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HomeNumeriN° 31, 3II. Le occupazioni militari italianeL’Albania fascista (1939-1943)

II. Le occupazioni militari italiane
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L’Albania fascista (1939-1943)

Stato della ricerca e piste da seguire
Redi Halimi

Abstract

Questo articolo intende fornire un quadro degli studi scientifici sull’occupazione italiana dell’Albania durante la Seconda guerra mondiale. Si vuole inoltre suggerire quali siano le tematiche ancora da analizzare, segnalando la disponibilità di nuove fonti archivistiche accessibili agli studiosi da pochi anni. I fondi documentari sull’unione tra Italia e Albania sono numerosi, ma scarseggiano i lavori storiografici che li analizzino a fondo. L’articolo è diviso in quattro parti. La prima parte indica brevemente i principali eventi e il quadro istituzionale dell’Unione. La seconda fornisce un quadro della storiografia italiana e internazionale sull’Albania negli anni 1939-1943. La terza parte offre una panoramica sui documenti resi accessibili negli ultimi anni. La parte finale suggerisce le principali tematiche di ricerca legate alla questione dell’Italia quale potenza d’occupazione durante il secondo conflitto mondiale.

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Testo integrale

Coat of arms of Albania during Italian occupationVisualizza l'immagine
Credits: by Albinfo via Wikimedia Commons (Public Domain)

1. Introduzione

1L’Italia e l’Albania hanno condiviso, nel corso dei secoli, diversi capitoli di storia comune. Paradossalmente uno dei periodi conosciuti meno delle relazioni tra le due sponde dell’Adriatico coincide con i quattro anni nei quali i due paesi furono riuniti sotto la corona di Vittorio Emanuele III di Savoia.

2Discutendo intorno al fascismo come potenza occupante nel 2005, Enzo Collotti sosteneva:

  • 1 NERI SERNERI, Simone, «Il fascismo come potenza occupante, storia e memoria: interventi di Enzo Col (...)

non possediamo ancora uno studio di un qualche spessore e di una qualche dimensione sulla politica e l’amministrazione dell’Albania da parte del regime fascista, a partire dall’invasione e dall’annessione del 1939. Uno studio che riguardasse le strutture interne dello stesso regime, alla luce dell’avvicendamento di personale non solo militare, ma politico e amministrativo che si verificò nel corso di quegli anni e soprattutto dopo la conclusione della campagna di Grecia, rappresenterebbe un interessante, e per quel che già sappiamo allucinante, terreno di verifica della corruzione e dell’affarismo di regime che allignò in un’area considerata alla stregua delle riserve coloniali destinate a diventare oggetto di mera rapina a vantaggio dei conquistatori1.

3Sono passati più di dieci anni dalle affermazioni di Collotti, eppure uno studio complessivo sull’Albania fascista ancora non è stato prodotto. Le motivazioni di questo ritardo erano giustificate nei decenni scorsi con il ritardo della storiografia italiana sia sulle questioni coloniali che sugli aspetti propriamente bellici, nonché da insufficienze documentarie e limitazioni nell’accesso alle fonti primarie. Ora però, nella maggior parte dei casi, tali limitazioni non sussistono più.

4Questo articolo intende fornire un quadro degli studi scientifici sull’occupazione italiana dell’Albania durante la seconda guerra mondiale e suggerire quali siano le tematiche ancora da analizzare, segnalando la disponibilità di nuove fonti archivistiche accessibili agli studiosi da pochi anni.

2. Gli eventi

  • 2 Nel mese precedente Hitler aveva occupato Praga e si cercava di controbilanciare l’espansione della (...)
  • 3 La questione dei rapporti italo-albanesi nel lungo periodo è molto complessa e richiederebbe troppo (...)

5L’Albania fu l’unica conquista europea effettuata dall’Italia fascista senza l’aiuto della Germania. Il paese venne occupato nell’aprile del 1939, alcuni mesi prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Si trattò di un’aggressione gratuita che, agli occhi di Mussolini, avrebbe dovuto mostrare l’indipendenza d’azione e la forza dell’Italia sullo scacchiere balcanico2. In realtà, l’operazione era in preparazione da tempo visto che il controllo dello stretto di Otranto costituiva un obiettivo di lungo corso della politica estera italiana3. L’occupazione e la conseguente Unione rappresentarono il coronamento di decenni di tentativi di ingerenza economica e politica su Tirana.

  • 4 HALIMI, Redi, «A Liberal Government in King Zog’s Albania? Mehdi Frashëri and the Cabinet of the “Y (...)

6Dal punto di vista istituzionale, l’Albania non fu trattata come un territorio occupato militarmente. Anzi, si tentò di mascherare il più possibile la situazione provando a mantenere, con la collaborazione di parte della classe dirigente autoctona, un governo autonomo a Tirana. La corona di Zog, il re albanese fuggito all’arrivo delle truppe italiane, venne offerta a Vittorio Emanuele III. L’unione personale si sarebbe rivelata una scelta infelice che proseguiva le ambiguità dei rapporti italo-albanesi del periodo interbellico4. Da una parte si volevano comandare le decisioni politiche di Tirana e sfruttare le risorse economiche del paese, dall’altra si cercava di dare una parvenza di autonomia e indipendenza alle autorità albanesi. Nel contesto bellico mondiale che iniziò nel 1939, tali ambiguità non aiutarono né l’Italia né l’Albania.

7La nuova cornice istituzionale venne ufficializzata con la concessione di uno statuto albanese da parte di Vittorio Emanuele III nel giugno del 1939. Il potere esecutivo passava nelle mani del re d’Italia, mentre il soppresso parlamento albanese veniva sostituito da un Consiglio superiore fascista corporativo. Il re nominò Francesco Jacomoni di San Savino, già ministro d’Italia a Tirana, quale luogotenente generale per l’esercizio dei poteri regi in Albania. I cittadini dei due stati avrebbero goduto di pari diritti ed alcune personalità albanesi vennero inserite in organi e istituzioni italiane come il Senato, la Camera dei fasci, le Forze armate, le università e le accademie.

  • 5 LUCATELLO, Guido, La natura giuridica dell’unione italo-albanese, Padova, CEDAM, 1943.

8La gestione delle relazioni internazionali dei due paesi venne unificata e accentrata presso il Ministero degli Esteri italiano. Nello stesso ministero, venne istituito il Sottosegretariato di stato per gli affari albanesi (SSAA) alla testa del quale venne nominato Zenone Benini. Di fatto il governo italiano comandava la politica di Tirana attraverso Jacomoni che seguiva le indicazioni di Ciano tramite il SSAA. Nominalmente il regno albanese restava indipendente dal punto di vista giuridico5.

