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IV. Recensioni
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Claudia Costa Storti, Paul De Grauwe (eds.), Illicit Trade And Global Economy

Luca Zuccolo
Notizia bibliografica:

Claudia Costa Storti, Paul De Grauwe (eds.), Illicit Trade And Global Economy, Cambridge Mass., MIT Press, 2012, 266 pp.

Testo integrale

Claudia COSTA STORTI, Paul DE GRAUWE (eds.), Illicit Trade And Global Economy, Cambridge Mass., MIT Press, 2012, 266 pp.Visualizza l'immagine
Credits: Claudia COSTA STORTI, Paul DE GRAUWE (eds.), Illicit Trade And Global Economy, Cambridge Mass., MIT Press, 2012, 266 pp.

1Negli ultimi due decenni la globalizzazione ha coinvolto progressivamente ogni aspetto della nostra vita sociale. Il processo di globalizzazione ha progressivamente abbattuto molte, se non tutte, le barriere che dividevano i diversi popoli della terra aprendo nuove prospettive sociali, politiche e culturali e sollevando, allo stesso tempo, nuove questioni e nuovi conflitti. L’ambito maggiormente influenzato dalla globalizzazione resta, tuttavia, l’economia, la quale si è giovata più di altri campi dell’abbattimento delle distanze, delle frontiere e delle barriere doganali che prima regolavano i rapporti e gli scambi commerciali tra i diversi Paesi.

2Sebbene i pareri sulla globalizzazione e sui suoi effetti siano ancora discordanti, è indubbio che il settore economico abbia sfruttato, più di altri, le potenzialità offerte dalla globalizzazione. Questa nuova prospettiva di crescita, nondimeno, non ha interessato solo il mercato dei prodotti legali, ma ha coinvolto anche il mercato dei beni di consumo e delle attività illegali, che hanno sfruttato in modo spesso più razionale ed efficace i medesimi vantaggi forniti ai mercati legali dalla globalizzazione.

  • 1 Il CESifo è una rete di ricerca internazionale sul tema dell’economia organizzata dal Center for Ec (...)

3Un analisi di questa nuova prospettiva viene fornita ottimamente dal volume curato da Costa Storti e De Grauwe, i quali hanno raccolto gli interventi presentati al workshop del CESifo1 sul tema “Globalization and Illicit Trade”, organizzato a Venezia il 14-15 luglio 2008, con il fine di proporre uno studio completo sui diversi modi in cui la globalizzazione influenza i mercati illegali e il crimine organizzato. I saggi raccolti rappresentano l’espressione più recente e innovativa della letteratura su questo tema, sia a livello analitico-teorico, sia a livello metodologico. Come si può dedurre dallo stato dell’arte presentato dagli autori nei rispettivi capitoli, la letteratura su questo argomento è ancora limitata e parziale, cosa che accresce il merito di questa raccolta, la quale propone un angolo interpretativo nuovo e nuovi spunti sui principali temi relativi all’“Illicit Trade”, come ricordano i curatori nell’introduzione:

  • 2 COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), Illicit Trade and Global Economy, Cambridge Mass., M (...)

The nexsus between illicit trade and globalization has many dimensions. No book can pretend to analyze all these dimensions. Nevertheless, we believe that this book sheds light on some important features of the interaction between illicit trade and globalization2.

4I nove interventi raccolti nel volume si possono suddividere sostanzialmente in due macro gruppi: il contrabbando, le pratiche di riciclaggio e il crimine organizzato; il mercato della droga.

  • 3 SCHNEIDER, Friedrich, The hidden financial flows of organized crime, in COSTA STORTI, Claudia, DE G (...)
  • 4 BERGER, Helge, NITSCH, Volker, A profile of smuggling in international trade, in COSTA STORTI, Clau (...)
  • 5 REZA FARZANEGAN, Mohammad, Dark side of trade in Iran, in COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (e (...)
  • 6 DANIELE, Vittorio, MARANI, Ugo, Organized crime and foreign direct investement: italian case, in CO (...)

5Il primo gruppo, incentrato sul crimine organizzato e le sue attività, si presenta più articolato e comprende i saggi di Friedrich Schneider sul riciclaggio di denaro da parte del crimine organizzato3; il saggio di Helge Berger e Volker Nitsch sul contrabbando internazionale4 a cui si collega il saggio di Mohammad Reza Farzanegan che analizza il contrabbando nel case study iraniano5; e, infine, il saggio di Vittorio Daniele e Ugo Marani sul rapporto negativo che intercorre tra crimine organizzato e fondi di investimento internazionali (FDI) nel case study italiano6.

