Giorgio Del Zanna, I cristiani e il Medio Oriente (1798-1924)
Giorgio Del Zanna, I cristiani e il Medio Oriente (1798-1924), Bologna, Il Mulino, 2011, 368 pp.
Testo integrale
Credits: Giorgio DEL ZANNA, I cristiani e il Medio Oriente (1798-1924), Bologna, Il Mulino, 2011, 368 pp.
- 1 DEL ZANNA, Giorgio: I cristiani e il Medio Oriente (1798-1924), Bologna, Il Mulino, 2011, p. 9.
1I Paesi che compongono il Medio Oriente, le loro vicende storiche e le loro turbolenze presentano ancora oggi un nodo irrisolto della storia e della politica internazionali. Comunemente si è propensi a identificare la regione mediorientale come un’area a maggioranza musulmana, dominata dai progressi e dagli sconvolgimenti storici delle popolazioni arabe. Tuttavia, a partire dalla fine del XVIII secolo fino agli albori del XX secolo, una parte decisiva nello sviluppo di questa regione è stata giocata dalle popolazioni orientali di religione cristiana. Infatti, nell’Ottocento, «il ruolo dei cristiani è stato superiore al loro peso numerico e appare oggi illuminante per comprendere il passaggio dall’Impero Ottomano agli Stati nazionali da cui è scaturito il moderno Medio Oriente»1.
- 2 DEL ZANNA, Giorgio: Roma e l’Oriente. Leone XIII e l’Impero Ottomano, Milano, Guerini, 2003; DEL ZA (...)
2Questa considerazione si pone alla base dell’innovativo lavoro di Giorgio Del Zanna, docente di Storia dell’Europa Orientale all’Università Cattolica di Milano. Il presente saggio, complementare agli altri lavori di Del Zanna2, si inserisce nel nuovo panorama di studi legati all’Impero Ottomano e all’Ottomanistica, proponendo un’analisi della vicenda ottomana e balcano-mediorientale completamente inedita sia dal punto di vista delle fonti utilizzate – sempre più spesso ricavate dagli archivi ottomani – sia dal punto di vista metodologico e teorico.
3Questa nuova corrente storiografica propone un radicale ripensamento delle vicende degli Osmanli e delle categorie ad essi connesse, a cominciare da quelle legate ai cristiani orientali. Lo studio delle comunità cristiane del Medio Oriente e del loro ruolo politico, sociale ed economico, proposto da Del Zanna, infatti, consente al lettore di farsi un quadro chiaro ed esauriente di alcuni dei nodi principali che hanno portato alla nascita del moderno Medio Oriente attraverso la transizione dall’Impero Ottomano agli Stati nazionali odierni.
4La narrazione, tuttavia, non si sofferma esclusivamente sulle “minoranze” cristiane e sulle loro relazioni, indagandole da un punto di vista esclusivamente comunitario e limitato. Al contrario, l’autore sviluppa una sapiente descrizione della società ottomana tardo imperiale mettendo in evidenza i nodi cruciali del suo mutamento e le modalità con cui questo mutamento ha influito sulle – e influenzato le – “minoranze” cristiane dell’Impero. Queste ultime non sono analizzate in considerazione della loro professione di fede cristiana, ma a partire dalla loro condizione di cristiani ottomani, ovvero in quanto comunità perfettamente inserite all’interno della fluida e variegata realtà ottomana.
5I temi guida di questo percorso, che spazia dalla conquista napoleonica dell’Egitto alla fondazione della Repubblica Turca, sono l’approccio alla modernità, il confronto con l’Europa e con i musulmani, il pluralismo e la formazione di nuove identità. Accanto ad essi, si intrecciano le tematiche legate alle riforme del mondo ottomano, il ruolo del Vaticano e della Chiesa romana, senza tralasciare il ruolo decisivo giocato dalle forze endogene alla plurale società ottomana, spesso rivelatesi fondamentali nella strutturazione dei nuovi Stati mediorientali.
6Il merito di Del Zanna è di non isolare tutte queste tematiche in compartimenti stagni, ma di inserirle nel contesto più ampio dell’ultimo secolo ottomano, proponendo una descrizione dei fatti e dei mutamenti sociali completa ed esauriente. Nel saggio di Del Zanna, infatti, il vero filo conduttore è l’Impero Ottomano e le sue trasformazioni, motivo in più per apprezzare questo testo e il suo valore scientifico.
