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HomeNumeriN° 29, 1II. Tavola rotonda – Wikipedia e ...Danzica e le guerre wikipediane

II. Tavola rotonda – Wikipedia e le scienze storiche
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Danzica e le guerre wikipediane

Qualche osservazione sulle edit wars
Jacopo Bassi

Abstract

Quale rapporto si sta costruendo fra le scienze storiche e Wikipedia? Come bisogna porsi di fronte alle voci di Wikipedia che trattano di storia? Quale potrà essere il ruolo della futura “enciclopedia libera” per lo studio e l’insegnamento della storia? A partire dall’analisi di alcune voci di Wikipedia operata dal gruppo di lavoro “Nicoletta Bourbaki”, sei autori animano una tavola rotonda sul rapporto tra l’enciclopedia libera e il mondo della storia.

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Testo integrale

Gdańsk, Kościół św. Jana, epitafium Adelgundy Zappio, 1664Visualizza l'immagine
Credits: by Pomuchelskopp via Wikimedia Commons (CC BY-SA 3.0)
  • 1 GRASS, Günther, Sbucciando la cipolla, Torino, Einaudi, 2007, p. 4.

Il ricordo ama giocare a nascondino come i bambini.
Si rintana. È incline all’adulazione e gli piace abbellire, spesso senza necessità.
Contraddice la memoria, che si comporta con pedanteria e vuole avere litigiosamente ragione.
Se viene molestato con domande, il ricordo assomiglia a una cipolla che vorrebbe essere sbucciata perché, carattere dopo carattere, possa venire allo scoperto quanto c’è di leggibile: di rado univoco, spesso in scrittura a specchio o comunque enigmaticamente confuso1.
Günther Grass, Sbucciando la cipolla

1. Una città affacciata sul Baltico

1In un recente libro dedicato a Wikipedia2, Dariusz Jemielniak, professore di Economia gestionale alla Akademia Leona Koźmińskiego di Varsavia passa in rassegna una delle maggiori edit wars wikipediane: quella sorta intorno alla definizione da assegnare alla voce di Wikipedia in lingua inglese dedicata alla città polacca. Jemielniak è un contributore e un amministratore dell’enciclopedia libera, dunque un conoscitore profondo della materia. La controversia intorno al nome – datata al 2004 – oppose due diverse fazioni: quella che intendeva impiegare il nome tedesco della città, “Danzig”, e quella che optava per il nome polacco, “Gdansk”. La votazione venne tenuta aperta per circa tre settimane3. Gli organizzatori della consultazione decisero di suddividere la consultazione in dieci distinte domande4, che potessero permettere di ottenere, ad esempio, risposte differenti a seconda dell’epoca presa in esame. I dati della votazione offrono diversi spunti di riflessione. Anzitutto bisogna premettere che al voto furono ammessi i soli utenti con un alto numero di modifiche all’attivo5: dunque tutti gli utenti con poche modifiche e gli utenti anonimi vennero esclusi dalla votazione.

2Le decisioni prese avrebbero avuto un valore dirimente e di indirizzo per orientare le future decisioni in merito alla questione del nome della città: di fatto quanto emerso con la votazione avrebbe avuto il valore non solo di linea guida ma avrebbero permesso, successivamente al voto, di trattare eventuali modifiche relative al nome (e non conformi a quanto deciso) alla stregua di veri e propri vandalismi6. Il numero di votanti ammessi ad esprimere il proprio giudizio sulle singole questioni, mediamente, si aggirò intorno alla settantina di utenti.

2. Danzig o Gdánsk? La questione del nome tra scelta autoriale e “questione democratica”

3La questione del nome può sembrare marginale, ma non lo è. Quando l’autore di un opera – o, nel caso specifico, di una voce di enciclopedia – decide di adottare una definizione in luogo di un’altra, compie una scelta. E questa scelta presuppone un orientamento e una presa di posizione che, normalmente, sono giustificati. Demandare la scelta ad un gruppo di persone – scelte sulla base di un criterio eminentemente partecipativo e di una partecipazione quantitativa e non qualitativa – può sembrare rassicurante e, per certi versi, come una garanzia contro possibili decisioni estremiste o politicamente orientate.

4L’obiezione più ovvia che si può muovere a questo modus operandi è che instaurare una dittatura della maggioranza non rappresenti una garanzia della scientificità del testo: una decisione presa attraverso un sondaggio fra gli utenti di rank superiore non fornisce una garanzia della loro competenza in materia; semmai fornisce assicurazioni circa la loro dedizione verso il progetto Wikipedia.

