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HomeNumeri165 (LV | III)Rassegna bibliograficaNovecentoColette, Lettere a Missy

Rassegna bibliografica
Novecento

Colette, Lettere a Missy

Elena Mazzoleni
p. 673-674
Notizia bibliografica:

Colette, Lettere a Missy, a cura di Samia Bordji e Frédéric Maget, traduzione di Anna Morpurgo, Milano, Archinto, 2010, pp. 218.

Testo integrale

1L’edizione della corrispondenza tra Colette e la marchesa de Morny (Missy), oltre a rivelare la natura complessa del rapporto amoroso tra le due donne, riferisce di un periodo importante per l’esistenza e la produzione letteraria dell’autrice. È stato in primis grazie all’impegno e alla passione di un collezionista, che queste lettere sono sfuggite all’oblio. Nel 1953, su consiglio di Sacha Guitry, Michel Rémy-Bieth inizia a raccogliere una collezione di autografi. Egli acquista una decina di lettere che Colette aveva indirizzato a Missy nel periodo in cui si dedicava al teatro ed era impegnata con le tounées di music-hall. Negli anni la collezione aumenta, ma è solo nel 1982 che nasce un progetto di pubblicazione concreto, sostenuto peraltro da alcuni studiosi come Alain Brunet, Marguerite Boivin e Claude Pichois. Tuttavia, considerata l’esiguità della corrispondenza, la proposta di ricostruire trentatré anni della vita di Colette e di Missy è ancora una volta abbandonata e ripresa soltanto nel 2009. Corredata da una prefazione approfondita e da un ricco apparato di note esplicative, la presente edizione non si limita a ricostruire un periodo della vita dell’autrice tramite la sua corrispondenza, bensì si offre quale contributo utile all’approfondimento della riflessione critica sull’opera letteraria nella sua complessità.

2Dal dialogo che le due donne intrecciano tra il febbraio 1907 e il giugno 1940, emerge un legame profondo di natura eminentemente filiale. Colette, che ha l’abitudine di firmarsi come «la tua finta bambina», si rivolge alla marchesa cercando costantemente rassicurazione. I pensieri d’amore diventano più spesso delle richieste di conforto: «Mia amata […] ho avuto il coraggio di chiederti di tenermi sotto l’ombra della tua ala» (p. 50). All’inizio del 1908 Colette intraprende, infatti, un’esistenza complicata e vagabonda, scopre la vita degli artisti recitando nel suo più grande successo La Chair e impersona il ruolo di Claudine. L’anno successivo porterà grandi delusioni rivelandosi un momento difficile per la giovane donna, che già da tempo rivendicava un’autonomia letteraria. Quando suo marito, Willy, vende agli editori i diritti dei quattro volumi di Claudine, la frustrazione di Colette è manifesta. Insicura e costantemente in conflitto con se stessa, s’avvicina a Missy che le sarà sempre accanto organizzandole la vita in funzione della carriera e, non in ultimo, offrendole un importante sostegno economico. Mentre testimoniano di una passione totalizzante, le lettere mostrano al contempo il carattere volubile di Colette, la sua inquietudine che lascia presagire l’imminente rottura, favorita peraltro dalla nascente passione per Henry de Jouvenel. Da questo momento la corrispondenza s’interrompe e inizia un lungo silenzio che durerà vent’anni; solo nel 1931 il dialogo tra le due donne riprenderà ma con toni assai diversi. I vecchi rancori cedono il passo a una sincera amicizia e a una profonda tenerezza.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica

Elena Mazzoleni, «Colette, Lettere a Missy»Studi Francesi, 165 (LV | III) | 2011, 673-674.

Notizia bibliografica digitale

Elena Mazzoleni, «Colette, Lettere a Missy»Studi Francesi [Online], 165 (LV | III) | 2011, online dal 30 novembre 2015, consultato il 08 février 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/5127; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.5127

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