Marco Antonio Bazzocchi, Con gli occhi di Artemisia. Roberto Longhi e la cultura italiana
Marco Antonio Bazzocchi, Con gli occhi di Artemisia. Roberto Longhi e la cultura italiana, Bologna, Il Mulino, 2021, 192 p.
Testo integrale
1L’importanza dell’opera di Roberto Longhi rispetto alla prosa italiana del secondo Novecento è stata evidenziata a più riprese, soprattutto sul versante saggistico, come testimonia per esempio il lavoro di Alfonso Berardinelli, che ha rintracciato nello stile letterario longhiano uno dei motivi della “rivalutazione del saggio come genere letterario”. Il nuovo libro di Marco Antonio Bazzocchi, che si inserisce nel lavoro dell’autore sul rapporto tra letteratura e arti visive, mira a definire con precisione la rete di relazioni tra il critico d’arte e un gruppo di scrittori a lui in vario modo legati, mostrando non solo gli indubitabili snodi centrali di questo rapporto, ma procedendo anche all’interpretazione delle opere di questi autori attraverso gli strumenti teorici di Longhi. I primi due capitoli del libro sono dedicati a un’analisi puntuale dell’opera e del metodo di Longhi e viene sottolineato non solo il suo valore all’interno della storia dell’arte italiana, ma anche la sua natura di “grande scrittore” sottolineando, sulla scia degli studi di Cesare Garboli, che gli scritti di Longhi “non sono al servizio dei quadri di cui parlano, ma sono dispositivi creati per consentirci di vedere al di là della vista”. Leggendo le pagine dedicate a Piero della Francesca o a Caravaggio, Bazzocchi nota come la scrittura di Longhi proceda verso “la reinvenzione di opere d’arte” e analizza l’influenza dei suoi studi, dalle dispense preparate per gli studenti del liceo in vista della maturità (Breve ma veridica storia della pittura italiana) agli studi su Caravaggio e i caravaggeschi come Mattia Preti (fondamentale per la riflessione sulla funzione “colore-materia”) o su Piero della Francesca (“‘artista che riesce a fare del colore il principio capace di distendersi sull’opera in modo quasi spontaneo, portando a emergere non solo le forme ma anche il loro rapporto prospettico”). Ai due capitoli più direttamente incentrati su Longhi seguono gli studi su Anna Banti, Pier Paolo Pasolini, Giorgio Bassani e Giovanni Testori, dove Bazzocchi mette in luce le connessioni tra questi e l’opera e il magistero di Longhi, in un dialogo fruttuoso e continuo in grado di evidenziare in maniera rigorosa gli elementi teorici più importanti della relazione tra scrittura ed elementi visivi. Bazzocchi indaga così l’interesse di Pasolini per Pontormo e per i colori dei manieristi, la funzione dello sguardo nei protagonisti del Romanzo di Ferrara di Giorgio Bassani e la lettura dei pittori lombardi vissuti durante la peste di Giovanni Testori. Merita infine una menzione a parte il capitolo dedicato ad Anna Banti a cui Bazzocchi riconosce un ruolo centrale: Banti è stata moglie di Longhi ma soprattutto autrice del romanzo Artemisia, dedicato alla pittrice Artemisia Gentileschi, figlia del pittore di ambito caravaggesco Orazio, ai quali Longhi aveva dedicato un lungo saggio, romanzo che è specchio della creazione di un “mito alternativo a quelli elaborati dal marito”.
Per citare questo articolo
Notizia bibliografica
Matteo Moca, «Marco Antonio Bazzocchi, Con gli occhi di Artemisia. Roberto Longhi e la cultura italiana», Narrativa, 43 | 2021, 289-290.
Notizia bibliografica digitale
Matteo Moca, «Marco Antonio Bazzocchi, Con gli occhi di Artemisia. Roberto Longhi e la cultura italiana», Narrativa [Online], 43 | 2021, online dal 01 novembre 2021, consultato il 06 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/narrativa/459; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/narrativa.459
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