Sperimentare l’impegno nella poesia contemporanea. Alessandra Carnaroli: curare con la katana
Abstract
Il presente contributo intende affrontare la questione dell’impegno in quella tendenza della poesia italiana che, non disdegnando la lezione ricavata dalla Neoavanguardia, pone al centro del suo fare il rapporto tra ideologia e linguaggio. In questa poesia che tenta di contrapporsi all’inciviltà del mondo contemporaneo partendo da un decentramento dell’io lirico, si delineano metodi e approcci stilistici diversi, tra cui quello di Alessandra Carnaroli (Femminimondo, 2011; Poesie con katana, 2019; 50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti, 2021) che sarà qui oggetto di analisi.
Indice
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Inchieste e tentativi di ridefinizioni collettive dell’impegno:
il ruolo della poesia
- 1 Siti Walter, Contro l’impegno. Riflessioni sul Bene in letteratura, Milano, Rizzoli, 2021.
- 2 Triano Vincenzo, Artivismo. Arte, politica, impegno, Torino, Einaudi, 2022.
- 3 Gefen Alexandre, Réparer le monde. La littérature française face au xxie siècle, Paris, Éditions Co (...)
1La vexata quaestio dell’impegno sembra essere nuovamente al centro dell’attenzione dei teorici e critici della letteratura e dell’arte sia in Italia – come dimostrato dalla pubblicazione del pamphlet di Walter Siti, provocatoriamente intitolato Contro l’impegno. Riflessioni sul Bene in letteratura1 o dal recente volume di Vincenzo Trione, Artivismo. Arte, politica, impegno2 – che in Francia, se si pensa ad esempio ai titoli del saggista francese Alexandre Gefen, Réparer le monde. La littérature française face au xxie siècle et La littérature est une affaire politique3.
- 4 Alexandre Gefen fa qui riferimento a Rancière Jacques, Politique de la littérature, Paris, Galilée, (...)
- 5 Gefen Alexandre, La littérature est une affaire politique, cit., p. 12.
- 6 “Le besoin d’intervention adressé à la littérature est patent dans un monde de crises, de dissoluti (...)
- 7 Ibid., p. 24.
2Proprio da quest’ultimo recente libro di Alexandre Gefen mi sembra utile partire notando, innanzitutto, come esso sfrutti il modello dell’inchiesta letteraria. A una trentina di autori francesi contemporanei, tra cui Annie Ernaux e Mathias Énard, vengono poste una serie di domande identiche non tanto sulle loro convinzioni politiche quanto sulla loro “politica della letteratura”4. Nell’introduzione al volume Alexandre Gefen nota infatti che quasi tutti gli scrittori e le scrittrici intervistati, sebbene rifiutino l’ormai desueta categoria di letteratura impegnata, sono lungi dal rivendicare un’indifferenza estetizzante nei confronti di problemi di natura sociale e politica5. Anzi, con tematiche e modalità formali anche molto differenti fra loro, mostrano tutti la necessità evidente che la letteratura intervenga in un mondo in crisi6: sia pur non “impegnato”, lo scrittore deve comunque essere “implicato”7.
- 8 Il dibattito sul ritorno alla realtà e la fine del pensiero debole e del postmodernismo risale in I (...)
3Una costatazione simile struttura il corposo volume precedente di Gefen, Réparer le monde, nel quale il critico sostiene come il “ritorno alla realtà” della letteratura francese contemporanea8 sia caratterizzato dal suo valore “terapeutico”, sulla base di progetto più riparatore che emancipatore:
- 9 Gefen Alexandre, Réparer le monde, cit., p. 9; ma anche: “l’object de cet ouvrage est donc de réflé (...)
Tout se passe, me semble-t-il, comme si, dans nos démocraties privées de grands cadres herméneutiques et spirituels collectifs, le récit littéraire permettait de penser le singulier, de donner sens aux identités pluralisées, de retisser les géographies en constituant des communautes: autant de programmes moins émancipateurs que réparateurs9.
4La narrativa degli ultimi vent’anni sarebbe dunque all’insegna del care, allo scopo di prendersi cura del mondo, riparare, riconnettere, ricollegare.
- 10 Siti Walter, Contro l’impegno, cit., p. 20.
- 11 Ibid., pp. 20-21.
- 12 Ibid., p. 37.
- 13 Considerazioni del tutto coerenti, non solo rispetto alla propria attività di romanziere, ma soprat (...)
5Proprio da Réparer le monde prende le mosse Contro l’impegno di Walter Siti. Laddove Gefen vuole soprattutto mostrare che nella produzione di scritture contemporanee il “valore terapeutico o ricostruttivo della letteratura si è esteso dalla psicologia individuale al dovere sociale”10, nei vari capitoli di Contro l’impegno, dedicati ad autori che spaziano dalla letteratura d’inchiesta all’apologia della vittima, Siti denuncia invece quella che gli appare come una preoccupante tendenza della narrativa contemporanea: “la consegna generalizzata di rivolgersi al maggior numero, semplificando ed esteriorizzando i testi”, “un engagement che [gli] pare sostanzialmente dimidiato e perfino controproducente”11. E quando Siti fa riferimento all’impegno sartriano, precisando come Gefen sottolinei la distanza della nuova letteratura di intervento dal modello del filosofo francese, è per ricordare come per l’appunto in Sartre “l’engagement letterario [fosse] sostanzialmente una scuola di libertà, intendendo per libertà il rovesciamento continuo dell’ordine”12 e non una scrittura rassicurante, consolatoria, un’apologia dei buoni sentimenti13. “Parole, parole, un’alluvione di parole: oggi è questo il problema”, scrive lucidamente Siti in Contro l’impegno, per poi aggiungere:
- 14 Siti Walter, Contro l’impegno, cit., p. 260.
