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Rassegna bibliografica
Ottocento b) dal 1850 al 1900, a cura di Ida Merello, Maria Emanuela Raffi e Alessandra Marangoni

Julien Zanetta, L’Hôpital de la peinture. Baudelaire, la critique d’art et son lexique

Ida Merello
p. 179
Notizia bibliografica:

Julien Zanetta, L’Hôpital de la peinture. Baudelaire, la critique d’art et son lexique, Paris, éditions Rue D’Ulm 2022, 212 pp.

Testo integrale

1L’A., specialista dei rapporti tra arte e letteratura nel xix secolo, propone qui uno studio sul linguaggio della critica d’arte, e sulla specificità di quello baudelairiano, attento alla reazione degli artisti come degli spettatori. Fare la critica di una mostra di pittura era un buon biglietto da visita per chi volesse intraprendere la carriera letteraria, e l’uso dei termini tecnici della pittura spesso camuffava l’inesperienza. L’A. intende mostrare come Baudelaire sappia distinguersi, utilizzando certi termini in modo che le sfumature di significato possano essere capite solo da una cerchia ristretta. E già si distingue col pubblicare a sue spese il Salon del 1845 e del 1846, a sottolineare il suo mestiere di critico. L’A. mette bene in evidenza il bisogno di far convivere il bisogno di stupire con la profondità di osservazione. A esempio, nel capitolo X del Salon del 1846, l’accostamento di chic e poncif deriva da un occhio critico che vede punti di contatto tra il poncif, o luogo comune, e lo chic, inserito in una tradizione e una convenzione. Nel panorama dei letterati critici d’arte, l’A. accosta il gusto di Baudelaire a quello di Théophile Silvestre, che coglie il poncif nell’esibizione di linearità, e dei Goncourt. Il luogo comune può essere fecondo tuttavia solo per una riflessione a margine, che lo prenda come punto di partenza, secondo la stessa affermazione di Baudelaire nel Salon del 1859.

2Nei capitoli successivi l’A. ripercorre il giudizio di Baudelaire a proposito delle dimensioni del quadro. La tela grande ha un impatto superiore sullo spettatore, a patto di non voler narrare una storia. Nel momento in cui si investe di una teatralità narrativa, perde la sua qualità, trasformandosi in un poncif. Il carattere teatrale di una tela può essere revitalizzato solo da uno sguardo infantile che lo arricchisce con la sua immaginazione; mentre quando si tratta di una pittura “municipale”, ossia retorica e nazionalista, non c’è possibilità di riscatto. In seguito l’A. prende in considerazione il lessico della critica d’arte ottocentesca: barbouillage (di cui erano accusati tra gli altri Delacroix e Manet), charivari, tohu-bohu, tintamarre (quando la pittura evoca sonorità) papillotage (eccesso luministico), mettendo a confronto il punto di vista di Baudelaire con quello altrui.

3Il lavoro si conclude con un’ampia riflessione sul dubbio in pittura e la sua evoluzione nel pensiero di Baudelaire. Nel Salon del 1846 Baudelaire rifiuta l’eclettismo dei contemporanei, come frutto di una mancanza di vigore, sicurezza di progetto: ricerca di un effetto senza capacità di trasmetterne l’emozione. In seguito l’eclettismo finisce per coincidere con la politica del giusto mezzo suggerita dalla monarchia di luglio, e ancor più disprezzabile. Sotto Napoleone III invece equivale all’appiattimento sui modelli, rinunciando ad avere una personalità. Soltanto il dubbio ottico è apprezzato da Baudelaire, là dove le forme indecise alimentano l’immaginazione.

4Le ultime parti sono dedicate alla caratteristica della critica poetica, che altri avevano effettivamente tentato di rendere in versi (del resto lo stesso Baudelaire non aveva pensato di presentare Meryon accostando alle sue incisioni i propri versi?), e alla complessa analisi della risposta epistolare a Manet, “premier dans la décrépitude de votre art”. Il termine è analizzato da molti punti di vista, suggerendo varie interpretazioni, legate anche all’evoluzione artistica e a un mondo che finisce.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica

Ida Merello, «Julien Zanetta, L’Hôpital de la peinture. Baudelaire, la critique d’art et son lexique»Studi Francesi, 199 (LXVII | I) | 2023, 179.

Notizia bibliografica digitale

Ida Merello, «Julien Zanetta, L’Hôpital de la peinture. Baudelaire, la critique d’art et son lexique»Studi Francesi [Online], 199 (LXVII | I) | 2023, online dal 01 juin 2023, consultato il 08 février 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/52951; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.52951

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Ida Merello

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