Dissoluzioni, parodie o mutamenti?
Abstract
Quale rapporto si sta costruendo fra le scienze storiche e Wikipedia? Come bisogna porsi di fronte alle voci di Wikipedia che trattano di storia? Quale potrà essere il ruolo della futura “enciclopedia libera” per lo studio e l’insegnamento della storia? A partire dall’analisi di alcune voci di Wikipedia operata dal gruppo di lavoro “Nicoletta Bourbaki”, sei autori animano una tavola rotonda sul rapporto tra l’enciclopedia libera e il mondo della storia.
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1. Punto di partenza: due discussioni
- 1 BALDO, Tommaso, «I ‘45 cavalieri di Wikipedia’, da chi e da che cosa è libera l’enciclopedia libera (...)
1Ricercando tra gli archivi di Wikipedia rinveniamo due discussioni che saranno qui impiegate come base d’appoggio, come punto di partenza per applicare il principio della “variazione di scala”, pur mantenendo come sfondo l’analisi di Tommaso Baldo1. Il primo caso risale al 2012 e concerne la pagina di discussione della voce “Regime militare in Brasile”, della versione in portoghese di Wikipedia. Il 21 giugno 2012, uno dei collaboratori, registrato come Gutim, affermava:
- 2 URL: < http://pt.wikipedia.org/w/index.php?title=Discuss%C3%A3o:Regime_militar_no_Brasil&oldid=3560 (...)
Non ho fonti altamente affidabili per fare ciò che pretendo di fare, ma chiarirò ciò di cui stratta. Ho letto e sentito i pareri di molti simpatizzanti di sinistra e di destra riguardo al governo di Castelo Branco. L’opinione più comune è che questo governo sia stato il migliore dell’epoca che precedette l’irrigidimento della dittatura militare. [...] in definitiva, attraverso queste fonti che non posso impiegare, concludo che il Brasile avrebbe potuto facilmente avere un presidente eletto democraticamente un anno e mezzo dopo il golpe del 1964. Per queste ragioni, se ritenete affidabili queste fonti, io le aggiungerei all’articolo2.
- 3 Cfr. ROSENZWEIG, Roy, Clio Wired, New York, Columbia, 2011. In una ricerca recente, Phillips afferm (...)
2Si rileveranno, attraverso i nostri corsivi nella citazione precedente le dimensioni delle norme definite dai collaboratori di Wikipedia per l’analisi e l’utilizzazione delle fonti.. Queste regole interdicono l’utilizzazione di una testimonianza orale che non possa essere soggetta a critica e/o verificabilità, come attestato dalla citazione in questione. Rosenzweig sottolinea come l’idea di imparzialità (o, piuttosto diremmo, il desiderio di imparzialità) sia un mito fondatore che fornisce una base discorsiva condivisa tra i collaboratori3. Nel caso succitato, l’obbedienza alla politica di neutralità crea un “filtro”, come vediamo nell’esitazione del collaboratore nello scrivere che il «governo Castelo Branco» (primo generale a governare il Brasile dopo il golpe militare del 1964) «fu il migliore dell’epoca che precedette l’irrigidimento [del regime]». Benché talvolta lo faccia in modo ingenuo – ad esempio quando afferma «se Castelo Branco» «avesse preso le opportune misure», bisogna evidenziare che l’autore affronta un tema oggetto di disputa da parte dalla storiografia contemporanea: la trasformazione del golpe civile-militare in una dittatura militare; ma, al contempo, consacra una versione egemonica della memoria e di una certa storiografia (oggi più contestata) per la quale nel 1968 ci sarebbe stato un “golpe nel golpe”.
- 4 URL: < http://pt.wikipedia.org/wiki/Usuário(a):Dornicke > [consultato il 16 dicembre 2016].
