Navigation – Plan du site

AccueilNuméros113Parte III. Urina e altre fluidiL’integrazione problematica. Seme...

Parte III. Urina e altre fluidi

L’integrazione problematica. Semeiotica e diagnostica del sudore nel Metodismo di Sorano e Celio Aureliano

L’intégration problématique : sémiologie et diagnostic de la sueur dans le Méthodisme de Soranos et de Célius Aurélien
The difficult integration: sweat symptomatology and diagnostics in Soranus’ and Caelius Aurelianus’ Methodism
Anna Maria Urso
p. 225-243

Résumés

Dans les Maladies aiguës et les Maladies chroniques de Célius Aurélien (ve siècle apr. J.-C.), adaptations latines des œuvres homonymes perdues de Soranos d’ Éphèse (ier-iie siècle apr. J.-C.), on accorde une attention particulière au phénomène de la sueur, qui est minutieusement décrite selon les catégories de la sémiologie moderne. Dans cette contribution, on examine les détails de ces descriptions et on explique les liens entre le symptôme et le diagnostic ainsi qu’entre le symptôme et la thérapie. Enfin, nous nous interrogerons sur les motivations de cet intérêt de l’auteur pour la sueur par rapport à la place qu’on attribuait à ce fluide dans la pensée méthodique.

Haut de page

Texte intégral

Introduzione

1L’esposizione degli studi moderni sul sudore comincia in genere da Santorio Santorio (1561-1636), medico e fisiologo padovano in familiarità con Galileo Galilei, che tra il XVI e il XVII secolo fu un pioniere nell’uso del metodo sperimentale e nell’applicazione delle misurazioni fisiche alla medicina. Fu proprio Santorio, infatti, a quantificare per primo, con il nome di perspiratio insensibilis, il processo fisiologico della perdita di piccole quote d’acqua da cute e polmoni comunemente nota col nome di «traspirazione», la quale, quando diventa sensibilis, corrisponde alla sudorazione.

  • 1 Una bibliografia su Celio Aureliano, completa fino al 2005, in Urso, 2005, p. 1-32. Su Sorano la si (...)

2La storia dell’osservazione del sudore, però, parte da lontano, già dal corpus Hippocraticum, e ha una sua tappa importante negli otto libri sulle Passiones celeres e le Passiones tardae di Celio Aureliano, che a Sicca Veneria, probabilmente nella prima metà del V secolo d. C., adattò in latino le opere del medico metodico Sorano di Efeso1.

  • 2 Ovvero – oltre al trattato sulla patologia – ampi e numerosi estratti della traduzione del trattato (...)
  • 3 I testi superstiti si leggono nell’edizione di Ilberg, 1927; una nuova edizione del Περὶ γυναικείων(...)
  • 4 Aug., c. Iulian. 5, 14, 51.
  • 5 Temkin, 1956, p. XXIII.
  • 6 Dell’opera sono disponibili le edizioni moderne di Drabkin, 1950, ancora utile soprattutto per la b (...)
  • 7 Esclusi questi testi, il pensiero metodico è conservato solo per frammenti, trasmessi da fonti per (...)

3Resta complessivamente poco di questi adattamenti2, di cui anche gli originali greci, con l’esclusione dell’opera di ginecologia e di pochi frustuli (il De signis fracturarum, probabilmente un frammento di un trattato sulla chirurgia, e uno scritto De fasciis sui bendaggi), sono pressoché interamente perduti3: e ciò nonostante l’alto profilo dell’autore, che Agostino giudicò medicinae auctor nobilissimus4 e a buon diritto Owsei Temkin ha definito «one of the most learned, critical, and lucid authors of antiquity»5. Tuttavia, proprio nelle Passiones di Celio Aureliano6 – una summa della patologia metodica che costituisce pure una delle fonti più importanti per la conoscenza della dottrina di questa setta7 – il sudore occupa uno spazio che non ha nel De medicina di Celso – dove pure è oggetto di grande attenzione sia nel secondo libro, di ascendenza ippocratica, sia nella trattazione delle febbri del terzo –, né tanto meno negli altri testi medici latini, nei quali l’aspetto pratico-terapeutico tende a prevalere su quello semeiotico-dottrinale.

  • 8 Drabkin, 1950, p. XVII.
  • 9 Sui fondamenti del Metodismo mi limito a citare l’articolo di Pigeaud, 1991, con l’integrazione di (...)

4Ciò si spiega sicuramente con l’attenzione particolare che i Metodici nutrivano per la sintomatologia e la diagnosi differenziale, che mostrano di avere sviluppato – come scrive il primo editore delle Passiones, Israel Drabkin – a un alto grado di perfezione a causa del loro interesse dottrinale per le manifestazioni sensibili8. A partire da un’idea solidistica del corpo, concepito come un aggregato di particelle (ὄγκοι) in movimento entro canali (πόροι), il Metodismo classificava, infatti, le patologie in tre «stati comuni» (o κοινότητες, coenotetae): costrizione (cτέγνωσις, strictura), rilassamento (ῥύσις, solutio) e stato misto, inteso come una combinazione di entrambi (ἐπιπλοκή, complexio), a seconda che la malattia si manifestasse con flussi di vario tipo e / o tumori o congestioni. Dall’individuazione della coenoteta si deduceva direttamente e contrario l’indicazione terapeutica (ἔνδειξις), che consisteva nel rilassare lo stato di congestione, costringere gli stati di lassità, riequilibrare lo stato misto9. È pertanto comprensibile l’interesse che il sudore poteva rivestire in quanto fluido corporeo, la cui interpretazione risultava determinante per la classificazione, e perciò per la cura, delle malattie.

  • 10 Schmidt, 1846, p. 11: «Ad diiudicandum uero sudoris dignitatem semioticam haec obseruanda sunt mome (...)

5Non è altrettanto scontata però, mentre è indizio di un tentativo cosciente di sistemazione, la presenza, nei quadri clinici delle Passiones, di tutti i parametri semiotici del sudore quali appaiono indicizzati nella medicina moderna: per esempio, nella dissertazione di laurea dedicata nel 1846 all’argomento dal candidato Karl Schmidt. Schmidt li individua in ambito di diffusione – in base al quale viene distinto un sudore generalmente diffuso (uniuersalis) da uno localizzato (localis); causa e origine – per cui si distingue un sudore critico, «attivo, prodotto grazie alla virtù guaritrice della natura» (actiuus, per uim naturae medicatricem effectus) da uno «passivo», sintomatico di uno stato di esacerbazione del morbo; tempus, cioè fase del decorso della malattia nella quale insorge; quantità e qualità, percepibile attraverso i sensi10.

  • 11 Per la bibliografia relativa ai rapporti tra Celio Aureliano e Sorano rimando a Urso, 2005, p. 21-2 (...)

6Seguendo il filo rosso della classificazione di Schmidt, mi propongo qui di dimostrarne la vitalità nel trattamento celiano del sudore, per poi interrogarmi sulle motivazioni specifiche di un’attenzione così dettagliata. Poiché è Celio Aureliano l’autore del testo a noi pervenuto, ed è ormai un dato acquisito che egli abbia adattato il modello con una certa libertà, mi riferirò a lui come autore. Tuttavia, come mostra il confronto tra l’opera di ginecologia greca superstite e gli estratti conservati della traduzione celiana, la libertà con cui Celio adatta Sorano raramente riguarda aspetti dottrinali: dovremo pertanto ritenere che, almeno nella sostanza, il pensiero da lui riferito sia quello soraneo11.

1. Incidenza del sudore nella semeiotica delle Passiones

  • 12 Sull’obesità e sulla sua concettualizzazione patologica nel Metodismo vd. Gourevitch, 1985 e ead., (...)
  • 13 Sull’autore, un anonimo di età imperiale, e sul trattato, tramesso per intero da solo ms. Parisinus (...)
  • 14 E.g. Aret., SD 1, 11, 4 (CMG II, p. 52, 31 Hude); SA 2, 4, 2 (CMG II, p. 23, 22 Hude); SD 1, 2, 2 ((...)
  • 15 Rispettivamente An. Par., 1, 4; 10, 2; 12, 1; 27, 2, secondo la numerazione dell’edizione di Garofa (...)
  • 16 Vd. Cels., 3, 19, 1; Theod. Prisc., 2, 35; Cass. Fel., 64, 1 per la presenza di sudore nella cardia (...)

7Il primo segno dell’interesse di Celio Aureliano per il sudore è dato dalla quantificazione della presenza del dato semeiotico nel testo delle Passiones. Il sintomo è menzionato in ben dieci su quattordici quadri clinici delle malattie acute: phrenitis, lethargia (/-us), catalepsis (manifestazione acuta), pleuritis, peripneumonia, cardiaca passio, hydrophobia, cholera e conductio / extensio, denominazioni interscambiabili con cui Celio rende in latino il greco τέτανος. La semeiotica delle malattie croniche, invece, registra la presenza di sudore in tredici su ventitre quadri clinici delle patologie trattate: scotomatica passio, epilepsia, melancholia, catalepsis (manifestazione cronica), phthisis, asthma, stomachica passio, dysenteria, colica passio, lumbrici, collectiones (gr. ἐμπυήματα) e obesità, valorizzata come stato patologico dai Metodici con il nome di πολυσαρκία, denominazione tradotta analiticamente da Celio con superflua caro12. Il significato del dato è messo in risalto dal confronto con testi di altri autori che descrivono, quand’anche più brevemente, le stesse malattie: Celso, Teodoro Prisciano, Cassio Felice nonché – da citare per l’affinità tematica – l’anonimo di età imperiale del De morbis acutis et chroniis, altrimenti detto Anonymus Parisinus, ed Areteo, autori degli unici trattati sulle malattie acute e croniche preservati in greco13. Gli autori che vi prestano maggiore attenzione sono proprio quelli greci, che ne registrano la presenza l’uno in sei, l’altro in quattro contesti patologici: ἆσθμα, καύσοι, κεφαλαίη, συγκοπή, φθίσις, χολέρη, malattie della vescica, Areteo14; φρενῖτις, συγκοπή, ὑδροφοβία, φθίσις l’Anonimo 15. Celso menziona solo il sudore della cardiaca passio – ma per questa malattia, lo vedremo meglio, proprio il sudore colliquativo è il sintomo più vistoso; Teodoro Prisciano e Cassio Felice, rispettivamente, pure quello provocato dalla melancholia e dagli empiemi16.

  • 17 Cael. Aur., tard. 4, 3, 33: Si igitur medicaminis iniectio aliquo fuerit peccato uitiata […] mox me (...)
  • 18 Cael. Aur., tard. 5, 1, 21: modum autem ustionis constituunt cum in alia manu, hoc est quae sit con (...)

8Oltre che nelle descrizioni semeiotiche, nelle trattazioni celiane il sudore compare pure quale segno indicativo degli effetti della terapia: per es. a tard. 4, 3, 33, dove è tra i sintomi che denunciano l’uso inadeguato sui coeliaci di un medicamento troppo energico17, e a tard. 5, 1, 21, dove la comparsa di sudorazione sulla mano opposta rispetto al lato della parte affetta significa che si è raggiunta la misura dell’ustione (modum ustionis) nel trattamento con cauterizzazione della sciatalgia. Celio riferisce qui una prescrizione di medici erofilei, che però sconsiglia per la sua aggressività18.