9Una volta costruita l’architettura istituzionale che doveva governare il paese secondo i desiderata di Roma, l’Italia si impegnò per migliorare la situazione economica e integrare l’Albania nel nuovo Impero Romano di Mussolini. Le cose funzionarono in maniera alterna fino alla campagna di Grecia. Da quel momento in poi, l’amministrazione italiana perse molta credibilità e si trascinò malamente fino all’8 settembre del 1943. Non è questa la sede per descrivere le varie fasi del conflitto e i conseguenti cambi della politica del duce. C’è da tenere in mente però, quando si analizza l’amministrazione italiana dell’Albania, che le decisioni politiche erano condizionate fortemente dal conflitto mondiale in corso.

3. La storiografia

10Muoversi negli studi riguardanti l’occupazione italiana dell’Albania non è un’impresa semplicissima poiché bisogna tenere in considerazione molteplici fattori e diverse storiografie nazionali.

11Si potrebbe pensare che ci siano poche pubblicazioni a riguardo. In realtà, ricercando bene, si scopre che le opere sono numerose. Si riscontra però in molti studi un focus difettoso sulla situazione albanese, una mancata conoscenza della storia precedente, una lacunosa ricerca sulle fonti primarie nonché l’incapacità di lettura degli archivi a causa di questioni linguistiche o metodologiche.

  • 6 BLAND, William B., Albania, Oxford, ABC-CLIO Ltd, 1997; GROTHUSEN, Klaus-Detlev (herausgegeben von) (...)
  • 7 BIBLIOTEKA KOMBËTARE E SHQIPËRISË, Pushtimi fashist italian, 1939-1943, URL: < http://bit.ly/2mUbrJ (...)
  • 8 PEARSON, Owen, Albania in occupation and war: from fascism to communism, 1940-1945, London, I. B.Ta (...)

12I primi strumenti da consultare per capire cos’è stato pubblicato sono le bibliografie generali. Anche se risultano a volte datate, aiutano a farsi una prima idea delle opere disponibili.6 Per conoscere meglio quello che è stato pubblicato sull’annessione dell’Albania da parte dell’Italia si può consultare la pagina bibliografica della Biblioteca Nazionale di Tirana7. La cronologia essenziale degli eventi può essere seguita grazie al lavoro di Pearson8.

  • 9 DEZHGIU, Muharrem, Shqipëria nën pushtimin italian, 1939-1943, Tiranë, Akademia e Shkencave, 2005; (...)
  • 10 FISCHER, Bernd Jürgen, L’Anschluss italiano. La guerra in Albania, Nardò, Besa, 2003.

13Le monografie principali sull’Albania italiana sono quattro. Si tratta dei lavori di Dezhgiu, Eichberg, Fischer e Rallo9. Il libro di Fischer, che è stato tradotto anche in italiano10, costituisce lo scritto più compiuto sull’Albania nella seconda guerra mondiale, ma presenta alcune questioni per quel che riguarda le fonti. L’autore si basa soprattutto su documentazione di derivazione anglosassone e tedesca senza utilizzare quella albanese e sfiorando solamente quella italiana. Nello spiegare le sue scelte, Fischer afferma che le fonti italiane spesso non sono credibili perché i diplomatici riferivano soprattutto le informazioni che potevano far piacere a Ciano, Ministro degli Esteri dal 1936 e principale fautore dell’annessione albanese. C’è qualcosa di vero in tale affermazione, ma gli archivi italiani sono i più ricchi in assoluto di materiale riguardante l’Albania non solo per quel che riguarda le fonti diplomatiche e non possono essere tralasciati.

14Il lavoro di Dezhgiu può essere un buon esempio della tradizionale storiografia socialista albanese. Contiene buone informazioni ma concede un po’ troppa importanza al ruolo del partito comunista albanese.

15Per quanto riguarda i lavori di Eichberg e Rallo, si tratta più di saggi giornalistici che di vere ricerche storiche, dato che i materiali d’archivio citati sono solo quelli pubblicati. Il libro di Eichberg contiene delle valide considerazioni sulla situazione albanese, mentre quello di Rallo presenta la visione della storiografia italiana di destra, oltre ad essere ormai parecchio datato.

  • 11 AGA ROSSI, Elena, GIUSTI, Maria Teresa, Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani, 1940-1 (...)

16Per ottenere altre informazioni sulle vicende che interessano il presente articolo bisogna poi consultare l’immensa bibliografia sulla Seconda Guerra Mondiale. Nel quadro complesso delle vicende belliche, l’area balcanica è stata la meno studiata dalla storiografia italiana. Il primo tentativo di scrivere una storia complessiva delle vicende dei militari italiani nei Balcani è assai recente (2011) e non a caso è intitolato dalle autrici, Una guerra a parte11. I Balcani sono in effetti da sempre un’area di ricerca proibitiva per gli storici non originari dell’area a causa delle difficoltà linguistiche e le stratificazioni di rivalità tra le diverse etnie locali.

  • 12 CEVA, Lucio, La condotta italiana della guerra: Cavallero e il comando supremo 1941-1942, Milano, F (...)
  • 13 MONTANARI, Mario, Le truppe italiane in Albania (anni 1914-20 e 1939), Roma, SME, 1978; CROCIANI, P (...)

17Sugli aspetti militari, la preparazione del Regio Esercito, il livello tecnologico degli armamenti o le capacità strategiche dei comandanti ci sono gli ottimi studi di Lucio Ceva, MacGregor Konx, Fortunato Minniti e Giorgio Rochat12. Sui militari italiani in Albania esistono diversi lavori, quasi sempre curati dall’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito13.

  • 14 RODOGNO, Davide, Il nuovo ordine mediterraneo: le politiche di occupazione dell’Italia fascista in (...)
  • 15 SALA, Teodoro, COLLOTTI, Enzo, Le Potenze Dell’asse e la Jugoslavia. Saggi e Documenti 1941/1943, M (...)

18La storiografia non ha ancora chiarito del tutto gli obiettivi della politica estera del regime fascista durante la seconda guerra mondiale. I recenti lavori di Davide Rodogno sul Mediterraneo e di Lidia Santarelli sulla Grecia hanno cercato di spiegare alcuni aspetti del ruolo dei territori occupati all’interno della comunità imperiale di Roma14. Per un quadro complessivo sulle occupazioni fasciste nell’Europa mediterranea si possono consultare gli studi di Enzo Collotti e Teodoro Sala sulla Jugoslavia, Tone Ferenc e Marco Cuzzi sulla Slovenia, Oddone Talpo sulla Dalmazia ed Emanuele Sica sulla Francia15.