Si dice che con le parole si può cambiare il mondo, “le parole sono importanti” – ma se davvero sono importanti, allora bisogna anche saperle ascoltare (proprio loro, non le idee), farsi vuoti e disposti a lasciarsi guidare dal loro misterioso aggregarsi […]. Questo di solito faceva la grande letteratura e principalmente la poesia, che non a caso è caduta in un pericoloso cono d’ombra, a meno di ridursi a poesia d’occasione14.
- 15 Anche il saggio di Walter Siti ha immediatamente suscitato del resto un importante momento di confr (...)
- 16 La rubrica “Snuff Box” è ospitata da lay0ut, magazine online di scrittura letteraria e critica, tra (...)
- 17 Ecco quanto si legge nel cappello introduttivo alle interviste: “Si estrae una presa di tabacco da (...)
- 18 L’ultima intervista pubblicata al momento della redazione di questo articolo è del 7 aprile 2023.
- 19 La lista degli intervistati comprende, in ordine alfabetico: Nadia Agustoni, Antonella Anedda, Ales (...)
6Il modello dell’inchiesta letteraria15, questa volta sul versante italiano, struttura anche il progetto Snuff box16, un’indagine online sul tema dell’impegno in ambito poetico che parte dal bisogno di una “presa di realtà”17, di una sua inalazione e masticazione. In un ciclo di interviste realizzate a partire dal luglio 202218, Massimo Palma e Sara Sermini, poeti e critici, pongono otto domande fisse a coppie di poeti contemporanei, ascrivibili a tendenze anche molto diverse fra loro19, per poi soffermarsi su domande individuali legate alla poetica di ognuno degli intervistati. Se per un’ovvia mancanza di spazio non posso qui trascrivere tutte le domande nella loro integralità, mi preme rimarcare però, come si percepisce già dalle parole-chiave in testa a ogni domanda (gesto, voce, oggetti infami, impegno, colpa-debito, verità obliqua, empatia, margini), che l’intento di queste interviste sta, in primo luogo, nel cercare di definire i termini della stessa pratica poetica. Così, ad esempio, si legge nelle prime due domande:
Gesto. Prendere la parola, dare voce, togliere la parola, restituire il silenzio. C’è un gesto, tra questi che ti sembra rappresentare la tua scrittura poetica? Oppure nessuno di questi?
- 20 https://www.layoutmagazine.it/tag/snuff-box/
Voce. Cos’è la voce dell’altrə? Un fatto acustico, sonoro? Una presenza o un’assenza? Un fantasma o una realtà fisica? E come ti rapporti con questa voce?20
- 21 Ibid.
7Al di là delle risposte puntuali fornite dai vari poeti e poetesse, la cui sintesi ed elaborazione spetterà agli ideatori di Snuff box, si deve sottolineare la duplice necessità all’origine della loro indagine. Da un lato, in effetti, la messa a confronto dei vari poeti e poetesse, su domande condivise, mostra l’esigenza di affrontare collettivamente una tematica, quella dell’impegno, che viene percepita nuovamente come urgente. Dall’altro, l’operazione procede attraverso tentativi di definizione, di accerchiamento del senso, in quanto tali interviste, come indica il cappello introduttivo, cercano di “sondare il rapporto tra poesia e impegno”, attraverso “le parole che lo connotano, i gesti tesi che lo caratterizzano”21.
- 22 Quest’ultima, come scrive Simonetti, sembra oscillare tra “mito delle origini” e “nevrosi della fin (...)
8La riflessione collettiva alla base di queste indagini, in Francia e in Italia, è sintomo dunque del bisogno di individuare le nuove direzioni della scrittura, narrativa o poetica22, e il suo significato in relazione a un mondo le cui rapidissime mutazioni avvengono in un orizzonte tecnologico totalmente inedito e nel quale le precedenti coordinate ideologiche non sembrano più fornire strumenti ermeneutici e politici efficaci. Così scrive ad esempio Francesco Targhetta nella poesia La colpa al capitalismo con cui si apre la raccolta eponima:
- 24 Giovenale Marco, “Scritture di ricerca dopo il paradigma (appunti da un saggio in costruzione)”, in (...)
- 25 Sulla marginalità come spazio di libertà critica insistono in molti, sia gli ideatori di “Snuff box (...)
- 26 Il riferimento è ai poeti ascrivibili alla cosiddetta “poesia di ricerca”, tra i quali, in partico (...)
- 27 Policastro Gilda, L’ultima poesia. Scritture anomale e mutazioni di genere dal secondo Novecento a (...)
- 28 Ibid., p. 129.