2. Tempus del sudore e tempus della malattia

9Nella maggior parte dei quadri clinici che lo registrano il sudore si presenta come un sintomo transitorio del decorso, di cui l’autore indica per lo più il tempus, ovvero lo stadio della malattia in cui si manifesta, preoccupandosi anche di precisare quando la sua comparsa sia frequente ma non generalizzata.

  • 19 Cael. Aur., acut. 3, 6, 68: Ascendente passione atque erumpente distentio dura et durities partium (...)
  • 20 Cael. Aur., acut. 3, 6, 68; Cael. Aur., tard. 1, 4, 64-65; 3, 2, 15; 4, 7, 92. L’espressione che af (...)
  • 21 Cael. Aur., tard. 5, 10, 94.
  • 22 Cael. Aur., tard. 1, 6, 182.
  • 23 Cael. Aur., acut. 3, 11, 103.

10Nel tetano la presenza di sudor si manifesta ascendente passione atque erumpente: cioè, al momento dell’attacco, insieme ai segni caratteristici di rigidità e dolore19. Lo stesso avviene per altre malattie, in cui viene espressa la stessa indicazione di tempo con uariatio: accessione dominante (nella epilepsia), accessionis tempore (nella stomachica passio), incessente passione siue accessionis tempore (nella colica passio)20. In caso di ascesso interno (collectio) la frequenza d’incidenza del sintomo è precisata dall’avverbio saepe21. Anche il quadro clinico della melancholia registra la comparsa di sudor dopo l’avvisaglia dei sintomi precursori, quando ormai la malattia si è instaurata e stabilizzata nel corpo (eos uero, qui iam passione possessi sunt)22, e lo stesso vale per l’hydrophobia, nel cui decorso il sintomo si presenta, obtinente passione, insieme a pallore e ad altre alterazioni dello stato fisiologico, insieme a quello caratteristico della paura parossistica dei liquidi23.

  • 24 Cael. Aur., acut. 2, 14, 92 (pleuritis); tard. 2, 5, 89 (catalepsis nella manifestazione cronica).
  • 25 Cael. Aur., acut. 2, 27, 145 (peripneumonia); tard. 2, 14, 198 (phthisis).
  • 26 Cael. Aur., acut. 3, 5, 50 (apoplexia nella manifestazione acuta).
  • 27 Cael. Aur., acut. 2, 3, 17-18 (lethargia).
  • 28 Cael. Aur., acut. 2, 10, 72 (catalepsis, forma acuta).
  • 29 Cael. Aur., tard. 3, 1, 3 (asthma). Nella sezione sui parassiti intestinali l’indicazione del tempu (...)
  • 30 Cael. Aur., tard. 2, 5, 89.

11In diverse malattie (lethargia, catalepsis nella manifestazione acuta, pleuritis, peripneumonia, apoplexia, phthisis, asthma) il sudor compare tra i segni di un aggravamento: Celio lo segnala con espressioni costruite su moduli sintattici fissi (ablativo assoluto, ipotetica introdotta da si, meno spesso temporale introdotta da cum) ma varie nel vocabolario: peiorante passione24 o crescente passione25, riunite nella «doppia traduzione» in climax: peiorante passione atque in exitium aegrotantis crescente26; si passio in peius duxerit aegrotantem27; si ad peiora passio fuerit deuoluta28; cum passio uehementescere coeperit29. Nel caso della forma cronica di catalepsis il sudore, che si presenta di norma al momento della riacutizzazione della crisi, ricorre spesso (saepe) anche durante la remissione (in declinatione)30.

  • 31 Cael. Aur., tard. 3, 4, 52.
  • 32 Cael. Aur., tard. 4, 3, 40. Si tratterà verisimilmente del sudore freddo che si presenta durante un (...)

12Al di fuori dello stato evolutivo della malattia sono ricordati casi in cui il dato semeiotico si presenta solo in circostanze specifiche: stando agli anonimi plerique da cui la testimonianza è attinta, i malati di cirrosi della milza, che Celio chiama lienosi, hanno una sudorazione alquanto profusa (grauiore) durante il sonno31; così come sudano i dysenterici, quando l’insorgere di un trombo provoca l’arresto improvviso delle deiezioni ed essi sono colti anche da mancamento (defectio)32.

13Per tre malattie il sudore è un tratto costante quand’anche intermittente:

    • 33 Cael. Aur., tard. 5, 15, 130: cum […] ex paruo gressu anhelatione ac sudore, ut suo se corpore prae (...)

    l’obesità (superflua caro), in cui la corpulenza del paziente rende ogni movimento, pure minimo, capace di provocare affaticamento e calore, al punto da non fargli tollerare neppure abiti leggeri33;

    • 34 Cael. Aur., acut. 1, 9, 68: At si adiuncta fuerit stricturae solutio, ut aut uenter fluens aut sudo (...)

    la phrenitis nella variante mista, diagnosticabile proprio per la presenza di sudori e flussi intestinali che si uniscono ai segni caratteristici di febbre e delirio34;

    • 35 Si vedano Cael. Aur., acut. 2, 30, 161: propriam autem dicunt eam, quae cum sudore fuerit atque pul (...)

    e quella che Celio chiama cardiaca passio, in greco anche συγκοπή, una malattia identificata dagli studiosi moderni col collasso cardiocircolatorio, sulla cui localizzazione – nel cuore o nel cardias – gli antichi si sono trovati in disaccordo. Per questa malattia, anzi, il sudore non è semplicemente un sintomo bensì un «segno» identificativo (signum), espressione e strumento, a un tempo, del processo di dissoluzione progressiva della materia corporea attraverso i pori, in cui Sorano coglie l’essenza stessa della malattia35.

3. Ambitus di diffusione

  • 36 Cael. Aur., acut. 2, 3, 18.
  • 37 Cael. Aur., tard. 5, 10, 94.
  • 38 Cael. Aur., acut. 2, 32, 167 (cit. infra, n. 48).
  • 39 Cael. Aur., acut. 2, 14, 92; acut. 1, 9, 68.

14L’indicazione dell’ambito di diffusione del sudore ci mostra quanto sia precisa anche nel dettaglio l’osservazione dell’autore. Nella lethargia ne è indicata la presenza «su viso e collo» (uultum secus et collum) 36, e su testa e collo si localizza maggiormente (magis) in caso di ascesso37. Su viso e collo si presenta, a volte (quibusdam), nei cardiaci all’insorgere della malattia (primum), quando non sia, invece, esteso a tutto il corpo fin da subito38. Volto e torace sudano in caso di pleuritis e di phrenitis complexa, e in quest’ultima la secrezione può anche diffondersi ulteriormente (ci torneremo)39.

  • 40 Cael. Aur., acut. 2, 27, 145; 3, 5, 50; 3, 11, 103; tard. 1, 2, 52.
  • 41 Cael. Aur., tard. 2, 14, 198: sudor superiorum partium usque ad pectoris finem.
  • 42 Cael. Aur., tard. 5, 10, 98; per la traduzione, vd. Drabkin, 1950, p. 971; Bendz, 1990-1993, p. 915 (...)
  • 43 Hipp., aph. 4, 38 (IV, p. 516 L): Καὶ ὅκου ἔνι τοῦ σώματος ἱδρὼς, ἐνταῦθα φράζει τὴν νοῦσον («la pa (...)

15Celio registra sudore delle parti superiori del corpo (superiorum partium; superiorum corporis) nel quadro di diverse malattie: peripneumonia, apoplexia, hydrophobia, scotomatica passio40; per la phthisis l’indicazione è formulata in modo più preciso, perché l’ambito ne è delimitato «fino alla fine del torace»41. Chi soffre di empiema (uomica) nello stomachus («esofago» secondo la traduzione di Drabkin e di Pape) è detto presentare sudorazione esterna (in summitate cutis) nella parte corrispondente42: nelle Passiones è l’unica volta in cui il sudore è registrato come uno dei sintomi rivelatori di un ascesso interno, diversamente da quanto avviene nella medicina ippocratica in cui il rapporto sudore / luogo affetto è assiomatico43.

4. Quantitas

  • 44 Cael. Aur., acut. 3, 6, 68.
  • 45 Cael. Aur., acut. 2, 35, 186.
  • 46 Cael. Aur., acut. 2, 10, 71; tard. 2, 5, 89.
  • 47 L’uso del termine sembra caratteristico di Celio Aureliano; si veda ThlL III, 1368, 6 sqq., che reg (...)
  • 48 Cael. Aur., acut. 2, 32, 167: et quibusdam repentinus atque coaceruatus per totum corpus sudor, qui (...)

16La descrizione di alcune malattie dà spazio anche alla misura del flusso di sudore, che si presenta copioso (plurimus) in caso di conductio44, cholera e, tra le malattie ginecologiche, tumor e praefocatio matricis45, nonché, «spesso» o «piuttosto spesso» (saepe, saepius), nella remissione (si quicquam profecerint; in declinatione) delle due varianti (acuta e cronica) di catalepsis46. Anche nella cardiaca passio è abbondante (Celio usa il participio coaceruatus47), quando si presenti all’improvviso su tutto il corpo. Viceversa, nel caso in cui si manifesti progressivamente, appare esiguo (paruus) prima, quando è limitato a viso e collo, per diventare, però, copioso (plurimus), una volta diffusosi48.

17Un incremento della quantità, oltre che della diffusione, può prodursi anche nel sudore che accompagna la phrenitis, come Celio suggerisce in un passo in cui indica anche le strategie terapeutiche da adottare:

  • 49 Cael. Aur., acut. 1, 9, 68: detergendus etiam erit saepissime sudor, qui per uultum atque thoracem (...)

« Si deve anche asciugare molto frequentemente il sudore, che si manifesta sul volto e sul petto, con una spugna morbida. Ma se si diffonderà di più, così da vedere i pazienti in un completo stato di dissoluzione, usiamo anche i ventagli […].»49

18La consecutiva ut integros solui uideamus allude, infatti, a un processo colliquativo quale quello della cardiaca passio, che presuppone di necessità una forte secrezione: extentus sarà perciò da riferire non solo all’ambitus (come si è prima detto) ma pure alla quantitas.

  • 50 Cael. Aur., acut. 2, 14, 92.
  • 51 Come registra il LSJ, p. 1182 il termine è detto «of perspiration» in Arist., pr. 866 a 21; Gal., M (...)
  • 52 Rispettivamente in Cael. Aur., tard. 1, 4, 64- 65 e 3, 2, 15.
  • 53 Cass. Fel., 56, 1; poco perspicua la traduzione di Anne Fraisse, a fronte del testo dell’edizione C (...)
  • 54 Plut., quaest. conu. 6, 8: ἱδρῶτα δροσώδη […] καὶ λεπτόν; l’autore fa riferimento a un sudore che, (...)