  • 16 Si vedano ad esempio: Qualestoria, XXX, 1/2002; Contemporanea, VIII, 2/2005; Italia Contemporanea, (...)

19Rimasto a lungo in secondo piano negli studi storici, il dibattito sul tema dell’Italia fascista come potenza occupante venne rilanciato grazie agli studi di Rodogno. Di conseguenza, negli ultimi anni, diverse riviste hanno dedicato numeri speciali al tema delle occupazioni italiane16.

  • 17 AMBROSINI, Gaspare, L’Albania nella comunità imperiale di Roma, Roma, Istituto nazionale di cultura (...)

20Tornando all’Albania italiana c’è poi da tenere in considerazione la letteratura contemporanea agli eventi. Sulla visione fascista dell’azione in Albania esiste una vasta saggistica e pubblicistica contemporanea ai fatti che permette di vedere la retorica utilizzata all’epoca17.

  • 18 A titolo di esempio cfr.: CACCAMO, Francesco, Odissea arbëreshe, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2012 (...)

21Alcune biografie storiche dei protagonisti delle vicende offrono ulteriori spunti di riflessione18.

  • 19 MARTUCCI, Donato, «“Le terre albanesi redente”. La Ciameria tra irredentismo albanese e propaganda (...)
  • 20 VILLARI, Giovanni, «L’Albania tra protettorato e occupazione (1935-1943)», in Qualestoria, XXX, 1/2 (...)

22Negli ultimi anni, alcuni studiosi italiani si sono interessati a diversi aspetti del periodo dell’unione italo-albanese, portando nuovi argomenti di discussione19. Lo storico che si è maggiormente occupato dell’Albania italiana è Giovanni Villari che ha prodotto diversi articoli sull’argomento20. Si tratta di studi validi che lasciano ancora aperte diverse questioni. Villari è tra i pochi storici italiani ad aver guardato la documentazione archivistica albanese anche se ha potuto consultare solo i fondi in lingua italiana.

  • 21 MICHELETTA, Luca, La resa dei conti. Il Kosovo, l’Italia e la dissoluzione della Jugoslavia (1939-1 (...)
  • 22 KRETSI, Georgia, «The Secret Past of the Greek-Albanian Borderlands. Cham Muslim Albanians: Perspec (...)
  • 23 DOGO, Marco, Kosovo. Albanesi e Serbi: le radici del conflitto, Lungro di Cosenza, Marco, 1992; MAL (...)
  • 24 MOROZZO DELLA ROCCA, Roberto, Nazione e religione in Albania, Lecce, Besa, 2002.
  • 25 BRAZZO, Laura, SARFATTI, Michele (a cura di), Gli ebrei in Albania sotto il fascismo: una storia da (...)

23Per quanto riguarda la Grande Albania durante la seconda guerra mondiale, risultano molto interessanti gli scritti di Luca Micheletta sulla Ciamuria e sul Kosovo21. Per la Ciamuria sono da considerare anche gli studi di Kretsi e Tsoutsoumpis22. Mentre sulla questione del Kosovo, bisogna fare riferimento ai lavori di Dogo e Malcolm23. Per i rapporti con le comunità religiose si può consultare il libro di Morozzo della Rocca24. Sul tema degli ebrei, si rinvia al recente studio curato da Laura Brazzo e Michele Sarfatti25.

  • 26 Per avere un quadro dello stato della storiografia sulla storia albanese e dei principali specialis (...)
  • 27 DERVISHI, Kastriot, Historia e shtetit shqiptar 1912-2005: organizimi shtetëror, jeta politike, ngj (...)
  • 28 BOÇI, Sonila, «Minoriteti Grek Në Shqipëri Në Koniunkturat Politike Të Viteve 1939-1941», in Studim (...)

24Infine qualche parola sulla storiografia albanese che si sta profondamente rinnovando negli ultimi decenni anche se con molte difficoltà metodologiche26. Inutile dire che la produzione di epoca comunista ha rappresentato gli eventi in maniera tendenziosa per quasi mezzo secolo. Tali lavori vanno comunque tenuti in considerazione per estrapolare informazioni e fonti. Tra le opere recenti, una delle meglio documentate dal punto di vista archivistico è rappresentata dal libro di Kastriot Dervishi27. Mentre diverse questioni interessanti sulle minoranze durante la seconda guerra mondiale sono state affrontate dalla storica Sonila Boçi28.

25Come si può notare da questa breve analisi storiografica, gli studi sono numerosi ma assai disparati. Da molte delle opere citate si possono ricavare informazioni utili sull’Albania italiana anche se non si tratta del punto centrale dell’analisi. Manca ancora un lavoro organico che possa dare un rendiconto migliore rispetto alla frammentata letteratura citata.

4. Le fonti

  • 29 TRANI Silvia, L’Unione fra l’Albania e l’Italia: censimento delle fonti (1939-1945) conservate negl (...)
  • 30 Per la descrizione dei fondi archivistici si rinvia a TRANI, Silvia, L’Unione fra l’Albania e l’Ita (...)
  • 31 Si veda anche: PANSINI, Mariolina, Le fonti dell’Archivio di Stato di Bari sull’Albania, in ESPOSIT (...)

26Le fonti italiane sull’unione tra Italia e Albania sono numerosissime e sono state censite in un ottimo libro di Silvia Trani del 200729. Anche se gli studi che analizzano a fondo queste fonti, rimangono pochi, la ricostruzione della Trani mostra come ci siano tanti archivi disponibili agli studiosi oltre ai tre utilizzati solitamente che sono l’Archivio Centrale dello Stato (ACS), l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito (AUSSME) e l’Archivio Storico – Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri (ASDMAE)30. Si possono citare come esempio l’archivio dell’Accademia nazionale dei Lincei o quello della Banca d’Italia31.

  • 32 TRANI, Silvia, La storia dell’Unione italo-albanese. Un’indagine sulle principali risorse documenta (...)
  • 33 MICHELETTA, Luca, «Italy, Greater Albania, and Kosovo 1939-1943», cit.