6Schneider apre gli interventi di questa sezione descrivendo i movimenti finanziari delle organizzazioni criminali. La sua attenzione si concentra essenzialmente sul riciclaggio di denaro, al fine di meglio comprendere il fenomeno e di avviare una riflessione su come limitarlo in maniera più efficace. Dopo un resoconto della letteratura sull’argomento – a cui viene associata quella sui gruppi terroristici che, oggi, in diverse occasioni sfruttano il riciclaggio per finanziarsi – l’autore spiega come sia possibile calcolare e analizzare le zone grigie della finanza internazionale e in special modo quelle criminali.

7A questo capitolo seguono due interventi relativi al contrabbando, un’altra fiorente attività economica criminale che si intreccia strettamente con il commercio e i mercati legali. Il capitolo redatto da Berger e Nitsch presenta lo stato della ricerca dal punto di vista teorico proponendo un modello analitico e statistico per definire ed analizzare le zone grigie del commercio internazionale e consentire una valutazione quantitativa e qualitativa delle attività di contrabbando. La conclusione principale di questo intervento, infatti, è che il tasso di contrabbando, sebbene non in modo completo, è calcolabile in base alle discrepanze tra import ed export dei diversi paesi.

  • 7 Il modello MIMIC, Multiple Indicators Multiple Causes, è una forma migliorata del modello SEM, Stru (...)

8Questo modello viene ripreso anche dall’intervento di Reza Farzanegan, il quale lo utilizza per descrivere il fenomeno del contrabbando in Iran. Il merito principale di questo studio, che fornisce le prime stime accademiche del fenomeno, è l’uso di una modellistica innovativa come quella SEM-MIMIC7 e quella “trade discrepancy” (cfr. il contributo di Berger-Nitsch), a cui si devono aggiungere l’uso di interaction terms e della teoria delle variabili latenti.

9Infine, la serie di interventi sul crimine organizzato è conclusa dal case study italiano e dal capitolo di Daniele Marani che descrive come le attività criminali del tipo mafioso condizionino pesantemente i flussi e i quantitativi di investimenti esteri in determinate regioni italiane. Anche in questo caso il dato significativo è la modellistica e i dati utilizzati che risultano davvero rilevanti, in quanto propongono una diversa prospettiva per il tema esaminato, strettamente connessa con la globalizzazione.

10Il secondo gruppo di saggi, al contrario, si presenta più compatto e permette di tracciare un quadro abbastanza completo sulla situazione del mercato della droga, sulle sue caratteristiche principali e sulle modalità con cui si può analizzare e arginare questo genere di commercio.

  • 8 REUTER, Peter, CAULKINS, Jonathan P., Purity, Price, and Production: Are Drug Markets Different?, i (...)

11Questa sezione è aperta dal saggio – il primo del volume – di Peter Reuter e Jonathan P. Caulkins8 che analizza il mercato della droga nella sua complessità, evidenziandone le peculiarità e soprattutto le somiglianze con il mercato legale. Il fine di questo saggio, tuttavia, non è quello di dimostrare come il mercato della droga sia simile a qualsiasi altro commercio internazionale ma, piuttosto, quello di identificare, partendo dai modelli econometrici usati per i mercati tradizionali, le peculiarità del mercato degli stupefacenti rendendone così maggiormente comprensibili le dinamiche interne e il suo modo di funzionare.

  • 9 COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul, Modeling the Cocaine and Heroin Markets in the Era of Globa (...)

12In stretta connessione con quanto detto da Reuter e Caulkins, si pone l’intervento di Claudia Costa Storti e Paul De Grauwe9, i quali analizzano e studiano i sistemi di rifornimento e diffusione dei mercati della cocaina e dell’eroina nell’era della globalizzazione. Merito principale di questo studio è la costruzione di un nuovo modello analitico in grado di chiarire le dinamiche di questo genere di mercato, di definire le modalità in cui si formano la domanda e l’offerta e, conseguentemente, come vanno a regolarsi i prezzi di mercato. Infine, riprendendo quanto detto dagli autori – nonché curatori del volume – nell’introduzione, il capitolo in questione analizza quale ruolo abbia giocato e giochi la globalizzazione nella formazione e modificazione di questo mercato.

