Lingue forti e lingue deboli, una distinzione irrilevante dal punto di vista cognitivo, un pregiudizio da superare
Texte intégral
1Il mio contributo al dibattito parte dall’esperienza maturata nell’ambito del progetto AThEME (Advancing the European Multilingual Experience), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del 7. Programma Quadro (2014-2019), i cui obiettivi principali possono essere riassunti nei tre punti seguenti (per maggiori dettagli rimando qui direttamente al sito www.atheme.eu) :
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Investigate the outstanding cognitive, linguistic and sociological issues in multilingual Europe
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Assess existing public policies and practice in the areas of education and health
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Contribute to evidence-based policy-making
2Nell’ambito di questo progetto ho lavorato al WP (Work Package) dedicato alle “Regional and Minority Languages”, concentrandomi sulle isole tedescofone dell’Italia del NE (Cimbro, Mocheno, Sappadino, Saurano). Il rapporto fra una lingua di minoranza e la lingua/le lingue standard di riferimento (Italiano e Tedesco nel caso specifico) riflette e ripronone in parte il rapporto che si sta definendo fra inglese (come lingua di comunicazione globale) e le altre lingue “nazionali” parlate in Europa. Fra tutti il tema delle politiche educative/scolastiche e il valore del plurilinguismo.
3Per quanto rigurada l’inserimento dello studio di una lingua di minoranza nei programmi della Scuola il dibattito è sempre impostato in termini sottrattivi (perchè il Cimbro e non il Tedesco o l’Inglese ?), mentre evidentemente, o perlomeno dal mio punto di vista, la questione va posta in termini ragionevolmente addittivi : la lingua inglese senza ombra di dubbio e le ore di lingua e cultura cimbra “dentro” all’insegnamento del Tedesco favorendo in questo modo la capacità di apprendere una lingua anche grazie il confronto interlingusitico (alcune esperienze in questa prospettiva sono già state condotte, con ottimi risultati).
4Una strategia addittiva (non scegliere quale lingua, ma introdurre lo studio di più lingue) trova un importante avvallo nella letteratura scientifica sull’argomento. I vantaggi cognitivi del plurilinguismo, a prescindere dal cosiddetto prestigio delle lingue considerate, sono infatti ormai noti e vanno dalla prevenzione (o meglio da una ritardata insorgenza) dell’Alzheimer ai benefici riscontrati nei soggetti autistici.
5In questa prospettiva giocano un ruolo fondamentale i programmi e le iniziative culturali che si occupano di disseminazione dei risultati acquisiti nell’ambito della ricerca scientifica svolgendo un ruolo di ponte rispetto all’opinione pubblica ed alle istituzioni politiche responsabili delle politiche educative. Un esempio particolarmente interessante, su cui intendo portare l’attenzione, è rappresentato dall’associazione “Bilinguismo conto / Bilingualism Matters”, nata nel 2008 su iniziativa del gruppo di Edimburgo che fa capo ad Antonella Sorace. L’associazione conta ormai su di una ventina di sedi aperte in Europa (4 negli USA, 1 in Israele) e svolge un lavoro di diffusione capillare sul territorio fornendo informazioni chiare e accurate a famiglie, insegnanti, educatori e amministratori. Fra i servizi offerti : RISPONDERE alle domande di genitori ed insegnanti che si trovano ad affrontare situazioni di bilinguismo ; ACCRESCERE la conoscenza dei benefici del bilinguismo ; MOSTRARE i metodi più efficaci per supportare lo sviluppo bilingue dei bambini ; DIFFONDERE informazioni aggiornate dai più recenti studi internazionali sul bilinguismo ; PROMUOVERE le occasioni di conoscenza e confronto fra diverse comunità bilingui.
6In un’Europa sempre più fragile, la diversità linguistica costituisce di fatto un importante punto di forza. Favorire una piena consapevolezza dei vantaggi del plurilinguismo deve costituire un obiettivo comune e condiviso dalle diverse associazioni che si occupano di educazione linguistica, favorendo la costruzione di una rete di informazione per il momento solo abbozzata.
Pour citer cet article
Référence électronique
Alessandra Tomaselli, « Lingue forti e lingue deboli, una distinzione irrilevante dal punto di vista cognitivo, un pregiudizio da superare », Recherches en didactique des langues et des cultures [En ligne], 18-1 | 2021, mis en ligne le 05 mai 2021, consulté le 19 février 2025. URL : http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/rdlc/8808 ; DOI : https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/rdlc.8808
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