19In tutti i casi in cui fa riferimento al sudore Celio usa il sostantivo sudor. Solo nel descrivere quello del pleuriticus impiega il termine humectatio50, restituendo probabilmente un originario νοτίc del greco51: questo, stando anche a Cael. Aur., gyn. 1, 28, 194 humectatur rore tenui [scil. spatium matricis], traduzione di Sor., 1, 6, 70 περινοτίζεται. Il termine humectatio non è di per sé portatore di significato in relazione alla quantità, ma sembra piuttosto una semplice metonimia, con cui è indicato l’effetto prodotto dal fluido piuttosto che il fluido in se stesso. Tuttavia humectatio è accompagnato dall’aggettivo roscidus, rugiadoso, sul cui significato vale la pena di interrogarsi. Roscidus nelle Passiones qualifica anche il sudor che imperla il corpo dell’epilettico e dello stomachicus52. Soprattutto, l’aggettivo è usato in Cael. Aur., gyn. 2, 16, 273 Drabkin-Drabkin, in iunctura con sudor quale traduzione di περιίδρωσις (Sor., 3, 4, 18), per esprimere la sudorazione profusa della paziente di flogosi uterina («de la traspiration profuse», nella traduzione ad loc. dell’edizione greca della CUF; roscidus di Celio, corrisponderebbe al suffisso greco περι-, usato qui con evidente valore intensivo) e in un luogo di Cassio Felice in cui qualifica il sudore (abbondante) del malato di semiterzana53. Può essere che roscidus alluda a una quantità profusa anche a proposito del sudore del pleuriticus; ma è altrettanto legittimo credere che l’aggettivo in sé sia solo allusivo dell’aspetto della secrezione, come sembra voler significare nel più tardo Conr. Brunw., Wolfh. (MGH SS 12, p. 194, 27) […] et ueluti roscidulis guttis sudore respersus, e come sembra interpretabile, nelle Quaestiones conuiuales di Plutarco, il corrispondente greco δροσώδης54.

5. Qualitas

20L’aggettivo roscidus ci ha introdotti all’ultimo elemento semeiotico del sudore, la qualitas, su cui pure Celio si sofferma in alcuni casi. Aggiungendo qualità tattili e olfattive ai dati finora valutati, percepibili con la vista, l’autore indica temperatura, consistenza, persino odore della secrezione, e per fare ciò utilizza un’aggettivazione basata su coppie oppositive, inclusiva all’occasione di metafore e similitudini.

  • 55 Si vedano, rispettivamente, Cael. Aur., acut. 2, 3, 18; 3, 5, 50.
  • 56 Cael. Aur., acut. 2, 10, 72; tard. 2, 5, 89.

21Sono definiti «freddi» (frigidi) i sudori che si presentano nella fase ingravescente di lethargia e apoplexia55, mentre «caldo» (feruens) è detto quello della catalepsis, che, qualora la malattia si aggravi o si ripresenti con un attacco, nella forma cronica, diventa «ardente» (igneus)56.

  • 57 Cael. Aur., acut. 2, 36, 190.
  • 58 Cael. Aur., acut. 2, 35, 186; 190.
  • 59 Rispettivamente Cael. Aur., acut. 2, 32, 167; tard. 3, 2, 15.
  • 60 Rispettivamente Cael. Aur., tard. 1, 6, 182; acut. 2, 5, 25

22Del sudore secreto dai cardiaci, oltre a definirlo «freddo» (frigidus)57, Celio indica anche la consistenza: è presentato come «denso» (crassus, sucidus) una volta che si sia esteso a tutto il corpo58, mentre quando si concentra inizialmente su viso e collo è «fine» (tenuis), alla stregua di quello dello stomachicus, «costantemente fine» (tenuis omnino)59, del melancholicus e del lethargicus, anch’essi «fini» (leues; sull’ultimo passo torneremo)60.

  • 61 Cael. Aur., acut. 2, 3, 18.
  • 62 Cael. Aur., acut. 2, 32, 167. Su usi e sinonimi di glutinosus vd. ThlL VI, 2, 2115, s.v.
  • 63 Cael. Aur., acut. 2, 35, 186; aquatus è il contrario di crassus, come registra esplicitamente ThlL (...)

23La qualità tattile del sudore letargico è precisata ulteriormente dall’aggettivo glutinosus61, tipico dell’aggettivazione degli umori fin da Celso e sinonimo dei più tardi tractuosus e uiscosus i quali, uniti insieme da atque in doppia traduzione, qualificano a loro volta il sudore esteso a tutto il corpo dei cardiaci62. In opposizione a questo, il sudor degli stomachici è definito aquatus, ovvero «fluido»63.

  • 64 Cael. Aur., acut. 2, 32, 167; 2, 35, 186; 2, 36, 190.
  • 65 An. Par., 10, 2: ἱδροῦσι δαψιλῶς [...] δροσίζων δυσεπισχέτως; Ps. Gal., def. med. 265 (XIX, p. 420, (...)
  • 66 An. Par., 10, 2: ψυχρὸς [...] ἱδρώς; Theod. Prisc., 2, 35: sudor uiscosus et frigidus perseuerans.
  • 67 Cels., 5, 26, 8: Igitur corde percusso sanguis multus fertur, uenae <e>languescunt, color pallidissimu</e> (...)

24Il sudore del cardiacus riceve anche una caratterizzazione olfattiva: Celio lo descrive, infatti, come male redolens64. Tale tipologia di caratterizzazione sembra costituire un unicum nella semeiotica antica della secrezione; dello stesso sudore cardiaco, al quale è rivolto lo sguardo semeiotico più attento, gli altri autori si limitano a registrare la copiosità fuori misura65 o anche, occasionalmente, la consistenza vischiosa e / o la temperatura fredda66. Un riscontro al luogo celiano lo offre, però, la sezione del De medicina di Celso dedicata ai segni delle ferite interne, in cui nell’elenco dei segni indicativi di una lesione al cuore viene menzionato l’insorgere copioso, tamquam inrorato corpore, di «sudori freddi e maleodoranti» (sudores frigidi malique odoris)67. Anche in questo caso l’odore sgradevole del sudore è il segno di una sofferenza esiziale collegata all’organo e completa una descrizione che pure nelle altre qualità menzionate (freddo, copiosità) coincide con quello del sudore della cardiaca passio. Difficilmente questa coincidenza sarà casuale, soprattutto se si considera che nella discussione sulla parte affetta, di cui Celio stesso è fonte, c’era chi localizzava la malattia nel cuore o nella membrana cardiaca.

6. Semeiotica e similitudini

  • 68 Rispettivamente Cael. Aur., acut. 2, 32, 167; 2, 36, 190; acut. 2, 35, 186.
  • 69 I paragoni si leggono rispettivamente in Cael. Aur., acut. 2, 32, 167; 2, 36, 190; acut. 2, 35, 186 (...)

25Celio non si limita a segnalare genericamente che il sudore è male redolens, ma cerca di descriverne l’odore attraverso paragoni: un primo, tamquam lotura carnis, che utilizzando un operatore di presa di distanza dall’explanans qual è tamquam, associa per così dire ‘con cautela’ l’odore della secrezione a quello dell’«acqua in cui sia stata lavata la carne»; un secondo, putridae carni[s] similis, che se pure non coincidente, richiama lo stesso campo di osservazione, e un terzo, ut saniem uel cruorem simulet68, che utilizza un predicato di analogia quale simulet per accostarlo, stavolta in modo assertivo, all’odore di pus o sangue corrotto69.

  • 70 Vd. qualche esempio in Urso, 2003, p. 181-187.
  • 71 Cael. Aur., acut. 3, 20, 195: crescente passione aquata atque tenuis liquoris fiet egestio et aliqu (...)
  • 72 Cf. Sor., gyn. 1, 21, 1-4: Μελλούσηc δὲ γίνεσθαι τῆς τοῦ ἐμβρύου ϕθορᾶς ταῖς ϕθειρούσαις παρακολουθ (...)
  • 73 Cf. Sor., gyn. 3, 13, 15-16: διαφοραὶ δὲ αὐτοῦ […] κατὰ δὲ τὸν Δημήτριον παρὰ τὴν χρόαν καὶ τὴν δύν (...)
  • 74 Sor., gyn. 2, 9, 43-45: ϕαῦλον δὲ μᾶλλον [scil. τὸ γαλα], εἰ καὶ εἰς ἰνώδεις ἀναλύοιτο κτηδόνας οἷο (...)

26I paragoni sono una risorsa frequentemente sfruttata nelle Passiones a fini descrittivi, soprattutto nelle sezioni semeiotiche, e sono ben documentati pure nei Gynaecia di Sorano: tale presenza ci assicura pertanto che, dove anche li abbia rielaborati retoricamente – come il confronto tra modello e traduzione permette talora di constatare – Celio li ha desunti dall’originale greco70. In particolare, Celio ha ereditato dal modello il paragone con la lotura carnis che ricorre pure in un altro passo delle Passiones per descrivere l’aspetto che «talora» assume il «sottile fluido acquoso» (aquata atque tenuis liquoris ... egestio) emesso (attraverso la bocca) nella fase acuta del colera71. Nei Gynaecia soranei, infatti, lo stesso paragone è usato per illustrare l’aspetto del liquido sanguinolento (ὕφαιμον ὑγρόν) con cui si esprime l’aborto, e il colore analogo delle secrezioni femminili in una delle loro manifestazioni patologiche: Sorano impiega le espressioni οἷον ἀποπλύματα κρεῶν, che diventa ueluti loturae carnis nella traduzione di Celio72, e σαρξὶ πεπλυμέναις ὄμοιος, che corrisponde a carnis loture similem nel testo latino73. Il paragone è, inoltre, usato da Sorano (il passo non si legge nella traduzione di Celio) per evocare l’aspetto che può assumere il latte materno, il quale, quando è di cattiva qualità, si separa in filamenti fibrosi, οἷον εἰς ἀπόπλυμα κρεῶν74.

27Celio, lo abbiamo detto, si attiene a Sorano. Ma già Sorano nel passo sulle patologie femminili deriva il paragone da Demetrio di Apamea e anche altri autori medici greci, anteriori e posteriori a Sorano, utilizzano l’immagine della lavatura della carne per descrivere l’aspetto di liquidi diversi:

    • 75 Aret., SD 2, 9, 5 (CMG II, p. 76, 23-24 Hude): ἰχωροειδέα, ὑπέρυθρα, οἰνώδεα ὅκως κρεῶν πλύμα.

    le deiezioni che accompagnano l’ascesso intestinale o la dissenteria con ulcerazione profonda, che Areteo descrive come «sierose, rossastre, simili a vino o come acqua in cui sia stata lavata la carne»75;

    • 76 Gal., de loc. aff. 7, 5 (VIII, p. 435, 7 K): οὖρα μελαινόμενα μετἐρυθροῦ τινος ἰχῶρος, ὥσπερ εἰ κ (...)
    • 77 Trotula, Liber de sinthomatibus mulierum 7, p. 126 Green: Nam urina quandoque earum uertitur in rub (...)

    l’urina della donna con affezione dell’utero, a detta di Galeno «scura, con del siero rossastro, come se mescolassi fuliggine ad acqua di carni tagliate da poco»76 (il paragone sarà ripreso ancora in pieno XII secolo nel libro Sulle malattie delle donne della Trotula, dove è scritto che «l’urina delle donne che soffrono di amenorrea (earum) diventa rossa o del colore dell’acqua in cui sia stata lavata carne fresca»77);