9Si tratta insomma di ridisegnare il perimetro dell’azione poetica e del suo rapporto al linguaggio a seguito di quello che è percepito come un profondo e radicale cambiamento di paradigma24. È forse proprio grazie alla sua relativa marginalità25, al “cono d’ombra” che la rende libera dalle logiche di mercato, e grazie alla sua consuetudine a prestare ascolto alle parole come scrive Siti, che la scrittura poetica può farsi carico di ripensare il rapporto tra scrittura e mondo, partendo da un desiderio di riparare il linguaggio stesso. In questa prospettiva è notevole la ricerca condotta da alcuni poeti italiani, che assumono criticamente l’eredità della Neoavanguardia26, e pongono al centro del loro operare il rapporto tra ideologia e linguaggio, convinti che la letteratura abbia il compito fondamentale di attuare una critica dei linguaggi contemporanei, tanto di più nell’era della comunicazione virtuale globalizzata, con l’obiettivo di “rinsaldare pragmaticamente (nelle cornici e nei contenuti) mondo e testo”27. A questo proposito dice bene Gilda Policastro quando afferma: “Comune è inoltre la convinzione che solo a partire da un rinnovamento delle forme e dei codici letterari si possa restituire un’idea di mondo non contraffatta”28.
Alessandra Carnaroli: fare poesia con la katana
10Tra i poeti che appartengono alla generazione post-’68, nei quali forse meglio si esprime la percezione del cambio di paradigma intervenuto con l’esplosione di internet e la promiscuità tra virtuale e reale, particolarmente emblematico è il lavoro di Alessandra Carnaroli (1979), che ha esordito ormai oltre vent’anni fa con Taglio intimo (Fara editore, 2001), silloge cui hanno fatto seguito un gran numero di raccolte: Scartata (in Poesie dall’inizio del mondo, DeriveApprodi, 2007), Femminimondo (Polimata, 2011), sei lucia (Isola, 2014), elsamatta (ikonaLíber, 2015), Primine (edizioni del verri, 2017), Ex-voto (Oèdipus, 2017), fino ai più recenti Sespersa (Vydia, 2018), In caso di smarrimento / riportare a: (il canneto, 2019), Poesie con katana (Miraggi, 2019), 50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti (Einaudi, 2021).
- 29 Come afferma Silvia De March: “ogni raccolta si misura con uno specifico tema di rilevanza colletti (...)
- 30 Cfr. ad esempio “per Alessandra Carnaroli”, il dossier a lei consacrato da il verri, n. 65, ottobre (...)
- 31 De March Silvia, Prefazione, cit., p. 6.
- 32 La furia è il titolo dell’ultima opera di Alessandra Carnaroli: Carnaroli Alessandra, La furia, Mil (...)
- 33 Alla riflessione sul significato del “noi” e sul suo rapporto con la politica, è dedicato un belli (...)
11L’impegno a collegare la dimensione privata e quella collettiva appare, in primissima istanza, come il filo più evidente della sua produzione29. Tutte le sue raccolte hanno come punto di partenza storie legate alla condizione femminile: i diversi tipi di violenza inflitti alle donne, adulte e bambine, in Femminimondo, la follia in elsamatta, la demenza senile In caso di smarrimento / riportare a:, la malattia in Ex-voto, il tema dell’aborto in Sespersa. Tuttavia, come giustamente osservato da più critici30, la sua scrittura risulta “engagée”31 non solo sul piano dei contenuti ma soprattutto dal punto di vista formale, in uno sforzo di denuncia non tanto dei fatti in sé, quanto degli automatismi del linguaggio, spie di sovrastrutture culturali e ideologiche, oppressive e retrograde. La vera forza e coerenza politica dell’opera di Carnaroli non è dunque nei temi da lei affrontati quanto nei meccanismi linguistici di volta in volta congegnati e nella capacità di restituire una pluralità di voci diverse, voci che paiono còlte sul vivo, e che spesso condensano in poche battute, come istantanee, la ferocia, la furia32 delle relazioni quotidiane. A queste diverse enunciazioni Carnaroli dà spazio in una apparente sospensione del proprio giudizio, facendo sì che i versi regrediscano fino ad accogliere il sostrato ideologico dei suoi parlanti e in tal modo facendolo agire concretamente sulla pagina. Nell’accogliere la voce dell’altro e nel farla echeggiare con altre voci, si esprime una forma di impegno politico, ossia la ricerca di un “noi”33, l’esigenza di ricostruire uno spazio collettivo, come afferma anche Helena Janeckez:
- 34 Janeczek Helena, Introduzione, in Carnaroli Alessandra, Sespersa, Vydia editore, 2018, p. 8. Corsiv (...)
Penso che l’aspetto più politico e, nello specifico, più femminista della poesia di Carnaroli stia nella rinuncia a una lingua capace di dare un senso a ciò che accade a coloro cui presta voce. Nei suoi testi, questa scelta non riproduce solo l’alienazione, solipsistica e nichilista […]. A me sembra che Alessandra Carnaroli scelga di togliersi le parole di bocca, affinché quelle che restano parlino per tutte34.
- 35 Bello Minciacchi Cecilia, Polittico Carnaroli, cit., p. 63.
