Giuseppe Zago, Carla Callegari et Marnie Campagnaro (dir.), La casa. Figure, modelli e visioni nella Letteratura per l'infanzia dal Novecento ad oggi
Giuseppe Zago, Carla Callegari et Marnie Campagnaro (dir.), La casa. Figure, modelli e visioni nella Letteratura per l'infanzia dal Novecento ad oggi, Lecce, Pensa MultiMedia, coll. « Emblemi », 2019, ISBN: 978-88-6760-683-2, 231 p.
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1La casa. Figure, modelli e visioni nella letteratura per l'infanzia dal Novecento a oggi, volume collettaneo a cura di Giuseppe Zago, Carla Callegari e Marnie Campagnaro, raccoglie gli interventi italiani più significativi esposti in occasione della 6th International Conference dell'European Network of Picturebook Research, tenutasi a Padova dal 28 al 30 settembre 2017.
2La conferenza, di livello internazionale oltre che europeo, ha visto la partecipazione di studiosi e ricercatori da diversi ambiti e paesi, dalla Svezia al Giappone, dal Brasile alla Turchia. Di fronte a tale ricchezza e varietà, si è deciso di raccogliere in questo volume le proposte italiane più interessanti, mentre i saggi europei sono stati valorizzati da uno specifico numero monografico della rivista "Ricerche di Pedagogia e Didattica/Journal of Theories and Research in Education", dal titolo "Home, Lived-in Spaces and Childhood in European Picturebooks from 1945 to the Present Day".
3La casa propone dunque 8 interventi italiani pluridisciplinari divisi in due sezioni: "La casa in prospettiva pedagogica" e "La casa nella Letteratura per l'infanzia contemporanea". D'altra parte l'editoria per bambini e bambine, fiorita durante la scoperta borghese dell'infanzia come tempo altro, condizione umana diversa da quella adulta, non può prescindere dalle concezioni ideali e dalle condizioni concrete della casa, luogo della famiglia e della fanciullezza per eccellenza. Anche quando il libro per bambine e bambini non è focalizzato sul luogo in cui si abita, l'argomento è molto spesso evidente, carico di implicazioni.
- 1 Susanna Barsotti, "La casa da fiaba", in: Giuseppe Zago, Carla Callegari e Marnie Campagnaro (eds.) (...)
4Persino la sua assenza o marginalità è carica di significati: come sottolinea Susanna Barsotti, se la casa di Enrico Bottini di Cuore è uno splendido appartamento borghese che suscita l'ammirazione dei compagni meno fortunati, Pinocchio, di fronte alla povera stanza di Geppetto, senza cibo né comodità, non può che fuggire.1
5Il volume si apre con "La casa come 'oggetto pedagogico'. Uno sguardo storico" di Giuseppe Zago. La scelta di inserire come primo intervento un saggio sull'evoluzione storica, fisica e culturale della casa si rivela molto appropriata, un ottimo modo per ripercorrere la sua rivalità (e simbiosi) con il mondo esterno, in particolare (in questa prospettiva pedagogica) con la scuola. Dopotutto la casa, oggetto simbolico e irrevocabilmente fisico di enorme importanza in tutte le culture umane, ha subito nel corso della storia trasformazioni e variazioni profondissime, tanto che la casa mononucleare, nido di relazioni affettive e tempio della privacy, è in verità una formulazione molto recente, da associare alla legittimazione della famiglia borghese nell'Ottocento.
6Dalla familia del mondo romano, che designa l'insieme di case e persone (liberi e schiavi) appartenenti al pater familias, alle splendide architetture del Quattrocento, dai miseri tuguri dove animali, uomini, donne, bambine e bambini vivono insieme, ammassati in una promiscuità precaria e malsana, allo status symbol borghese, i cambiamenti e i miglioramenti delle strutture fisiche hanno sempre portato con sé novità di carattere ideologico e culturale nei concetti di famiglia, casa, educazione.
- 2 Giuseppe Zago, "La casa come 'oggetto pedagogico'. Uno sguardo storico", Ibid., p. 24.
