32 | 2006
semantica e ontologia
In un tentativo di autodifesa che all’epoca apparve ai più come disperato, Bill Clinton ebbe a dire che l’esistenza o meno del suo affaire con Monica Lewinsky dipendeva da quale significato si sarebbe dovuto attibuire alla semplice parole «è». Che il legame tra le parole e la realtà non sia esattamente quello immaginato (o, meglio, sperato) da Clinton dovrebbe essere evidente a tutti: sappiamo con ragionevole certezza che l’esistenza di un gran numero di cose non dipende dal significato che attribuiamo ai termini del nostro linguaggio o dalle cose che diciamo. Ma, dall’altro canto, abbiamo per questo un’immagine chiara di quale sia il rapporto tra linguaggio e realtà?
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Introduzione [Testo integrale]
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Le ambigue virtù della forma logica [Testo integrale]
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Un enigma per l’ontologia [Testo integrale]
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Finzione, indifferenza e ontologia [Testo integrale]
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Russell e l’abbandono. Del suo meinonghianesimo nascosto [Testo integrale]
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Mancanze, omissioni e descrizioni negative [Testo integrale]
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varia
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Chattando sulle e-mail filosofiche [Testo integrale]
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Il denaro come limite dell’economia e incidente della storia [Testo integrale]
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Come guarire dal nichilismo con meno di 1 euro [Testo integrale]
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Putnam contro le rappresentazioni mentali: il caso della percezione [Testo integrale]
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L’ontologia naturale: uno sguardo da linguista [Testo integrale]
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recensioni
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Georges Didi-Huberman, Images malgrétout [Testo integrale]
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J.-P. Sartre, Tintoretto o il sequestrato di Venezia [Testo integrale]
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