27La novità interessante per le ricerche sull’Albania italiana riguarda la possibilità di accedere finalmente alle carte del Sottosegretariato di Stato agli Affari Albanesi (SSAA) presenti presso l’ASDMAE. Istituito nell’aprile del 1939, il SSAA aveva la competenza di gestire tutte le questioni relative alla politica albanese. Venne sciolto nell’agosto del 1941 e le sue competenze furono suddivise tra l’Ufficio Albania, istituito nel dicembre dello stesso anno presso il Gabinetto del ministro degli Affari esteri, e l’Ufficio stralcio per seguire le pratiche del Sottosegretariato nel settore delle opere pubbliche. Ci sono 286 unità di conservazione per il periodo 1939-1943 raccolte nel fondo SSAA e 130 unità di conservazione per il periodo 1938-1945 nel fondo Ufficio Albania. Questa raccolta, fuori consultazione fino a pochi anni fa, rappresenta, in ambito italiano, la fonte archivistica più importante, quantitativamente e qualitativamente, per la storia dell’Albania nel periodo della sua Unione con l’Italia.32 L’unico storico che ha potuto finora lavorare sul fondo del SSAA è Luca Micheletta nei suoi studi sulla Grande Albania33. Restano da affrontare ancora molte questioni che possono essere analizzate sfruttando la documentazione del SSAA.

  • 34 TRANI, Silvia, L’Unione fra l’Albania e l’Italia, cit., pp. 218-245.

28Esistono in Italia altri fondi archivistici interessanti per studiare i rapporti tra le due sponde dell’Adriatico come, ad esempio, quello del Comando generale dell’Arma dei carabinieri o quello della Congregazione per le Chiese orientali34.

29Per quanto riguarda la documentazione albanese, anche in questo caso gli archivi sono rimasti a lungo chiusi e sono diventati accessibili agli studiosi a partire dai primi anni novanta del secolo scorso. Restano pochi però gli studi che utilizzano profondamente la documentazione di Tirana. Come già accennato, Villari è riuscito a consultare gli archivi della capitale albanese, sfruttando però unicamente i fondi in lingua italiana. Il principale di questi fondi è quello della Legazione italiana d’Albania, archivio mai consegnato all’Italia ma la cui documentazione si trova parallelamente, in gran parte, nell’ASDMAE e nell’ACS.

  • 35 ERCOLANI, Antonella, L’Italia in Albania: la conquista italiana nei documenti albanesi (1939), Roma (...)

30Sulla documentazione albanese riguardante l’annessione italiana del 1939 è stato fatto un inventario da parte di Antonella Ercolani35. Restano ancora da studiare con attenzione i maggiori fondi documentari presenti a Tirana, soprattutto quelli del ministero degli Interni e quelli del Partito fascista albanese. Lo sfruttamento degli archivi albanesi dovrebbe aiutare a chiarire la visione che i locali ebbero della dominazione italiana nonché molte altre questioni legate a tale periodo.

  • 36 FISCHER, Bernd Jürgen, L’Anschluss italiano. La guerra in Albania, cit., pp. 343-354.

31Documentazione d’archivio interessante si può trovare anche negli archivi inglesi, tedeschi e americani. Si tratta delle fonti utilizzate principalmente da Fischer, alla cui illustrazione si rimanda36.

  • 37 Cfr. Actes et documents du Saint Siege relatifs a la seconde guerre mondiale, 11 voll., Città del V (...)

32Parte delle fonti citate fin qui si posso trovare nelle raccolte documentarie pubblicate come ad esempio i Documenti diplomatici italiani (DDI), serie IX (1939-1943), i Documents on German Foreign Policy, serie D (1937-1945) e i Documenti della lotta antifascista del popolo albanese (1941-1944), editi in albanese e francese37.

  • 38 BAGHIOU, Jeanne, Come non vincemmo la campagna di Grecia: fatti e retroscena, Milano, De Vecchi, 19 (...)

33Interessanti, anche se da valutare criticamente, risultano poi i diari e le memorie pubblicate dai protagonisti delle vicende a partire dai diari di Ciano e le memorie di Jacomoni per arrivare agli scritti dei semplici soldati38. Le testimonianze sono numerose: alcune sono state scritte per discolparsi, altre per denunciare. Quindi bisogna fare attenzione alla loro credibilità, ma spesso offrono spunti di riflessione e visioni specifiche delle vicende in questione.

  • 39 SAKJA, Rovena, «Drini: Storia di una rivista negli archivi italiani e albanesi», in Palaver, 5, 1/2 (...)

34L’ultima tipologia di fonti da indagare, riguarda la stampa periodica albanese durante gli anni dell’Unione. Si tratta di fonti finora studiate pochissimo, a parte qualche rara eccezione39, che possono offrire diverse indicazioni sul funzionamento della propaganda ufficiale fascista in Albania.

5. Le piste da seguire

35Lo studio dell’Albania italiana consente di affrontare molti temi irrisolti della storiografia sul fascismo oltre a chiarire i capisaldi delle relazioni tra le due sponde dell’Adriatico. Le due principali domande da cui partire – che cosa fanno gli italiani in Albania? e come rispondono gli albanesi alla politica italiana? – non hanno ancora delle risposte esaustive.

36Intorno a queste domande, richiedono ulteriori studi, dal punto di vista italiano, le questioni istituzionali dell’Unione, i diversi contrasti della politica di occupazione, la riorganizzazione amministrativa, la gestione dell’ordine pubblico, la penetrazione economica, lo sfruttamento delle risorse e della forza lavoro, l’utilizzazione del personale locale, il trattamento delle nazionalità, l’organizzazione dell’istruzione e il rapporto con le confessioni.

37Mentre, dal punto di vista albanese, bisogna ancora approfondire l’attività dei governi di Tirana, il rapporto con le autorità italiane, la partecipazione al partito fascista autoctono, la questione della propaganda locale, i movimenti di opposizione e il tema della “Grande Albania”.

38Studiare le vicende dell’Unione significa anche cercare di capire meglio cosa avevano in mente le élite fasciste per quel che riguarda il Nuovo Ordine Europeo. La situazione albanese costituisce un punto di vista privilegiato per capire l’idea di comunità imperiale che Mussolini aveva immaginato. Seguendo la convincente spiegazione di Davide Rodogno, l’impero fascista si sarebbe dovuto configurare come un insieme di tre cerchi concentrici organizzati etnicamente e secondo un principio gerarchico e razzista. In realtà questo piano non venne mai attuato pienamente dato che non esisteva una visione organica e coerente del nuovo ordine. Il regime non disponeva di una visione complessiva e dettagliata del dominio mediterraneo. Nei diversi piani, progetti e idee, più o meno elaborati, non privi di ambiguità e contraddizioni, molti autori d’articoli e monografie, nonché funzionari civili e autorità militari, fecero riferimento a un “modello albanese”. Si voleva promuovere attraverso l’affratellamento italo-albanese la missione civilizzatrice e liberatrice del fascismo.