7Il volume è aperto da un’introduzione in cui vengono descritte a grandi linee le tematiche e si propone un interessante quadro storiografico degli studi finora pubblicati relativamente alle comunità cristiane orientali. L’importanza delle considerazioni storiografiche riguarda soprattutto la definizione dei nuovi approcci che la storia ottomana e del Medio Oriente necessita per una più profonda e precisa analisi dei fatti storici del “lungo Ottocento”. Nelle pagine introduttive Del Zanna spiega come l’odierna ricerca storica abbia superato i concetti imperialisti e orientalisti, al pari di quello di Huntington sullo scontro di civiltà, e come stia emergendo, nel generale ripensamento della storia ottomana, un coinvolgimento dell’Impero Osmanli nelle grandi correnti di modernizzazione e globalizzazione internazionali.
8«Le vicende mediorientali costituiscono», infatti:
- 3 DEL ZANNA, Giorgio: I cristiani e il Medio Oriente (1798-1924), Bologna, Il Mulino, 2011, p. 25.
“un paragrafo di storia globale narrato in dialetto locale” nella quale, però, il Medio Oriente non appare semplicemente come un beneficiario passivo della modernità europea, ma piuttosto come artefice di una acquisizione selettiva di quanto le élite locali ritenevano utile al loro sviluppo, elaborando una peculiare “via ottomana alla modernità”3.
9Il saggio si articola in quattro parti in cui, attraverso una suddivisione cronologico-tematica, l’autore spiega l’evoluzione delle comunità cristiane orientali e la loro funzione all’interno del panorama ottomano, fornendo anche una chiara spiegazione dei principali caratteri del sistema di coabitazione multireligiosa imperiale.
- 4 I Dhimmi nella società ottomana tradizionale sono tutti coloro che non sono musulmani ma al tempo s (...)
10Per prima cosa, Del Zanna espone e chiarisce il concetto di Dhimmitudine4 e ne descrive il suo peculiare rapporto con la modernità e l’Europa, due fattori fondamentali per l’evoluzione dei cristiani orientali e per la presa di coscienza della loro identità.
11Nei primi due capitoli, i cristiani orientali vengono presentati come una delle componenti sociali della società ottomana più dinamiche e rivolte alla modernità, se non altro per via dei più diretti contatti con il mondo e le realtà europee. A questo quadro, l’autore affianca anche l’interpretazione del ruolo giocato dalle riforme ottomane del periodo delle Tanzimat e dai cambiamenti socio-politici che esse hanno portato nella struttura imperiale ottomana. Due dinamiche che si sono rivelate alla base dell’espansione delle comunità cristiane.
12Fin dall’inizio del opera appare evidente come cristiani e ottomani siano strettamente connessi e complementari in questo lungo processo di formazione del Medio Oriente moderno. Come chiarisce Del Zanna, infatti, le diverse comunità ottomane sono complementari e interdipendenti tra loro ad un grado tale che tutte le dinamiche interne ad un gruppo hanno sicuramente ricadute anche sugli altri. Una compenetrazione testimoniata soprattutto nel paragrafo sulle città e sullo sviluppo urbano ottomano ottocentesco, nel quale viene palesata la convivenza sociale alla base del cosmopolitismo ottomano, smentendo le teorie segregazioniste proposte fino ad ora da molti storici.
13La seconda parte, invece, allarga il quadro tematico e teorico e passa a descrivere (capitolo III) le diverse comunità cristiane orientali, le pressioni europee esercitate sull’Impero attraverso l’azione missionaria per culminare nella disamina (capitolo IV) dei rapporti tra Vaticano e Istanbul. In questi due capitoli Del Zanna mette in evidenza i principali caratteri dei cristiani orientali e le loro complesse diversità sottolineando come la religione sia divenuta nel XIX secolo ottomano un fattore identitario e destabilizzante, in quanto usato dall’Europa come arma per inserirsi sempre più prepotentemente all’interno della società e dell’economia ottomane.
14La seconda parte si conclude con un interessante capitolo (il quinto) sulla risposta a tutte queste sollecitazioni, endogene ed esogene, in cui il tema del “revival” islamico si affianca alla nuova crisi ottomana, seguita al 1878 e alla nuova politica pan-islamica hamidiana. In questo capitolo, snodo di tutto il saggio, l’autore mette in evidenza come riforme, modernità, ottomanismo e sfide euro-cristiane abbiano risvegliato forze endogene alla società ottomana in grado di elaborare le basi per una nuova identità completamente differente dal cosmopolitismo proposto durante le Tanzimat e più vicino ai modelli nazionali dell’Europa moderna.
15In altri termini in queste due prime sezioni Del Zanna mette in risalto alcune delle principali modificazioni subite dall’Impero e dalla società ottomana dimostrando, da un lato la complementarità di cristiani e musulmani e le loro differenti risposte alle sfide della modernità e, dall’altro, mettendo in evidenza la composizione di un terreno di coltura per i successivi sviluppi socio-politici dell’intera regione ottomana.