12Così, ad esempio, la raccolta Femminimondo, forse tra le sue opere più compiute, presenta un susseguirsi di scene quotidiane di violenza, fatti di cronaca raccontati in prima persona, spesso dall’oltretomba, dalle stesse vittime – figlie, mogli, madri, compagne – o dai loro carnefici (mariti, fidanzati, padri). Il contrasto tra la familiarità del resoconto restituito attraverso il linguaggio quotidiano del corpo (“la passerotta”, “la crosticina”), attraverso immagini che rinviano a oggetti di tutti i giorni (“bruci come le candele quando va via la luce”) e i fatti crudi, scarni – evocati così da presso (ricorre la figura dell’ipotiposi) che la mente di chi legge li coglie solo in modo progressivo nella totalità del loro orrore – provoca nel lettore un vero e proprio shock, che l’assenza di pathos e la sospensione del giudizio rende ancora più raggelante. Il ricorrere di episodi drammatici – in una infinita serie di violenze rappresentate iper-realisticamente, sempre ingegnose e diverse nei modi ma sempre uguali per quanto riguarda le vittime e soprattutto le motivazioni – serve a mostrare la drammatica persistenza di una cultura basata su modelli patriarcali di controllo: “Bersagli del libro sono costumi di sopruso e cultura retriva, istituzioni che mancano al proprio compito, reticenze e silenzi che diventano correi” 35.
- 36 Carnaroli Alessandra, 50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti, Torino, Einaudi, 2021, p. 36.
- 37 Ibid., p. 64.
- 38 Cortellessa Andrea, “Alessandra Carnaroli, tutta casa e carnaio”, in Leparoleelecose, 14 febbraio 2 (...)
13Essenzialità, carnalità, quotidianità e allusività sono tra i principali ingredienti anche della più recente silloge 50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti, costruita in due sezioni parallele che nella loro serialità e nella loro simmetria si rispondono e dialogano: da un lato, storie di ordinaria disperazione femminile, dall’altro storie di ordinaria violenza contro le donne. Così, la “tazza da caffè” regalata “ad ogni compagno di classe / prima del trapasso / suicidio sotto treno oggi”36 potrebbe, perché no, essere quella utilizzata come oggetto contundente nella seconda sezione: “tazza / con la faccia di mafalda / che si sveglia / per fare / occhi giapponesi / sorrisi”37. In un caso come nell’altro, lo humour macabro e straniante di “questa scrittura brutalista”, di “queste parole-lama”, per riprendere due espressioni usate da Andrea Cortellessa38, producono un effetto di distanziamento che intenzionalmente agisce controcorrente rispetto al tono scandalistico e voyeuristico dei media.
14Anche la precedente raccolta, Poesie con katana, sui cui vorrei soffermarmi, è composta da due sezioni che sembrano rispondersi dialetticamente. La prima parte, intitolata “carico e scarico”, è costituita da 127 componimenti brevissimi, quasi degli haiku, tutti sul tema della prostituzione, mentre la seconda sezione, “murini / inserisci un emoji”, presenta 33 testi nei quali vengono date da leggere le dichiarazioni qualunquiste di una costellazione di personaggi che vanno dai no-vax ai simpatizzanti dei movimenti “per la vita”. La reificazione e la mercificazione del corpo femminile, la sessualità finalizzata unicamente al piacere maschile viene così messa in relazione con la sessualità intesa a scopo riproduttivo.
- 39 Carnaroli Alessandra, Poesie con katana, Torino, Miraggi edizioni, 2019, p. 20.
- 40 Ibid., p. 30.
15Anche in questi testi, Alessandra Carnaroli ricorre a parole dirette, senza veli, finanche al turpiloquio, a una fisicità, una carnalità che richiamano la brutalità dei rapporti mercificati (“ti offendi se ti chiamo / negra // ho le orecchie / foderate / di cazzo // che me ne frega”39 o anche “se ti sporco il cazzo / dopo sessoanale / mi scali 10 euro / per la fatica / che ti devi lavare”40). Tuttavia, l’effetto raccapricciante di questa prima parte non è dato solo dagli scorci di vita, veri e propri calvari, di queste prostitute immigrate, dai brandelli di esistenze desolate che si percepiscono nei micro-racconti ma soprattutto dalla sovrapposizione di voci quotidiane, banali (le loro, quelle dei clienti) che questi permettono di ascoltare e in cui si intravede il panorama morale e ideologico contemporaneo. Così, ad esempio nel componimento seguente si intrecciano le voci di una prostituta che racconta l’omicidio di una transessuale, quella del cliente contrariato nello scoprire il sesso maschile della trans e quella del carabiniere.
lei era maschio sotto
ma nascosto
questo si
è arrabbiato
adesso
te lo stacco
ha preso le chiavi
per segarlo
come albero
l’hanno ritrovata
la mattina
intera
- 41 Ibid., pp. 45-46.
io lo prenderei a martellate
ha detto il carabiniere
se mi fa la sorpresa41
- 42 Balestrini Nanni, La violenza illustrata, Torino, Einaudi, 1976; Id., La nuova violenza illustrata, (...)
16Lo stile scarno, asciutto, dall’oralità apparentemente immediata, nasconde in realtà un sapiente controllo del linguaggio: si noti ad esempio l’assonanza tra varie parole e espressioni (“ma nascosto”, “maschio sotto”, “stacco”; “segarlo” e “albero”). L’alternanza tra pronomi e desinenze femminili e maschili, in un gioco di slittamenti tra generi, preannuncia lo scivolone finale: l’aggressività becera di chi – il carabiniere – sembrerebbe voler tutelare la vittima e invece alla vittima, già morta, rivolge la propria violenza verbale. In questa sua capacità di mettere a nudo la violenza sociale attraverso una mimesi critica del linguaggio e dei suoi luoghi comuni, Carnaroli recupera pienamente una delle lezioni di Nanni Balestrini, autore da lei molto amato. Come nel Balestrini de La Violenza illustrata42, infatti, Carnaroli, partendo dai fatti di cronaca o da frammenti di discorsi còlti nel loro accadere, fa scaturire il senso dal confronto o dallo scontro delle voci.
