Le Jeu d’Adam, Édition critique et traduction par G. Hasenohr
Le Jeu d’Adam, Édition critique et traduction par G. Hasenohr, Introduction par G. Hasenohr et J.-P.Bordier, Genève, Droz, 2017, «Texte courant» 1, 257 pp.
Testo integrale
1Nuova e ulteriore edizione – dopo quelle a cura di S.M. Barillari (Roma, Carocci, 2010, cfr. SF 170, p. 432), V. Dominguez (Paris, Champion, 2012, cfr. SF 177, p. 566) e Chr. Chaguinian (Orléans, Paradigme, 2014, cfr. SF 185, p. 302-303) – di quest’opera fondante, che non «inaugure l’histoire du theâtre français» (come recita, con banale appropriazione nazionale, la quarta di copertina) soltanto, ma va contata in quella del teatro medievale europeo e pure, nei termini di Mimesis di Erich Auerbach, dell’intera letteratura europea moderna.
2Nei confronti delle edizioni che l’hanno preceduta, questa di Hasenohr si distingue per una più spiccata attenzione filologica e linguistica, nei confronti del codice di Tours (a sua volta una primizia, per essere il primo manoscritto letterario cartaceo scritto in Francia) nonché della scripta e del testo del Jeu, sulla base di un salutare positivismo (pp. viii-ix) che rappresenta ancora la migliore garanzia della qualità dell’indagine su un testo medievale. Dopo un’analisi del codice (pp. xi-xxviii), formato dall’unione di due unità librarie nella prima delle quali è inserito il dramma, segue una ricerca sul contesto nel quale collocarlo (pp. lvii-lxxvii), all’interno dei capitoli cattedrali e delle celebrazioni pubbliche promosse per il Natale e la Pasqua, in sostanziale convergenza con la parte dell’introduzione (a cura di Bordier) dedicata alla posizione del Jeu all’interno della storia del teatro medievale (pp. xcviii-cxxxii). Lo studio paleografico e linguistico della scripta (pp. xxviii-lvi), con attenzione anche a speciali soluzioni grafiche, e la discussione sulla questione dell’origine anglonormanna o continentale del testo (pp. lxxvii-xcvii) conducono la curatrice a fissarne un percorso che va da un autore del Poitou a una copia insulare e infine alla registrazione scritta nell’attuale manoscritto di Tours da parte di un copista del Sud-Ovest intorno agli anni 30 del xiii secolo (pp. xcvi-xcvii). La trafila è complessa (e andrà forse rivisitata all’interno di un confronto più esteso sull’area pittavina in senso lato) ma risponde alla circolazione culturale all’interno del cosiddetto «impero plantageneto» dagli anni del governo di Riccardo Cuor di Leone fino alla morte di Eleonora d’Aquitania.
3L’edizione si distingue rispetto a quelle precedenti per un significativo interventismo nei confronti dei versi ritenuti emendabili, giustificato in ragione della sovrapposizione di diversi usi linguistici nel percorso che ha condotto alla copia unica che oggi possediamo. La soluzione può essere arrischiata (e di ciò Hasenohr è consapevole: p. cxxxv) ma è in genere sostenuta da una seria valutazione dei dati in gioco e dalla discussione che viene offerta anche nell’ampio corredo delle note al testo; ovviamente necessita di una discussione insieme complessiva e puntuale, non attuabile nel contesto di questa scheda. Accompagna l’edizione una traduzione in francese moderno, certamente utile al lettore non specialista.
Per citare questo articolo
Notizia bibliografica
Walter Meliga, «Le Jeu d’Adam, Édition critique et traduction par G. Hasenohr», Studi Francesi, 190 (LXIV | I) | 2020, 149.
Notizia bibliografica digitale
Walter Meliga, «Le Jeu d’Adam, Édition critique et traduction par G. Hasenohr», Studi Francesi [Online], 190 (LXIV | I) | 2020, online dal 01 avril 2020, consultato il 14 février 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/studifrancesi/22272; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/studifrancesi.22272
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