5Demandare decisioni di questo tipo agli utenti “non addetti ai lavori” può portare a leggere – come nel caso già citato della pagina di discussione su Danzica – giustificazioni come questa: «la maggior parte dei libri in inglese impiega il termine […]». Quel che invece interessa del lavoro dello storico ad un altro storico è la ragione in base a cui vengono operate determinate scelte o quali siano le fonti che lo conducono a prediligere un’interpretazione in luogo di un’altra, non la scelta in sé.

6L’ostilità verso una posizione politica avversa o persino nei confronti di un altro utente è, come sottolinea Tommaso Baldo, in qualche modo inevitabile. Ma a questo non sfugge neppure la letteratura scientifica, che è costellata di controversie storiche e storiografiche. Ciò in cui differisce il meccanismo di azione di Wikipedia è nella possibilità di cancellare quanto scritto da un altro utente. Si può obiettare che esistano strumenti atti a impedire il fatto che questa eliminazione avvenga in modo sistematico: la 3RR (Three Revert Rule)7, ad esempio è una norma prevista per impedire le edit wars8. Di fatto non vi sono garanzie circa la risoluzione “pacifica” e consensuale di un conflitto; contro la libido emendandi – o delendi! – di alcuni utenti è stato necessario mettere a punto meccanismi di espulsione.

7La guerra di modifiche può dar luogo ad un ulteriore fenomeno, non meno spiacevole, ma che rientra nel complesso dei pro e dei contro dell’enciclopedia libera. Qualcuno potrebbe leggere una voce di Wikipedia nel bel mezzo di una edit wars e decidere di citarla o, più semplicemente, fare riferimento alle informazioni in essa contenute. In quanto oggetto in divenire, l’utente potrebbe non riconoscere più ciò che ha letto se dovesse tornare a visitare quella voce dopo un’eliminazione totale (uno di quei revert che vengono operati proprio in occasione delle edit wars).

  • 9 HUNT, Pete, «China and Japan’s Wikipedia War», in Foreign Policy, 5 febbraio 2013, URL: < http://fo (...)

8Quello del nome di Danzica – caso peraltro non isolato9 – e più in generale della denominazione delle voci è solo un esempio paradossale, ma che permette di introdurre un altro tema, fondamentale per il mestiere di storico.

  • 10 LANCIA, Alberto, «Prove false e diffamazione per imporre la vulgata in Wikipedia», in Storia in ret (...)
  • 11 Nello specifico il riferimento è a Emanuele Mastrangelo, autore (assieme a Enrico Petrucci), di un (...)

9Decidere di denominare un evento, un luogo o qualsiasi voce in un modo invece che in un altro ha, infatti, un peso rilevante. Denota una scelta precisa, che è – a volte – programmatica di quanto si dirà della voce presa in analisi. Un altro esempio interessante citato da Tommaso Baldo è quello dell’attacco partigiano di via Rasella. Pur non condividendo le tesi di Alberto Lancia10 circa l’esistenza di una «cricca wikipediana» dedita a ostracizzare chiunque sostenga una tesi revisionista11, è indubbio che definire “attentato di via Rasella”, “fatti di via Rasella” o “strage di via Rasella” il medesimo evento non sia la stessa cosa. È per questa ragione che l’autorialità, di norma, permette di ricondurre una scelta (lessicale, terminologica, storica o politica) ad una persona e alla sua interpretazione degli eventi.

10Come si può, dunque, conservare traccia della pluralità delle voci degli utenti che hanno contribuito a creare la voce?

3. I cartelli fuori dalla chiesa, le lapidi dentro la chiesa

11Immaginiamo un turista in visita a Danzica che abbia già esaurito il tempo a sua disposizione e che giunga davanti alla Chiesa di San Nicola. Se restasse fuori dalla porta limitandosi a leggere solo il cartello che campeggia sulla facciata della chiesa, in polacco o, tutt’al più, accompagnato da qualche riga in una lingua franca (inglese, francese, …) impiegata per fornire un’informazione turistica, non si farebbe mai l’idea della stratificazione di lingue, culture e confessioni che potrà trovare all’interno delle mura della chiesa. Penserebbe in primo luogo di trovarsi di fronte a una chiesa polacca, in Polonia. All’interno, una serie di lapidi, in latino e in tedesco, testimonia invece meglio di mille parole la ricchezza e la complessità della vita – religiosa e non – in una città come Danzica, tedesca e polacca, cattolica e luterana in epoche diverse e contemporaneamente.

