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Recensioni

Monica Farnetti, Sorelle. Storia letteraria di una relazione

Ramona Onnis
p. 244-247
Notizia bibliografica:

Monica Farnetti, Sorelle. Storia letteraria di una relazione, Roma, Carocci, 2022.

Testo integrale

1Il recente volume di Monica Farnetti è la continuazione di un progetto di ricerca pluriennale, dedicato al tema della sorellanza nella letteratura e nelle arti, che ha coinvolto studiose e studiosi delle Università di Cagliari e Sassari.

2L’obiettivo di questo nuovo lavoro è ambizioso: contribuire a una storia letteraria italiana della sorellanza e valorizzare un’esperienza che per secoli è rimasta ai margini della narrazione, sviluppandosi in maniera parallela rispetto alla storia letteraria tradizionale. Il saggio, di cui si apprezzano lo stile ricercato e la ricchezza dei riferimenti, ha una struttura discontinua e rivendica la fecondità di un approccio anacronistico (ispirandosi ai lavori della storica francese Nicole Loraux). Si tralasciano volontariamente gli esempi in negativo, a favore di un’inquadratura decisamente positiva della sorellanza (l’autrice si dice pronta a correre il rischio di una lettura univoca del fenomeno), e si afferma la scelta di sorvolare “sui documentati attriti fra sorellanza e femminismo”, poiché la volontà è quella di “valorizzare la sorellanza come occasione, e renderle onore per questo” (p. 11).

3Il primo capitolo, Incipit sororitas, ha una funzione programmatica; vi sono tratteggiate le linee essenziali del progetto. La figura di Chiara d’Assisi, che ha esteso alle donne l’ideale della fraternitas francescana, è presentata come l’iniziatrice della sorellanza nella letteratura italiana, ovvero di quello straordinario processo che porterà alla sorellanza “globale” e “cosmica”, teorizzate da Robin Morgan e Mary Daly.

4Nel secondo e terzo capitolo, a una rigorosa analisi testuale è affidato il compito di mostrare come il tema della sorellanza sia stato trattato durante il Rinascimento: a una presenza sporadica nell’ambito della novellistica – unica eccezione degna di nota è quella di Bandello – si contrappone una profonda attenzione per la sorellanza nella tragedia ispirata ai classici, grazie alla ripresa della coppia sofoclea di Antigone e Ismene, di quella virgiliana di Anna e Didone e di quella ovidiana di Progne e Filomena. È tuttavia la lirica del Cinquecento che “vanta il primato di accogliere e di onorare l’avvento delle voci femminili” (p. 67), offrendo un primo assaggio di quella sorellanza “felice” che sarà tematizzata più tardi. Attraverso la forma dell’elogio, il rapporto di sorellanza elettiva diventa il “modello direttivo dell’accesso al sapere di una donna per il tramite di un’altra” (p. 77). Farnetti si sofferma su due esperienze in particolare: il prezioso contributo delle poetesse marchigiane del tardo Trecento e la florida stagione del petrarchismo femminile del Cinquecento, con lo scambio di sonetti fra Veronica Gambara e Vittoria Colonna, espressione di solidarietà intellettuale e morale fra donne. La loro ammissione all’Arcadia nel 1695 sancisce il definitivo e pubblico riconoscimento di un fenomeno letterario di rilievo. La modalità encomiastica dei componimenti ricorre spesso al campo semantico della luce: questo è da intendersi non soltanto come un omaggio alla tradizione celebrativa, ma, nota Farnetti richiamando il pensiero di Arendt, come espressione della volontà di affermare la propria presenza, di “apparire” (Scheinen, nel senso di “apparire”, ma anche di “risplendere”) nello spazio pubblico. Laddove gli scrittori presentano la sorellanza come esperienza capace di rendere più nobile una condizione di pena, le scrittrici ne mettono invece in evidenza il potenziale positivo, “fino a proporla come sistema di relazioni radicalmente alternativo a quello vigente” (p. 93).

5Nel capitolo quarto si sceglie una diversa chiave di lettura: il tema della sorellanza è analizzato nel suo legame con il modello narrativo della cloistral fiction. Attraverso una cartografia della sorellanza fra Ottocento e Novecento – che annovera scrittrici e scrittori come Serao, D’Annunzio, Deledda, Palazzeschi, Landolfi, Tobino, Chiara, Ortese – ci si concentra sulle situazioni letterarie in cui l’equilibrio della comunità sororale è turbato e violato dall’irrompere di un agente esterno disturbatore. L’immagine della sorellanza e della femminilità che emerge “non [è] delle più avanzate e promettenti” (p. 97), non si ritrovano esempi di sorellanza felice, le vicende femminili narrate sono di frustrazione e di rinuncia.

