Navigation – Plan du site

AccueilNuméros27Comptes rendusMarco Zonch, Scritture postsecola...

Comptes rendus

Marco Zonch, Scritture postsecolari. Ipotesi su verità e spiritualità nella narrativa italiana contemporanea

Firenze, Franco Cesati, 2023, 232 pages
Gerardo Iandoli
p. 405-408
Référence(s) :

Marco Zonch, Scritture postsecolari. Ipotesi su verità e spiritualità nella narrativa italiana contemporanea, Firenze, Franco Cesati, 2023, 232 pages

Texte intégral

  • 1 Esiste, però, un’importante filone della filosofia analitica che afferma che ogni proposizione ve (...)

1Il testo in questione si inscrive, in maniera piuttosto inedita, all’interno del dibattito critico sul ritorno del reale nella letteratura italiana contemporanea, questione che ormai impegna il mondo accademico (e non solo) da più di un decennio. Per poter comprendere l’originalità di tale studio critico è necessario, però, introdurre almeno qualche breve coordinata critica per orientarsi all’interno dei temi affrontati dal volume. Come punto di partenza, bisogna tenere conto del fatto che parlare di verità o di reale non è la stessa cosa. La verità è un attributo che può riferirsi soltanto a una proposizione, cioè a una descrizione di un particolare fatto o stato di cose. Ogni proposizione si riferisce a un particolare mondo, il quale può essere quello in cui noi tutti siamo immersi o un mondo possibile o uno di invenzione. Se c’è corrispondenza tra la proposizione e il particolare mondo alla quale si riferisce, allora la proposizione è vera, altrimenti è falsa. La realtà è, invece, l’insieme dei fatti e degli stati di cose avvenuti e che avvengono all’interno del mondo in cui noi tutti siamo immersi. Per tale motivo, è possibile che una proposizione sia vera senza necessariamente riferirsi a un fatto reale, come quando si descrivono le trame di alcuni romanzi: il fatto descritto è vero soltanto in riferimento al mondo fittizio dell’opera, ma non è reale rispetto al mondo oltre le pagine1.

2Con la pubblicazione del no 57 della rivista Allegoria nel 2007, si accende, nel panorama degli studi critici sulla letteratura italiana, il dibattito sul ritorno del reale nelle scritture degli anni Duemila. Gli scrittori non si limitano, quindi, a rappresentare mondi realistici, cioè dalle dinamiche sociali simili a quelle osservabili nel mondo dei lettori, ma descrivono e analizzano fatti reali, storicamente avvenuti. A differenza, però, del saggio storico, la letteratura degli anni Duemila rappresenta tali eventi reali mescolandoli a elementi fittizi, rendendo estremamente difficile, per il lettore, definire in maniera netta il grado di realtà dei fatti raccontati. Da questo punto di vista, il testo esempio e per questo ampiamente commentato dalla critica è Gomorra di Roberto Saviano, non a caso autore da cui le stesse riflessioni di Zonch prendono avvio.

3Secondo la prospettiva che Scritture postsecolari intende aprire, in alcune opere della letteratura italiana del nuovo millennio si fa riferimento a un mondo reale più ampio rispetto a quello a cui noi, di solito, siamo abituati. Infatti, i confini di tale mondo non si limitano a quelli definiti dalla dimensione materiale, ma si estendono ben oltre, aprendosi a una dimensione spirituale. Zonch delinea le coordinate di queste scritture partendo da tre autori (Roberto Saviano, Antonio Moresco e Valerio Evangelisti), per poi verificare la sua proposta critica su un eterogeneo corpus di testi di Emanuele Trevi, Tiziano Scarpa, Erri De Luca, Aldo Nove e Vanni Santoni. I riferimenti teorici di Zonch sono principalmente due: la filosofia di Michel Foucault, soprattutto le sue riflessioni sulla parrēsia, e la sociologia religiosa contemporanea, da cui trae l’espressione « postsecolare ».

4In estrema sintesi, si può dire che Scritture postsecolari si occupi di studiare la funzione referenziale dei testi presi in esame. È un lavoro che prevede, per forza di cose, di oltrepassare i confini testuali: infatti, una proposizione, a meno che non sia una tautologia, non contiene in se stessa gli elementi in grado di verificarla e di definirne il grado di realtà. Quest’ultimo è definibile soltanto, come si è visto, facendo un confronto col mondo esterno alle pagine. Per tale motivo, Zonch si muove attraverso i passaggi metanarrativi dei testi del suo corpus e gli apparati paratestuali d’autore, soprattutto interviste e commenti critici, in cui i vari scrittori definiscono la propria poetica. Lo statuto ontologico dei testi, quindi, viene definito a partire da una ricostruzione delle intenzioni artistiche degli autori analizzati. Di fatto, una proposizione che si riferisce a una dimensione spirituale non può essere verificata, almeno attraverso i normali strumenti di analisi in nostro possesso. Per questo motivo, Zonch attua il confronto tra le descrizioni dei testi e le credenze degli autori, le quali diventano il vero punto di riferimento, per l’appunto, per definire la funzione referenziale dei testi presi in esame.

5Il critico, quindi, si muove all’interno dello spazio interiore degli autori. Questo aspetto introduce un altro elemento molto importante per queste scritture: il riferimento a una realtà più vasta ha come fine quello di permettere al lettore un cammino di trasformazione intima. La lettura, quindi, assume i tratti di un viaggio iniziatico, in cui chi legge ascende a una condizione di coscienza più elevata. Secondo Zonch, alla base di queste scritture sarebbe presente un atteggiamento di « controcondotta »: la dimensione ontologica più ampia servirebbe ad attuare una critica nei confronti del discorso del potere.