13A questi due saggi teorici, in cui sono presentati dei modelli econometrici per definire analiticamente e calcolare materialmente il mercato degli stupefacenti, seguono due case studies.

  • 10 MARSH, Kevin, WILSON, Laura, KENEHAN, Rachel, The Impact of Globalization on the UK Market for Illi (...)

14Il primo, redatto da Kevin Marsh, Laura Wilson e Rachel Kenehan10, si concentra sul mercato britannico e, attraverso lo studio di una serie di interviste fatte ad alcuni trafficanti incarcerati nelle prigioni inglesi, cerca di dimostrare e valutare quale sia stato l’impatto della globalizzazione su questo mercato. L’interesse di questo intervento è rappresentato, da un lato l’utilizzo del modello economico presentato da Costa Storti e De Grauwe; dall’altro, l’uso di interviste come base di verifica dei modelli economici proposti dalla letteratura sull’argomento.

  • 11 KLEIN, Axel, Khat, and Informal Globalization of a Psychoactive Commodity, in COSTA STORTI, Claudia (...)
  • 12 Il Khat è una pianta dalle proprietà psicotrope che cresce nelle zone del corno d’Africa e nel sud (...)

15Il secondo case study proposto da Axel Klein11, invece, sposta l’attenzione su un altro tipo di mercato, quello del Khat12. Questo arbusto, le cui foglie contengono sostanze psicotrope ed eccitanti, sta divenendo recentemente il fulcro di un acceso dibattito internazionale tra le associazioni anti-droga e i governi che permettono e sostengono la coltivazione di questa pianta. L’intervento di Klein sembra solo in apparenza distante dal discorso elaborato dai suoi colleghi, al contrario permette di individuare più chiaramente come la globalizzazione abbia influito su questo genere di mercati. Il Khat, infatti, a differenza di altre piante/sostanze stupefacenti unanimemente riconosciute come tali, si presenta e fa parte di un mercato per nulla diverso da quello del caffè o del pepe, piante il cui commercio è ritenuto legale. L’intervento di Klein, pertanto, cerca di mostrare anche il rovescio della medaglia, ovvero il ruolo che una pianta “stupefacente”, ma culturalmente e socialmente rilevante per la regione del corno d’Africa, può divenire il volano dell’economia di paesi molto poveri come l’Etiopia.

16Qui – lo si vuole ribadire – non è tanto il contenuto psicotropo della pianta che viene preso in esame ma il suo ruolo economico all’interno di un sistema di mercato e di lotta alle droghe globale, in cui sia la globalizzazione economica, sia la mondializzazione delle istituzioni internazionali, influenzano in maniera decisiva le decisioni degli Stati produttori.

  • 13 MEJIA, Daniel, RESTREPO, Pascual, The War on Illegal Drugs in Producer and Consumer Countries: A Si (...)

17Infine, l’intervento di Daniel Mejia e Pascual Restrepo13, l’ultimo di questo gruppo – nonché capitolo conclusivo del volume – propone un framework analitico formale e un modello per meglio comprendere la relazione che intercorre tra le politiche anti-droga messe in atto negli Stati produttori e quelle adottate negli Stati consumatori.

18I nove interventi presentati in questo saggio sono tutti completati da un buon apparato bibliografico e da note puntuali ed esplicative; allo stesso modo risultano molto funzionali le tabelle e i grafici riassuntivi usati nei diversi studi. Unica limitazione che si può imputare a questo ottimo libro è la mancata analisi, nella maggior parte dei casi, dell’aspetto socio-antropologico di questi fenomeni. La droga e il crimine organizzato nella loro dimensione globale, infatti, coinvolgono, ancor più che in passato, numerosi soggetti sociali e politici modificando gli stili di vita e le risposte socio-culturali delle comunità interessate. Aspetti, questi, che andrebbero considerati anche in una modellizzazione econometrica, per meglio calarla nella realtà storica.

  • 14 COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., p. 6.

19Il volume presentato da Costa Storti e De Grauwe, tuttavia, come ribadito nell’introduzione14, non ambisce ad essere un saggio esaustivo sull’argomento globalizzazione-mercati illegali. Al contrario, esso si propone come un ottimo punto di partenza per future ricerche proponendo un’ampia serie di modelli econometrici funzionali allo studio delle organizzazioni e delle attività criminali moderne, estraendole dal loro ambito limitato per inserirle nel più ampio sistema economico globale. Le attività finanziarie e commerciali delle organizzazioni criminali, in altri termini, non possono più essere considerate come esterne al mercato e ai suoi modelli econometrici. Al contrario, esse devono essere integrate totalmente al sistema economico globale come nuove variabili in grado di avere vita autonoma e di influire spesso in modo decisivo (si vedano le mafie e la loro azione pervasiva) anche sui settori legali del nuovo mercato globale.