3Il secondo caso tratta del funzionamento del processo di “eliminazione” di un articolo. Nel caso in cui un lettore della wikipedia lusofona cerchi la voce “Revolução de 1964” [Rivoluzione del 1964], sarà indirizzato verso l’articolo [Golpe di Stato in Brasile nel 1964]. Questo reindirizzamento è frutto di una discussione, svoltasi tra il 6 e il 12 agosto del 2008, per eliminare un articolo denominato “Rivoluzione del 1964”. Una delle argomentazioni impiegate dall’utente identificato Dornicke4 per eliminare l’articolo e reindirizzare la ricerca, affermava: «esiste una definizione incontestabile del fatto: Golpe del ’64. È la versione largamente accettata dalla storiografia, persino da buona parte della letteratura militare». In questo secondo caso, osserviamo che l’autorità della storia accademica è stata utilizzata per legittimare, per così dire, l’interpretazione dei “vinti”, o anche, la verità fattuale.
2. Opinione ed illusione
- 5 Cfr. MERZEAU, Louise, Guerres de mémoires online: um nouvel enjeu stratégique?, in BLANCHARD, Pasca (...)
- 6 Ho sviluppato alcune considerazioni su questi rischi in PEREIRA, Mateus, «Nova direita? Guerras de (...)
4Le guerre di memoria su Wikipedia, così come su internet, devono essere considerate alla stregua di un teatro delle operazioni la cui rappresentazione cartografica si modifica costantemente5. Stando così le cose, a prescindere dal fatto che io concordi con la prospettiva esposta da Tommaso Baldo – in particolare, per quel che riguardo ai rischi del negazionismo, di falsificazioni, di distorsioni e dissimulazioni6 – mi piacerebbe sottolineare in questa sede le differenze. Credo che dal punto di vista delle fonti l’esitazione del contributore Gutim e il caso dell’eliminazione citati in precedenza tendano a contraddire il punto di vista di Baldo quando afferma che il «dibattito storiografico» sulle pagine di Wikipedia si svolge a livello di opinione e subito si allontana dalla verità o, quantomeno, dalla “verità fattuale”.
- 7 ARENDT, Hannah, Verità e Politica, Torino, Bollati Boringhieri, 2004, p. 44 [ed. orig. Between Past (...)
5Va detto che la relazione tra “verità fattuale” e “opinione” è stata affrontata da Hannah Arendt in un testo del 1967. Essa indicava i pericoli insiti nel trattare ciò che non può trasformare in opinione. La filosofa si domandava se esistesse qualche fatto indipendente dall’opinione e dall’interpretazione, rispondendosi che «anche se ammettiamo che ogni generazione ha il diritto di scrivere la propria storia, ammettiamo soltanto che essa ha il diritto di riordinare i fatti in armonia con la propria prospettiva, non ammettiamo il diritto di toccare la materia fattuale in quanto tale»7. L’autrice in questo modo evidenzia i rischi della riduzione o diluizione della “verità fattuale” (contingente e dipendente da una testimonianza affidabile) ad “opinione”, così come le conseguenze della sua distruzione (guardando alla fine della distinzione tra fatto e finzione) attraverso la “menzogna” e la “manipolazione” politica. Un’opinione cesserà di avere legittimità diffusa solamente quando sorgerà una nuova evidenza e/o attraverso un dibattito costante che metta in rilievo le fragili basi che hanno retto il consenso provvisorio intorno ad un tema. In questo senso opinione e verità fattuale non si oppongono, poiché opinioni fondate su verità fattuali tendono a divenire più convincenti. Così gli esempi qui evidenziati mostrano che ci può essere un qualche tipo di convergenza, nelle pagine dell’enciclopedia virtuale, tra la ricerca della verità fattuale e l’opinione.
- 8 WHITE, Hayden, Ficción histórica, historia ficcional y realidad histórica, Buenos Aires, Prometeo L (...)
- 9 Rinvio per non prolungare i riferimenti bibliografici e le questioni, alle riflessioni sviluppate n (...)
- 10 REVEL, Jacques, História e historiografia: exercícios críticos, Curitiba, Ed. UFPR, 2010, p. 36.
- 11 Ibidem, p. 54.