6Alla luce di quanto detto fino ad adesso, è possibile fare un primo bilancio: le scritture postsecolari si mostrano come delle narrazioni del reale, ma inteso in un’accezione più ampia. Non negano la dimensione materiale o scientifica dell’esistente, ma mostrano come quest’ultima non sia sufficiente: è necessario allargare i confini del mondo reale a una dimensione metafisica. Tale dimensione, però, non viene descritta in maniera chiara, ma è una sorta di meta ideale alla quale il lettore dovrebbe arrivare alla fine della lettura. Questa dimensione spirituale è la patria di una verità più alta, purificata dagli inganni del discorso del potere.

7Le scritture postsecolari sembrano essere un affascinante tentativo per uscire dal postmoderno, così come descritto da Jean-François Lyotard. Secondo il filosofo, l’epoca postmoderna è caratterizzata dalla fine delle grandi narrazioni, cioè discorsi capaci di legare le persone tra di loro in maniera forte, come ad esempio quello religioso o quello dei grandi partiti politici. Si passa, quindi, da società sorte intorno a grandi nuclei aggregativi ad altre più frammentate, in cui sono presenti tanti piccoli nuclei, a volte anche in totale antitesi tra di loro. In un contesto del genere, è difficile credere in una verità forte: la letteratura postmoderna, quindi, si è concentrata sulla rappresentazione di questo mondo senza più punti di riferimento, in cui è complicato definire in maniera netta che cosa sia reale e cosa no, dove si attraversano varie visioni del mondo, se non addirittura vari mondi, nell’impossibilità di riconoscere un nucleo di unità forte per l’esistenza stessa. Le scritture postsecolari, seppur non riprendano le grandi narrazioni spirituali della tradizione, propongono una visione del reale più solida rispetto a quella postmoderna, in cui, nonostante tutto, è riconoscibile uno spazio trascendente garante di una verità più alta. Se le grandi narrazioni religiose del passato fondavano la propria forza sulla certezza di una realtà metafisica, definita molto spesso in maniera precisa, le narrazioni postsecolari, nell’impossibilità di poter offrire la stessa precisione, traggono la loro forza nella semplice credenza che una realtà metafisica ci sia, nonostante la sua natura non appaia così chiara. È un luogo ancora da esplorare: per le scritture postsecolari conta l’impegno per raggiungere tale meta, più che la mappatura della stessa.

8Durante la lettura di Scritture postsecolari, però, vengono in mente le parole di due importanti testi che hanno cercato di indagare la natura della letteratura: Vere presenze di George Steiner e L’éspace littéraire di Maurice Blanchot. Due libri molto diversi, ma accumunati da uno stesso fine: individuare nella letteratura la possibilità di entrare in contatto con parti del reale che oltrepassano i confini della materia. La letteratura, quindi, sarebbe caratterizzata da una continua tensione verso la trascendenza, verso un di più che si trova oltre l’esperienza meramente fisica. La letteratura spinge i lettori ad allargare i confini della propria esistenza, indagando aspetti al limite con mondi sconosciuti, come la morte. Pertanto, l’originalità delle scritture postsecolari non dovrebbe essere individuata nel riferimento a una realtà più ampia, somma di materia e spirito, ma nella continua ricerca critica e metanarrativa degli autori, che si interrogano sulla natura di questa realtà metafisica e, soprattutto, su come la letteratura stessa sia capace di raggiungere tale realtà. Se il postmoderno usava i passaggi metanarrativi per mettere in mostra la finzionalità dei propri racconti, le scritture postsecolari, al contrario, hanno bisogno della metanarrazione per sottolineare, invece, come sia proprio lo spazio finzionale a poter aprire la mera materia a una visione del mondo più complessa, vicina a una verità più completa.

Haut de page

Notes

1 Esiste, però, un’importante filone della filosofia analitica che afferma che ogni proposizione vera è anche reale, poiché non concede al mondo in cui noi siamo immersi, definito come attuale, uno statuto ontologico più forte rispetto a quelli possibili o di finzione. Ai fini di questa recensione, si è ritenuto opportuno non addentrarsi in questioni così complesse, differenziando il concetto di vero da quello di reale per maggiore chiarezza.

Haut de page

Pour citer cet article

Référence papier

Gerardo Iandoli, « Marco Zonch, Scritture postsecolari. Ipotesi su verità e spiritualità nella narrativa italiana contemporanea »Italies, 27 | 2023, 405-408.

Référence électronique

Gerardo Iandoli, « Marco Zonch, Scritture postsecolari. Ipotesi su verità e spiritualità nella narrativa italiana contemporanea »Italies [En ligne], 27 | 2023, mis en ligne le 12 juillet 2024, consulté le 02 novembre 2024. URL : http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/italies/12752 ; DOI : https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/12a52

Haut de page

Auteur

Gerardo Iandoli

Aix Marseille Université, CAER, Aix-en-Provence, France

Articles du même auteur

Haut de page

Droits d’auteur

CC-BY-NC-ND-4.0

Le texte seul est utilisable sous licence CC BY-NC-ND 4.0. Les autres éléments (illustrations, fichiers annexes importés) sont « Tous droits réservés », sauf mention contraire.

Haut de page
Rechercher dans OpenEdition Search

Vous allez être redirigé vers OpenEdition Search