6È grazie all’avvento del femminismo che la relazione fra donne e la sorellanza, soprattutto simbolica, acquistano visibilità. Si analizza la portata di tale fenomeno nel capitolo quinto, dal titolo emblematico Verso un sapere della sorellanza: “le sorelle […] si propongono come forme di una nuova e specifica soggettività, pronte a infoltire sulla scena del mondo, e non senza allegria, le problematiche schiere dell’alterità” (p. 114). L’autrice prende in esame dapprima alcuni esempi di sorellanza simbolica, per poi terminare con altri di sorellanza biologica, due esperienze di cui si ribadisce più volte la complementarietà: dai tentativi di inizio secolo di Ada Negri e Paola Drigo, ancora in bilico fra la stagione delle sorelle di pena e quella delle “compagne di splendore”, ai casi di eterotopie al femminile, come quello rappresentato dal reparto di terapia intensiva neonatale, descritto da Valeria Parrella in Lo spazio bianco (2008), in cui il reparto ospedaliero, abitato dalle madri dei bambini ricoverati, diventa un esempio di eterotopia femminile di resistenza. Tale lettura, già proposta da Marina Guglielmi in un suo saggio incluso nel volume Sorelle e sorellanza nella letteratura e nelle arti (2017), dà a Farnetti lo spunto per allestire un primo e interessante catalogo delle eterotopie al femminile del Novecento italiano: le mura del collegio di Nessuno torna indietro di Alba de Céspedes; l’ambiente carcerario narrato da Goliarda Sapienza, non soltanto in L’università di Rebibbia, ma anche nel suo più celebre L’arte della gioia (in tale tipologia di eterotopie si potrebbe inscrivere anche il romanzo Almarina di Parrella); il Centro Donna Salute Mentale che Fabrizia Ramondino descrive nel suo Passaggio a Trieste.

7Farnetti si concentra in seguito sui romanzi storici, ove a destare l’interesse è il rapporto sororale che si instaura fra l’autrice e il suo personaggio femminile. L’operazione di Maria Bellonci in Lucrezia Borgia è stata pionieristica: seguiranno Artemisia di Anna Banti, in cui l’autrice entra in relazione diretta con la pittrice del passato di cui sta narrando la vicenda, nonché alcuni romanzi di Melania Mazzucco, come Lei così amata, La lunga attesa dell’angelo e L’architettrice, accomunati da una volontà di risarcimento: dare visibilità ad artiste del passato, il cui talento è stato a lungo obliterato.

8Dopo aver preso in esame vari esempi di sorellanza simbolica, Farnetti si concentra su alcune esperienze di sorellanza carnale, ovvero di stirpi di donne, esempi di “approccio matrilineare alla memoria e al racconto della storia” (p. 129). Rientrano in quest’ambito Fausta Cialente, Maria Rosa Cutrufelli, Cinzia Giorgio. In Sorelle di Lidia Ravera si ritrova il motivo della madre che affida la figlia alla propria sorella, intrecciando il continuum madre-figlia con quello sorella-sorella. Infine sono menzionati altri due esempi di maternità condivisa fra sorelle: Bella mia di Donatella Di Pietrantonio e Maria di Marisa Madieri.

9Di Donatella di Pietrantonio, Farnetti segnala anche i successivi L’arminuta e Borgo Sud, a riprova non soltanto dell’interesse dell’autrice per il tema della sorellanza ma, più in generale, a conferma di un notevole successo che, da qualche anno a questa parte, esso riscuote in ambito letterario, non soltanto in Italia, ma anche all’estero, determinando un vero e proprio “exploit editoriale”. La strada verso una sorellanza intesa come “potente creazione affettiva ed efficace strategia politica” (p. 10) è avviata, e questo saggio contribuisce a illuminarla.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica

Ramona Onnis, «Monica Farnetti, Sorelle. Storia letteraria di una relazione»Narrativa, 45 | 2023, 244-247.

Notizia bibliografica digitale

Ramona Onnis, «Monica Farnetti, Sorelle. Storia letteraria di una relazione»Narrativa [Online], 45 | 2023, online dal 01 décembre 2023, consultato il 03 octobre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/narrativa/2883; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/narrativa.2883

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Ramona Onnis

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