7Partendo dall'epoca romana (dove "la casa familiare [era] riconosciuta come il luogo formativo per eccellenza"2), Zago passa in rassegna testimonianze e riflessioni di pedagoghi di diverse epoche: Leon Battista Alberti, che scrive del padre di famiglia come padrone di casa e maestro d'arte, in grado di insegnare il proprio mestiere ai figli; il boemo Comenio, pedagogista seicentesco che condivide la nascente fiducia borghese nelle istituzioni scolastiche e allo stesso tempo lo scetticismo verso le capacità educative dei genitori; e poi Locke, Rousseau, Pestalozzi, Fröbel, Lambruschini, Dewey.
8Si ripercorre quindi il processo a tratti altalenante dell'educazione dei fanciulli, e, se è vero che al giorno d'oggi la formazione extrafamiliare ha ormai conquistato il primato (non senza critiche), l'autore sottolinea quanto la nostra società sia affascinata dal mondo della casa, tanto da addomesticare e rendere simili alle famiglie/case gli istituti di sostegno per bambini e adolescenti in difficoltà, oltre che la scuola stessa.
9Nel secondo saggio, "Le trasformazioni storiche della famiglia e della casa attraverso un albo illustrato", Carla Callegari si focalizza su un albo illustrato che ha come soggetto la casa (e quindi anche la famiglia): Casa del tempo dei pluripremiati autori Roberto Innocenti e Roberto Piumini. Seguendo le vicende di una casa seicentesca restaurata all'inizio del Novecento, il libro ripercorre la storia della famiglia italiana del secolo scorso. Da questa prospettiva privata, seguiamo la fatica quotidiana dei contadini, i lutti della Grande Guerra, la ferocia dei soldati tedeschi, l'evoluzione della società.
10Negli anni Settanta la rivoluzione sessuale scardina il modello di famiglia tradizionale, e, anche per questo, l'edificio viene abbandonato, per poi essere restaurato nel 1999, irriconoscibile: la casa è stata trasformata in una villa, emblema di una società consumistica, benestante, individualista (ogni membro è immerso in un'attività solitaria).
- 3 Marnie Campagnaro, "Sull'abitare. Geografie domestiche e visioni di 'genere' negli albi illustrati" (...)
11Con il terzo saggio, "Sull'abitare. Geografie domestiche e visioni di 'genere' negli albi illustrati", si apre la seconda parte del libro, "La casa nella Letteratura per l'infanzia contemporanea". Marnie Campagnaro analizza la poliedrica rappresentazione della casa nella letteratura per l'infanzia e nota come questa svolga quattro funzioni principali: rifugio dalle intemperie; spazio in cui soddisfare bisogni fisici, affettivi, relazionali; luogo dove poter nascondersi e difendersi dai nemici; tempio dell'identità personale.3
12L'autrice ci offre quindi una carrellata di albi e immagini che riflettono queste diverse finalità: da Tempestina di Lena Anderson, in cui la casa del nonno è un piccolo ma solido rifugio contro il temporale, alla stravagante casa-abito di Pippi Calzelunghe. Di fronte a immagini domestiche banali e svilenti (come in Peppa Pig), Campagnaro elogia il contributo originale e benefico dei piccoli e medi editori, svincolati dall'appiattimento mainstream (come Una strana creatura nel mio armadio di M. Mayer, proposto da Kalandraka).
13L'autrice si concentra poi sulle nuove geografie della casa: se è vero che ancora troppi albi offrono illustrazioni stereotipate e poco realistiche, ormai sono comuni i libri che presentano modelli di famiglie moderni, a iniziare da un diverso utilizzo degli spazi domestici. Questo nuovo uso delle stanze (bambine all'esterno e padri in cucina, per esempio) testimonia una vita familiare più collaborativa, con un'inedita rinegoziazione dei ruoli.
- 4 Lorenzo Cantatore, "Casa e bambini fra realtà e sogno negli anni del Neorealismo", Ibid., p. 111.
