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V. Recensioni
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Tommaso Nencioni, Riccardo Lombardi nel socialismo italiano 1947-1963

Michele Mioni
Notizia bibliografica:

Tommaso Nencioni, Riccardo Lombardi nel socialismo italiano 1947-1963, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2014, 266 pp.

Testo integrale

Tommaso NENCIONI, Riccardo Lombardi nel socialismo italiano 1947-1963, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2014, 266 pp.Visualizza l'immagine
Credits: Tommaso NENCIONI, Riccardo Lombardi nel socialismo italiano 1947-1963, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2014, 266 pp.
  • 1 Tale valutazione è stata fatta in sede giornalistica, politica, e anche storiografica. Si veda per (...)
  • 2 Si vedano i lavori, peraltro citati dallo stesso autore, di RICCIARDI, Andrea, SCIROCCO, Giovanni ( (...)

1La figura politica ed umana di Riccardo Lombardi nella storia del socialismo italiano del secondo dopoguerra viene spesso definita attraverso due metri di valutazione differenti tra di loro. Da un lato, Lombardi è stato spesso ridotto al ruolo di “oppositore di sinistra”: dapprima, alla direzione presa dai governi di centro-sinistra, tanto nel fallimento delle riforme quanto nel loro impatto sul PSI dopo il 1963; in seguito, soprattutto nell’opposizione al “nuovo corso socialista” impresso da Bettino Craxi a partire dal 19761. All’opposto, altra parte della storiografia ne ha rimarcato il ruolo cruciale nella riflessione e nel fermento programmatico del PSI negli anni antecedenti il varo del primo governo Moro di centro-sinistra2.

  • 3 NENCIONI, Tommaso, Riccardo Lombardi nel socialismo italiano 1947-1963, Napoli, Edizioni Scientific (...)

2Il lavoro di Tommaso Nencioni, tratto dalla sua tesi di dottorato vincitrice del premio “Spadolini Nuova Antologia”, rientra in questo secondo filone. L’intento dell’autore è porre in primo piano il percorso di Lombardi «nel socialismo italiano, e non come un corpo estraneo ad esso»3. Ciò significa anzitutto andare oltre l’etichetta di “eretico del PSI” assegnata a Lombardi, per comprenderne il percorso politico ed intellettuale di pari passo con l’evoluzione del Partito Socialista, alla quale l’ex-azionista contribuì anzi in maniera fondamentale. Il merito dell’autore è proprio quello di avere scelto un taglio biografico “ampio” e critico, che non rendesse la figura storica avulsa dal proprio contesto, né riducesse la trattazione ad una mera agiografia, possibile rischio dei lavori biografici.

  • 4 L’autore riporta la distinzione fatta da Lombardi tra “politica estera”, espressione della diplomaz (...)
  • 5 Ibidem, pp. 22, 46-47, 98-101 e passim.
  • 6 Ibidem, in particolare pp. 132-164, 172-177.

3Nel periodo preso in esame, 1947-1963, l’autore individua nell’intersezione di due grandi tematiche – la politica economica di piano e la politica «internazionale»4 – la linea di azione del Lombardi “autonomista”. Nencioni pone costantemente l’evoluzione del pensiero e della politica di Lombardi in rapporto con i mutamenti economico-sociali dell’Italia e con le trasformazioni della politica mondiale (non solo il confronto Est/Ovest, ma anche – e soprattutto – l’asse Nord/Sud con i Paesi non-allineati ed i movimenti anticolonialisti)5. È possibile comprendere così come le “riforme rivoluzionarie” propugnate da Lombardi si basassero su un’analisi della realtà italiana in un’ottica “terza” sia rispetto alla logica neo-capitalistica imboccata da laburisti e socialdemocratici, sia rispetto alla pianificazione autoritaria di stampo sovietico. I riposizionamenti di Lombardi nel PSI, fino all’uscita dalla corrente autonomista nel 1963, hanno sotteso un continuo rapporto dialettico tra i mutamenti della realtà interna ed internazionale e le sue ricadute nelle questioni politiche e sociali che si aprivano. Un chiaro esempio fu l’articolata riflessione sul nuovo ruolo dello Stato e della pianificazione democratica per giungere alla società socialista. Tale analisi fu sviluppata a partire dalle mutate condizioni produttive e politico-sociali dell’Italia e dei Paesi a capitalismo avanzato6. Il suo stesso autonomismo non era da intendersi in termini “politicisti”, quanto piuttosto – come rimarcato da Nencioni – in quelli di un recupero delle peculiarità del socialismo italiano non solo rispetto a democristiani e comunisti, ma anche verso le socialdemocrazie europee.

