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Recensioni

Marina Spunta, Silvia Ross (a cura di), Tra ecologia letteraria ed ecocritica. Narrare la crisi ambientale nella letteratura e nel cinema italiani

Lavinia Torti
p. 253-254
Notizia bibliografica:

Marina Spunta, Silvia Ross (a cura di), Tra ecologia letteraria ed ecocritica. Narrare la crisi ambientale nella letteratura e nel cinema italiani, Firenze, Franco Cesati, 2022

Testo integrale

1Il presente volume risponde all’esigenza di ampliare il dibattito critico intorno alle questioni più rilevanti dell’ecologia letteraria e dell’ecocritica, studiando i modi in cui queste ultime vengono affrontate attraverso diverse forme di espressione letteraria e cinematografica in Italia dal secondo Novecento a oggi.

2Un pregio del volume è la lunga introduzione a firma delle curatrici, che non si limita a presentare, attraverso sottosezioni tematiche, i diversi contributi, ma opera una vera e propria ricognizione del dibattito teorico circa il rapporto tra letteratura ed ecologia e una ricostruzione dello stato dell’arte, degli studi più rilevanti che ruotano intorno alla disciplina. In particolare, Spunta e Ross mettono in luce la distinzione tra i paradigmi culturali italiani/europei e quelli di matrice anglo-americana, i quali vanno a incanalarsi, nel caso del dibattito in questione, nella distinzione più netta che risiede già nel titolo del volume, ossia quella tra ecologia letteraria – di matrice storico-ermeneutica, più europea (difesa in particolare in Italia dalla voce di Niccolò Scaffai) – ed ecocriticism, disciplina nata negli Stati Uniti e definita da Cheryll Glotfelty “lo studio della relazione tra la letteratura e l’ambiente fisico”. Quest’ultima conserverebbe, secondo Scaffai, una certa voluta antistoricità e una “vocazione ecumenica” (Letteratura ed ecologia), virando sempre più decisamente verso una “letteratura ambientale”, che sia in grado di avere un impatto etico sul nostro vivere comune (Serenella Iovino, Filosofie dell’ambiente).

3Ciò che emerge dagli undici contributi è la volontà da parte delle curatrici di mantenere un’aderenza a entrambi gli approcci metodologici, di renderli complementari, con lo scopo di mostrare una immagine prismatica della narrazione italiana dell’ambiente e delle sue crisi contemporanee.

4Se la crisi ambientale è, infatti, al centro di ogni contributo, come precisa già il sottotitolo, essa però viene raccontata dalla letteratura secondo modalità e temi diversi. E così, i saggi si concentrano su vari aspetti del pensiero ecologista quali: l’attenzione al mondo animale, riscontrata nelle opere di Volponi La macchina mondiale (Carlo Baghetti) e Il pianeta irritabile (Giulia Falistocco, che lo analizza in comparazione con Dissipatio H.G. di Morselli), in Ortese (Cristina Vignali) e nei testi ecologisti di Olga Tokarczuk e Mauro Corona (Natalia Chwaja e Paulina Kwaśniewska-Urban); l’attenzione alle piante, nelle pratiche di Pia Pera (Marina Spunta) e negli scritti ecologisti di Antonio Cederna (Laura Albertini); il rapporto tra ecologia e femminismo (in Silvia Avallone e Alberto Prunetti secondo Silvia Ross); infine, le relazioni tra spazio urbano e spazio rurale (in particolare nel saggio di Mauro Candiloro sul “Terzo paesaggio” di Laura Pugno, Italo Testa e Renata Morresi).

5Il taglio polifonico difeso nell’introduzione dalle curatrici viene portato avanti nei contributi dai diversi approcci metodologici: non solo l’ecologia letteraria e l’ecocritica di cui si è detto, ma anche nuove discipline quali gli Animal Studies, i Critical Plant Studies e l’Ecofeminism. A tale interdisciplinarità, grande pregio del volume, non si affianca tuttavia una simmetria tra i due linguaggi promessi nel sottotitolo, ossia la letteratura e il cinema. Se i contributi, infatti, affrontano in maniera sfaccettata testi appartenenti al lungo periodo che va dal secondo dopoguerra alla più stretta contemporaneità, raramente analizzano altre espressioni che non siano quella letteraria (lo fa il saggio di Spunta sull’orto-giardino di Pera, quello di Ciaco sullo spazio installativo creato da Marzaioli con Il volo degli uccelli, infine, quello di Jacopo Turini sull’intersezione tra scrittura ed esperienza nell’opera di Nuto Revelli e di Wu Ming 1); solo un saggio, invece, quello di Sandra Dugo sul Pasolini regista, si dedica effettivamente al cinema. Propendendo verso lo studio di opere letterarie, tuttavia, il volume ha certamente il merito di mostrare la vivacità del dibattito critico e l’urgenza di nuovi studi dedicati alle questioni ecologiche in ambiti sempre più diversi e intermediali, tra letteratura, cinema e arti visive.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica

Lavinia Torti, «Marina Spunta, Silvia Ross (a cura di), Tra ecologia letteraria ed ecocritica. Narrare la crisi ambientale nella letteratura e nel cinema italiani»Narrativa, 45 | 2023, 253-254.

Notizia bibliografica digitale

Lavinia Torti, «Marina Spunta, Silvia Ross (a cura di), Tra ecologia letteraria ed ecocritica. Narrare la crisi ambientale nella letteratura e nel cinema italiani»Narrativa [Online], 45 | 2023, online dal 01 décembre 2023, consultato il 17 mai 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/narrativa/2914; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/narrativa.2914

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