17Significativo è del resto anche, come si diceva, il rapporto dialettico fra la prima parte della raccolta in cui compaiono solo le voci in presa diretta delle prostitute e la seconda parte in cui invece le voci sono schermate, distanziate e protette dal medium – un qualsiasi social, forse Facebook – in cui si esprimono su eventi che riguardano terze persone.
Si parla tanto di diritti umani
e il diritto di questo bambino
condannato dai medici
morire soffocato? / faccia con mascherina
satana agisce
attraverso i medici e le autorità
/ diavolo alieno fantasma
per quale schifoso motivo
non vogliono che i loro genitori
portino il LORO bimbo a casa?
/ cuore spezzato diavoletto famiglia vittoria cuore
il loro bimbo a casa
il loro bimbo a casa
dado vegetale
c’è posto
nel primo scaffale
dio non stacca la spina
in cucina
- 43 Carnaroli Alessandra, Poesie con katana, cit., p. 86.
scorda il gas43.
18I testi si fanno mimetici delle affermazioni poco articolate, perentorie e rapide, che abbondano nei post e nei loro relativi commenti. La sintassi a volte è approssimativa, così come i luoghi comuni e gli stereotipi da cui nascono tali discorsi, che si scagliano contro colpevoli generici non chiaramente identificati (“si parla”, “i medici”, “le autorità”, “non vogliono”), a volte inesatta o ridondante, come mostra ad esempio la ripetizione del possessivo “loro” nei versi seguenti: “non vogliono che i loro genitori / portino il LORO bimbo a casa?”. Del resto, come segnala tipograficamente il fatto che alcuni versi siano spostati a sinistra, Carnaroli non può esimersi dal formulare una sorta di commento al commento: insistendo anaforicamente sul possessivo (“il loro bimbo a casa” / “il loro bimbi a casa”) e attraverso la paronomasia che mette in relazione “bimbo” con il famoso e costoso elettrodomestico “bimbi”, esplicita il fatto che anche i figli ormai sono desiderati e considerati alla stregua di una merce, un nuovo bene di consumo.
19All’estrema stringatezza, alla rastremazione della prima sezione, risponde la chiacchiera, il bavardage dei social, come mostra la ripresa dei primi versi di questo componimento pressoché identici a quelli apparsi poche pagine prima:
- 44 Ibid., p. 84.
si parla tanto di diritti umani
e il diritto di questo bambino
condannato dai medici / dottore con siringa in mano
faccia verde di nausea faccia con testa fasciata44.
- 45 Ead., elsamatta, Francavilla al mare, IkonaLiber, 2015, p. 7.
20Già in elsamatta del resto Carnaroli si era cimentata a restituire le modalità comunicative di queste pseudo-comunità effimere che si costituiscono in rete: “il lavoro si basa sui commenti postati all’interno di un gruppo fb, / ‘quelli che una volta gli ha fatto la fuga l’elsa matta’. / Svago e tragedia normale, quotidiano di una donna matta e dei suoi seguaci fedeli, quasi cani”45.
21Inedita è invece in Poesie con katana la trascrizione verbale degli emoji con i quali ormai si esprimono gli apprezzamenti o le critiche a commento dei post, in cui la complessità della lingua si banalizza e regredisce a linguaggio dei simboli da tastiera. La traduzione in parole dei famosi pittogrammi inventati negli anni Novanta in Giappone (il termine emoji è composto da due ideogrammi che significano immagine e carattere, lettera), che ricorrono identici o quasi da un componimento all’altro, permette di percepire la semplificazione, la standardizzazione del pensiero che il loro uso implica, il modo in cui, pervasivamente e impercettibilmente, intorpidiscono le coscienze.
- 46 Come attesta il dizionario Treccani, il termine “murino” si riferisce ai topi, ai ratti: dal latino (...)
- 47 Carnaroli è certamente fra i primi, se non la prima, ad aver scritto, a caldo (sui social, e in par (...)
22Il termine “murini” che appare come titolo della seconda sezione potrebbe dunque far riferimento sia al “muro”, alla “bacheca” nella quale gli utenti dei social pubblicano i loro aggiornamenti, sia, come aggettivo sostantivato, all’idea che essi siano come topi46, cavie di un esperimento sociale. Vari componimenti della sezione esprimono, sotto forma di critiche mosse per l’appunto sulle bacheche, l’idea che siano in corso esperimenti clinici sulla gente47. Ma il riferimento alle sperimentazioni può essere anche letto metatestualmente, la sperimentazione forse più preoccupante è quella che avviene attraverso i nuovi linguaggi dei social e che trasforma gli individui in animali, cavie da laboratorio o “quasi cani”, come scrive Carnaroli in elsamatta:
sperimentiamo prima
sui topolini
ma in questo caso
saltiamo diretti
l’evoluzione
della specie / cane che muove il sedere con cuore
somministriamo cura
per non perdere mi piace / faccia che strizza l’occhio e fa la linguaccia faccia che bacia
genitore
di
bambino roditore
fa audience / faccia sorridente con occhiali da sole wow cuore cuore.
- 48 Il protagonista, la cui famiglia è stata sterminata da un demone, cerca una cura affinché sua sorel (...)