  • 7 Ibidem, pp. 59-96.
  • 8 Ibidem, pp. 165-172.

4Il lavoro, sviluppato su quattro capitoli, è cronologicamente scandito dalle diverse fasi del percorso di Lombardi nel PSI. Sin dal biennio 1947-1949, con la fine dell’esperienza azionista e l’entrata nel Partito Socialista, si definivano i caratteri della sua militanza nel PSI, tesi a valorizzare quella che egli considerava “l’originalità” del socialismo italiano. Ciò significava, all’epoca, trovare per il PSI una linea autonoma tanto dalla socialdemocrazia occidentale quanto dall’abbraccio frontista con il PCI, ovverosia dalla subordinazione alla politica di potenza sovietica. Lo stretto spazio entro cui si muoveva la prospettiva autonomista lombardiana era una posizione “neutralista”, che denunciava l’assimilazione dei gruppi dirigenti socialdemocratici europei (ma non delle masse socialiste) al campo conservatore. Allo stesso tempo, tuttavia, egli sottolineava come il modello sovietico e la politica di potenza dell’URSS, rappresentati dal PCI, rinviassero sine die la rivoluzione socialista in Italia. Quest’impostazione fu sconfitta con la vittoria della sinistra di Morandi nel partito. Nei momenti più duri del confronto bipolare della Guerra Fredda, cominciava così il periodo che l’autore ha definito dell’«esilio» e dell’«anabasi». Ad un’obiettiva emarginazione personale e politica di Lombardi in seno al PSI, faceva però da contraltare un approfondimento della sua riflessione teorica e politica, che sarebbe tornata prepotentemente in primo piano con la svolta nenniana del 19567. Da un lato, Lombardi si distanziò definitivamente dal revisionismo riformista socialdemocratico e laburista degli anni ‘508. Dall’altro, egli concepì la fine del frontismo come l’occasione per una riunificazione delle masse socialiste italiane, resa possibile dalla distensione a livello internazionale. Inoltre, in relazione alle trasformazioni socio-economiche e politiche dell’Italia dell’epoca, egli si fece fautore di un dialogo con la DC, sulla base pregiudiziale di una politica “riformatrice” (e non “riformista”), e di rottura rispetto all’epoca centrista. In tale prospettiva politica e storica va dunque collocato il piano di riforme strutturali, che proponeva in termini concreti e programmatici il socialismo “riformista rivoluzionario”. Le riforme di struttura di Lombardi si contrapponevano tanto alla programmazione economica keynesiana, avvallata dai socialisti democratici europei, quanto alla difesa del modello comunista sovietico, che in Italia rendeva senza respiro la strategia del PCI. La “terza via” lombardiana presupponeva, infatti, un superamento tanto del riformismo quanto del comunismo:

  • 9 Ibidem, p. 135.

Non si trattava cioè di fare le riforme al posto della rivoluzione, né di non farle aspettando la rivoluzione, ma di fare la rivoluzione attraverso le riforme, garantendo l’applicazione di una serie di misure che, tra di loro concatenate, conducessero a rivoluzionare le strutture della società9.

  • 10 Ibidem, pp. 189-256.

5Ancora una volta, lo “spirito azionista” insito in tali valutazioni doveva farsi strada entro un percorso molto stretto; e ancora una volta, cause esterne e limiti nella valutazione politica dello stesso Lombardi resero impossibile un completo dispiegarsi di questa strategia. Le riforme strutturali, nella loro globalità, avrebbero dovuto essere supportate dalla mobilitazione delle organizzazioni sindacali e politiche di massa, in modo da trasformare le strutture del Paese in senso socialista, premendo dall’alto (la politica) e dal basso (i sindacati, i movimenti sociali, gli interessi organizzati). Come risultato di questa spinta “sistemica”, tali riforme avrebbero anche dovuto portare ad una scomposizione e ricomposizione dei partiti, in campo cattolico e comunista. Tuttavia, la battaglia prettamente ideologica di Lombardi per la nazionalizzazione dell’energia elettrica rappresentò una “vittoria di Pirro”. Divenne presto chiaro, infatti, come essa rappresentasse il limite massimo di concessioni che l’establishment politico ed economico italiano era disposto a concedere in termini di socializzazione e “pianificazione”. Allo stesso tempo, la strategia lombardiana sottesa all’entrata nel governo, della quale l’autore ci dà conto in maniera efficace, dovette infrangersi contro due scogli. A vanificare de facto il progetto di Lombardi, che fu poi messo in minoranza nel suo stesso partito, contribuì la congiuntura economica e la mancanza di una “sponda” nella società, da parte del padronato così come della CGIL. La forza elettorale e l’unità politica che PCI e DC dimostrarono ancora nel 1963 fecero inoltre fallire l’ipotesi di una riformulazione complessiva del quadro politico nazionale10. Il fallimento della strategia politica di Lombardi, in prospettiva, mise in crisi proprio il PSI, una volta che si rese evidente l’impossibilità di scardinare attraverso il centro-sinistra il sistema, tanto a livello “strutturale”, cioè socio-economico, quanto a livello “sovrastrutturale”, cioè politico.

