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HomeNumerisupplemento al n. 58Introduzione

Testo integrale

Il curatore desidera ringraziare: il maestro Ugo Nespolo e tutti i collaboratori dello Studio Nespolo per la disponibilità, il supporto e la collaborazione accordati durante la fasi di consultazione, reperimento e selezione dei materiali di archivio finalizzate alla realizzazione del presente volume; l’editore Rosenberg & Sellier e il suo staff di redazione; la Fondazione Sardi per l’Arte; Sara Rossino per la rilettura dei testi; le autrici e gli autori dei saggi scritti appositamente per questo numero speciale “Rivista di estetica”; le autrici e gli autori che hanno concesso la ripubblicazione dei loro saggi.

1Ugo Nespolo (1941) ha attraversato gli ultimi cinquant’anni sperimentando in quasi tutti i campi dell’arte ed esprimendo con ironia e atteggiamento ludico la propria poetica di confine, tra avanguardia e pop.

2Alla sua ricerca artistica - che spazia dalle installazioni oggettuali ai dipinti, dalle performance alle sculture, dalla produzione cinematografica a quella grafica e illustrativa - è dedicato questo numero speciale “Rivista di estetica” che offre riflessioni di carattere critico/letterario e filosofico. Il volume è diviso in due sezioni.

3La prima è composta da una selezione dei testi più significativi di critici, artisti, poeti, storici dell’arte e del cinema che documentano cronologicamente gli sviluppi del lavoro di Nespolo dagli anni Sessanta ai primi anni del nuovo millennio.

4L’atteggiamento progettante (Del Guercio) e il laboratorio mentale offerto ai fruitori delle sue opere (Restany), caratterizzano il lavoro di Nespolo. Ossia la sua pratica combinatoria orientata da un approccio all’arte sia ludico sia concettuale (Barilli) decisivo per una poetica che, a metà tra fare e pensare, può essere anche intesa come un riflesso dell’acculturazione (Trini). Ripercorrendo la vasta produzione artistica di Nespolo non si può fare a meno di cogliere, tanto sul versante visivo-pittorico quanto su quello filmico, la rievocazione degli ultimi esiti del dada (Vergine) e delle sperimentazioni delle avanguardie (Fagone, Bertetto). L’attitudine ludica e la capacità di enfatizzare i tratti visionari e comunicativi dell’arte favoriscono anche una rilettura in chiave postmoderna del suo lavoro (Crispolti) orientato da una continua ricerca di senso (Caroli). A confermarlo sono anche i contributi di artisti e poeti (Baj, Simonetti, e Sanguineti) compagni delle esperienze creative di Nespolo, che possono essere riassunte in unica parola: puzzle. Un termine ricorrente in diversi testi della prima sezione e che non può mancare in un glossario che ricapitola la poetica dell’artista (Poli).

5La seconda sezione raccoglie i saggi di filosofi che prendono in esame taluni aspetti della ricerca artistica di Nespolo, approfondendola secondo le direzioni della filosofia contemporanea. Ironiche, esuberanti, visionarie e soprattutto pop. Queste le cifre che contraddistinguono le opere visive di Nespolo. Attestazioni della sua ricerca pittorica che enfatizza il valore narrativo e fiabesco della Pop Art (Andina). Opere che da una parte ci invitano a meditare sulla natura stessa della rappresentazione, sul rapporto con il fruitore e sul ruolo del museo (Caldarola); d’altra parte, promuovono nuovamente il valore educativo dell’arte tramutandola spesso in strumento di comunicazione affine al medium pubblicitario (Dorfles). Sul versante della produzione visiva emerge certamente la ripresa da parte di Nespolo del modello warholiano, basato sull’accettazione delle cose, degli oggetti e della realtà al fine di duplicarli e renderli superficie visiva, bellezza costruibile attraverso la reiterazione iconica (Mecacci). La passione di Nespolo per gli oggetti e la loro consacrazione nel mondo dell’arte favoriscono, inoltre, una riflessione circa l’iscrizione e l’espressione che determinano il pronunciarsi di un’opera intesa come oggetto sociale (Ferraris) appartenente alla nostra gerarchia dei valori condivisi culturalmente.

6La maestria e la versatilità di Nespolo spiccano anche nella sua elaborazione scenica per la Madama Butterfly, che ci invita a riflettere nuovamente sull’unicità e la ripetibilità dell’opera d’arte in rapporto alla sua struttura finzionale e narrativa (Barbero). Caratterizzata dal primato della manualità, la ricerca di Nespolo è anche considerabile nei termini di una liberazione postmoderna basata sul recupero dell’utilizzo delle immagini. Un recupero guidato da un atteggiamento affettivo verso le cose, che rivela tuttavia l’aspetto più tragico dell’esperienza della mortalità attraverso l’arte (Vattimo). Nespolo, tuttavia, è un artista che non può essere considerato unicamente in rapporto alla produzione visiva o a quella oggettuale. La trasversalità caratterizza la sua poetica sin dagli inizi della sua carriera quando, avvicinandosi all’Arte Povera, adotta una metodologia creativa all’intersezione tra tradizione e concettualismo (Dal Sasso). Eventi, azioni, oggetti e di nuovo immagini contraddistinguono la sua maturazione artistica dalla seconda metà degli anni Sessanta. In questo periodo Nespolo partecipa anche alle azioni Fluxus esprimendosi all’insegna della interdisciplinarità e della multimedialità, sia come performer sia come documentarista (Santarcangelo). Documentare i mutamenti del mondo dell’arte è solo uno degli aspetti della ricerca di Nespolo evolutasi in direzione del cinema. L’altro aspetto è quello della produzione sperimentale che sfida i “dogmi” della filosofia del film, in virtù dei mondi narrativi che le sue opere filmiche riescono a offrire ai fruitori (Terrone).

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica

Davide Dal Sasso, «Introduzione»Rivista di estetica, supplemento al n. 58 | 2015, 3-4.

Notizia bibliografica digitale

Davide Dal Sasso, «Introduzione»Rivista di estetica [Online], supplemento al n. 58 | 2015, online dal 30 novembre 2015, consultato il 09 octobre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/estetica/2253; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/estetica.2253

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Autore

Davide Dal Sasso

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