39Ora, su cosa pensassero gli albanesi di questo affratellamento italo-albanese e quale fosse la reazione locale bisogna indagare ulteriormente. Si tratta di un aspetto importante che influenzò la politica di Roma e le decisioni dell’establishment fascista. In questo senso bisogna ricercare come funzionò l’amministrazione e la politica albanese in loco; quali furono le principali forze sociali sulle quali fece affidamento il regime fascista; quali le principali personalità legate alla politica di Roma; quali furono invece le principali opposizioni; come cambiarono le politiche locali in base all’evolversi del conflitto mondiale in corso. Il periodo della presenza italiana in Albania fu fondamentale per gli sviluppi del nuovo stato albanese postbellico. Molti aspetti restano ancora da chiarire.

40Diversi studi recenti hanno dimostrato come la suddivisione delle società occupate in collaborazionisti e resistenti sia manichea e presenti complicati problemi interpretativi. La zona grigia dei compromessi era invece molto ampia e includeva molto probabilmente la maggioranza della popolazione. Bisogna approfondire l’impatto della guerra sulle appartenenze locali e sulle evoluzioni di reti e network personali. Le scelte di campo del periodo bellico vanno riviste alla luce delle strategie di sopravvivenza tra differenti gruppi sociali. D’altro canto, la repressione fascista portò alla nascita della resistenza albanese e allo sviluppo delle forze partigiane, fossero esse legate al Komintern oppure no. Non si conosce il ruolo delle autorità italiane nella gestione delle bande armate albanesi e nel principio di quella che fu una guerra civile locale per il controllo del potere. La gestione dell’ordine pubblico, la riorganizzazione amministrativa e l’utilizzazione del personale locale sono temi importanti che meritano conseguente chiarezza.

  • 40 CUZZI, Marco, «Quando Mussolini costruiva la Grande Albania», in Limes, 2/2001, pp. 123-129.

41Studiando il contesto locale, ci si imbatte poi in una questione, ridiventata attuale, e cioè quella della “Grande Albania”. L’unico momento storico in cui una grande Albania è esistita va dal 1941 al 1944 e si trattò di una creazione italiana40. Dopo il fallimento della campagna di Grecia e l’intervento risolutore della Germania, i confini territoriali dei Balcani vennero ridisegnati a Vienna nell’aprile del 1941. Fu in questo momento che gran parte del Kosovo e una parte della Macedonia occidentale vennero annesse al Regno d’Albania. Su cosa significò questa grande Albania, come venne amministrata e quali furono le conseguenze, restano ancora molti nodi da sciogliere. I regimi comunisti post-bellici di Tirana e Belgrado evitarono imbarazzi reciproci in proposito tornando ai confini precedenti l’aggressione nazi-fascista. La questione però è importante come dimostra la recente nascita di uno stato indipendente kosovaro. Bisogna ancora capire quale fu il ruolo dell’Italia nel caldeggiare il nazionalismo e l’irredentismo albanese; cosa comportò per l’amministrazione fascista la creazione della “grande Albania”; quali circostanze portarono all’annessione del Kosovo e del Dibrano, ma non della Ciamuria; quali furono gli effetti locali sul governo albanese.

42Oltre ai chiarimenti sulla storia politica e amministrativa dell’Unione italo-albanese negli anni 1939-1943, restano da approfondire alcune questioni di storia sociale e culturale legate al tema dell’Italia come potenza d’occupazione. Bisogna esaminare ulteriormente il ruolo dell’Italia nell’area balcanica, insieme al problema interpretativo dei rapporti con la Germania nazista. In seguito al fallimento in Grecia, la “guerra parallela” di Mussolini finì e l’Italia divenne subalterna nell’alleanza dell’Asse. Nel condomino balcanico si vide chiaramente il conflitto d’interessi delle due potenze e il progressivo ridimensionamento delle ambizioni fasciste. Ma non si conoscono gli aspetti specifici della dominazione in Albania e le dinamiche repressive del regime fascista. Si sa pochissimo dei campi di concentramento italiani in Albania e di quelli per albanesi in Italia. Questo tema, legato a quello del trattamento delle nazionalità nei territori occupati merita di essere accertato.

43La questione economica permette di analizzare temi quali la gestione delle finanze, lo sfruttamento delle risorse e della forza-lavoro. Si sa che quasi tutta l’economia albanese era in mano italiana e questo processo era iniziato molto prima dell’annessione del 1939. Basta leggere le memorie di Jacomoni per rendersi conto di come ogni campo della vita economica fosse comandato da aziende italiane, dall’AGIP (carburanti) all’EIAA (risorse agricole), dall’IPIS (pesca) all’EBA (bonifiche), dal SIMSA (bitume) all’AIPA (petrolio). Ma non si conosce con precisione chi comandava queste aziende e quale ruolo effettivo ebbero nell’aiutare lo sviluppo dell’economia albanese o le necessità belliche dell’Italia. Analizzare i rapporti di queste aziende con le autorità politiche e militari dovrebbe anche permettere delle verifiche sulla corruzione e le pratiche di rapina coloniale del regime fascista.

44Il tema della propaganda fascista in Albania risulta poi importante per capire cosa voleva dire la “pax italiana” per gli intellettuali albanesi. Nei rendiconti delle Luogotenenza di Jacomoni una cifra importante era spesa per il finanziamento dei diversi giornali locali che dovevano trasmettere la cultura e l’ordine fascista agli albanesi. Si sa pochissimo di chi scrivesse su tali fogli e che tipologia di articoli fossero pubblicati a Tirana.

45Accanto al tema del trattamento delle nazionalità, risulta importante poi soffermarsi anche sulla collocazione delle confessioni tanto più che in Albania, il regime fascista ebbe a trattare con la chiesa cattolica, quella ortodossa e la comunità islamica. Su questi aspetti ha lavorato Morozzo della Rocca, ma il periodo dell’Unione italo-albanese necessita ulteriori studi. Bisogna capire quale trattamento venne riservato alle varie confessioni presenti in Albania e come furono utilizzate le autorità religiose per la gestione dell’ordine pubblico.