  • 11 SPINI, Valdo, Prefazione, in NENCIONI, Tommaso, op. cit., p. XII.
  • 12 Per uno sguardo d’insieme sui partiti socialisti europei dagli anni Settanta – peraltro sostanzialm (...)

6Il lavoro di Nencioni, articolato a partire dalle fonti archivistiche e di emeroteca, e dalla vasta letteratura già esistente, ha il merito di problematizzare il percorso di una figura politica centrale nella ridefinizione del dibattito socialista in Italia, evitandone la celebrazione o la riduzione ad una “vocazione minoritaria” nella storia politica italiana. In tal senso, si giustificano anche i limiti temporali della biografia, dal 1947 al 1963, gli anni che secondo l’autore corrisposero alla stagione più feconda del pensiero lombardiano e al contributo che esso diede all’elaborazione teorica del PSI. Questa periodizzazione in un certo senso è anche funzionale al preciso taglio interpretativo dato al lavoro. Dopo il 1963 – sembra quasi suggerirci Nencioni nella sua interessante interpretazione – la vicenda di Riccardo Lombardi nella storia del socialismo italiano e del Paese, si è piuttosto connotata come una voce critica (e minoritaria). Sarebbe tuttavia interessante leggere sotto quest’ottica interpretativa – la dicotomia riformatore/contestatore – anche la “seconda fase” della vicenda politico-biografica di Lombardi, la quale pure si inserì a pieno titolo nel socialismo italiano. Sarebbe interessante valutare, in un lavoro biografico più comprensivo ed esteso cronologicamente, anche la figura che Valdo Spini ha definito, nella prefazione al libro, il «Lombardi Grande Oppositore»11, intesa come prosecuzione più che come cesura rispetto al periodo precedente. Ai fini di una ricostruzione biografica più esaustiva, comprendente cioè i “due momenti” di Lombardi nella storia del PSI e d’Italia, sarebbe molto interessante considerare anche il pensiero critico di Lombardi in relazione ai mutamenti della società italiana – e furono profondissimi – tra il 1963 e gli anni Ottanta. Analizzare anche il periodo 1963-1984 permetterebbe, inoltre, di mettere in relazione le successive evoluzioni del suo percorso con quello più generale intrapreso dal PSI tra 1963 e 1976, e in seguito durante il periodo craxiano. Un percorso molto più complesso di quanto possa sembrare, che, in sede storiografica, non può – o perlomeno, non può solamente – essere analizzato sotto la semplice prospettiva di una “degenerazione morale” del partito. L’evoluzione del PSI post-’63 si è infatti caratterizzata anche nei termini di un progressivo avvicinamento – sebbene mai completo né coerente – alle politiche e ai programmi delle socialdemocrazie riformiste europee tra anni Settanta e Ottanta, e, infine, alla loro crisi12. Proprio la persistenza di una “terza via” lombardiana al socialismo che si collocava tra comunismo e socialdemocrazia – prima con la formula del centro-sinistra, e dopo il 1963 con quella dell’alternativa socialista – potrebbe fornire una chiave di lettura per un’approfondita analisi storiografica delle basi politiche e programmatiche della sua “dissidenza” all’interno del PSI.