    • 78 Archig., p. 70, 21 Calabrò: ἡπατικοὶ δὲ κυρίως ὀνομάζονται οἱ δι᾽ ἀτονίαν τοῦ ἥπατος ἐκκρίνοντες δι (...)
    • 79 Theoph., de excrementis 11, 5 (I, p. 403, 5-7 Ideler): ’Εὰν οὖν ἴδητε διαχωρήματα νεοσϕαγῶν κρεῶν π (...)
    • 80 Leo phil., conspectus medicinae 5, 10 (p. 175, 20-22 Ermerins) Αἱματηρὰ [an ἡπατηρὰ?] δυσεντερία λέ (...)
    • 81 Joannes Actuarius, de diagnosi 1, 43 (II, p. 43, 24-25 Ideler): τὸ γὰρ ἀϕ᾽ ἥπατος ἰόν [scil. αἷμα ] (...)
    • 82 Gal., de sympt. caus. 3, 7 (VII, p. 246, 18 K): διαϕοραὶ δὲ τῶν ἐκκρινομένων αἱματωδῶν αἱ πᾶσαι τέσ (...)
    • 83 Orib., syn. 9, 12, 6 (CMG VI 3, p. 284, 5-6 Raeder): πολλάκις δὲ καὶ ἀτονοῦντος τοῦ ἥπατος ἐκκρίνετ (...)
    • 84 Alexander Trall., therap. 9, 2 (II, p. 397, 5 Puschmann): εἰ δὲ καὶ ἀλλοιωτικὴ δύναμις ἀσθενήσει, (...)
    • 85 Paul. Aeg., 3, 42, 1 (CMG IX, 2, p. 233, 9-11 Heiberg): πολλάκις ἐκκρίνεται διὰ γαστρὸς ὅμοια κρεῶν(...)

    soprattutto, l’aspetto delle deiezioni del malato di atonia o, come qualcuno la definisce, di dissenteria epatica, nella cui descrizione il paragone diventa un elemento canonico da Archigene78 agli autori bizantini tardi (Teofilo79, Leone il Filosofo80, Giovanni Attuario81), passando per Galeno82 e i suoi compilatori (Oribasio83, Alessandro di Tralle84, Paolo Egineta85).

28Si tratta dunque di un paragone produttivo e destinato a sclerotizzarsi in ambito greco, che già Sorano riceve dalla tradizione e impiega alla stregua di una formula aggettivale. Celio (ma in realtà già Sorano) lo innova usandolo per comunicare una percezione olfattiva, senza che tale innovazione trovi riprese nella letteratura medica posteriore; la sua presenza in latino, fino alle soglie del Medioevo, sembra restare circoscritta ai trattati celiani.

7. Quomodo discernimus cardiacos: il sudore come segno diagnostico

  • 86 L’inapplicabilità ai testi ippocratici del concetto moderno di isteria è stata dimostrata da King, (...)
  • 87 Cael. Aur., acut. 2, 35, 186: Item in cholericis et tetanicis uel tumentibus aut matrice praefocati (...)

29Quanto si è detto fin qui mostra l’attenzione generale di Celio alla semeiotica del sudore, ma è inevitabile che tale attenzione sia direttamente proporzionale al valore diagnostico del sintomo. Questo si evidenzia in modo particolare nelle diagnosi differenziali tra cardiaca passio e altre malattie con sintomi simili, tra cui sudore. Celio menziona tra queste conductio, cholera e due malattie ginecologiche quali il tumor dell’utero (utero tumente) e la cosiddetta soffocazione isterica, la praefocatio matricis, identificata a volte erroneamente con la moderna isteria86, le quali, come la malattia cardiaca, presentano sudore abbondante e torpore freddo degli arti. La natura del sudore, in questo contesto, è irrilevante per la diagnosi, per la quale è, invece, dirimente (necesse est) il segno patognomonico di ciascuna malattia: vomito in caso di cholera, spasmo del collo in caso di conductio, infiammazione più o meno acuta dell’utero per le malattie ginecologiche87.

  • 88 Cael. Aur., acut. 2, 35, 184: Quoniam plerisque stomachicis adest in accessione sudor atque articul (...)
  • 89 Cael. Aur., acut. 2, 35, 186: Initio enim nunc feruore, nunc frigore afficiuntur; in cardiacis uero (...)

30Diverso è il caso della diagnosi differenziale tra malattia cardiaca e stomachica passio, che al momento dell’attacco presentano vari sintomi in comune: oltre al sudore, ipotermia degli arti, polso piccolo, lipotimia e pallore88. In questo caso, la diversa qualità del sudore (denso e maleodorante quello dei cardiaci, sempre fine e fluido quello degli stomachici) è invece discrezionale per la diagnosi, sebbene non influisca sull’indicazione della terapia, in ogni caso costrittiva89.

  • 90 Cael. Aur., acut. 2, 36, 188: Quomodo etiam prosperi sudores, quos Graeci criticos uocant, habent q (...)
  • 91 Cael. Aur., acut. 2, 36, 190. L’autore si sofferma su altri segni che concorrono a indicare l’evolu (...)

31La correttezza della diagnosi ha però implicazioni terapeutiche quando si tratta di distinguere il sudore dei cardiaci dal sudore cosiddetto critico, che si manifesta nella fase di remissione di febbri intense e continue, simile a vedersi a quello cardiaco per la copiosità (ob ... redundantiam), ma di valore prognostico opposto: mentre il sudore cardiaco è definito malus, perniciosus, diaphoreticus, quello criticus è detto anche bonus, prosperus, salutari motu ueniens, poiché segno prodromico di risoluzione del morbo (è la distinzione tra sudore «attivo» e «passivo» che abbiamo letto nella dissertazione di Schmidt). La discretio è in questo caso necessaria per il trattamento, poiché i primi vanno costretti, i secondi favoriti con procedimenti rilassanti90: e ciò spiega perché Celio elabori una diagnosi differenziale articolata in sette punti, nei quali vengono categorizzati e illustrati, insieme ad altri elementi di contesto91, anche i dati semeiotici a cui lo abbiamo visto ricorrere nei quadri clinici delle patologie. La diagnosi si mette insieme infatti a partire da vari elementi (uaria ratione colligitur):

  • lo stato di partenza (ex praeteritis), osservando cioè se il sudore si instaura su uno stato di salute o patologico di diaphoresis;

  • lo stato comune (ex genere; qualitatem passionis);

  • la gravità (magnitudo) della malattia, nel caso in cui lo stato comune sia di strictura, nonché, se la malattia è grave, la fase del decorso (tempus) in cui ricorre il sintomo: in caso di solutio, infatti, il sudore è sempre colliquativo, mentre in caso di strictura lo è se la malattia è seria e si presenta all’inizio o nella fase ingravescente;

  • la regolarità (ex ordine), ovvero se sia uniformemente distribuito (aequalis), come è sempre quello critico, o irregolare (inaequalis);

  • la quantità (ex quantitate), ovvero se abbia in ogni caso una misura o sia incontrollato: in questo caso è cattivo e provoca la colliquazione;

    • 92 Cael. Aur., acut. 2, 36, 189-190: nam primo ex praeteritis, dehinc ex genere passionum et magnitudi (...)

    la qualità (ex qualitate), percepibile con il iudicium tactus, come esplicita in questo luogo Celio, ma di fatto anche con il iudicium odoratus: il critico appare caldo, fine e di odore non sgradevole, mentre il diaforetico è caratterizzato per antitesi secondo le categorie che conosciamo92.

  • 93 Cael. Aur., diaet. pass. 40 (p. 213, 29-215, 16 Rose). I criteri di necessità e completezza che inf (...)

32Questa tra sudore critico e sudore colliquativo del cardiacus è, per le sue implicazioni terapeutiche, una distinzione capitale. Prova ne sia che la ritroviamo per esteso e pressoché identica nella trattazione della cardiaca passio all’interno del frammento superstite, dedicato alle malattie interne, delle Quaestiones et Responsiones celiane, che ubbidendo a criteri di brevità e necessità secondo l’orientamento dell’opera (e, più in generale, dell’esposizione catechistica), presenta altrove, per ogni malattia, descrizioni ridotte all’osso, distanti dalle ampie sezioni diagnostiche delle Passiones93.

8. La questione problematica della coenoteta

  • 94 Vd. Cael. Aur., tard. 2, 1, 52: sudores laxatis corporibus fiunt («i sudori si producono quando i c (...)
  • 95 Cael. Aur., acut. 2, 5, 24-25; 3, 8, 76.
  • 96 Cael. Aur., acut. 2, 5, 25: tenues […] sudores pressura fieri, non solutione intelliguntur.
  • 97 Cael. Aur., tard. 4, 3, 36: sudores autem si ex pressura fuerint apparentes, erunt detergendi, <si> ex </si> (...)

33Ho detto in apertura che il sudor in quanto fluido dovrebbe per natura essere segno di uno stato di solutio. Tuttavia, le patologie nelle quali Celio segnala la presenza di sudore non sono tutte di solutio: anzi, con l’esclusione di cardiaca passio, cholera, coeliaca passio e dysenteria, che sono tali, e di phthisis, stomachica passio, melancholia, phrenitis, che sono patologie di complexio, le altre malattie presentano sudor pur essendo di strictura. Inoltre, se il sudore è presentato esplicitamente nelle Passiones, almeno un paio di volte, come manifestazione visibile dello stato di solutio94, in altri contesti patologici (lethargus, tetanus) appare conseguenza di uno stato di pressura (cioè di congestione mentale), mentre nel caso del tetanico viene indicata anche una causa scatenante collaterale, consistente nello sconvolgimento (ob ... turborem) stesso creato dalla malattia95. La differenza di origine, peraltro, ha il suo riflesso nella qualitas – «si ritiene che i sudori tenues derivino da congestione, non da rilassamento»96 – e sul trattamento: se i sudori critici vanno favoriti e i sudori diaforetici costretti, quelli ex pressura non vanno trattati, ma solo asciugati con rapidità, perché non si producano perfrigerazioni97.

34Stando così le cose, viene il sospetto che Celio – o meglio, colui di cui Celio riadatta la dottrina, Sorano – abbia sentito la necessità di spiegare un sintomo che, per la varietà di patologie e di occasioni in cui si manifesta, poteva risultare, nell’ottica metodica degli stati comuni, in contraddizione polare con la coenoteta di riferimento della malattia e le sue altre manifestazioni, e che proprio questa difficoltà lo abbia spinto a svilupparne l’osservazione, ai fini di esaurirne la casistica e indagarne la presenza a prescindere dallo stato rilassato dei corpuscoli. È interessante, peraltro, che egli consideri la qualitas un elemento discrezionale tra sudore di pressura e di solutio in un contesto in cui, contro il metodico Mnaseas, nega l’esistenza di una variante di solutio del lethargus e in cui è lui stesso a chiamare in causa esplicitamente il sudore nella sua confutazione:

  • 98 Cael. Aur., acut. 2, 5, 24-25: Item Mnaseas lethargum alium strictura effici, alium solutione dicit (...)

«Mnaseas afferma che una varietà di letargo si produce per costrizione, un’altra per rilassamento, poiché il sonno si manifesta ora per una costipazione ora per uno stato fluido del corpo e in alcuni vediamo soppresse le emissioni di fluidi prodotti delle funzioni naturali, in altri, invece, le vediamo fluire in modo più copioso […]. Ma […] è falso che il letargo avvenga anche per rilassamento […]. Infatti (i medici) asseriscono che una emissione involontaria di fluido nei bambini non avviene in ragione di uno stato di rilassamento, ma perché la mente è concentrata altrove […]. E si ritiene anche che i sudori lievi sono dovuti allo stato di stupor che comporta la malattia, e non a uno stato comune rilassato.»98

  • 99 La formulazione è in van der Eijk, 1999b, p. 399.

