Jacques Cassar, Dossier Camille Claudel
Jacques Cassar, Dossier Camille Claudel, nouvelle édition, revue et augmentée, préface de Jeanne Fayard, Paris, Archimbaud et Klincksieck, 2011, pp. 433.
Testo integrale
1Nella prefazione del volume, Jacques Cassar, pionnier des recherches sur Camille Claudel (pp. 9-59), Jeanne Fayard illustra le diverse fasi che hanno condotto, fin dal 1958, lo storico Jacques Cassar a intraprendere una serie di ricerche intorno alla figura della scultrice Camille Claudel, rimasta per molto tempo in ombra, anche a causa del prolungato internamento in un ospedale psichiatrico. Allo scopo di fare definitivamente giustizia dell’immenso lavoro documentario raccolto dallo studioso in tre decenni di ricerche, Jeanne Fayard decide di riproporre all’attenzione del pubblico contemporaneo il Dossier Camille Claudel, in un’edizione rivista e aggiornata rispetto a quella del 1987.
2Nella seconda sezione del volume (pp. 61-302) assistiamo alla puntuale ricostruzione del profilo biografico, psicologico ed estetico di Camille Claudel, per mano di Cassar: dagli anni dell’infanzia trascorsa a Villeneuve-sur-Fère alla precocissima vocazione alla scultura che condurrà Camille a costringere l’intera famiglia a trasferirsi a Parigi, dove la ragazza frequenta l’Académie Colarossi. La giovane si inserisce ben presto nel contesto culturale della capitale e non tarda a imporsi all’attenzione dello scultore Auguste Rodin, ormai all’apice della fama. Da quel momento, Camille diverrà per tutti “l’allieva” per eccellenza di Rodin, che riconosce in lei un talento fuori dal comune. Il legame tra i due sfocia ben presto in un’intensa quanto burrascosa relazione sentimentale che durerà all’incirca fino al 1896.
3Il temperamento estremamente volitivo di Camille mette Rodin di fronte a una scelta di fondo: abbandonare la compagna di una vita, Rose Beuret, per intraprendere una nuova esistenza a fianco della giovane. Tale decisione si rivela impossibile per Rodin, che non solo continua a mantenere vivo il proprio legame con Rose, ma non esita addirittura a intraprendere nuove avventure.
4In questi anni, Camille continua a produrre indefessamente opere scultoree di rara bellezza, quali L’Abandon, La Valse, La Clotho, Portrait d’une petite châtelaine, Les Causeuses, La Vague, L’Âge mûr, che le valgono l’apprezzamento sempre maggiore dei critici, al quale non corrispondono tuttavia adeguati guadagni (cf. Annexes, pp. 301-427).
5Nel 1897, cominciano a manifestarsi i primi sintomi di una depressione nervosa che andrà aggravandosi, soprattutto a causa dell’estrema indigenza nella quale Camille viene a trovarsi e del lacerante dolore per il tradimento di Rodin. Secondo Jacques Cassar, tra le cause della malattia mentale di Camille Claudel, vi sarebbero uno o addirittura due aborti ai quali l’artista si sarebbe sottoposta in seguito alla relazione con Rodin, incontrando lo sdegnoso rifiuto della famiglia d’origine.
6Comunque sia, dal 1899 al marzo 1913, data del suo internamento presso la maison de santé spéciale de Ville-Évrard, Camille vivrà in totale isolamento nell’atelier del Quai Bourbon, dove prosegue disperatamente fino al 1905 il proprio lavoro, in condizioni igieniche ed economiche estremamente precarie, tanto da destare la preoccupazione dell’anziano padre. Quest’ultimo, nel 1906, scrive infatti al figlio Paul, divenuto console di Francia in Cina, chiedendo il suo intervento in favore di Camille, ormai in preda a una forma di psicosi paranoide che la vedrà distruggere la maggior parte delle opere scultoree create fino a quel momento.
7Claudel si vede così investito dal consiglio di famiglia della responsabilità della sorella malata e del suo internamento (marzo 1913). Sarà infatti il fratello che, pur da lontano, continuerà ad occuparsi del pagamento della pensione di Camille, anche dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, allorché, nell’agosto del 1914, la donna è trasferita presso l’ospedale psichiatrico di Montdevergues nel Vaucluse. Nonostante le reiterate richieste di essere riaccolta a casa – di cui le lettere riportate costituiscono una toccante testimonianza –, Camille Claudel rimarrà rinchiusa in questa struttura fino alla sua morte, avvenuta il 19 ottobre 1943.
Per citare questo articolo
Notizia bibliografica
Simonetta Valenti, «Jacques Cassar, Dossier Camille Claudel», Studi Francesi, 168 (LVI | III) | 2012, 605-606.
Notizia bibliografica digitale
Simonetta Valenti, «Jacques Cassar, Dossier Camille Claudel», Studi Francesi [Online], 168 (LVI | III) | 2012, online dal 30 novembre 2015, consultato il 16 janvier 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/3837; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.3837
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