- 49 Carnaroli Alessandra, Telecroniche, in Antinomie, 3 marzo 2020, https://antinomie.it/index.php/2020 (...)
- 50 “Così avviene per l’instapoetry, che rischia di diventare la forma egemone della poesia al di fuori (...)
23In tal senso, la katana del titolo, associata all’immagine stilizzata di una bambolina in kimono che appare in copertina, esprime la necessaria spietatezza da usare nei confronti dell’infodemia odierna, nella ricerca di una cura che, come nel famosissimo manga Demon slayers – Kimetsu no yaiba (letteralmente “La lama dell’ammazzademoni”), dovrebbe permettere di farci tornare umani48. L’interesse rivolto al linguaggio dei social media non si esplica però soltanto nella sua pars destruens ma cerca di sfruttarne anche la pars construens, vale a dire l’incisività, la rapidità e la capillarità. Alessandra Carnaroli utilizza in effetti gli strumenti della comunicazione intermediale, della rete, impadronendosi di forme emergenti come l’instapoetry49, in modo tutt’altro che ingenuo: evitando ad esempio quegli scogli (dilettantismo, soggettivismo e sentimentalismo) che solitamente le caratterizzano50.
- 51 Giuliani Alfredo, “Introduzione”, I Novissimi. Poesie per gli anni ’60 (1965), Torino, Einaudi, 201 (...)
- 52 Cfr. l’espressione “littérature rémédiatrice” in Gefen Alexandre, Réparer le monde, cit., p. 19. Pe (...)
24Nella celebre “Introduzione” ai Novissimi, Alfredo Giuliani stabiliva una relazione tra “verità” della poesia e il suo essere contemporanea al “sentimento della realtà, ovvero alla lingua che la realtà parla in noi con i suoi segni inconciliabili”51. Oggi come allora, o forse ancor più di allora, la possibilità dell’impegno in letteratura non può prescindere dalla consapevolezza delle trasformazioni radicali che l’esplosione della rete produce sul linguaggio e quindi dalla ricerca di forme e strumenti che si confrontino con questi cambiamenti nel tentativo di trovare cure e rimedi ai principali virus che lo colpiscono52.
Note
1 Siti Walter, Contro l’impegno. Riflessioni sul Bene in letteratura, Milano, Rizzoli, 2021.
2 Triano Vincenzo, Artivismo. Arte, politica, impegno, Torino, Einaudi, 2022.
3 Gefen Alexandre, Réparer le monde. La littérature française face au xxie siècle, Paris, Éditions Corti, 2017; Id., La littérature est une affaire politique. Enquête autour de 26 écrivains français, Paris, Éditions de l’Observatoire/Humensis, 2022.
4 Alexandre Gefen fa qui riferimento a Rancière Jacques, Politique de la littérature, Paris, Galilée, 2007.
5 Gefen Alexandre, La littérature est une affaire politique, cit., p. 12.
6 “Le besoin d’intervention adressé à la littérature est patent dans un monde de crises, de dissolution des références passées et de déliaison territoriale, familiale et sociale: il est entretenu par des écrivains qui, renonçant à la bohème, viennent aujourd’hui occuper le vide laissé par la disparition des autres systèmes de sens”, ibid., p. 21.
7 Ibid., p. 24.
8 Il dibattito sul ritorno alla realtà e la fine del pensiero debole e del postmodernismo risale in Italia ai primi anni del Duemila, a cominciare da Luperini Romano, La fine del postmoderno, Napoli, Guida, 2005.
9 Gefen Alexandre, Réparer le monde, cit., p. 9; ma anche: “l’object de cet ouvrage est donc de réfléchir à des transformations déterminantes en train de s’opérer sous nos yeux: transformation des pratiques littéraires, des genres et des normes, de la place de l’écrivain, mais surtout de la parole que nous qualifions de littéraire, autour de l’émergence d’un modèle par lequel la littérature se justifie et se reconnaît, d’un paradigme par lequel elle propose un mode d’action et une forme d’insertions dans la société contemporaine. Je voudrais décrire ce paradigme clinique comme une manière de demander à l’écriture et à la lecture de réparer, renouer, ressouder”, p. 11.
10 Siti Walter, Contro l’impegno, cit., p. 20.
11 Ibid., pp. 20-21.
12 Ibid., p. 37.
13 Considerazioni del tutto coerenti, non solo rispetto alla propria attività di romanziere, ma soprattutto rispetto alla sua attività di critico letterario se già negli anni Settanta Siti cercava di approfondire una riflessione sul linguaggio nel suo Realismo dell’avanguardia, Torino, Einaudi, 1975.
14 Siti Walter, Contro l’impegno, cit., p. 260.
15 Anche il saggio di Walter Siti ha immediatamente suscitato del resto un importante momento di confronto e dibattito collettivo, come mostra ad esempio la rassegna di interventi presentati dal blog letterario La Balena Bianca: https://www.labalenabianca.com/2021/11/25/senza-impegno-la-tavola-rotonda/
16 La rubrica “Snuff Box” è ospitata da lay0ut, magazine online di scrittura letteraria e critica, traduzione, ricerca visuale e musicologica: https://www.layoutmagazine.it/tag/snuff-box/
17 Ecco quanto si legge nel cappello introduttivo alle interviste: “Si estrae una presa di tabacco da una scatola, generalmente di latta, la si posa sul dorso della mano o nello spazio tra i tendini alla base del pollice (la ‘tabacchiera anatomica’). Poi si aspira col naso. È un gesto inconsueto ormai. La narice si fa nera. Nera la saliva. È un gesto inelegante. Come quello del/la poeta, quando prende tra le dita la materia del reale, inspira, la incorpora. Mastica. La presa di realtà può diventare presa di parola. È uno dei gesti dell’impegno”.