35Questo da un lato conferma la difficoltà che poneva il sintomo del sudore per la classificazione della malattia, dall’altro sembra suggerire che anche sull’argomento Sorano possa avere aggiunto elementi di riflessione al pensiero della sua setta; un pensiero che viveva, come efficacemente scrive Philip van der Eijk, in «a costant process of critical revision»99 e del quale Sorano si rivela, una volta di più, un innovatore.

Haut de page

Bibliographie

André, J., 1991, Le vocabulaire latin de l’anatomie, Parigi.

Bendz, G., 1964, Studien zu Caelius Aurelianus und Cassius Felix, Lund.

Bendz, G., 1990-1993, Caelii Aureliani Celerum passionum libri III, Tardarum passionum libri V, edidit G. B., in linguam Germanicam transtulit I. Pape, indices composuerunt J. Kollesch et D. Nickel, CML VI 1, Berlino.

Burguière, P., Gourevitch, D. e Malinas, Y., 1988-2000, Soranos d’Éphèse. Maladies des femmes, Texte établi, traduit et commenté, CUF, 4 vol., Parigi.

Calabrò, L. G., 1961, Frammenti inediti di Archigene, BollClass, n.s. fasc. IX/1961, p. 67-72.

Drabkin, I. E., 1950, Caelius Aurelianus. On Acute Diseases. On Chronic Diseases. Edited and translated, Chicago.

Drabkin, I. E. e Drabkin, M. F., 1951, Caelius Aurelianus. Gynaecia. Fragments of a Latin version of Soranus’ Gynaecia from a thirteenth century manuscript, Baltimora.

Eijk, van der, Ph., 1999a, The Methodism of Caelius Aurelianus: Some Epistemological Issues, in Ph. Mudry (ed.), Le traité des “Maladies aiguës” et des “Maladies chroniques” de Caelius Aurelianus. Nouvelles approches: Actes du colloque de Lausanne 1996, Nantes, p. 47-83.

Eijk, van der, Ph., 1999b, Antiquarianism and Criticism: Forms and Functions of Medical Doxography in Methodism (Soranus, Caelius Aurelianus), in Ph. van der Eijk (ed.), Ancient Histories of Medicine. Essays in Medical Doxography and Historiography in Classical Antiquity, Leida-Boston-Colonia, p. 397-452.

Ermerins, F. Z., 1840, Anecdota medica Graeca, Leida (rist. Amsterdam, 1963).

Fraisse, A., 2002, Cassius Felix. De la médecine, Texte établi, traduit et annoté, CUF, Parigi.

Frede, M., 1987, Essays in Ancient Philosophy, Oxford.

Garofalo, I., 1997, Anonymus medicus. De morbis acutis et chroniis. Ed. and comm. I. Garofalo. Trans. B. Fuchs, Leida-New York-Colonia.

Gourevitch, D., 1985, L’obésité et son traitement dans le monde romain, History and Philosophy of the Life Sciences, 7, p. 195-215.

Gourevitch, D., 1991, La pratique méthodique: définition de la maladie, indication et traitement, dans Ph. Mudry e J. Pigeaud (ed.), Les écoles médicales à Rome. Actes du 2e Colloque international sur les textes médicaux latins antiques, Lausanne, 16-18 Septembre 1986, Ginevra, p. 51-81.

Green, M., 2009, Trotula. Un compendio medievale di medicina per le donne, Firenze (trad. it. di V.  Brancone).

Hanson, A. E. et Green, M. H., 1994, Soranus of Ephesus: Methodicorum princeps, ANRW, II 37.2, p. 968-1075.

Heiberg, J. L., 1921-1924, Paulus Aegineta, CMG IX, 2 vol., Lipsia.

Hude, C., 1958, Aretaeus. Editio altera, CMG II, Berlino (I ed. Lipsia, 1923).

Ideler, J. L., 1841-1842, Physici et medici Graeci minores, 2 vol., Berlino (rist. Amsterdam, 1963).

Ilberg, J., 1927, Sorani Gynaeciorum libri IV. De signis fracturarum. De fasciis. Vita Hippocratis secundum Soranum, CMG IV, Lipsia-Berlino.

King, H., 1993, Once upon a Texte. Hysteria from Hippocrates, in S. L. Gillmann et al. (dir.), Hysteria Beyond Freud, Berkeley-Los Angeles-Londra, p. 3-90 (rist. in King, H., 1998, Hippocrates women. Reading the Female Body in Ancient Greece, Londra-New York, p. 205-246).

Kühn, C. G., 1964-1965, Claudii Galeni opera omnia, 20 vol., Hildesheim [Reprografischer Nachdruck der Ausgabe Lipsia 1821-1833].

Littré, É., 1839-1861, Hippocrate. Œuvres complètes, édition et traduction, 10 vol., Parigi.

Messina, F., 2010, Nuovi frammenti dei Gynaecia di Celio Aureliano nelle traduzioni latine della Synopsis ad Eustathium di Oribasio, in D. Langslow et B. Maire (éd.), Body, disease and treatment in a changing world. Latin texts and contexts in ancient and medieval medicine. Proceedings of the International Conference «Ancient latin medical texts» (Hulme Hall, University of Manchester, 5th-8th September 2007), Losanna, p. 173-88.

Nutton, V., 1996, s.v. Aretaios, in DNP, vol. I, col. 1051-1052

Oberhelman, S. M., 1994, On the Chronology and Pneumatism of Aretaios of Cappadocia, ANRW, II, 37, 2, p. 941-966.

Pigeaud, J., 1991, Les fondements du méthodisme, in Ph. Mudry e J. Pigeaud (ed.), Les écoles médicales à Rome. Actes du 2e Colloque International sur les textes médicaux latins antiques (Lausanne, 16-18 Septembre 1986), Ginevra, p. 7-50.

Puschmann, T., 1878-1879, Alexander von Tralles, Original-Text und Übersetzung, 2 vol., Wien (rist. Amsterdam, 1963).

Raeder, J., 1926, Oribasii Synopsis ad Eustathium, Libri ad Eunapium, CMG VI 3, Lipsia-Berlino.

Rose, V., 1870, Anecdota Graeca et Graecolatina. Mitteilungen aus Handschriften zur Geschichte der griechischen Wissenschaft, vol. II, Berlino (rist. Amsterdam 1963).

Rose, V., 1894, Theodori Prisciani Euporiston libri III cum Physicorum fragmento et additamentis Pseudo-Theodoreis, Lipsia.

Schmid, K., 1846, De sudore, diss., Berlino.

Tecusan, M., 2004, The Fragments of the Methodists. The Methodism outside Soranus. Vol. I: Texts and Translations, Leida-Boston.

Temkin, O., 1956, Soranus Gynecology. Translated with an Introduction, Baltimora-Londra.

Urso, A. M., 1997, Dall’autore al traduttore: studi sulle Passiones celeres e tardae di Celio Aureliano, Messina.

Urso, A. M., 2000, Definizioni diagnostiche e prescrizioni terapeutiche nella trattatistica medica latina: Celio Aureliano e il problema della perspicuitas, in S. Sconocchia e L. Toneatto (ed.), Lingue tecniche del greco e del latino: Atti del III Seminario Internazionale sulla letteratura scientifica e tecnica greca e latina (Trieste 1996), Bologna, p. 179-191.

Urso, A. M., 2003, Riscritture di Sorano nel mondo latino tardoantico: il caso dei Gynaecia, in I. Garofalo e A. Roselli (ed.), Galenismo e medicina tardoantica: fonti greche, latine, arabe. Atti del Seminario Internazionale di Siena (Certosa di Pontignano, 9-10 settembre 2002), con l’editio princeps di Galeni qui fertur ad Glauconem liber tertius, ad fidem codicis Vindobonensis 109 editionem curavit K. D. Fischer, (Quaderni di AION 7), Napoli, p. 161-202.

Urso, A. M., 2005, La letteratura medica latina nell’Africa tardoantica: consuntivo degli studi. I, LIMAM, n. s. 4, p. 1-40.

Urso, A. M., 2008, Quando l’esegesi cambia il testo: traduzione e riscrittura nei Gynaecia di Celio Aureliano, in V. Boudon-Millot, V. Dasen e B. Maire (ed.), Femmes en médecine. Actes de la Journée internationale d’étude organisée à l’Université René-Descartes-Paris V, le 17 mars 2006 en l’honneur de Danielle Gourevitch, Parigi, p. 205-222.

Haut de page

Notes

1 Una bibliografia su Celio Aureliano, completa fino al 2005, in Urso, 2005, p. 1-32. Su Sorano la sintesi di riferimento è quella di Hanson, Green, 1994.

2 Ovvero – oltre al trattato sulla patologia – ampi e numerosi estratti della traduzione del trattato ginecologico, pubblicati da Drabkin, Drabkin, 1951, e due frammenti pubblicati da Rose, 1870, p. 206-240, provenienti da un manuale in almeno nove libri dedicato all’intero ambito del sapere medico, esposto nelle sue linee essenziali in forma di domanda e risposta (vd. anche infra). Per un tentativo di ricostruzione del piano delle opere perdute rimando a Urso, 1997, p. 125-154.

3 I testi superstiti si leggono nell’edizione di Ilberg, 1927; una nuova edizione del Περὶ γυναικείων παθῶν è quella di Burguière et al., 1988-2000.

4 Aug., c. Iulian. 5, 14, 51.

5 Temkin, 1956, p. XXIII.

6 Dell’opera sono disponibili le edizioni moderne di Drabkin, 1950, ancora utile soprattutto per la buona traduzione, e Bendz, 1990-1993, che è oggi quella di riferimento.

7 Esclusi questi testi, il pensiero metodico è conservato solo per frammenti, trasmessi da fonti per lo più ostili. Con l’esclusione di quelli di Sorano, i frammenti sono disponibili nella raccolta di Tecusan, 2004.

8 Drabkin, 1950, p. XVII.

9 Sui fondamenti del Metodismo mi limito a citare l’articolo di Pigeaud, 1991, con l’integrazione di van der Eijk, 1999a, dove sono evidenziate alcune aporie della dottrina; vd. anche Tecusan, 2004, p. 7-21. Per ulteriore bibliografia rinvio a Urso, 2005, p. 29-30.

10 Schmidt, 1846, p. 11: «Ad diiudicandum uero sudoris dignitatem semioticam haec obseruanda sunt momenta: 1. Sudoris ambitus, utrum uniuersalis sit an localis, partialis tantum. 2. Causa et origo, utrum actiuus sit sudor, id est per uim naturae medicatricem effectus an passiuus. 3. Tempus, quo sudor incidit, et id potissimum in morbis acutis. Sic in cruditatis stadio sudor symptomaticus, in crisi autem satis denunciata sudor saluber, decernens, criticus. 4. Sudoris quantitas. 5. Sudoris qualitas per sensus cognoscenda».

11 Per la bibliografia relativa ai rapporti tra Celio Aureliano e Sorano rimando a Urso, 2005, p. 21-24; da integrare con Urso, 2008 e Messina, 2010.

12 Sull’obesità e sulla sua concettualizzazione patologica nel Metodismo vd. Gourevitch, 1985 e ead., 1991, p. 77-81. L’ordine con cui sono citate le malattie è quello adottato da Celio nell’esposizione.

