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Rassegna bibliografica
Ottocento b) dal 1850 al 1900, a cura di Ida Merello e Maria Emanuela Raffi

Baudelaire. Due secoli di creazione, Baudelaire. Deux siècles de création, Atti del Convegno di Studi. Accademia Ligure di Scienze e Lettere, Genova 9 novembre 2020, dir. I. Merello e A. Schellino

Mario Richter
p. 191-192
Notizia bibliografica:

Baudelaire. Due secoli di creazione, Baudelaire. Deux siècles de création, Atti del Convegno di Studi. Accademia Ligure di Scienze e Lettere, Genova 9 novembre 2020, dir. I. Merello e A. Schellino, Genova, Accademia Ligure di Scienze e Lettere, 2021, 290 pp.

Testo integrale

1Questo volume raccoglie i quattordici interventi che, suddivisi in quattro sezioni («Baudelaire e i suoi illustratori», «Baudelaire e i poeti», «Baudelaire e la musica», «Baudelaire e il teatro»), hanno dato vita al convegno genovese del 2020, organizzato per illustrare due secoli di creatività artistica osservata in rapporto all’influenza di Baudelaire.

2Già l’Introduzione, redatta da Ida Merello e, per la sola sezione di «Baudelaire e i poeti», da Andrea Schellino, offre al lettore una sintetica informazione riguardante i singoli contributi.

3Claire Chagniot (L’image dans le livre: Merion – Baudelaire – Bracquemond, pp. 23-44) fa vedere quanto vivo, profondo e attento fosse l’interesse di Baudelaire per le illustrazioni del suo libro maggiore e ne mostra con informazione precisa i vari aspetti valutando i non sempre accomodanti rapporti del poeta con gli illustratori del suo tempo, da Meryon a Bracquemond, a Rops, fino a Redon e al suo significativo simbolismo ‘postumo’.

4Ida Merello (“Les Fleurs du Mal” di Odilon Redon, pp. 45-67) si sofferma su quest’ultimo illustratore cercando di dare risposta alla domanda di “come può uno spirito conservatore e religioso come Redon comprendere un poeta apparentemente così lontano, sapendolo restituire nell’interpretazione grafica” (p. 45). Attraverso un esame attento delle singole illustrazioni dell’artista che Baudelaire non conobbe, la studiosa arriva alla conclusione che “in Redon la fusione dell’immaginario nel nocciolo oscuro del simbolo costituisce un tentativo di oltrepassare la rappresentazione allegorica per svelare, velandolo, il cuore stesso della poetica baudelairiana” (p. 66).

5Julien Zanetta (Rodin, Baudelaire: l’Enfer et les Fleurs, pp. 68-85), concentrando la sua attenzione sul lavoro illustrativo di Rodin per rispondere a un incarico di illustrazione riguardante una scelta di poesie della Fleurs du Mal, si è impegnato a dare un quadro preciso della genesi e delle tecniche adottate nei disegni dello scultore in rapporto anche all’Inferno di Dante per concludere che “les peines de l’Enfer, la corruption de la chair, ls déformation des corps, le désir malmené et la mélancolie qu’en découle ne sont pas propriété exclusive du Moyen Âge italien – ils traversent l’histoire, et lorsque deux œuvres révèlent, aux yeux du sculpteur, une secrète connivence, il arrive que leur puissance superposée abolisse le temps qui les séparent” (p. 83).

6Tramite una dovizia di illustrazioni, Hélène Vedrine (Allégorisme fin-de-siècle: “Les Fleurs du Mal” illustrées par Armand Rassenfosse et Carlos Schwabe, pp. 86-110) mostra nelle sue varie e significative declinazioni in quale modo i due illustratatori fin-de-siècle presi soprattutto in esame abbiano cercato di interpretare il progetto iconografico baudelairiano fondato sul gusto per l’allegoria e l’emblema nonché sull’anatomia moralizzata e spirituale.

7Sulle sensuali e mistiche illustrazioni che Beardsley ha dedicato alle Fleurs du Mal si è soffermata Aurélia Cervoni (Le baudelairisme d’Aubrey Beardsley, pp. 111-126), opportunamente collegandole alle preoccupazioni filosofiche ed estetiche in voga fra Otto e Novecento e mostrandone un’immagine sovversiva, sadica e decadente, che ha notevolmente influito su una comprensione mitizzata dell’opera di Baudelaire.

8Dopo aver tracciato un quadro generale del rapporto fra l’autore e l’artista nell’Ottocento e nella posterità del Simbolismo, Beppe Manzitti (Dalla parola al disegno: “Les Fleurs du Mal” e i libri illustrati di Henri Matisse, pp. 127-148) si è concentrato sull’opera illustrativa di Matisse considerandone in particolare il rapporto con il maggiore libro di Baudelaire, adattato dall’artista a una sua personale e creativa interpretazione.

9Passando alla sezione che riguarda l’influenza di Baudelaire sui poeti, Andrea Schellino (La mémoire baudelairienne de Victor Segalen, pp. 151-162) ha mostrato come Segalen, legato alla lettura di Baudelaire secondo la tradizione esegetica del suo tempo, ne abbia assorbito soprattutto la poetica della sinestesia (a cui il poeta dedicò un saggio) valutandola in rapporto a quella successiva di Rimbaud e cercando di integrarla alle sue teorie sui momenti dell’immaginario e del misterioso.

10Corinne Bayle (L’ombre portée de Baudelaire dans l’œuvre de René Char, pp. 163-177) illumina nella loro evoluzione i principali aspetti dell’opera poetica di Char passando attraverso il culto costante del poeta per Baudelaire (e per Rimbaud) e mostrandone il valore essenzialmente dovuto alla “conjonction d’une forme et d’un affect” (p. 165).