16Il quadro proposto fin qui, si pone come necessaria premessa alla terza parte del saggio in cui vengono presentati tre esempi di “nazionalismo” in cui le comunità cristiane hanno avuto un ruolo importante: il nazionalismo arabo con il corollario della nozione di “arabità”; la via egiziana alla nazione; e, infine, l’esempio nazionale armeno.
17I tre esempi citati sono anch’essi una premessa alla quarta e conclusiva parte del saggio dove in tre agili capitoli Del Zanna descrive la nascita e gli sviluppi del nazionalismo turco, i motivi del suo ritardo, i suoi obiettivi e le sue dinamiche evolutive, il tutto intrecciato ai drammatici avvenimenti che hanno posto fine all’Impero e permesso l’emergere degli Stati odierni.
- 5 DEL ZANNA, Giorgio: I cristiani e il Medio Oriente (1798-1924), Bologna, Il Mulino, 2011, p. 345.
18In questa parte, molto interessante è, però, l’ultimo capitolo, Costruzione o distruzione del Medio Oriente?, nel quale l’autore propone conclusioni a mio avviso chiarificatrici dell’attuale situazione critica turco-mediorientale. Nei due paragrafi conclusivi, infatti, Del Zanna sottolinea come il Medio Oriente sia composto da società plurali in cui la categoria di nazione è ancora un nodo aperto e difficilmente risolvibile, e come «le minoranze del Medio Oriente, a cominciare dai cristiani, rappresentano oggi non solo la testimonianza residua di una civiltà ormai estinta, ma costituiscono una chance per rivitalizzare quel pluralismo attraverso cui passa lo sviluppo e il futuro delle società contemporanee»5.
19L’opera di Del Zanna ci costringe a ripensare la storia attuale di una regione complessa come il Medio Oriente attraverso l’ancor più complessa storia ottomana e particolarmente attraverso l’esperienza di quelle comunità cristiane, troppo spesso dimenticate o assimilate a più estese realtà europeo-coloniali. Il presente saggio spinge il lettore e lo storico ad interessarsi maggiormente alle realtà locali – cristiane e musulmane – di un vasto e composito Impero, troppo spesso liquidate dalle visioni orientaliste e coloniali ancora molto diffuse nell’opinione pubblica europea.
20Infine, il testo qui presentato permette di ripensare quanto accaduto nel “lungo Ottocento” ottomano alla luce di una nuova prospettiva analitica e tematica al cui centro si pone la società ottomana in tutta la sua pluralità, non più limitata da ristrette visioni eurocentriche o imperialiste. Una società che si dimostra altamente dinamica e vivace anche nelle situazioni di crisi più profonda e che viene sapientemente descritta da Del Zanna in tutte le sue sfaccettature.
21In altri termini il saggio I cristiani e il Medio Oriente si propone come un ottimo punto di partenza per tutti coloro che si vogliano avvicinare o desiderino approfondire le dinamiche del mutamento ottomano e l’evoluzione della struttura sociale ottomana. Un approccio facilitato anche dall’ottima bibliografia proposta in nota dall’autore, che ha il pregio di risultare completa e aggiornata rispetto alle ultime opere pubblicate sull’argomento, testimonianza ulteriore della scientificità e della novità del testo qui proposto.
Note
1 DEL ZANNA, Giorgio: I cristiani e il Medio Oriente (1798-1924), Bologna, Il Mulino, 2011, p. 9.
2 DEL ZANNA, Giorgio: Roma e l’Oriente. Leone XIII e l’Impero Ottomano, Milano, Guerini, 2003; DEL ZANNA, Giorgio, GIOVAGNOLI, Agostino, Il mondo visto dall’Italia, Milano, Guerini, 2004.
3 DEL ZANNA, Giorgio: I cristiani e il Medio Oriente (1798-1924), Bologna, Il Mulino, 2011, p. 25.
4 I Dhimmi nella società ottomana tradizionale sono tutti coloro che non sono musulmani ma al tempo stesso fanno parte delle “genti del Libro”, ovvero sono fedeli ad una delle religioni monoteiste complementari all’Islam: Cristianesimo ed Ebraismo.
5 DEL ZANNA, Giorgio: I cristiani e il Medio Oriente (1798-1924), Bologna, Il Mulino, 2011, p. 345.
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Notizia bibliografica digitale
Luca Zuccolo, «Giorgio Del Zanna, I cristiani e il Medio Oriente (1798-1924)», Diacronie [Online], N° 13, 1 | 2013, documento 17, online dal 01 avril 2013, consultato il 11 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/798; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.798
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