14In "Casa e bambini fra realtà e sogno negli anni del Neorealismo" Lorenzo Cantatore passa in rassegna alcune delle immagini proposte ai giovani italiani nel secondo dopoguerra: Walt Disney esporta personaggi femminili legati al focolare domestico, la pubblicità si concentra sulla casa (e sulla donna come sua "regina"), il cinema neorealista insiste sulla cucina "per esprimere l'anima di un popolo povero, che vive di sacrifici"4. L'autore si concentra quindi sui libri Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina di Elsa Morante e Le macchine di Munari di Bruno Munari, albo straordinariamente innovativo che propone oggetti inutili e paradossali. Va qui sottolineata la ricchezza dell'apparato iconografico a colori, che permette al lettore e alla lettrice di seguire agevolmente l'analisi dell'opera di Morante, oltre che apprezzare l'originalità del progetto di Munari.
15Dorena Caroli, nel suo saggio "La 'casa mobile' nelle fiabe russe e negli albi illustrati contemporanei", offre un'originale analisi del motivo della casa movente, dal folklore russo (la misteriosa dimora della strega Baba Jaga) all'incredibile pseudo roulotte di Gianni Rodari (La casa di Tre Bottoni), passando per albi illustrati di epoca sovietica (Il giovane politecnico. Album per l'attività nella scuola di primo grado di N.D. Beljakov e V. P. Kardasev) a opere contemporanee di diverse culture (La mia città del giapponese Yozuke Yonezu).
16La casa zoomorfa e rotante di Baba Jaga si presenta come un oggetto culturale molto ricco e dai molteplici significati: l'enigmaticità della capanna dalle zampe di gallina, luogo di confine fra il mondo dei vivi e quello dei morti, riflette l'ambiguità della sua proprietaria, ora strega cannibale ora generosa dispensatrice di doni. Se la dimora dell'enigmatica vecchia non ha fortuna nella Russia sovietica a causa del tentativo delle autorità di modernizzare forzatamente il popolo russo, eliminando superstizioni e credenze religiose, gli autori sotto il regime comunista utilizzano comunque il motivo della casa mobile per esprimere la loro fiducia nel nuovo sistema socialista e nella sua capacità di creare un'utopia (e di costruire nuove case). In quest'ottica, la trattazione dell'albo La casa si è trasferita di Agnja Barto, di cui l'autrice ci propone un'inedita traduzione italiana, si rivela particolarmente interessante.
17Passiamo quindi al mondo delle fiabe con il saggio di Susanna Barsotti. In "La casa da fiaba" l'autrice, dopo aver osservato che la pericolosità della casa è spesso la premessa fondamentale per compiere il viaggio necessario per diventare adulti (nonché il luogo del ritorno in cui ritrovare serenità), propone un'analisi dell'albo C'era una volta una bambina di Giovanna Zoboli, che rivisita una delle fiabe più celebri: Cappuccetto Rosso. Impreziosito dalle splendide illustrazioni di Joanna Concejo, la bambina viene descritta come svelta e coraggiosa, il Bosco e la Casa appaiono come qualcosa di vivo, veri e propri personaggi, mentre il lupo è bello e affascinante. Il lupo e la bambina si incontrano, si guardano, giocano insieme, ma poi quello che deve succedere accade, il lupo mangia la nonna, il cacciatore uccide il lupo, Cappuccetto Rosso e la vecchietta sono salve. Ma il viaggio è stato diverso, e anche il punto di arrivo rivela nuove sfumature, una maggiore consapevolezza del coraggio e della forza della bambina.
- 5 Maria Teresa Trisciuzzi, "La casa sull'albero. Infanzie sospese e libere nella letteratura per l'in (...)
18Maria Teresa Trisciuzzi studia invece le case sull'albero, oggetto affascinante da dove i bambini possono osservare il mondo dall'alto, liberi e indipendenti dalle costrizioni degli adulti. "La casa sull'albero. Infanzie sospese e libere nella letteratura per l'infanzia" parte dall'analisi dei racconti horror di Stephen King (The Body e It), per arrivare ad Aglaia, la bambina protagonista di La casa sull'albero di Bianca Pitzorno, con il necessario confronto con una delle case arboree italiche più celebri: quella di Il barone rampante di Italo Calvino. La fortuna di questo topos, "spazio di libertà e di liberazione", "luogo tra il sogno e la realtà"5, è dimostrata dalla carrellata di opere per l'infanzia selezionate dall'autrice: Peter Pan di James Matthew Barrie, Oh, What a Busy Day! di G. Fujikawa, Secret Tree Fort di Brianne Farley, Everything you need for a Treehouse di C. Higgins e H. Hughes, e molti altri.
