Sandro Rogari, Giustina Manica, Mafia e politica dall’Unità d’Italia ad oggi. 150 anni di storia, Napoli
Sandro Rogari, Giustina Manica, Mafia e politica dall’Unità d’Italia ad oggi. 150 anni di storia, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2011, 271 pp.
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Credits: Sandro ROGARI, Giustina MANICA, Mafia e politica dall’Unità d’Italia ad oggi. 150 anni di storia, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2011, 271 pp.
1Mafia e politica dall’Unità d’Italia ad oggi è un’antologia documentaria curata da Sandro Rogari e Giustina Manica. La celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell’unificazione d’Italia ha offerto lo spunto per un progetto editoriale incentrato sull’analisi dei rapporti fra Stato e mafia.
- 1 ROGARI, Sandro, Mezzogiorno ed emigrazione. L’inchiesta Faina sui contadini meridionali, Firenze, C (...)
2Gli autori, Sandro Rogari – ordinario di Storia contemporanea alla Facoltà di Scienze Politiche dell’ Università di Firenze – e Giustina Manica – assegnista di ricerca presso l’Università di Firenze – hanno già affrontato i temi delle mafie e degli studi meridionalistici in precedenti pubblicazioni1.
3Il volume è ripartito in due sezioni: la prima, scritta da Sandro Rogari, è una panoramica della parabola storica della mafia e dei suoi rapporti con l’istituzione statale; la seconda, la rassegna antologica di documenti e la loro contestualizzazione, è stata curata da Giustina Manica.
- 2 ROGARI, Sandro, MANICA, Giustina, Mafia e politica dall’Unità d’Italia ad oggi. 150 anni di storia, (...)
4In apertura gli autori offrono l’indicazione della possibile etimologia del termine mafia, soffermandosi sulla genesi del «[…] carattere della cultura mafiosa, intesa come atteggiamento mentale, non come organizzazione, che è riconducibile […] al susseguirsi nei secoli di dominazioni estranee alla cultura e alla popolazione isolana»2.
5È proprio nelle dominazioni straniere che è da rinvenire l’origine della mafia come atteggiamento culturale:
- 3 Ibidem, p. 14.
La cultura dell’identità da preservare contro le imposizioni di ordine politico comunque estraneo e percepito come prevaricatore ha concorso a dare alla mafia delle origini un profilo che ne ha favorito l’insediamento sociale e l’acquisizione del consenso.3
6Due passaggi storici segnano, rileva Rogari, il passaggio della Sicilia – e della sua degenerazione mafiosa – nell’età contemporanea. Il primo di questi è rappresentato dal 1812, anno che vide il termine dell’età feudale in Sicilia: qui, però, il feudo si trasformò in proprietà privata dei feudatari, divenendo latifondo; questo processo di trasformazione del feudo in latifondo non poté essere arginato anche per via della formazione – del tutto peculiare – della borghesia siciliana (argomento successivamente ripreso nel capitolo III), frutto del mancato sviluppo della società comunale.
7La seconda data cruciale è individuata nel 1816, con la perdita dell’autonomia concessa alla Sicilia dai Borbone, riunificata in quell’anno al Regno delle due Sicilie.
8Il sicilianismo – inteso come identità culturale – ebbe modo di rafforzarsi proprio nell’ultima fase del regno borbonico. Non vi è, tuttavia, identità tra sicilianismo e mafia:
- 4 Ibidem.
nei secoli si è consolidata in Sicilia un subcultura dell’identità siciliana fatta di modelli culturali e comportamenti, oltre che di codici verbali e non verbali di comunicazione, che concorre a spiegare taluni modelli dell’essere mafioso il cui simbolismo è condiviso dalla cultura siciliana.4
9Il motivo di permanenza della mafia anche nel periodo postunitario è legato al rigetto di un ordinamento giuridico percepito come imposto:
- 5 Ibidem, p. 21.
[…] l’unificazione nazionale, prima e, ancor più, dopo l’unità, in termini giuridici ed amministrativi non fu, soprattutto nel Mezzogiorno, un processo bottom/top, ma piuttosto top/down, ossia nel quale i poteri del centro configurati sulla base della prevalente tradizione piemontese venivano precettate, o meglio imposte alle periferie.5
10Nel capitolo III vengono analizzate le peculiari condizioni socio-economiche alla base della formazione della borghesia nel periodo borbonico e postunitario, passando successivamente in esame l’attuale attitudine “imprenditrice” della mafia.
- 6 Ibidem, p. 28.
L’origine correlata al corrompimento del feudo siciliano, combinato con la tradizione autonomistica del sicilianismo impongono una comprensione specifica del fenomeno e aprono prospettive diverse, oltre che richiedere diverse metodologie di contrasto […] È necessario sviluppare azioni profonde di coinvolgimento della società civile perché reagisca contro processi di degenerazione culturale e politica che stavano a monte delle azioni strettamente criminose.6
- 7 Ibidem, p. 43.