13 Sull’autore, un anonimo di età imperiale, e sul trattato, tramesso per intero da solo ms. Parisinus suppl. graec. 636 (da qui l’epiteto Parisinus) vd. Garofalo, 1997, p. VII-IX. Neppure il trattato di Areteo può essere datato con certezza, sebbene si tenda a collocare l’autore in età protoimperiale; si veda Oberhelman, 1994, p. 941-953. Nutton, 1996, col. 1051 sembra optare, come già Wellmann, per una cronologia bassa, non escludendo che possa essere un contemporaneo di Galeno.

14 E.g. Aret., SD 1, 11, 4 (CMG II, p. 52, 31 Hude); SA 2, 4, 2 (CMG II, p. 23, 22 Hude); SD 1, 2, 2 (CMG II, p. 37, 14 Hude); SA 2, 3, 3 (CMG II, p. 22, 24 Hude); SD 1, 8, 4 (CMG II, p. 48, 50 Hude).

15 Rispettivamente An. Par., 1, 4; 10, 2; 12, 1; 27, 2, secondo la numerazione dell’edizione di Garofalo, 1997, da cui cito da qui in poi.

16 Vd. Cels., 3, 19, 1; Theod. Prisc., 2, 35; Cass. Fel., 64, 1 per la presenza di sudore nella cardiaca passio; Theod. Prisc., 2, 51 per il quadro della melancholia e Cass. Fel., 21, 2 per quello degli empiemi.

17 Cael. Aur., tard. 4, 3, 33: Si igitur medicaminis iniectio aliquo fuerit peccato uitiata […] mox medicamenti monstrabit errorem. nam […] aliqui stomachi ac uentris dolorem senserunt, singultibus atque nausea affecti cum […] sudore («Se pertanto l’iniezione di un medicamento sarà viziata da qualche pecca […], subito mostrerà che il medicamento è stato somministrato erroneamente. Infatti […] alcuni avvertono dolore di stomaco e ventre, venendo colti da singhiozzi e nausea con […] sudore». La traduzione dei testi antichi, qui e altrove, è di chi scrive).

18 Cael. Aur., tard. 5, 1, 21: modum autem ustionis constituunt cum in alia manu, hoc est quae sit contraria parti patienti, sudor emergens apparuerit («Stabiliscono come misura dell’ustione quando nell’altra mano, cioè quella contraria alla parte affetta, si manifesta l’insorgere di sudore»). L’orientamento qui riferito è quello di medici, tra cui si annoverano pure i seguaci dell’erofileo Demetrio di Apamea. Naturalmente, anche la dossografia deriverà a Celio da Sorano, come prova l’assenza di citazioni di autori posteriori all’Efesino.

19 Cael. Aur., acut. 3, 6, 68: Ascendente passione atque erumpente distentio dura et durities partium fiet cum dolore uehementi colli atque musculorum, qui buccas colligant […], sudor plurimus […] («Quando la malattia si sviluppa e irrompe, si verifica una tensione rigida e una rigidità delle parti, con dolore intenso del collo e dei muscoli che collegano le mascelle […], sudore abbondante […]»).

20 Cael. Aur., acut. 3, 6, 68; Cael. Aur., tard. 1, 4, 64-65; 3, 2, 15; 4, 7, 92. L’espressione che affianca l’ablativo assoluto a quello di tempo è una «Doppelübersetzung», tipica dello stile celiano; sullo stilema si veda Bendz, 1964, p. 13-59.

21 Cael. Aur., tard. 5, 10, 94.

22 Cael. Aur., tard. 1, 6, 182.

23 Cael. Aur., acut. 3, 11, 103.

24 Cael. Aur., acut. 2, 14, 92 (pleuritis); tard. 2, 5, 89 (catalepsis nella manifestazione cronica).

25 Cael. Aur., acut. 2, 27, 145 (peripneumonia); tard. 2, 14, 198 (phthisis).

26 Cael. Aur., acut. 3, 5, 50 (apoplexia nella manifestazione acuta).

27 Cael. Aur., acut. 2, 3, 17-18 (lethargia).

28 Cael. Aur., acut. 2, 10, 72 (catalepsis, forma acuta).

29 Cael. Aur., tard. 3, 1, 3 (asthma). Nella sezione sui parassiti intestinali l’indicazione del tempus è andata perduta con parte della sintomatologia iniziale, ma l’insieme dei sintomi concomitanti fa pensare a un contesto parossistico e quindi, anche in questo caso, a un augmentum.

30 Cael. Aur., tard. 2, 5, 89.

31 Cael. Aur., tard. 3, 4, 52.

32 Cael. Aur., tard. 4, 3, 40. Si tratterà verisimilmente del sudore freddo che si presenta durante un attacco di lipotimia.

33 Cael. Aur., tard. 5, 15, 130: cum […] ex paruo gressu anhelatione ac sudore, ut suo se corpore praefocari sentiant aegrotantes, quo neque leuia ferre ualeant uestimenta («con […] affanno e sudore provocati da una breve camminata, cosicché i malati si sentono soffocare dal proprio corpo, al punto che non sono in grado di sopportare neppure vesti leggere»).

34 Cael. Aur., acut. 1, 9, 68: At si adiuncta fuerit stricturae solutio, ut aut uenter fluens aut sudores esse uideantur […] («Ma se si aggiungerà allo stato di costrizione uno stato di rilassamento, cosicché si manifestino flussi del ventre o sudori […]»). Febbre e delirio, espressione di uno stato di strictura, sono sintomi caratteristici della phrenitis, che infatti è definita come «una condizione di alterazione mentale acuta con febbre alta» (Cael. Aur., acut. 1, <de phren.> 21: alienationem mentis celerem cum febri acuta [...]). La definizione metodica è una definizione descrittiva (Frede, 1987, p. 273-274), la quale secondo Celio deve contenere solo i sintomi patognomonici del morbo (nella definizione di frenite, completano il quadro un movimento vano delle mani e il polso piccolo e fitto). Per la costruzione di una retorica della definizione nelle Passiones rimando a Urso, 2000, p. 181-186.

35 Si vedano Cael. Aur., acut. 2, 30, 161: propriam autem dicunt eam, quae cum sudore fuerit atque pulsu imbecillo, de qua nunc dicere suscepimus («definiscono invece “propria”, quella che si manifesta con sudore e polso debole, di cui ora ci accingiamo a parlare»); 2, 30, 163: sed ait cardiacam esse passionem solutionem celerem atque acutam, qua disici corpora per omnes uiarum particulas apprehendit («ma dice che la cardiaca passio è uno stato di rilassamento acuto, per il quale ritiene che i corpi si dissolvano attraverso tutte le particelle dei canali»), sim. 2, 30, 164: corpus soluitur in sudores («il corpo si dissolve in sudori»), nonché la definizione di diaphoresis cardiaca in Theod. Prisc., log. 35 (p. 134, 3-5 Rose) come «completo dissolvimento di tutto il corpo e delle sue energie» (totius corporis et uirium plena resolutio). Celio distingue il signum, identificativo della malattia e presente in ogni sua manifestazione, dall’accidens, legato alla fase della patologia (tempus), alla varietà di coenoteta (differentia), o alla gravità della manifestazione (magnitudo) (Cael. Aur., acut. 2, 33, 176; 1, 3, 34-35).

36 Cael. Aur., acut. 2, 3, 18.

37 Cael. Aur., tard. 5, 10, 94.

38 Cael. Aur., acut. 2, 32, 167 (cit. infra, n. 48).

39 Cael. Aur., acut. 2, 14, 92; acut. 1, 9, 68.

40 Cael. Aur., acut. 2, 27, 145; 3, 5, 50; 3, 11, 103; tard. 1, 2, 52.

41 Cael. Aur., tard. 2, 14, 198: sudor superiorum partium usque ad pectoris finem.

42 Cael. Aur., tard. 5, 10, 98; per la traduzione, vd. Drabkin, 1950, p. 971; Bendz, 1990-1993, p. 915. Com’è documentato in André, 1991, p. 131-132, stomachus può però indicare in latino sia l’esofago sia lo stomaco. Vomica è la denominazione latina tradizionale dell’ascesso.

43 Hipp., aph. 4, 38 (IV, p. 516 L): Καὶ ὅκου ἔνι τοῦ σώματος ἱδρὼς, ἐνταῦθα φράζει τὴν νοῦσον («la parte del corpo in cui si manifesta il sudore denuncia la presenza in essa della malattia»).

44 Cael. Aur., acut. 3, 6, 68.

45 Cael. Aur., acut. 2, 35, 186.

46 Cael. Aur., acut. 2, 10, 71; tard. 2, 5, 89.

47 L’uso del termine sembra caratteristico di Celio Aureliano; si veda ThlL III, 1368, 6 sqq., che registra solo due altre occorrenze oltre alle numerose celiane (Sen., nat. 5, 8, 1 e Hier., in Ezech. 10).

48 Cael. Aur., acut. 2, 32, 167: et quibusdam repentinus atque coaceruatus per totum corpus sudor, quibusdam uero primum ceruice tenus et uultu[s] […] paruus […] dehinc per totum, ut supra diximus, corpus plurimus («e ad alcuni un sudore improvviso e abbondante per tutto il corpo, ad altri, invece, in un primo momento su collo e volto, poco […], poi, come abbiamo detto sopra, copioso per tutto il corpo»).

49 Cael. Aur., acut. 1, 9, 68: detergendus etiam erit saepissime sudor, qui per uultum atque thoracem emicuerit, spongia molli. at si plus fuerit extentus ut integros solui uideamus, etiam flabris utimur […]. Il verbo mico, il cui uso è più frequente per il flusso di sangue (vd. ThlL V, 2, 483, 61 sqq.), è riferito al sudore anche in Ps. Theod. Prisc., add. 1, 86, p. 293, 4 Rose: in balneo sudore micante.

50 Cael. Aur., acut. 2, 14, 92.

51 Come registra il LSJ, p. 1182 il termine è detto «of perspiration» in Arist., pr. 866 a 21; Gal., MM 9, 2 (X, p. 541, 1 K).

52 Rispettivamente in Cael. Aur., tard. 1, 4, 64- 65 e 3, 2, 15.

53 Cass. Fel., 56, 1; poco perspicua la traduzione di Anne Fraisse, a fronte del testo dell’edizione CUF (Fraisse, 2002), secondo la quale cito da qui in poi, che rende roscidus con «humide».

54 Plut., quaest. conu. 6, 8: ἱδρῶτα δροσώδη […] καὶ λεπτόν; l’autore fa riferimento a un sudore che, come nella bulimia, può portare alla colliquazione del corpo, ma può essere tenuto sotto controllo con l’assenza di movimento. L’aggettivo sopravvive nella descrizione del sudore di testi tecnici più recenti; vd. Bernardino Cristini, Pratica medicale, Venezia 1681, l. III, p. 4 «[…] se non sopravenerà sudore rorido, o vero vomito spontaneo o flusso di ventre o sangue dalle narici o qualche altra evacuazione sensibile, che eradichi la causa della febbre […]» (anche in questo caso, essendo un sudore che eradichi la febbre, sarà un sudore abbondante; vd. Aret., SD 1, 13, 7 (CMG II, p. 55, 23 Ηude); J. V. von Hildebrand, Institutiones practico medicae, Viennae Austriae, I, 1816, p. 299: «Quoad materiem est [scil. sudor] uaporosus, aquosus, roscidus, uiscidus, pinguis, interdum subsanguinolentus».