6In modo implicito ed esplicito Baldo sembra sviluppare parte della sua analisi su Wikipedia a partire dalle idee di dissoluzione e di parodia. Ma l’“Enciclopedia libera”, non potrebbe quantomeno essere utile per riflettere, negare o problematizzare un paradosso che avvolge la storiografia professionale e universitaria? Per Hayden White il paradosso risiede nel fatto che: «nella misura in cui gli studi storici divengono più scientifici, meno utili si rivelano per qualsiasi finalità pratica come l’educazione dei cittadini per la vita politica»8. Più che di fronte a un paradosso qui siamo davanti ai limiti e alla stessa crisi del moderno concetto di storia, di storicismo, di “positivismo critico” per come la storiografia si è configurata accademicamente sin dal XIX secolo9. Jacques Revel evidenzia che per i fondatori della scuola degli Annales, Bloch e Febvre, la storia rimane essenzialmente empirica, soprattutto per via del fatto che il «sociale non è mai l’oggetto di una concettualizzazione sistematica, articolata»10. Ancora, secondo l’autore, la cosiddetta seconda generazione approfondì questo «nuovo empirismo» o «positivismo critico»11 dove il “metodo” conquistava il primato a detrimento della teoria e delle condizioni di produzione della storia.
- 12 Cfr., in particolare: LAVILLE, Christian, «A guerra das narrativas», in Revista Brasileira de Histó (...)
- 13 Una questione che deve intersecare le riflessioni sulle diverse versioni di Wikipedia riguarda la v (...)
7Inoltre, nella misura in cui gli storici non monopolizzano le esperienze della storia, le narrazioni, le memorie e persino le rappresentazioni del passato, Baldo non finisce per alimentare una certa illusione generalizzata circa il potere effettivo della storiografia e dell’insegnamento della storia12? In definitiva, quantomeno nei paesi del cosiddetto Occidente13, molti di coloro che attualmente sono nazionalisti, razzisti, xenofobi e fondamentalisti sono passati da un’educazione scolastica “orientata”, in gran parte, dalla storiografia accademica.
3. L’accento sulla continuità
- 14 FILHO, Celio, Da Wikipédia de A a Z., São Paulo, Wikimedia Foudation, 2015. In questo caso riprendo (...)
- 15 ELLIS, Rachel, «Wikipedia GPs! Half of all doctors go online to help diagnose patients while a quar (...)
8Nel 2014 nell’enciclopedia erano presenti 30 milioni di articoli scritti in forma collaborativa e decine di migliaia di utenti contributori attivi. Risultava uno dei dieci siti più visitati in Brasile, il sesto del mondo e contava più di 200.000 modifiche al mese nella sola versione in portoghese14. Alcune ricerche indicano come un numero considerevole di medici abbia utilizzato Wikipedia per formulare diagnosi mediche, benché i loro pazienti non ne fossero al corrente15. A quanto pare, la presenza dell’Enciclopedia libera nelle nostre vite sembra essere irreversibile. Allora, una delle soluzioni di fronte ai problemi concreti indicati da Tommaso Baldo circa il basso numero di utenti attivi, non potrebbe portare ad una maggior interazione fra le “comunità” accademiche e quella wikipediana? Fino a che punto non sarebbe lodevole – dal punto di vista etico, politico e pratico – che i futuri professori di storia imparassero nelle università a collaborare in modo più incisivo a questo progetto che, ad esempio, al contrario di Google non ha fini di lucro?
- 16 Cfr. RANCIÈRE, Jacques, Os nomes da história, São Paulo, Editora Unesp, 2014.
9In definitiva il pluralismo crescente di forme e contenuti per narrare e rappresentare ciò che è avvenuto in passato è proprio delle «storicità democratiche»16. Così come lo è la messa in discussione delle gerarchie prestabilite. Sotto questa prospettiva la stessa idea di “scienza” storica non ha forse qualche aspetto proprio della parodia in rapporto a ciò che gli storici immaginano che siano le altre “scienze”? Ma forse risponde a verità il fatto che vi sia, in senso positivo o negativo, come afferma Tommaso Baldo, un qualcosa che attiene alla parodia (non sarebbe meglio impiegare la parola differenza?) nella narrazione e nella pratica storica dell’Enciclopedia libera rispetto agli scritti accademici. Se così fosse, potremmo dire che la principale aspettativa di buona parte dei lettori dell’“Enciclopedia che tutti possono modificare” è una cultura della storia cronologica, fattuale, lineare e aneddotica?