- 6 Sabrina Fava, "Oltre la casa: la luna come simbolo di ricerca identitaria", Ibid., p. 212.
19Il volume si conclude con una riflessione che ci porta ancora più in alto dei rami delle piante: "Oltre la casa: la luna come simbolo di ricerca identitaria" di Sabrina Fava. L'autrice si concentra sull'analisi di La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick, dove il giovane protagonista si ritrova a sopravvivere in un nascondiglio dietro l'orologio, inospitale e totalmente inadatto a essere una casa. Ma da lì Hugo può osservare il mondo senza essere visto, e soprattutto può ammirare la luna. L'astro diventa una casa metaforica, "un punto fisso, un riferimento e una sicurezza", che tuttavia rimane "inafferrabile"6.
- 7 Ibid., p. 216.
20Dopo varie vicissitudini e sacrifici, Hugo riesce infine a riparare l'automa lasciatogli in eredità dal padre: un'incredibile macchina in grado di scrivere e disegnare, metafora del cinema, grazie alla quale può offrire la luna a chiunque. Alla fine del romanzo, il protagonista andrà a vivere con Isabelle, papà George e mamma Jeanne, ma "la casa di Hugo non è un luogo fisico che lo contiene e lo protegge. La casa è dentro di lui nel lascito di quella luna e del suo impareggiabile potere di essere posta al servizio della settima arte per far nascere nuovi sogni"7.
21In conclusione, La casa. Figure, modelli e visioni nella Letteratura per l'infanzia dal Novecento ad oggi si conferma un volume di grande interesse, che offre importanti spunti di riflessione sulla casa e sulla sua presenza nella letteratura per l'infanzia moderna.
22L'approccio multidisciplinare, la diversità di orientamenti e visioni, la ricchezza dell'apparato iconografico (indispensabile quando si tratta di albi illustrati), l'attenzione alla questione attuale e urgente del rapporto tra casa e società, scuola e famiglia, pubblico e privato, sono solo alcuni degli aspetti che rendono questo volume attraente per gli studiosi di letteratura per l'infanzia e di storia della pedagogia, e non solo.
Notes
1 Susanna Barsotti, "La casa da fiaba", in: Giuseppe Zago, Carla Callegari e Marnie Campagnaro (eds.), La casa. Figure, modelli e visioni nella Letteratura per l'infanzia dal Novecento ad oggi, Lecce, Pensa Multimedia, 2019, p. 163.
2 Giuseppe Zago, "La casa come 'oggetto pedagogico'. Uno sguardo storico", Ibid., p. 24.
3 Marnie Campagnaro, "Sull'abitare. Geografie domestiche e visioni di 'genere' negli albi illustrati", Ibid., p. 87.
4 Lorenzo Cantatore, "Casa e bambini fra realtà e sogno negli anni del Neorealismo", Ibid., p. 111.
5 Maria Teresa Trisciuzzi, "La casa sull'albero. Infanzie sospese e libere nella letteratura per l'infanzia", Ibid., p. 205.
6 Sabrina Fava, "Oltre la casa: la luna come simbolo di ricerca identitaria", Ibid., p. 212.
7 Ibid., p. 216.
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Référence électronique
Anna Travagliati, « Giuseppe Zago, Carla Callegari et Marnie Campagnaro (dir.), La casa. Figure, modelli e visioni nella Letteratura per l'infanzia dal Novecento ad oggi », Strenæ [En ligne], 18 | 2021, mis en ligne le 21 juin 2021, consulté le 13 janvier 2025. URL : http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/strenae/6580 ; DOI : https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/strenae.6580
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