77 | 2021
Arte e fine dell'arte
In Europa, gli scritti più conosciuti di Arthur C. Danto (1924-2013) restano certamente quelli di filosofia dell’arte. Negli ultimi vent’anni, la ricezione europea di questi lavori ha generato una vivace discussione, soprattutto in ambito estetico. Tale successo va interpretato nel riflesso dei complessi rapporti intrattenuti da Danto con i classici del pensiero continentale. Il presente fascicolo di Rivista di Estetica tenta di far luce sul variegato panorama di questi rapporti. Gli articoli di cui è composto interrogano, da prospettive differenti, la maniera in cui Danto ha assunto e rielaborato alcuni temi- chiave della tradizione continentale: lo statuto della narrazione, la mimesis, la bellezza, il sublime, la storicità dell’arte, il nesso fra arte ed esperienza sensibile. Ne risulta un quadro plurale che conferma quanto questa “conversazione europea” sia stata cruciale per l’originale attività di Danto come filosofo e critico d’arte: continuativa ma esposta a ripensamenti, vasta nei riferimenti, ispiratrice e irregolare nelle forme, peculiare nel metodo, eterodossa negli esiti.
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Introduzione [Testo integrale]
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L’errore di Danto [Testo integrale]
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La rue est à nous. Dal mondo dell’arte a Google street view (e ritorno) [Testo integrale]
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L’influsso morale dell’arte. Danto, Platone e le strategie della Mimesis [Testo integrale]
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La storia dell’arte dopo la fine della storia dell’arte [Testo integrale]
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Danto, l’arte e i regimi di storicità. Un percorso di lettura [Testo integrale]
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Sensi di una fine. Danto e l’arte post-storica [Testo integrale]
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Recensioni
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Emilio Garroni, Estetica. Uno sguardo-attraverso [Testo integrale]
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