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Note

1 Tale valutazione è stata fatta in sede giornalistica, politica, e anche storiografica. Si veda per esempio l’opinione dello storico Paul Ginsborg, secondo cui sostanzialmente nel PSI da un lato vi era Lombardi, «principale teorico del centro-sinistra», e dall’altro Nenni. Quest’ultimo, secondo Ginsborg, si approcciava invece a quell’esperienza in un’ottica sostanzialmente socialdemocratica, quando non quasi di mera “spartizione del potere”. GINSBORG, Paul, Storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi. Società e politica 1943-1988, Vol. II., Dal “miracolo economico” agli anni ’80, Torino, Einaudi, 1989, pp. 355 et seq. Si veda anche, MAFAI, Miriam, Lombardi, Roma, Ediesse, 2009. Per un’interpretazione “azionista”, molto critica verso l’evoluzione complessiva del PSI dopo il 1963, e particolarmente durante la segreteria Craxi, si veda ROVERI, Alessandro, Il Socialismo tradito. La sinistra italiana negli anni della Guerra Fredda, Firenze, La Nuova Italia, 1985, pp. 65-161. Sulla stessa linea interpretativa, a metà strada tra la biografia e la testimonianza personale, si veda PATRIGNANI, Carlo, Lombardi e il fenicottero, Roma, L’Asino d’Oro, 2009.

2 Si vedano i lavori, peraltro citati dallo stesso autore, di RICCIARDI, Andrea, SCIROCCO, Giovanni (a cura di), Per una società diversamente ricca. Scritti in onore di Riccardo Lombardi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2004; CARRETTI, Stefano (a cura di), Quaderni del Circolo Rosselli : Per Riccardo Lombardi, 4/1989; BECCHI, Bruno (a cura di), Quaderni del Circolo Rosselli : Riccardo Lombardi, l’ingegnere del socialismo italiano., 4/1992. Si vedano anche le raccolte di scritti LOMBARDI, Riccardo, Scritti politici, 2 voll., Venezia, Marsilio, 1980; ID., Discorsi parlamentari, Roma, Camera dei Deputati, 2001, tutte edizioni di fonti accompagnate da ampie note introduttive e biografiche. I primi sono stati curati da Simona Colarizi, i Discorsi, da Mario Baccianini.

3 NENCIONI, Tommaso, Riccardo Lombardi nel socialismo italiano 1947-1963, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2014, p. XV.

4 L’autore riporta la distinzione fatta da Lombardi tra “politica estera”, espressione della diplomazia e della politica di potenza fra Stati, con la “politica internazionale”, fatta di rapporti transnazionali tra movimenti politici e sociali. Cfr. Ibidem, pp. 34-35.

5 Ibidem, pp. 22, 46-47, 98-101 e passim.

6 Ibidem, in particolare pp. 132-164, 172-177.

7 Ibidem, pp. 59-96.

8 Ibidem, pp. 165-172.

9 Ibidem, p. 135.

10 Ibidem, pp. 189-256.

11 SPINI, Valdo, Prefazione, in NENCIONI, Tommaso, op. cit., p. XII.

12 Per uno sguardo d’insieme sui partiti socialisti europei dagli anni Settanta – peraltro sostanzialmente liquidatorio nei confronti del PSI – si rimanda a SASSOON, Donald, One Hundred Years of Socialism, London-New York, I.B. Tauris, 2010, pp. 445-754; sul dibattito culturale nel PSI negli anni Settanta, si veda anche FEDELE, Santi, Primavera Socialista. Il laboratorio “Mondoperaio” 1976-1980, Milano, Franco Angeli, 2002; COVATTA, Luigi, La cultura politica del PSI nell’elaborazione delle riviste, in ACQUAVIVA, Gennaro, GERVASONI, Marco, Socialisti e comunisti negli anni di Craxi, Venezia, Marsilio, 2011, pp. 39-63.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica digitale

Michele Mioni, «Tommaso Nencioni, Riccardo Lombardi nel socialismo italiano 1947-1963»Diacronie [Online], N° 24, 4 | 2015, documento 19, online dal 29 décembre 2015, consultato il 08 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/3590; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.3590

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Autore

Michele Mioni

Michele Mioni è dottorando in cotutela presso l’Imt di Lucca (Political History) e presso l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne (ED Histoire), con una tesi sulle politiche sociali in Gran Bretagna, Francia e Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. I suoi principali interessi di ricerca vertono sulla storia del pensiero politico ed economico del XX secolo, sulla storia delle politiche sociali e sulla storia comparata dei partiti politici nel secondo dopoguerra.
URL: < http://www.studistorici.com/progett/autori/#Mioni >

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