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Rassegna bibliografica
Novecento e xxi secolo a cura di Stefano Genetti e Fabio Scotto

Alain, Venti lezioni sulle Belle Arti

Fabio Scotto
p. 483-484
Notizia bibliografica:

Alain, Venti lezioni sulle Belle Arti, traduzione di D. Formaggio, introduzione di R. Peverelli, Milano, Edizioni Medusa, 2022, «Le porpore, 143», 82 pp.

Testo integrale

1Alain, pseudonimo del filosofo francese Émile-Auguste Chartier (1868-1951), che fu saggista influente all’ombra del quale si formarono personalità maggiori quali Simone Weil e Georges Canguilhem, raccoglie in questo volume alcune sue lezioni sull’arte (si veda a riguardo la voce a lui relativa da noi curata dell’enciclopedia Arte contemporanea, Treccani, Roma, 2022, vol. I, p. 63).

2Nell’«Introduzione» (pp. 5-15), Roberto Peverelli, mostrando la varietà d’interessi di Alain, dall’estetica all’educazione, dalla politica alla religione, dalla guerra alla riflessione sui classici, dà conto, da un lato, delle influenze da lui subite (Comte, Descartes, Hegel), così come di intuizioni che avrebbero poi trovato eco in Merleau-Ponty e Dufrenne, per soffermarsi in seguito sul ruolo esercitato dal suo pensiero nello sviluppo della ricerca di Dino Formaggio, qui suo traduttore. La ricerca di Formaggio ha infatti nel corpo e nell’immaginazione, non nel mero pensiero, il punto focale di una ricerca tesa a superare la visione crociana per orientarsi verso la fenomenologia husserliana, come nel suo Fenomenologia della tecnica artistica (1953), dove afferma che occorre «legare l’esito del lavoro artistico alle dinamiche sociali che attorno e altrove si dipanano influenti e intricate» se, come scrive Alain, «le belle arti devono essere prima di tutto arti: se vogliono essere soltanto belle, non sono più niente» (pp. 12-13).

3Il libro riprende, in una forma parzialmente modificata, la prima edizione italiana delle Vingt leçons sur les Beaux-Arts (1937), apparsa presso le Edizioni dell’Ateneo a Roma nel 1953. I vari capitoli affrontano le arti in una prospettiva ampia che coinvolge lo spettacolo, la danza, la musica, la poesia, il costume, l’architettura, la scultura, la pittura, il disegno. Attenzione è posta anche al «sistema delle arti», già titolo di un’opera omonima apparsa nel 1920, nella quale Alain si propone lo studio delle «arti che non modificano che il corpo umano: danza, canto, poesia, musica. E, in seguito, per contrapposto, le arti che realmente modificano l’oggetto esterno: architettura, scultura, pittura, disegno», ponendo tra le due serie «l’arte drammatica, che comprende tutti i generi di spettacolo» (p. 25).

4Ne risulta un quadro assai attuale e stimolante che, associando alla riflessione estetico-filosofica, un più ampio sguardo rivolto alle interazioni fra le discipline, definisce, ad esempio «la posizione delle arti dello spettacolo, in rapporto al complesso delle arti» («Nona lezione. Lo spettacolo, II», p.83).

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica

Fabio Scotto, «Alain, Venti lezioni sulle Belle Arti»Studi Francesi, 200 (LXVII | II) | 2023, 483-484.

Notizia bibliografica digitale

Fabio Scotto, «Alain, Venti lezioni sulle Belle Arti»Studi Francesi [Online], 200 (LXVII | II) | 2023, online dal 01 août 2023, consultato il 08 février 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/54549; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.54549

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Autore

Fabio Scotto

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