11Il capitolo IV si occupa di far luce sul fenomeno mafioso nel primo periodo postunitario; il capitolo successivo analizza il rapporto fra Stato e mafia nell’età liberale, individuando proprio in quell’era l’avvio del processo di internazionalizzazione della mafia7.
- 8 MANICA, Giuseppina, Mafia e politica tra fascismo e postfascismo. Realtà siciliana e collegamenti i (...)
12I capitoli VI e VII si affrontano la storia dei rapporti tra Stato e mafia durante il ventennio fascista e nel dopoguerra. Durante il ventennio fascista l’operazione Mori produsse un elevato numero di arresti ma colpì duramente in prevalenza la criminalità mafiosa, consentendo la perpetuazione del fenomeno mafioso durante il decennio degli anni Trenta, come sottolineato dalle recenti ricerche di Giustina Manica8. Fu proprio la politica di lavori pubblici sviluppata dal governo fascista a porre le basi per la creazione della prassi dell’infiltrazione mafiosa negli appalti pubblici che divenne prassi nel dopoguerra. Nel periodo 1943-1945 la mafia riuscì a dotarsi di uno strumento militare – l’Esercito Volontario Indipendentista Siciliano (EVIS), braccio armato del Movimento Indipendentista Siciliano (MIS)di Andrea Finocchiaro Aprile – cavalcando, ancora una volta, il tema dell’indipendentismo. L’esperienza fallì ma le forze mobilitate in quell’occasione divennero manodopera per la mafia.
13Il dopoguerra siciliano, contrassegnato dalle lotte bracciatili, vide la mafia impegnata a “ristabilire l’ordine” nelle campagne: culmine delle azioni mafiose fu la strage di Portella della Ginestra. La costituzione dell’ERAS, il processo di inurbamento e il generale mutamento della struttura economica e sociale concorsero alla costituzione di un nuovo legame fra mafia e politica. La mafia andò incontro ad un costante processo di inurbamento, adottandosi al sistema partitocratico e trovò in alcuni politici democristiani – su tutti Gioia, Lima e Ciancimino – gli interlocutori ideali per mettere in piedi nuovi arricchimenti illeciti (in particolare attraverso le pratiche speculative edilizie). Gli ultimi paragrafi del capitolo si soffermano sul mutamento della natura della mafia, globalizzata e divenuta a tutti gli effetti un fenomeno “glocale”.
- 9 Ibidem, p. 62.
14La descrizione della mafia proposta dagli autori nella prima parte del saggio punta a mettere «in evidenza che si tratta di un processo storico di lunga durata, non prodotto di un passaggio effimero e circoscritto della storia siciliana e nazionale»9.
15L’antologia documentaria – seconda sezione del volume – ricalca nella ripartizione dei capitoli la stessa periodizzazione suggerita nella prima parte del libro. Giustina Manica, curatrice della selezione documentaria e della relativa contestualizzazione storica, fornisce così gli elementi per approfondire le questioni affrontate nel saggio introduttivo di Sandro Rogari.
16La sezione è chiusa da una breve bibliografia e da un’intervista a Virginio Rognoni, protagonista politico – con diversi ruoli ministeriali – della lotta alla mafia.
17Il volume risulta una riuscita antologia documentaria volta a ripercorrere i mutamenti nell’interazione fra l’organizzazione mafiosa – a sua volta oggetto di cambiamenti dovuti all’evoluzione sociale ed economica della realtà mondiale – e l’entità statale italiana.
18La compresenza del saggio storico introduttivo di Rogari e della contestualizzazione dei documenti di Manica fa di Mafia e politica dall’Unità d’Italia ad oggi un’antologia rivolta non solamente ad un pubblico specialistico.
Note
1 ROGARI, Sandro, Mezzogiorno ed emigrazione. L’inchiesta Faina sui contadini meridionali, Firenze, Centro Editoriale Toscano, 2002; MANICA, Giustina, «Portella della Ginestra», in Nuova Antologia, 2233, 3/2008, pp. 327-345; MANICA, Giustina, Mafia e politica tra fascismo e postfascismo. Realtà siciliana e collegamenti internazionali 1924-1928, Manduria, Lacaita, 2010.
2 ROGARI, Sandro, MANICA, Giustina, Mafia e politica dall’Unità d’Italia ad oggi. 150 anni di storia, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2011, p. 13.
3 Ibidem, p. 14.
4 Ibidem.
5 Ibidem, p. 21.
6 Ibidem, p. 28.
7 Ibidem, p. 43.
8 MANICA, Giuseppina, Mafia e politica tra fascismo e postfascismo. Realtà siciliana e collegamenti internazionali, Manduria, Lacaita, 2010.
9 Ibidem, p. 62.
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Notizia bibliografica digitale
Jacopo Bassi, «Sandro Rogari, Giustina Manica, Mafia e politica dall’Unità d’Italia ad oggi. 150 anni di storia, Napoli», Diacronie [Online], N° 13, 1 | 2013, documento 16, online dal 01 avril 2013, consultato il 10 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/795; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.795
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