46Di grande interesse risulta anche la questione dell’organizzazione dell’istruzione. Pochi sanno che Sestilio Montanelli, padre del celebre giornalista, ha lavorato a lungo in Albania, prima del 1939 come organizzatore delle scuole e poi, durante l’Unione, come consigliere permanente presso il Ministero dell’istruzione di Tirana. Non a caso, si possono trovare diversi articoli di Indro Montanelli sull’Albania pubblicati sul Giornale d’Italia di quegli anni. A parte l’aneddoto, è importante capire come fu impostato il sistema dell’istruzione nell’Albania italiana durante la Seconda guerra mondiale e quali scopi si prefiggeva di raggiungere il regime tramite la formazione della gioventù albanese.

47Da quanto scritto finora, è chiaro che il caso albanese rappresenta un ottimo punto di vista per valutare le politiche di occupazione progettate e attuate dal fascismo. L’approfondimento di queste tematiche può contribuire a una maggiore presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica dei crimini commessi dal fascismo oltre ad agevolare una rivisitazione critica del passato, evitando facili assoluzioni o l’alimentazione disinformata di miti e leggende politiche.

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Note

1 NERI SERNERI, Simone, «Il fascismo come potenza occupante, storia e memoria: interventi di Enzo Collotti, Davide Rodogno, Angelo Del Boca, Filippo Focardi», in Contemporanea: Rivista di storia dell’800 e del ’900, 30, 2/2005, pp. 311-335.

2 Nel mese precedente Hitler aveva occupato Praga e si cercava di controbilanciare l’espansione della Germania a Est. Si veda: BORGOGNI, Massimo, Tra continuità e incertezza. Italia e Albania (1914-1939). La strategia politico-militare dell’Italia in Albania fino all’Operazione «Oltre Mare Tirana», Milano, Franco Angeli, 2007, pp. 283-347.

3 La questione dei rapporti italo-albanesi nel lungo periodo è molto complessa e richiederebbe troppo spazio per il presente articolo. Si vedano in proposito: BASCIANI, Alberto, «Tra politica culturale e politica di potenza. Alcuni aspetti dei rapporti tra Italia e Albania tra le due guerre mondiali», in Mondo Contemporaneo 8, 2/2012, pp. 91-113; D’ALESSANDRI, Antonio, «La figura di Zog “re degli albanesi” nella storiografia italiana», in Nuova Rivista Storica, XCIV, 3/2010, pp. 975-984; DUCE, Alessandro, L’Albania nei rapporti italo-austriaci, 1897-1913, Milano, A. Giuffrè, 1983; HALIMI, Redi, «Italia dhe Shqipëria midis dy luftërave botërore: një situatë koloniale?», in Politikja, 9, 1/2015, pp. 33-48; PACOR, Mario, Italia e Balcani dal Risorgimento alla Resistenza, Milano, Feltrinelli, 1968; PASTORELLI, Pietro, Italia e Albania, 1924-1927: origini diplomatiche del Trattato di Tirana del 22 novembre 1927, Firenze, Poligrafo Toscano, 1967; ROSELLI, Alessandro, Italia e Albania: relazioni finanziarie nel ventennio fascista, Bologna, Il Mulino, 1986.

4 HALIMI, Redi, «A Liberal Government in King Zog’s Albania? Mehdi Frashëri and the Cabinet of the “Young” (1935-1936)», in Südost-Forchungen, vol. 73, 2014, pp. 312-316

5 LUCATELLO, Guido, La natura giuridica dell’unione italo-albanese, Padova, CEDAM, 1943.

6 BLAND, William B., Albania, Oxford, ABC-CLIO Ltd, 1997; GROTHUSEN, Klaus-Detlev (herausgegeben von), Albanien, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1993; HETZER, Armin, ROMAN, Viorel S., Albanien: ein bibliographischer Forschungsbericht: mit Titelübersetzungen und Standortnachweisen, München – New York, Saur, 1983; DANIEL, Odile, Albanie, une bibliographie historique, Paris, Editions du Centre national de la recherche scientifique, 1985; SHARRËXHI, Afërdita, DOMI, Etleva (sous la dir. de), Oeuvres des auteurs et chercheurs français sur l’Albanie et les albanais, 16.-20. siècles: bibliographie, Tiranë, Biblioteka Kombëtare, 2001; BASHA, Nermin, SHARRËXHI, Afërdita, Vepra te autoreve dhe studiuesve italiane per shqiperine dhe shqiptaret: (shek. 15.-20.) katalog, Tiranë, Biblioteka Kombëtare, 1995.

7 BIBLIOTEKA KOMBËTARE E SHQIPËRISË, Pushtimi fashist italian, 1939-1943, URL: < http://bit.ly/2mUbrJz > [consultato il 28 febbraio 2017].

8 PEARSON, Owen, Albania in occupation and war: from fascism to communism, 1940-1945, London, I. B.Tauris, 2005.

9 DEZHGIU, Muharrem, Shqipëria nën pushtimin italian, 1939-1943, Tiranë, Akademia e Shkencave, 2005; EICHBERG, Federico, Il fascio littorio e l’aquila di Skanderbeg. Italia e Albania 1939-1945, Roma, Apes, 1997; FISCHER, Bernd Jürgen, Albania at war, 1939-1945, West Lafayette, Purdue University Press, 1999; RALLO, Michele, L’Epoca delle Rivoluzioni Nazionali in Europa (1919-1945), vol. 4, Albania e Kosovo, Roma, Settimo Sigillo, 1975.

10 FISCHER, Bernd Jürgen, L’Anschluss italiano. La guerra in Albania, Nardò, Besa, 2003.

11 AGA ROSSI, Elena, GIUSTI, Maria Teresa, Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani, 1940-1945, Bologna, Il Mulino, 2011.

12 CEVA, Lucio, La condotta italiana della guerra: Cavallero e il comando supremo 1941-1942, Milano, Feltrinelli, 1975; ID., Le forze armate, Torino, UTET, 1981; ID., Guerra mondiale. Strategie e industria bellica 1939-1945, Milano, Franco Angeli, 2001; KNOX, MacGregor, Mussolini Unleashed, 1939-1941: Politics and Strategy in Fascist Italy’s Last War, Cambridge, Cambridge University Press, 1978; ID., Common Destiny: Dictatorship, Foreign Policy, and War in Fascist Italy and Nazi Germany, Cambridge, Cambridge University Press, 1982; MINNITI, Fortunato, Fino alla guerra: strategie e conflitto nella politica di potenza di Mussolini : 1923-1940, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 2000; ROCHAT, Giorgio, Le guerre italiane 1935-1943. Dall’impero d’Etiopia alla disfatta, Torino, Einaudi, 2008; ID., L’esercito italiano in pace e in guerra. Studi di storia militare, Milano, R.A.R.A., 1991. Sulle vicende militari durante il secondo conflitto mondiale sono da consultare anche i numerosi volumi con i Diari del Comando Supremo e i Verbali del Capo dello Stato Maggiore dell’Esercito come ad esempio: BIAGINI, Antonello, FRATTOLILLO, Fernando (a cura di), Diario storico del Comando supremo: raccolta di documenti della seconda guerra mondiale, vol. 6, Roma, Ufficio storico SME, 1996; BIAGINI, Antonello, MAZZACCARA, Carlo (a cura di), Verbali delle riunioni tenute dal Capo di SM generale : raccolta di documenti della seconda guerra mondiale, vol. 1, Roma, Ufficio storico SME, 1982.