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Note

1 Il CESifo è una rete di ricerca internazionale sul tema dell’economia organizzata dal Center for Economic Studies della Ludwig-Maxmilians University di Monaco in collaborazione con l’IFO Institute for Economic Research.

2 COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), Illicit Trade and Global Economy, Cambridge Mass., MIT Press, 2012, p. 6.

3 SCHNEIDER, Friedrich, The hidden financial flows of organized crime, in COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., pp. 31-48.

4 BERGER, Helge, NITSCH, Volker, A profile of smuggling in international trade, in COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., pp.49-72.

5 REZA FARZANEGAN, Mohammad, Dark side of trade in Iran, in COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., pp.73-118.

6 DANIELE, Vittorio, MARANI, Ugo, Organized crime and foreign direct investement: italian case, in COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., pp. 203-228.

7 Il modello MIMIC, Multiple Indicators Multiple Causes, è una forma migliorata del modello SEM, Structural Equation Model.

8 REUTER, Peter, CAULKINS, Jonathan P., Purity, Price, and Production: Are Drug Markets Different?, in COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., pp. 7-30.

9 COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul, Modeling the Cocaine and Heroin Markets in the Era of Globalization and Drug Reduction Policies, in COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., pp. 119-158.

10 MARSH, Kevin, WILSON, Laura, KENEHAN, Rachel, The Impact of Globalization on the UK Market for Illicit Drugs: Evidence from Interviews with Convicted Drug Traffikers, in COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., pp. 159-178.

11 KLEIN, Axel, Khat, and Informal Globalization of a Psychoactive Commodity, in COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., pp. 179-202.

12 Il Khat è una pianta dalle proprietà psicotrope che cresce nelle zone del corno d’Africa e nel sud della penisola araba, specialmente in Etiopia, Khenia e Yemen. La pianta, a partire dall’età moderna, viene usata dalle popolazioni di queste regioni come stimolante al fine di accrescere la convivialità. Ritenuta sostanza stupefacente da molte agenzie internazionali e vietata in alcuni Stati occidentali, tra cui USA e Svezia, è al centro di una questione spinosa visto l’alto tasso di guadagno che il commercio, prima regionale e adesso internazionale, delle foglie di questo arbusto garantisce ai governi di Etiopia e Khenia. FERNANDEZ PEREZ, Felipe Segundo, LORIE GONZALEZ, Alfredo F. ,ARIAS GALLARDO, «Ana Isis, Algunas consideraciones farmacológicas y medicolegales relativas al consumo de Catha edulis Forsk (Khat)» in Rev Cubana Estomatol , 45, 1/2008, URL: <http://scielo.sld.cu/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S0034-75072008000100005&lng=es&nrm=iso> [consultato il 9 febbraio 2013]

13 MEJIA, Daniel, RESTREPO, Pascual, The War on Illegal Drugs in Producer and Consumer Countries: A Simple Analytical Framework, in COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., pp. 229-256.

14 COSTA STORTI, Claudia, DE GRAUWE, Paul (eds.), op. cit., p. 6.

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Luca Zuccolo, «Claudia Costa Storti, Paul De Grauwe (eds.), Illicit Trade And Global Economy»Diacronie [Online], N° 13, 1 | 2013, documento 12, online dal 01 avril 2013, consultato il 09 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/777; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.777

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Autore

Luca Zuccolo

Dottorando (PhD student) in Storia Contemporanea presso il SUM (Istituto Italiano di Scienze Umane) di Napoli dove sta sviluppando una ricerca sulla stampa francofona ottomana e la sua rappresentazione dell’Impero d’Oriente. Già dottore magistrale in Storia d’Europa (Bologna, 2008), il suo campo di ricerca si rivolge allo sviluppo della modernità durante l’ultimo secolo dell’Impero Ottomano, al confronto/scontro tra modernità e tradizione in un contesto cosmopolita e allo sviluppo dei movimenti sociali che hanno preparato l’avvento della società turca contemporanea. Luca Zuccolo è il referente di Diacronie per la storia turca e ottomana.

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