11Tenendo al centro della sua riflessione il libro di André du Bouchet Baudelaire irrémédiable scritto nel 1955 e collegandolo ai coevi interventi critici di Jean-Pierre Richard e di Maurice Blanchot, Henri Scepi (André du Bouchet: le “théâtre annulé” de Charles Baudelaire, pp. 178-193) si è impegnato in una ostinata e complessa riflessione su un supposto “échec” (Blanchot) di Baudelaire, affermando, in riferimento alle due maggiori opere poetiche di Baudelaire Les Fleurs du Mal e Spleen de Paris, che nel pensiero di du Bouchet “la sphère de la poésie versifiée se détache et s’éloigne, mais elle continue de graviter autour d’un centre qui n’est autre que celui d’un ‘théâtre annulé’” (p. 191). Ricorrendo poi a una citazione tratta dai Carnets 1949-1955 di du Bouchet, Scepi conclude il suo contributo dicendo che “Baudelaire irrémédiable témoigne d’une telle transformation [ossia la vita menzognera trasformata in vita poeticamente vera] qui atteste que, sous couleur d’infaillibilité, ‘cet amour de l’impossible crée un autre objet – possible mais différent / – la poésie’” (p. 192).

12Nel suo ricco e articolato contributo Fabio Scotto (Yves Bonnefoy lettore di Baudelaire, pp. 194-210) parte dalla considerazione che “Bonnefoy guarda a Baudelaire e lo chiama in causa ogni qual volta si ponga il problema della poesia del mondo, inteso come esercizio di presenza e di carità nei confronti dell’umanità sofferente, come pietas destituita di ogni cedimento al dolorisme cristiano” (pp. 194-95) per arrivare a confermare in conclusione che il poeta di Tours “guarda a Baudelaire come a un ‘esempio’ di esperienza della finitudine aperta alla compassione per l’altro, nonostante le tentazioni gnostiche insite nel suo platonismo e l’estetismo del suo dandysmo” (p. 210).

13Fabio Pusterla (Il volo del pipistrello, pp. 213-227) ripercorre l’intera opera di Jaccottet – che ha negato di aver pensato a Baudelaire e al suo quarto Spleen per l’immagine del pipistrello nella sua poesia Portovenere tradotta e commentata da Pusterla – per verificare l’effettiva presenza in lui del poeta delle Fleurs du Mal. La verifica trova il suo sostanziale riassunto in questa frase: “Si direbbe insomma che, dentro e a ridosso del saggio [Jaccottet, Quelques notes à partir de Baudelaire, 1977], cioè dopo la metà degli anni settanta, quando Jaccottet ha definitivamente raggiunto la propria maturità artistica, Baudelaire possa essere riletto e rimeditato con maggiore interesse e attenzione rispetto al passato; e che tuttavia, pur nell’evidente grandezza assoluta che gli viene riconosciuta, non giunga mai interamente a far parte dei maestri più presenti e più prossimi a Jaccottet” (p. 225).

14La sezione dedicata alla musica si apre con il contributo di Filip Kekus (De l’essai Des Bohémiens et de leur musique en Hongrie à la synthèse du Thyrse: le dialogue poétique entre Baudelaire et Liszt, pp. 231-245). Lo studioso fa diffusamente e puntualmente vedere la portata della presenza di Liszt nel poeta delle Fleurs du Mal e dello Spleen de Paris, un musicista-filosofo-poeta-artista che assunse per lui il valore di un autentico “nume tutelare” inducendolo a cercare di definire un metodo poetico capace di suscitare una “ivresse” insieme lucida e volontaria e a trovare anche una soluzione alle aporie estetiche che tormentarono i suoi ultimi anni.

15Segue lo studio di Nicola Ferrari (“Entre centre et absence”. Berg, Debussy, Dutilleux, Vermeulen: Baudelaire, pp. 247-272), nel corso del quale, prendendo le mosse dalla profonda comprensione baudelairiana di Wagner alla luce dell’interpenetrarsi delle discipline e delle correspondances, l’A. illustra con penetrazione la messa in musica dei testi poetici di Baudelaire scelti dai compositori indicati nel titolo.

16Conclude il volume la sezione relativa al teatro con l’interessante comunicazione di Federica Locatelli e Marina Spreafico (Inseguendo il sogno del teatro. Charles Baudelaire, Il male e i suoi fiori, pp. 275-290), nella quale sono spiegate nei loro diversi aspetti le ragioni che hanno guidato le due studiose nell’allestimento dello spettacolo teatrale dedicato a Baudelaire col titolo Il male e i suoi fiori e rappresentato a Milano nel 2017.

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Notizia bibliografica

Mario Richter, «Baudelaire. Due secoli di creazione, Baudelaire. Deux siècles de création, Atti del Convegno di Studi. Accademia Ligure di Scienze e Lettere, Genova 9 novembre 2020, dir. I. Merello e A. Schellino»Studi Francesi, 196 (LXVI | I) | 2022, 191-192.

Notizia bibliografica digitale

Mario Richter, «Baudelaire. Due secoli di creazione, Baudelaire. Deux siècles de création, Atti del Convegno di Studi. Accademia Ligure di Scienze e Lettere, Genova 9 novembre 2020, dir. I. Merello e A. Schellino»Studi Francesi [Online], 196 (LXVI | I) | 2022, online dal 01 avril 2022, consultato il 17 mai 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/48919; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.48919

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