55 Si vedano, rispettivamente, Cael. Aur., acut. 2, 3, 18; 3, 5, 50.

56 Cael. Aur., acut. 2, 10, 72; tard. 2, 5, 89.

57 Cael. Aur., acut. 2, 36, 190.

58 Cael. Aur., acut. 2, 35, 186; 190.

59 Rispettivamente Cael. Aur., acut. 2, 32, 167; tard. 3, 2, 15.

60 Rispettivamente Cael. Aur., tard. 1, 6, 182; acut. 2, 5, 25

61 Cael. Aur., acut. 2, 3, 18.

62 Cael. Aur., acut. 2, 32, 167. Su usi e sinonimi di glutinosus vd. ThlL VI, 2, 2115, s.v.

63 Cael. Aur., acut. 2, 35, 186; aquatus è il contrario di crassus, come registra esplicitamente ThlL II, 380, 73-74 «opposita: crassus, durus, uiscosus, spissus, pinguis».

64 Cael. Aur., acut. 2, 32, 167; 2, 35, 186; 2, 36, 190.

65 An. Par., 10, 2: ἱδροῦσι δαψιλῶς [...] δροσίζων δυσεπισχέτως; Ps. Gal., def. med. 265 (XIX, p. 420, 17 K): ἱδρότων ἀκατασχέτων; Aret., SA 2, 3, 3 (CMG II, p. 22, 24 Hude): ἱδρώς ἄσχετος, πουλύς; SA 2, 4, 3 (CMG II, p. 23, 26-27 Hude): ἱδρώς ... ἄσχετος; Paul. Aeg., 3, 34, 1 (CMG IX, 1, p. 220, 8 Heiberg): περιιδρώσεσι; Cels., 3, 19, 1: immodico sudore; sudor […] supra consuetudinem; Cass. Fel., 64, 1 multicursus sudorum.

66 An. Par., 10, 2: ψυχρὸς [...] ἱδρώς; Theod. Prisc., 2, 35: sudor uiscosus et frigidus perseuerans.

67 Cels., 5, 26, 8: Igitur corde percusso sanguis multus fertur, uenae <e>languescunt, color pallidissimus, sudores frigidi malique odoris tamquam inrorato corpore oriuntur, extremisque partibus frigidis matura mors sequitur. («Pertanto, quando è colpito il cuore, fuoriesce molto sangue, le vene [ovvero i polsi] collassano, il colorito diventa pallidissimo, insorgono sudori freddi e maleodoranti, come se il corpo venisse bagnato di rugiada, e, divenute fredde le estremità, segue rapidamente la morte»).

68 Rispettivamente Cael. Aur., acut. 2, 32, 167; 2, 36, 190; acut. 2, 35, 186.

69 I paragoni si leggono rispettivamente in Cael. Aur., acut. 2, 32, 167; 2, 36, 190; acut. 2, 35, 186. Sull’equivalenza sanies = pus si veda Garofalo, in questo stesso volume, § 3.

70 Vd. qualche esempio in Urso, 2003, p. 181-187.

71 Cael. Aur., acut. 3, 20, 195: crescente passione aquata atque tenuis liquoris fiet egestio et aliquando similis loturae carnis. Come scrive Drabkin, 1950, p. 423, n. 1 «the reference is probably to an upward discharge».

72 Cf. Sor., gyn. 1, 21, 1-4: Μελλούσηc δὲ γίνεσθαι τῆς τοῦ ἐμβρύου ϕθορᾶς ταῖς ϕθειρούσαις παρακολουθεῖ κένωσις ὑδατώδης, εἶτα ἰχωρώδης ὕϕαιμον ὑγρὸν καὶ οἷον ἀποπλύματα κρεῶν («quando sta per verificarsi l’aborto, nelle donne che abortiscono si manifesta l’evacuazione di un liquido acquoso, poi simile a icore o sanguinolento, come acqua in cui sia stata lavata la carne»); con il testo celiano trasmesso per tradizione indiretta da Orib., syn. 9, 70, 42, p. 345, 26-27 Molinier (= Cael. Aur., gyn. 1, 90, 804-805 Drabkin-Drabkin, che però omette il paragone): discussuris pregnantibus aquatus humor uel tabus (tabosus ed. Drabkin) aut sanguinolentus et ueluti loturae carnis per matrice fertur.

73 Cf. Sor., gyn. 3, 13, 15-16: διαφοραὶ δὲ αὐτοῦ […] κατὰ δὲ τὸν Δημήτριον παρὰ τὴν χρόαν καὶ τὴν δύναμιν. παρὰ μὲν οὖν τὴν χρόαν· ὃς μὲν γάρ ἐστι λευκός, πτισάνης χυλῷ παραπλήσιος, ὃς δὲ ὑδατώδης, ὃς δὲ ἐρυθρός, ὃς δὲ μέλας, ὃς δὲ ὕϕαιμος σαρξὶ πεπλυμέναις ὅμοιος, ὃς δὲ ἀνώμαλος, ὃς δὲ ὠχρός («Secondo Demetrio le differenze [scil. del flusso femminile] […] riguardano il colore e l’effetto. Secondo il colore: una varietà è bianca, simile a succo d’orzo, un’altra acquosa, un’altra rossa, un’altra nera, un’altra sanguinolenta, simile a carni lavate, un’altra di colore non uniforme, un’altra giallastra») con Cael. Aur., gyn. 2, 51, 674 Drabkin-Drabkin: Demetrius autem alium dixit album, alium nigrum, alium sanguineum et carnis loture similem ferri liquorem, aut mixto colore concretum. È il solo dei due paragoni mantenuti nell’adattamento latino, almeno stando a quanto tramanda il ms. di New York.

74 Sor., gyn. 2, 9, 43-45: ϕαῦλον δὲ μᾶλλον [scil. τὸ γαλα], εἰ καὶ εἰς ἰνώδεις ἀναλύοιτο κτηδόνας οἷον εἰς ἀπόπλυμα κρεῶν («ed è ancora peggiore, se anche si separa in filamenti fibrosi, come nell’acqua in cui si lava la carne»).

75 Aret., SD 2, 9, 5 (CMG II, p. 76, 23-24 Hude): ἰχωροειδέα, ὑπέρυθρα, οἰνώδεα ὅκως κρεῶν πλύμα.

76 Gal., de loc. aff. 7, 5 (VIII, p. 435, 7 K): οὖρα μελαινόμενα μετἐρυθροῦ τινος ἰχῶρος, ὥσπερ εἰ κρεῶν νεοσϕαγῶν πλύμασι μίξαις ἀσβόλην.

77 Trotula, Liber de sinthomatibus mulierum 7, p. 126 Green: Nam urina quandoque earum uertitur in ruborem, uel in colorem, loture carnis recentis.

78 Archig., p. 70, 21 Calabrò: ἡπατικοὶ δὲ κυρίως ὀνομάζονται οἱ δι᾽ ἀτονίαν τοῦ ἥπατος ἐκκρίνοντες δι᾽ ἕδρας αἱματώδη ὑγρότερα, ὡς ἀποπλύματα κρεῶν νεοσϕαγῶν, οὕστινας οἱ ἰδιῶται δυσεντερικοὺς εἶναι νομίζουσιν («sono chiamati in modo proprio “epatici” coloro i quali in seguito ad atonia del fegato secernono dall’ano fluidi sanguinolenti, come lavatura di carni appena tagliate, che i non addetti ai lavori credono essere “dissenterici”»).

79 Theoph., de excrementis 11, 5 (I, p. 403, 5-7 Ideler): ’Εὰν οὖν ἴδητε διαχωρήματα νεοσϕαγῶν κρεῶν πλύμασιν ἐοικότα, βεβαιότατον γνώρισμα τοῦτο ὑμῖν ἔστω πάθους ἡπατικοῦ («Qualora vediate feci simili a lavatura di carni appena tagliate, questo sia per voi il segno più sicuro di una malattia del fegato»).

80 Leo phil., conspectus medicinae 5, 10 (p. 175, 20-22 Ermerins) Αἱματηρὰ [an ἡπατηρὰ?] δυσεντερία λέγεται, ὅταν αἷμα καθαρὸν τὸ κενούμενον, ἐοικὸς πλύματι κρεῶν νεοσφαγῶν […] («Si chiama “dissenteria sanguinolenta” quando quello che è evacuato è sangue puro o simile a lavatura di carni appena tagliate»).

81 Joannes Actuarius, de diagnosi 1, 43 (II, p. 43, 24-25 Ideler): τὸ γὰρ ἀϕ᾽ ἥπατος ἰόν [scil. αἷμα ] […] πλύμασι κρεῶν νεοσϕαγῶν μᾶλλον ἔοικε («infatti, il sangue che proviene dal fegato […] somiglia piuttosto a lavatura di carni appena tagliate»).

82 Gal., de sympt. caus. 3, 7 (VII, p. 246, 18 K): διαϕοραὶ δὲ τῶν ἐκκρινομένων αἱματωδῶν αἱ πᾶσαι τέσσαρες ὑπάρχουσιν ἐπὶ τέτταρσι διαθέσεσι […] · δευτέρα δὲ, δι᾽ ἀτονίαν ἥπατος ὑδατώδους αἵματος ὑπιόντος, κρεῶν εἰκάζουσι πλύματι («i tipi di evacuazioni sanguinolente sono in tutto quattro, corrispondenti a quattro malattie […]. Il secondo tipo si verifica quando a causa dell’atonia del fegato fuoriesce sangue acquoso, che (i medici) paragonano a lavatura di carni»).

83 Orib., syn. 9, 12, 6 (CMG VI 3, p. 284, 5-6 Raeder): πολλάκις δὲ καὶ ἀτονοῦντος τοῦ ἥπατος ἐκκρίνεται διὰ γαστρός οἷον κρεῶν νεοσϕαγῶν ἀποπλύματι παραπλήσιον («Spesso, invero, quando c’è atonia del fegato, viene secreto attraverso lo stomaco un liquido simile a lavatura di carni appena tagliate»).

84 Alexander Trall., therap. 9, 2 (II, p. 397, 5 Puschmann): εἰ δὲ καὶ ἀλλοιωτικὴ δύναμις ἀσθενήσει, ὅμοια ἀποπλύματι κρεῶν νεοσϕαγῶν ὄψει τὰ διαχωρούμενα. καὶ καλεῖται τὸ πάθος τοῦτο ἡπατικὴ δυσεντερία («Se invero si indebolirà anche la facoltà trasformativa, le feci saranno a vedersi simili a lavatura di carni appena tagliate. E questa malattia viene detta “dissenteria epatica”»).

85 Paul. Aeg., 3, 42, 1 (CMG IX, 2, p. 233, 9-11 Heiberg): πολλάκις ἐκκρίνεται διὰ γαστρὸς ὅμοια κρεῶν νεοσφαγῶν ἀποπλύματι· ἡπατηρὰν δὲ ταύτην καλοῦσι δυσεντερίαν («spesso si secernono attraverso lo stomaco liquidi simili a lavatura di carni appena tagliate. Chiamano questa patologia “dissenteria epatica”»).