13 MONTANARI, Mario, Le truppe italiane in Albania (anni 1914-20 e 1939), Roma, SME, 1978; CROCIANI, Piero, Gli albanesi nelle forze armate italiane, Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, 2001.

14 RODOGNO, Davide, Il nuovo ordine mediterraneo: le politiche di occupazione dell’Italia fascista in Europa (1940-1943), Torino, Bollati Boringhieri, 2003; ID., «La repressione nei territori occupati dall’Italia fascista tra il 1940 ed il 1943», in Qualestoria, XXX, 1/2002, pp. 45-83; SANTARELLI, Lidia, «Fra coabitazione e conflitto: invasione italiana e popolazione civile nella Grecia occupata (primavera-estate 1941)», in Qualestoria, XXX, 1/2002, pp. 143-155; ID., «Muted violence: Italian war crimes in occupied Greece», in Journal of Modern Italian Studies, 9, 3/2004, pp. 280-299.

15 SALA, Teodoro, COLLOTTI, Enzo, Le Potenze Dell’asse e la Jugoslavia. Saggi e Documenti 1941/1943, Milano, Feltrinelli, 1974; SALA, Teodoro, COLLOTTI, Enzo, Il fascismo italiano e gli Slavi del sud, Trieste, Irsml Friuli Venezia Giulia, 2009; FERENC, Tone, La Provincia «Italiana» Di Lubiana: Documenti 1941-1942, Udine, Istituto Friulano Per La Storia Del Movimento Di Liberazione, 1994; CUZZI, Marco, L’occupazione italiana della Slovenia 1941-1943, Roma, SME, 1998; TALPO, Oddone, Dalmazia. Una cronaca per la storia 1941-1944, 3 voll., Roma, SME, 1990; SICA, Emanuele, Mussolini’s Army in the French Riviera: Italy’s Occupation of France, Illinois, University Press, 2015.

16 Si vedano ad esempio: Qualestoria, XXX, 1/2002; Contemporanea, VIII, 2/2005; Italia Contemporanea, 252-253, 2008.

17 AMBROSINI, Gaspare, L’Albania nella comunità imperiale di Roma, Roma, Istituto nazionale di cultura fascista, 1940; BONDIOLI, Pio, Albania. Quinta Sponda D’Italia, Milano, Cetim Anno, 1939; GIANNINI, Amedeo, L’Albania dall’indipendenza all’unione con l’Italia. [1913-1939], Milano, ISPI, 1939; ISTITUTO DI STUDI ADRIATICI DI VENEZIA (a cura di), Albania, 2 voll., Venezia, Officine grafiche Ferrari, 1939-1941.

18 A titolo di esempio cfr.: CACCAMO, Francesco, Odissea arbëreshe, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2012; DE FELICE, Renzo, Mussolini il duce. Lo stato totalitario, 1936-1940, Torino, Einaudi, 1981; ID., Mussolini l’alleato, Torino, Einaudi, 1990; GUERRI, Giordano B., Giuseppe Bottai, Milano, Bompiani, 2010; GUERRI, Giordano B., Galeazzo Ciano, Milano, Bompiani, 2011; SCHREIBER, Thomas, Enver Hodja: Le sultan rouge, Paris, Jean-Claude Lattès, 1994; TOMES, Jason, King Zog: Self-Made Monarch of Albania, New York, The History Press, 2011.

19 MARTUCCI, Donato, «“Le terre albanesi redente”. La Ciameria tra irredentismo albanese e propaganda fascista», in Palaver, 3, 2/2014, pp. 145-174; ID., «La “purezza della razza” e lo scandalo Cordignano», in Palaver, 5, 2/2016, pp. 231-300; BASCIANI, Alberto, La fine del regno del terrore e dell’oppressione e l’inizio di una nuova era di civiltà e progresso”. La propaganda fascista all’indomani della conquista dell’Albania 1939-1940, in DEMIRAJ, Bardhyl, MANDALÀ, Matteo, SINANI, Shaban (a cura di), Edhe 100! Studi in onore del Prof. Francesco Altimari in occasione del 60° compleanno, Tiranë, Albapaper, 2015.

20 VILLARI, Giovanni, «L’Albania tra protettorato e occupazione (1935-1943)», in Qualestoria, XXX, 1/2002, pp. 117-127; ID., «A Failed Experiment: The Exportation of Fascism to Albania», in Modern Italy, 12, 2/2007, pp. 157-171; ID., «L’Unione italo-albanese. Fonti e nodi per una ricerca storica», in Italia contemporanea, 252-253, 2008, pp. 581-589; ID., Il sistema di occupazione fascista in Albania, in BRAZZO, Laura, SARFATTI, Michele (a cura di), Gli ebrei in Albania sotto il fascismo: una storia da ricostruire, Firenze, Giuntina, 2010, pp. 93-124.

21 MICHELETTA, Luca, La resa dei conti. Il Kosovo, l’Italia e la dissoluzione della Jugoslavia (1939-1941), Roma, Nuova Cultura, 2008; ID., «La questione della Ciamuria e l’attacco italiano alla Grecia del 28 ottobre 1940», in Clio: rivista trimestrale di studi storici, 40, 3/2004, pp. 473-512; ID., «Italy, Greater Albania, and Kosovo 1939-1943», in Nuova rivista storica, 97, 2/2013, pp. 521-542.

22 KRETSI, Georgia, «The Secret Past of the Greek-Albanian Borderlands. Cham Muslim Albanians: Perspectives on a Conflict over Historical Accountability and Current Rights», in Ethnologia Balkanica, 6, 2002, pp. 171-195; TSOUTSOUMPIS, Spiros, «Violence, resistance and collaboration in a Greek borderland: the case of the Muslim Chams of Epirus», in Qualestoria, XXXII, 2/2015, pp. 119-138.