- 17 Cfr. POMIAN, Krzysztof, «Evento», Enciclopedia Einaudi, vol. 29, Tempo/temporalidade, Lisboa, Impre (...)
- 18 CROCE, Benedetto, História e Crónica, in GARDINER, Patrick, Teorias da História, Lisboa, Gulbenkian (...)
10L’elenco delle critiche di coloro che sentono la necessità di attaccare una storia che sia ridotta alla narrazione degli eventi e che affermano come questa sia insufficiente è lungo17. Benedetto Croce, ad esempio, nel 1916 contestò l’opposizione fra storia e cronaca. Si trattava, per lui, di due forme di storia che si completavano a vicenda senza alcun tipo di subordinazione18. Così un aspetto centrale su cui la discussione proposta da Baldo ci invita a riflettere è: perché esiste una domanda sociale nei confronti di una conoscenza storica o di un qualche tipo di narrazione relativa a ciò che è avvenuto che pone l’accento sulla continuità?
- 19 AGAMBEM, Giorgio, Infanzia e Storia, Torino, Einaudi, 2001, p. 111.
- 20 LEVI-STRAUSS, Claude, O Pensamento Selvagem, São Paulo, Cia Editora Nacional, 1976, p. 298.
11Una storia che privilegi la continuità non solamente rende pensabili i fatti passati, ma permette anche di conoscere ciò che ancora non è entrato nell’ordine dei fatti. Forse è per questa ragione che una concezione di “storia tradizionale” viene desiderata dalla società: questa conforta l’uomo, in quanto dà un senso di continuità alla storia e all’esistenza. In Wikipedia troviamo le chiavi d’accesso attraverso cui il suo lettore progetta il divenire come un’estensione del passato-presente. In questo senso concordo con Baldo che vi si rinvenga una qualche dimensione conservatrice. Forse esistenziale e politica – come, ad esempio, nella prospettiva di Agamben – la patria d’origine di un uomo è il piacere e per sperimentarlo in forma autentica è necessario «un arresto del tempo» e «un’interruzione della cronologia»: «la storia non è infatti, come vorrebbe l’ideologia dominante, l’asservimento dell’uomo al tempo lineare continuo, ma la liberazione dell’uomo da esso»19. Anche così, sfuggire dai dilemmi originati da una supposta dicotomia – «una storia che insegna di più e spiega di meno e una storia che spiega di più e insegna di meno»20 – è una delle difficoltà che si presentano a tutti coloro che cercano di rappresentare e narrare il passato nel presente.
Note
1 BALDO, Tommaso, «I ‘45 cavalieri di Wikipedia’, da chi e da che cosa è libera l’enciclopedia libera?», in Giap URL: < http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=22562 > [consultato il 16 dicembre 2016].
2 URL: < http://pt.wikipedia.org/w/index.php?title=Discuss%C3%A3o:Regime_militar_no_Brasil&oldid=35603996 > [consultato il 15 dicembre 2016].
3 Cfr. ROSENZWEIG, Roy, Clio Wired, New York, Columbia, 2011. In una ricerca recente, Phillips afferma anche che: «Wikipedia requires historians to produce knowledge as part of a collaborative community of practice and, in the process, abandon popular theories of truth that underpin empirical-analytical history»; «One key issue that emerges from the analysis of Wikipedia is that […] have detailed: historians are not sole arbitrators of what constitutes history in the public domain» e “On its own, Wikipedia is history-making in the digital age that is generated and sustained by a community of practitioners for a potentially global audience; in tandem with traditional forms of history, Wikipedia tells additional stories, stories that historians may struggle to include within the limits placed by publishers, but which greatly expand the range of freely available knowledge […]». PHILLIPS, Murray, «Wikipedia and history», in The Journal of Theory and Practice, 2015, pp. 523-543, pp. 524, 540, 542.