12L’approccio alla voce di Wikipedia è, normalmente, quello del turista che ha terminato il tempo a sua disposizione per la visita: non ci soffermiamo sulla stratificazione di discussioni, eliminazioni, riscritture del testo, limitandoci a leggere la voce. E la voce non è il prodotto di una autorialità definita: è l’effetto di una delle principali regole wikipediane, la ricerca del punto neutro fra posizioni differenti.

13Quello che manca, per quanto auspicato dai wikipediani12, è la capacità di dare visibilità a tutti i punti di vista, non riducendoli ad un’unica visione neutrale. Wikipedia è un’enciclopedia e come tale non può avere l’ambizione di un saggio storico; quel che sarebbe auspicabile, però, è la nascita di una coscienza critica nei redattori, attenta a dare spazio a tutte le correnti o a tutte le interpretazioni possibili di un evento storico. Quel che bisognerebbe privilegiare è la compresenza delle interpretazioni, non la scomunica reciproca, che vedrà necessariamente prevalere un’interpretazione “maggioritaria” o reticente, tale da consentire una sua accettazione unanime. La riduzione della pluralità ad un unico punto – per quanto neutro e mediano – non favorisce la ricerca storica, ma declina verso la costituzione di un pensiero unico. A dispetto di quanto prescritto dalle regole di wikipedia, il punto di vista neutrale sembra essersi trasformato nel punto di vista unico. Far risaltare questa pluralità di visioni sarebbe utile anche e soprattutto per l’utente non addetto ai lavori, che potrebbe così vedere con i propri occhi come la voce che sta ricercando non riconduca ad un’unica e incorruttibile verità, ma come esistano interpretazioni differenti dello stesso fatto.

4. Danzica, Europa

14Il progetto europeo – seppure attualmente l’UE attraversi una fase di grande difficoltà – ha saputo promettere agli abitanti dei paesi che sono entrati a farne parte, la creazione di una nuova identità inclusiva e che, almeno nelle intenzioni, voleva superare l’idea di Stato-nazione.

15Se l’idea di Europa potrà effettivamente contribuire all’abbandono delle ideologie nazionalistiche è presto per dirlo, ma l’idea di poter proporre una definizione inclusiva all’interno di una storia più vasta, quella europea, per la città di Danzica sembra essere un buon viatico per un confronto ricco di voci e di interpretazioni non oppositive, ma complementari.

16Anche per quel che riguarda Wikipedia è ancora presto (è nata solo nel 2001) per dire quale sia la direzione che sta prendendo il suo corso e, soprattutto, quale sia la dimensione prevalente di utilizzo che si sta sviluppando.

17L’avvento di Wikipedia ha avuto il pregio di stimolare una dimensione partecipativa negli utenti/lettori, sino ad allora passivi. Questo fenomeno presenta pro e contro, ma soprattutto impone una riflessione su alcuni aspetti, che potrebbero rivelarsi decisivi nell’evoluzione dell’enciclopedia libera (e soprattutto dell’uso che se ne fa) nei prossimi anni.

18Il primo punto su cui bisogna soffermarsi, come sottolinea Baldo, è la formazione di uno spirito critico nei lettori/utenti di Wikipedia. Aggiungerei, rispetto a quanto da lui affermato, che questo spirito critico dovrà rivolgersi non solo verso l’uso delle fonti nell’enciclopedia libera, ma anche a fornire gli strumenti per analizzare Wikipedia in quanto fonte. Ovvero a smaliziare l’utente di fronte a una voce dell’enciclopedia: consultare la cronologia della stessa, vedere quanti e quante volte sono intervenuti, etc… Tutto questo tenendo conto dei limiti che vengono posti alla sua indagine: il possibile anonimato degli estensori delle voci, l’impossibilità di fare affidamento su un’autorialità che sia “garanzia” dell’affidabilità, etc…

  • 13 GRINSTED, Daniel, «Die Lotsen bleiben an Bord. „Edit-War“ auf Wikipedia», in Frankfurter Allgemeine (...)
  • 14 WETHERELL, Charles, «Historical Social Network Analysis», in International Review of Social History(...)