18 L’ultima intervista pubblicata al momento della redazione di questo articolo è del 7 aprile 2023.
19 La lista degli intervistati comprende, in ordine alfabetico: Nadia Agustoni, Antonella Anedda, Alessandra Carnaroli, Bernardo De Luca, Carmen Gallo, Marco Giovenale, Maddalena Lotter, Franca Mancinelli, Simona Menicocci, Fabio Pusterla. Per la questione della frammentazione del campo della poesia contemporanea e delle varie tendenze che vi coabitano, si vedano Simonetti Gianluigi, La letteratura circostante. Narrativa e poesia nell’Italia contemporanea, Bologna, Il Mulino, 2018 e Pugno Laura, Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea, Milano, Il Saggiatore, 2021.
20 https://www.layoutmagazine.it/tag/snuff-box/
21 Ibid.
22 Quest’ultima, come scrive Simonetti, sembra oscillare tra “mito delle origini” e “nevrosi della fine” (Simonetti Gianluigi, La letteratura circostante, cit., pp. 139-226).
23 Targhetta Francesco, La colpa al capitalismo, Milano, La nave di Teseo, 2022, p. 13. Caratteristica notevole della scrittura di Targhetta, anche in questa sua ultima raccolta, è la capacità di far emergere da innumerevoli situazioni infra-ordinarie, da microstorie banali nelle quali ogni lettore può riconoscersi, la perdita di senso che caratterizza la società contemporanea e il desiderio di rifondare le condizioni di possibilità di rapporti umani non alienati: “Ma non puoi fare a meno di cercarli / ovunque / e di amare quel vuoto strano / dove dovrebbero essere / e non sono”, ibid., p. 45.
24 Giovenale Marco, “Scritture di ricerca dopo il paradigma (appunti da un saggio in costruzione)”, in Punto critico, 10 settembre 2012, https://puntocritico2.wordpress.com/2012/09/10/scritture-di-ricerca-dopo-il-paradigma-appunti-da-un-saggio-in-costruzione/
25 Sulla marginalità come spazio di libertà critica insistono in molti, sia gli ideatori di “Snuff box” (nell’ultima domanda dell’inchiesta, “margini”) che, ad esempio, il critico Guido Furci nel suo intervento nel dibattito su Contro l’impegno di Siti: “Salvo eccezioni, la poesia contemporanea sfugge alle regole del mercato, contribuisce attivamente a problematizzare il senso di quell’‘avventura conoscitiva’ che l’autore oppone a spinte di carattere (forzatamente?) testimoniale, gode di una libertà che le permette, in particolar modo in Italia e in Europa, di sottrarsi piuttosto agilmente a mode e tendenze giustamente contestabili (e in qualche caso anche decisamente pericolose”. Cfr. “Senza impegno/5: quattro domande intorno al pamphlet di Walter Siti”, risposte di Roberto Batisti, Guido Furci e Marzia Beltrami, in La balena bianca, 22 ottobre 2021, https://www.labalenabianca.com/2021/10/22/senza-impegno-5-quattro-domande-intorno-al-pamphlet-di-walter-siti/
26 Il riferimento è ai poeti ascrivibili alla cosiddetta “poesia di ricerca”, tra i quali, in particolare, Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Marco Giovenale, Andrea Inglese, Michele Zaffarano. Attraverso il sito Gammm e il lavoro di traduzione intrapreso da alcuni di loro, hanno contribuito attivamente ad allargare l’orizzonte della poesia italiana a esperienze straniere, americane e francesi, introducendo ad esempio le nozioni di “dispositivo” e di “post-poesia”. Mi permetto di rimandare a Tosatti Ada, “Dispositivi realistici nei poeti degli anni Zero”, in Contarini Silvia, De Paulis Maria Pia, Tosatti Ada (a cura di), I nuovi realismi nella cultura italiana all’alba del terzo millennio. Definizioni e prospettive, Massa, Transeuropa, 2016, pp. 199-215; Ead., “Ragione poetica e ragione grafica nella poesia di ricerca: elencazioni, sequenze, stringhe”, in Ticontre. Teoria Testo Traduzione, S.l., n. 8, novembre 2017, pp. 179-198; Ead., “Poesia e contestazione dalla neo-avanguardia alle scritture di ricerca: il filo rosso balestriniano”, in Contarini Silvia, Milanesi Claudio (a cura di), Controculture italiane, Firenze, Franco Cesati Editore, 2019, pp. 45-53.
27 Policastro Gilda, L’ultima poesia. Scritture anomale e mutazioni di genere dal secondo Novecento a oggi, Milano, Mimesis, 2021, p. 127.
28 Ibid., p. 129.
29 Come afferma Silvia De March: “ogni raccolta si misura con uno specifico tema di rilevanza collettiva con problematiche che incidono la vita privata di gran parte di noi”; cfr. Prefazione a Carnaroli Alessandra, In caso di smarrimento / riportare a:, Genova, Il Canneto editore, 2019, p. 5.