4 URL: < http://pt.wikipedia.org/wiki/Usuário(a):Dornicke > [consultato il 16 dicembre 2016].
5 Cfr. MERZEAU, Louise, Guerres de mémoires online: um nouvel enjeu stratégique?, in BLANCHARD, Pascal, MASSON-VEYRAT, Isabelle (org.). Le guerre de mémoires. La France et son histoire, Paris, La Découverte, 2008, pp. 287-298; Cfr. anche, tra gli altri: NOIRET, Serge, «História digital pública», in Liinc em Revista, 11, 1/2015, pp. 28-51, URL: < http://liinc.revista.ibict.br/index.php/liinc/article/view/797 > [consultato il 16 dicembre 2016].
6 Ho sviluppato alcune considerazioni su questi rischi in PEREIRA, Mateus, «Nova direita? Guerras de memória em tempos de Comissão da Verdade (2012-2014)», in Varia historia, 31, 57, 2015, pp. 863-902.
7 ARENDT, Hannah, Verità e Politica, Torino, Bollati Boringhieri, 2004, p. 44 [ed. orig. Between Past and Future. Eight Exercises in Political Thought, New York, Viking Press, 1968]. Cfr. anche: DERRIDA, Jacques, «História da mentira: prolegômenos», in Estudos Avançados. 10, 27, 2/1996, pp. 7-39.
8 WHITE, Hayden, Ficción histórica, historia ficcional y realidad histórica, Buenos Aires, Prometeo Libros, 2010, p. 125.
9 Rinvio per non prolungare i riferimenti bibliografici e le questioni, alle riflessioni sviluppate negli ultimi anni da François Hartog.
10 REVEL, Jacques, História e historiografia: exercícios críticos, Curitiba, Ed. UFPR, 2010, p. 36.
11 Ibidem, p. 54.
12 Cfr., in particolare: LAVILLE, Christian, «A guerra das narrativas», in Revista Brasileira de História, 19, 38, 1999, pp. 125-138.
13 Una questione che deve intersecare le riflessioni sulle diverse versioni di Wikipedia riguarda la varietà delle storiografie “occidentali”, le possibilità di interazione e resistenza ad essa, oltre alla compressità delle tradizioni non-Occidentali. Cfr., ad esempio: CHAKRABARTY, Dipesh, Provincializing Europe: Postcolonial Thought and Historical Difference, Princeton (N.J.), Princeton University Press, 2000.
14 FILHO, Celio, Da Wikipédia de A a Z., São Paulo, Wikimedia Foudation, 2015. In questo caso riprendo alcuni punti che ho sviluppato in: PEREIRA, Mateus H. F., A Máquina da Memória/Almanaque Abril. Bauru, EDUSC, 2009.
15 ELLIS, Rachel, «Wikipedia GPs! Half of all doctors go online to help diagnose patients while a quarter want health apps to help treat the sick», in Daily Mail, 31 gennaio 2015, URL: < http://www.dailymail.co.uk/news/article-2933982/Wikipedia-GPs-Half-doctors-online-help-diagnose-patients-quarter-want-health-apps-help-treat-sick.html > [consultato il 31 gennaio 2017].
16 Cfr. RANCIÈRE, Jacques, Os nomes da história, São Paulo, Editora Unesp, 2014.
17 Cfr. POMIAN, Krzysztof, «Evento», Enciclopedia Einaudi, vol. 29, Tempo/temporalidade, Lisboa, Impressa Nacional, 1993, pp. 214-235.
18 CROCE, Benedetto, História e Crónica, in GARDINER, Patrick, Teorias da História, Lisboa, Gulbenkian, 2004, pp. 280-283.
19 AGAMBEM, Giorgio, Infanzia e Storia, Torino, Einaudi, 2001, p. 111.
20 LEVI-STRAUSS, Claude, O Pensamento Selvagem, São Paulo, Cia Editora Nacional, 1976, p. 298.
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Notizia bibliografica digitale
Mateus H. F. Pereira, «Dissoluzioni, parodie o mutamenti?», Diacronie [Online], N° 29, 1 | 2017, documento 8, online dal 29 mars 2017, consultato il 30 novembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/5413; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.5413
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