23 DOGO, Marco, Kosovo. Albanesi e Serbi: le radici del conflitto, Lungro di Cosenza, Marco, 1992; MALCOLM, Noel, Kosovo: A Short History, New York, Macmillan, 1998 [trad. it.: Storia del Kosovo. Dalle origini ai giorni nostri, Milano, Bompiani, 1999]. Si veda anche SALIMBENI, Lorenzo, «L’occupazione italiana del Kosovo nella seconda guerra mondiale», in Italia contemporanea, 251, 2008, pp. 299-319.

24 MOROZZO DELLA ROCCA, Roberto, Nazione e religione in Albania, Lecce, Besa, 2002.

25 BRAZZO, Laura, SARFATTI, Michele (a cura di), Gli ebrei in Albania sotto il fascismo: una storia da ricostruire, Firenze, Casa Editrice Giuntina, 2010.

26 Per avere un quadro dello stato della storiografia sulla storia albanese e dei principali specialisti che se ne occupano a livello internazionale si veda: SCHMITT, Oliver Jens, FRANTZ, Eva Anne, Albanische Geschichte: Stand und Perspektiven der Forschung, München, De Gruyter Oldenbourg, 2009.

27 DERVISHI, Kastriot, Historia e shtetit shqiptar 1912-2005: organizimi shtetëror, jeta politike, ngjarjet kryesore, të gjithë ligjvënësit, ministrat dhe kryetarët e shtetit shqiptar në historinë 93-vjeçare të tij, Tiranë, Shtëpia Botuese 55, 2006.

28 BOÇI, Sonila, «Minoriteti Grek Në Shqipëri Në Koniunkturat Politike Të Viteve 1939-1941», in Studime Historike, 1-2/2012, pp. 129-152; BOÇI, Sonila, «Ddilemat e projekteve për bashkëpunimin midis shqiptarëve dhe grekëve gjatë viteve 1943-1944», in Studime Historike, 1-2/2014, pp. 229-240.

29 TRANI Silvia, L’Unione fra l’Albania e l’Italia: censimento delle fonti (1939-1945) conservate negli archivi pubblici e privati di Roma, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, 2007.

30 Per la descrizione dei fondi archivistici si rinvia a TRANI, Silvia, L’Unione fra l’Albania e l’Italia, cit., pp. 103-488; ID., «L’unione fra l’Italia e l’Albania (1939-1943)», in Clio: rivista trimestrale di studi storici, 30, 1/1994, pp. 139-168.

31 Si veda anche: PANSINI, Mariolina, Le fonti dell’Archivio di Stato di Bari sull’Albania, in ESPOSITO, Giulio, LEUZZI, Antonio, NIKA, Nevila (a cura di), Puglia e Albania nel Novecento, Nardò, Salento Books, 2008, pp. 239-279.

32 TRANI, Silvia, La storia dell’Unione italo-albanese. Un’indagine sulle principali risorse documentarie conservate in Italia, in BRAZZO, Laura, SARFATTI, Michele (a cura di), Gli ebrei in Albania sotto il fascismo: una storia da ricostruire, Firenze, Giuntina, 2010, pp. 65-85.

33 MICHELETTA, Luca, «Italy, Greater Albania, and Kosovo 1939-1943», cit.

34 TRANI, Silvia, L’Unione fra l’Albania e l’Italia, cit., pp. 218-245.

35 ERCOLANI, Antonella, L’Italia in Albania: la conquista italiana nei documenti albanesi (1939), Roma, Libera Università degli Studi S. Pio V, 1999.

36 FISCHER, Bernd Jürgen, L’Anschluss italiano. La guerra in Albania, cit., pp. 343-354.

37 Cfr. Actes et documents du Saint Siege relatifs a la seconde guerre mondiale, 11 voll., Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 1970-1981; Documents on German Foreign Policy, 1918-1945: from the Archives of the German Foreign Ministry, 14 voll., Washington, United States government printing Office, 1949-1964; I documenti diplomatici italiani, 10 voll., Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 1960-1990; La Lutte antifasciste de liberation nationale du peuple albanais: documents principaux (1941-1944), Tiranë, Editions «8 Nëntori», 1975.

38 BAGHIOU, Jeanne, Come non vincemmo la campagna di Grecia: fatti e retroscena, Milano, De Vecchi, 1971; BANDIERA, Adolfo, Io fui della IX armata d’Albania: ricordi di guerra di un fante, Bologna, M. Boni, 1982; BEDESCHI, Giulio (a cura di), Fronte greco-albanese: c’ero anch’io, Milano, Mursia, 2011; CAVALLERO, Ugo, Comando supremo. Diario 1940-43 del Capo di S.M.G., Rocca San Casciano, Cappelli, 1948; CIANO, Galeazzo, Diario 1937-1943, Roma, Castelvecchi, 2014; JACOMONI DI SAN SAVINO, Francesco, La politica dell’Italia in Albania: nelle testimonianze del Luogotenente del re, Bologna, Cappelli, 1965; MARKO, Petro, Intervistë me vetveten: retë dhe gurët, Tiranë, Omsca, 2000; ROATTA, Mario, Otto milioni di baionette: l’Esercito italiano in guerra dal 1940 al 1944, Milano, A. Mondadori, 1946; UMILTÀ, Carlo, Jugoslavia e Albania: memorie di un diplomatico, Milano, Garzanti, 1947; VISCONTI PRASCA, Sebastiano, Io ho aggredito la Grecia, Milano, Rizzoli editore, 1946; XOXA, Zoi, Kujtimet e një Gazetari, Tiranë, Shtepia Botuese «55», 2007.

39 SAKJA, Rovena, «Drini: Storia di una rivista negli archivi italiani e albanesi», in Palaver, 5, 1/2016, pp. 59-90.

40 CUZZI, Marco, «Quando Mussolini costruiva la Grande Albania», in Limes, 2/2001, pp. 123-129.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica digitale

Redi Halimi, «L’Albania fascista (1939-1943)»Diacronie [Online], N° 31, 3 | 2017, documento 4, online dal 29 octobre 2017, consultato il 10 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/6211; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.6211

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Autore

Redi Halimi

Redi Halimi ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia sociale europea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia nel 2013. È ricercatore associato presso il Cetobac (Centre d’Études Turques, Ottomanes, Balkaniques et Centrasiatiques) di Parigi e collabora con il Dissgea (Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità) dell’Università di Padova. Si occupa di storia dell’Adriatico e del Mediterraneo in epoca moderna e contemporanea con particolare attenzione per le vicende albanesi.
URL: < http://www.studistorici.com/progett/autori/#Halimi >

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