19In secondo luogo, pur senza sposare teorie complottiste, bisogna tenere in conto la grande influenza che Wikipedia è in grado di avere sull’opinione pubblica13. Sono già numerosi i casi di modifiche o vandalismi di voci di Wikipedia volte a danneggiare politicamente, ad esempio, personalità politicamente attive. Esiste una questione di fondo (chi amministra e controlla l’ “enciclopedia libera”?), ma anche un problema di verifica dei contenuti a livello delle singole voci. Converrebbe forse allora cambiare il modo in cui consideriamo wikipedia. È un dato di fatto che nel corso degli ultimi due decenni le Social Network Analysis si siano faticosamente imposte anche all’attenzione degli storici, seppur ancora prevalentemente nel campo della storia quantitativa14. A dispetto della sua definizione di enciclopedia, Wikipedia non è – di fatto – un’enciclopedia per come la conosciamo: le sue caratteristiche, che rendono possibile una modifica costante e un’interazione tra gli utenti, la sua partecipazione condivisa (e non specialistica), ne fanno uno strumento più vicino a un social network che a un’enciclopedia “classica”. L’uso che se ne può fare e la qualità delle voci variano in funzione dello zelo e della perizia degli estensori delle voci.

20L’importante è essere consci dello strumento che si utilizza.

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Note

1 GRASS, Günther, Sbucciando la cipolla, Torino, Einaudi, 2007, p. 4.

2 JEMIELNIAK, Dariusz, Common knowledge? An ethnography of Wikipedia, Stanford, Stanford University Press, 2014.

3 «Gdansk or Danzig» in Wikipedia, URL: < https://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Wikipedia_Signpost/2005-02-21/Gdansk_or_Danzig > [consultato il 6 febbraio 2016].

4 «Talk: Gdansk/Vote», in Wikipedia, URL: < https://en.wikipedia.org/wiki/Talk:Gdansk/Vote > [consultato il 6 febbraio 2017].

5 «Numero di modifiche», in Wikipedia, URL: < https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Numero_di_modifiche > [consultato il 6 febbraio 2017].

6 Per la questione dei vandalismi, si veda How wikis work, URL: < http://computer.howstuffworks.com/internet/basics/wiki3.htm > [consultato il 1 febbraio 2017].

7 https://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Three_revert_rule_enforcement

8 https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Guerra_di_modifiche

9 HUNT, Pete, «China and Japan’s Wikipedia War», in Foreign Policy, 5 febbraio 2013, URL: < http://foreignpolicy.com/2013/02/05/china-and-japans-wikipedia-war/ > [consultato il 6 febbraio 2017].

10 LANCIA, Alberto, «Prove false e diffamazione per imporre la vulgata in Wikipedia», in Storia in rete, URL: < http://www.storiainrete.com/3795/stampa-italiana-2/diffamazione-e-prove-false-per-imporre-vulgata-wikipedia/ > [consultato il 6 febbraio 2017].

11 Nello specifico il riferimento è a Emanuele Mastrangelo, autore (assieme a Enrico Petrucci), di un saggio su wikipedia: il libro contiene un attacco di accusa nei confronti della realtà wikipediana italiana, accusata di essere controllata da un gruppo ideologicamente schierato a sinistra. MASTRANGELO, Emanuele, PETRUCCI, Enrico, Wikipedia. L’enciclopedia libera e l’egemonia dell’informazione, Milano, Bietti, 2014.

12 «Wikipedia: Punto di vista neutrale», URL: < https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Punto_di_vista_neutrale > [consultato il 5 febbraio 2017] .

13 GRINSTED, Daniel, «Die Lotsen bleiben an Bord. „Edit-War“ auf Wikipedia», in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 11 febbraio 2011, URL: < http://www.faz.net/aktuell/feuilleton/medien/edit-war-auf-wikipedia-die-lotsen-bleiben-an-bord-16331.html > [consultato il 6 febbraio 2017].

14 WETHERELL, Charles, «Historical Social Network Analysis», in International Review of Social History, Supplement, 43, 1998, pp. 125-144; PRELL, Christina, Social Network Analysis: History, Theory and Methodology, Los Angeles-London, Sage, 2011.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica digitale

Jacopo Bassi, «Danzica e le guerre wikipediane»Diacronie [Online], N° 29, 1 | 2017, documento 11, online dal 29 mars 2017, consultato il 09 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/5461; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.5461

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Autore

Jacopo Bassi

Jacopo Bassi ha conseguito la laurea specialistica in Storia d’Europa presso l’Università degli Studi di Bologna. Nel corso dei suoi studi si è occupato di storia della Grecia e dell’Albania in età contemporanea e di storia e istituzioni della Chiesa ortodossa. Ha lavorato per le case editrici Éditions des femmes, Il Mulino e Zanichelli.
URL: < http://www.studistorici.com/2009/02/24/jacopo_bassi/ >

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