30 Cfr. ad esempio “per Alessandra Carnaroli”, il dossier a lei consacrato da il verri, n. 65, ottobre 2017, pp. 45-83, che riunisce i seguenti interventi: Ottonieri Tommaso, “Lettera di Alessandra”; Bello Minciacchi Cecilia, “Polittico Carnaroli”; Schiavone Ivan, “Cronache dal mondo offeso: Alessandra Carnaroli o della critica della ragion mediale”; Cortellessa Andrea, “L’infanzia selvaggia”.
31 De March Silvia, Prefazione, cit., p. 6.
32 La furia è il titolo dell’ultima opera di Alessandra Carnaroli: Carnaroli Alessandra, La furia, Milano, Solferino, 2023.
33 Alla riflessione sul significato del “noi” e sul suo rapporto con la politica, è dedicato un bellissimo numero monografico di Critique: Macé Marielle (a cura di), Nous, Critique, n. 841-842, giugno-luglio 2017. Noi si intitola anche il libro di prose di Alessandro Broggi, in cui l’autore sperimenta un’enunciazione alla prima persona plurale, una sorta di diario di viaggio in terre inesplorate dopo che i protagonisti hanno abbandonato il mondo civilizzato per eccesso di informazioni: Broggi Alessandro, Noi, Roma, Tic edizioni, 2021.
34 Janeczek Helena, Introduzione, in Carnaroli Alessandra, Sespersa, Vydia editore, 2018, p. 8. Corsivi nel testo.
35 Bello Minciacchi Cecilia, Polittico Carnaroli, cit., p. 63.
36 Carnaroli Alessandra, 50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti, Torino, Einaudi, 2021, p. 36.
37 Ibid., p. 64.
38 Cortellessa Andrea, “Alessandra Carnaroli, tutta casa e carnaio”, in Leparoleelecose, 14 febbraio 2022, https://www.leparoleelecose.it/?p=43455
39 Carnaroli Alessandra, Poesie con katana, Torino, Miraggi edizioni, 2019, p. 20.
40 Ibid., p. 30.
41 Ibid., pp. 45-46.
42 Balestrini Nanni, La violenza illustrata, Torino, Einaudi, 1976; Id., La nuova violenza illustrata, a cura di Andrea Cortellessa, Torino, Bollati Boringhieri, 2019.
43 Carnaroli Alessandra, Poesie con katana, cit., p. 86.
44 Ibid., p. 84.
45 Ead., elsamatta, Francavilla al mare, IkonaLiber, 2015, p. 7.
46 Come attesta il dizionario Treccani, il termine “murino” si riferisce ai topi, ai ratti: dal latino murinus, derivato di mus muris “topo”: “bambino murino / in via di sperimentazione / dove voi vedete solo ciccia / trancio di pizza ramen coscio di pollo / dio misericordia / porta / un panino”, Ead., Poesie con katana, cit., p. 72.
47 Carnaroli è certamente fra i primi, se non la prima, ad aver scritto, a caldo (sui social, e in particolare su Instagram e Facebook), del trauma collettivo rappresentato dalla pandemia di Sars-Covid19 e della conseguente vaccinazione di massa.
48 Il protagonista, la cui famiglia è stata sterminata da un demone, cerca una cura affinché sua sorella, unica sopravvissuta ma trasformata in demone, possa tornare umana.
49 Carnaroli Alessandra, Telecroniche, in Antinomie, 3 marzo 2020, https://antinomie.it/index.php/2020/03/03/telecroniche/
50 “Così avviene per l’instapoetry, che rischia di diventare la forma egemone della poesia al di fuori del contesto strettamente letterario – della poesia, potremmo dire, “percepita” in seno alla massa –, e che intrattiene col canone poetico il medesimo rapporto che può vantare il selfie rispetto alla fotografia (o al cinema): un ripiegamento dilettantesco e soggettivo, ma pur sempre una rinnovata espressività, adeguata ai tempi”, Policastro Gilda, L’ultima poesia, cit., pp. 171-172.
51 Giuliani Alfredo, “Introduzione”, I Novissimi. Poesie per gli anni ’60 (1965), Torino, Einaudi, 2012.
52 Cfr. l’espressione “littérature rémédiatrice” in Gefen Alexandre, Réparer le monde, cit., p. 19. Per essere remédiatrice – il termine francese remédiation, come anche l’inglese remediation, sta per “rimedio”, “cura” – la ricerca di nuove scritture deve dunque fare i conti con strategie di rimediazione, nel senso ad esempio definito dai teorici statunitensi, Jay D. Bolter e Richard Grusin, per cui i vecchi media devono ripensarsi sulla base delle innovazioni prodotte dai nuovi media: cfr. Bolter Jay David, Grusin Richard, Remediation. Competizione e integrazione tra media vecchi e nuovi, Milano, Guerini, 2003 [prima edizione, Remediation: Understanding New Media, 1999].
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Notizia bibliografica
Ada Tosatti, «Sperimentare l’impegno nella poesia contemporanea. Alessandra Carnaroli: curare con la katana», Narrativa, 45 | 2023, 87-100.
Notizia bibliografica digitale
Ada Tosatti, «Sperimentare l’impegno nella poesia contemporanea. Alessandra Carnaroli: curare con la katana», Narrativa [Online], 45 | 2023, online dal 01 décembre 2024, consultato il 21 avril 2025. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/narrativa/2643; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/narrativa.2643
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