86 L’inapplicabilità ai testi ippocratici del concetto moderno di isteria è stata dimostrata da King, 1993.

87 Cael. Aur., acut. 2, 35, 186: Item in cholericis et tetanicis uel tumentibus aut matrice praefocatis plurimus sequitur sudor adiuncto frigido torpore, qui ita discernitur, cum singularum passionum fuerit consideratio perspecta. in alia enim uomitum, in alia colla inclinari, in alia matricem tumere, in alia tumorem uehementem esse necesse est («Parimenti nei cholerici e nei tetanici o nelle donne malate di tumor uterino o di praefocatio matricis si presenta sudore copioso con torpore freddo, che così si distingue, quando si sia compiuta con attenzione l’osservazione delle singole malattie. Nella prima, infatti, è necessario che vi sia vomito, nella seconda che si pieghino i colli, nella terza che sia infiammato l’utero, nell’ultima che l’infiammazione sia grave»).

88 Cael. Aur., acut. 2, 35, 184: Quoniam plerisque stomachicis adest in accessione sudor atque articulorum frigus cum paruo pulsu et animi defectu et pallore, quae omnia sunt communia cum cardiacis, horum quoque discretionem faciendam existimo («Poiché nella maggior parte degli stomachici durante l’attacco si manifestano sudore e freddo delle articolazioni con polso piccolo e lipotimia e pallore, i quali sono tutti sintomi comuni ai cardiaci, ritengo che la cardiaca passio si debba distinguere anche da questa patologia»).

89 Cael. Aur., acut. 2, 35, 186: Initio enim nunc feruore, nunc frigore afficiuntur; in cardiacis uero neque dolor neque post cibum grauedo neque uomitus esse perspicitur, et torpor frigidus idem atque aequalis perseuerat. Dehinc sudor aliquando cardiacis crassus excluditur et male redolens, ut saniem uel cruorem simulet, his uero, qui stomacho patiuntur, tenuis omnino atque aquatus sudor inuenitur. item animi defectio stomacho <patiente> incipiente magis accessione fiet, cardiacis uero recedente. at si uero utraeque passiones eodem concurrerint tempore, obscuratur discretionis fides, sed nihil curatio impeditur, siquidem iisdem adiutoriis curentur («All’inizio [della stomachica passio], infatti, i malati sentono ora freddo, ora caldo; nei cardiaci non si riscontra la presenza di dolore, né di pesantezza dopo l’assunzione di cibo, né di vomito, e si mantiene costante un torpore freddo senza cambiamenti. Poi, nei cardiaci si ha talora secrezione di sudore spesso e maleodorante, tale da somigliare a sanie o a sangue corrotto, in chi soffre di stomachica passio, invece, si riscontra un sudore sempre fine e fluido; inoltre, negli stomachici la sensazione di mancamento si verifica all’inizio di un attacco, nei cardiaci, invece, alla fine. Se invece le due malattie insorgono nello stesso tempo, l’affidabilità della distinzione si fa meno limpida, ma nulla ostacola il trattamento, poiché i pazienti si curano con gli stessi rimedi»). Celio è molto preciso nell’enunciazione complessiva della diagnosi differenziale tra le due patologie; nel farlo, si discosta da Asclepiade di Bitinia, il precursore del Metodismo, la cui formulazione, confutata punto per punto (Cael. Aur., acut. 2, 35, 184-185), non è inclusiva del sudore.

90 Cael. Aur., acut. 2, 36, 188: Quomodo etiam prosperi sudores, quos Graeci criticos uocant, habent quiddam circa uisum similitudinis cum cardiacis ob ipsam redundantiam, quippe in solutionem uehementium uel continuarum febrium salutari motu uenientes, utile duximus eorum ponere discretionem. multi etenim imperiti medici prosperos atque mediocres sudores constringentes morbosa aegrotantibus reddiderunt corpora, diaphoreticos adiuuantes causa mortis exstiterunt. quare eorum differentiam necessario ducimus ordinandam, quae uaria ratione colligitur («Poiché anche i sudori prosperi, che i Greci chiamano “critici”, hanno alla vista una certa somiglianza con i cardiaci per la stessa copiosità, dal momento che si verificano nella risoluzione di febbri intense e continue, con un cambiamento salutare, abbiamo ritenuto utile distinguerli. Infatti, molti medici inesperti, astringendo sudori prosperi e mediocri, restituirono ai pazienti corpi malati; favorendo i colliquativi, furono causa della loro morte. Perciò, riteniamo che si debba necessariamente esporre la differenza fra i due casi, che si ricava mettendo insieme varie considerazioni»).

91 Cael. Aur., acut. 2, 36, 190. L’autore si sofferma su altri segni che concorrono a indicare l’evoluzione (in positivo o in negativo) del morbo, in particolare polso e respirazione.

92 Cael. Aur., acut. 2, 36, 189-190: nam primo ex praeteritis, dehinc ex genere passionum et magnitudine et temporibus et sudoris ipsius ordine et quantitate et qualitate significatio firmatur. Ex praeteritis inquam, cum consideramus, utrum signa futuri sudoris diaphoretici an salutaris praecesserint; ex genere passionum, cum qualitatem attendimus passionis. si enim solutio inest, sudor etiam inutilis ac diaphoreticus esse monstratur, sin uero strictura inest, attendenda magnitudo. parua enim passio diaphoresim pati non potest; si autem magna fuerit, attendendum tempus. in statu enim totius passionis atque temporalis accessionis uel limpida dimissione criticus magis sudor ostenditur, in initio autem uel augmento perniciosus. Ex ordine inquam sudoris ipsius: aequalis enim bonus, inaequalis malus sudor iudicatur. ex quantitate signum accipimus moderationem considerantes: modicus enim sudor bonus, immodicus malus accipitur, sed denique sudantes excessa moderatione diaphoresin incurrerunt. ex qualitate autem significationem accipimus, cum tactus iudicium adhibemus: salutaris enim sudor calidus, tenuis et non male redolens probatur, perniciosus autem sudor frigidus et sucidus et male redolens atque putridae carni[s] similis inuenitur («Infatti, la diagnosi si formula con certezza basandosi prima sulle condizioni pregresse, poi su genere, gravità, fase della malattia e regolarità, quantità e qualità del sudore stesso. (Ci basiamo) sulle circostanze pregresse, dico, quando consideriamo se ci siano stati prima segni prodromici di un sudore salutare o diaforetico; sul genere delle malattie, quando osserviamo la qualità della malattia in questione. Se infatti la malattia presenta uno stato di rilassamento, il sudore si rivela essere inutile e diaforetico, se invece presenta uno stato di costrizione, bisogna tenere in considerazione la gravità. Infatti una malattia poco grave non ammette colliquazione attraverso il sudore; se invece è grave, bisogna considerare la fase del decorso. Nell’acme di tutta quanta la malattia e del momento dell’attacco o in una remissione senza scorie, si presenta di più un sudore critico, nel momento iniziale o nella fase ingravescente, pernicioso. Sulla regolarità, dico, del sudore stesso: si giudica buono se è uniformemente distribuito, cattivo se irregolare. Ricaviamo il segno diagnostico basandoci sulla quantità, considerando la misura: un sudore modico è ritenuto buono, in eccesso, cattivo; e invero, sudando oltre misura i malati incorrono in uno stato colliquativo. Ricaviamo il segno dalla qualità, quando ricorriamo al giudizio del tatto: è ritenuto salutare, infatti, il sudore caldo, sottile e non maleodorante; risulta pernicioso, invece, il sudore freddo, spesso e male odorante e simile a carne putrida»).

93 Cael. Aur., diaet. pass. 40 (p. 213, 29-215, 16 Rose). I criteri di necessità e completezza che informano il manuale catechistico sono espressi da Celio stesso nella praefatio delle Passiones celeres, dove i libri Interrogationum ac Responsionum sono indicati come quelli «in cui ho esposto brevemente l’intero campo della medicina» (quibus omnem medicinam breuiter dixi; vd. Cael. Aur., acut. 1, <praef.>). Per il contenuto del manuale, rimando al tentativo di ricostruzione proposto in Urso, 1997, p. 127-135.

94 Vd. Cael. Aur., tard. 2, 1, 52: sudores laxatis corporibus fiunt («i sudori si producono quando i corpi sono rilassati») e acut. 1, 9, 68: At si adiuncta fuerit stricturae solutio, ut […] sudores esse uideantur («Ma se alla costrizione si aggiunge rilassamento, cosicché si manifesta la presenza di sudori»). Sulla questione spinosa delle cause nella medicina metodica rimando a van der Eijk, 1999a, p. 63-68.

95 Cael. Aur., acut. 2, 5, 24-25; 3, 8, 76.

96 Cael. Aur., acut. 2, 5, 25: tenues […] sudores pressura fieri, non solutione intelliguntur.

97 Cael. Aur., tard. 4, 3, 36: sudores autem si ex pressura fuerint apparentes, erunt detergendi, <si> ex diaphoresi, e<run>t asperginibus cohibendi («I sudori, poi, se appaiono derivare da congestione, si dovranno asciugare, se da stato colliquativo, si dovranno astringere con aspersioni».); nonché tard. 1, 4, 76, dove si danno prescrizioni per un’altra malattia di strictura, l’epilessia: sudores etiam si fuerint ingruentes raptim detergemus, ne corpora perfrigescant («Se insorgono sudori, li asciugheremo immediatamente, per evitare perfrigerazioni ai corpi»).

98 Cael. Aur., acut. 2, 5, 24-25: Item Mnaseas lethargum alium strictura effici, alium solutione dicit, siquidem somnus nunc densitate, nunc laxamento corporum fiat atque in aliis abstentas uideamus officiorum naturalium egestiones, in aliis uero largius influentes […] Sed […] falsum <est> etiam solutione lethargum fieri […]. Etenim inuoluntariam egestionem dixerunt in infantibus non solutionis ratione, sed mentis occupatione fieri […]. tenues etiam sudores pressura fieri, non solutione intelliguntur. Su Mnaseas, rappresentante di un Metodismo intermedio tra quello della prima ora e quello di Sorano, vd. Tecusan, 2004, p. 16.

99 La formulazione è in van der Eijk, 1999b, p. 399.

Haut de page

Pour citer cet article

Référence papier

Anna Maria Urso, « L’integrazione problematica. Semeiotica e diagnostica del sudore nel Metodismo di Sorano e Celio Aureliano »Pallas, 113 | 2020, 225-243.

Référence électronique

Anna Maria Urso, « L’integrazione problematica. Semeiotica e diagnostica del sudore nel Metodismo di Sorano e Celio Aureliano »Pallas [En ligne], 113 | 2020, mis en ligne le 20 septembre 2022, consulté le 05 novembre 2024. URL : http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/pallas/24215 ; DOI : https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/pallas.24215

Haut de page

Auteur

Anna Maria Urso

Professore associato di Filologia classica
Università di Messina
amurso[at]unime.it

Articles du même auteur

Haut de page

Droits d’auteur

CC-BY-NC-ND-4.0

Le texte seul est utilisable sous licence CC BY-NC-ND 4.0. Les autres éléments (illustrations, fichiers annexes importés) sont « Tous droits réservés », sauf mention contraire.

Haut de page
Rechercher dans OpenEdition Search

Vous allez être redirigé vers OpenEdition Search