ritiene, dall’una o dall’altra parte delle posizioni critiche. In questo senso, ci pare utile citare proprio dalla introduzione di Engammare (Un mot de l’éditeur, pp. 7-8), i punti salienti della sua breve ma incisiva riflessione, che dà appunto modo di comprendere anche l’obiettivo teorico sotteso alla raccolta («depuis bientôt trente ans, je lis tous les articles et tous les comptes rendus qui paraîtront dans la BHR […]. J’ai donc repris les articles centrés sur Louise Labé parus depuis quatre-vingts ans et l’article de Georges Tricou de 1944 jusqu’à tout récent de mai 2023 de Mireille Huchon. C’est aussi une histoire partielle, puisque dans une seule revue, mais significative de la réception des Euvres de Louïze Labé Lionnoize. […] Des spécialistes récents de Louise Labé n’ont pas compris que tant Mireille Huchon que son éditeur et bien d’autres avec nous, nous aurions aimé qu’une femme ait écrit ces baisers, ait crié son désir avec les mots amoureux et convaincants des sonnets. La demarche critique de Mireille Hucon, telle que je l’ai reçue, n’est antifémministe en rien, elle vient des textes et du contexte. Que cela importune n’est au fond pas grave, car la démarche est digne. […]», pp. 7-8). In ogni caso, lasciando da parte tensioni critiche e posizioni ideologico-storiografiche e asserzioni teoriche contrastanti sulla scrittura di Louise Labé e sulla attribuzione delle Euvres, con M. Engammare ricollochiamo al centro dell’interesse scientifico scritti di alta tensione poetica che non possono se non indurre alla lettura ripetuta di testi che hanno fatto la storia della lirica cinquecentesca («amies lectrices et compagnons lecteurs, lisez les articles et les livres favorables à une thèse ou à une autre, et forgez-vous votre opinion, c’est la liberté et l’incertitude qu’offre la littérature, puis lisez et relisez les sonnets parus sous le nom de Louïze Labé, ainsi que ceux de “ses poètes”, ils sont parmi les plus beaux écrits au siècle des Valois», p. 8).
3Lasciando quindi allo studioso la facoltà di trarre le sue deduzioni, ricordiamo gli articoli che M. Engammare riunisce in questa edizione significativa: Mireille Huchon, Louise Labé et ses poètes. Vade-mecum, pp. 11-36; Stéphane Hellin, Louise Labé: signature, patronyme et identité, pp. 37-47; Jean Paul Barbier-Mueller, «Ne vouloir rien fors que toy comprendre». Défense et illustration de Louise Labé, pp. 49-84; Jean Vignes, Compte rendu de “Louise Labé, une créature de papier”, pp. 85-96; Emmanuel Buron, Le réemploi dans les “Escriz de divers poëtes à la louenge de Louize Labé” (Baïf, Tyard et Scève), pp. 97-118; Donald Stone Jr., Labé’s sonnet 12: a new reading, pp. 119-123; Sharlene May Poliner, «Signes d’amante» and the dispossessed lover: Louise Labé’s poetics of inheritance, pp. 119-123; Georges Tricou, Louise Labé et sa famille, pp. 124-174. Indubbiamente si tratta di lavori seri, storiograficamente accurati e filologicamente convincenti, su cui riteniamo valga la pena soffermarsi con attenzione qualora si intendesse scrivere di Louise Labé.
Per citare questo articolo
Notizia bibliografica
Michele Mastroianni, «Louise Labé. Vade-mecum, éd. Max Engammare», Studi Francesi, 201 (LXVII | III) | 2023, 686.
Notizia bibliografica digitale
Michele Mastroianni, «Louise Labé. Vade-mecum, éd. Max Engammare», Studi Francesi [Online], 201 (LXVII | III) | 2023, online dal 01 mars 2024, consultato il 08 février 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/55470; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.55470
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