Un antifascista e democratico particolare: il socialdemocratico bavarese Wilhelm Hoegner
Abstract
La vita di Wilhelm Hoegner è stata oggetto di diverse ricerche storiche. Tutti gli studiosi hanno sottolineato il suo impegno per la democrazia. Nonostante ciò manca ancora una ricerca che sintetizzi le sue attività antifasciste e democratiche prima e dopo il 1945. Tenendo presenti le nuove tendenze della ricerca biografica e degli studi sulla democrazia e sulla memoria quest’articolo si propone di colmare questa lacuna, cercando di andare oltre la cesura del 1945 e di interrogarsi sulle continuità e discontinuità nel pensiero politico di Hoegner. Per la ricerca sono stati considerati tutti gli scritti di e su Wilhelm Hoegner, nonché il vasto fondo privato conservato presso l’Institut für Zeitgeschichte di Monaco di Baviera.
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- 1 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Der schwierige Aussenseiter. Erinnerungen eines Abgeordneten, Emigranten und (...)
«Ho combattuto il nazionalsocialismo
fin dal suo primo sorgere. Detestavo
il suo modo di lottare, che riversava
sul nemico politico un mucchio di
cattiverie e che sfruttava in modo
subdolo l’inesperienza e i sentimenti
patriottici della gioventù. Questo
grande serbatoio del male, di tutti
gli istinti e passioni malvagie del
popolo tedesco mi sembrava essere
una creazione infernale che alla fine
avrebbe pervaso il popolo tedesco.»1
Introduzione
- 2 Cfr. ibidem, p. 7.
- 3 Il diplomatico americano George Kennan definì la Prima Guerra Mondiale «the great seminal catastrop (...)
- 4 Cfr. GRUNENBERG, Antonia, Antifaschismus, ein deutscher Mythos, Reinbek bei Hamburg, Rowohlt, 1993, (...)
1Nella sua autobiografia Wilhelm Hoegner si descrive come “l’outsider difficile”. Si riferisce alla sua vita e alla sua azione come politico e come uomo in sistemi così diversi come l’Impero Guglielmino, la Repubblica di Weimar, il Terzo Reich, la Germania occupata dagli Alleati ed il Freistaat di Baviera nella Repubblica Federale di Germania. Mantenne ferme in ogni caso le sue convinzioni; per questa ragione, non ebbe sempre vita facile, soprattutto con la sua patria politica: la socialdemocrazia tedesca2. Come rappresentante di una generazione che aveva visto la Prima Guerra Mondiale, la «catastrofe primordiale del ’900»3, lavorò per tutta la vita a favore della pace e della democrazia. Lo dimostrava il suo profondo radicamento in Baviera. Fu tra i primi a lottare contro il nazionalsocialismo, previde con lungimiranza la Seconda Guerra Mondiale e partecipò attivamente alla resistenza antifascista. Spesso si sostiene che l’antifascismo abbia rappresentato solo un modo di essere contro qualcosa, ovvero contro la dittatura di Hitler e se ne conclude che l’antifascismo non sia stato sostenuto da un’idea politica propria, che non abbia perseguito degli obiettivi positivi comuni, potendo essere in rapporto sia con le ideologie democratiche che con quelle totalitarie4. Se si considera solo l’etimologia, la prima parte del rimprovero è corretta: l’antifascismo era diretto contro il fascismo. Ma come mostra l’esempio significativo di Wilhelm Hoegner, anche dopo il crollo del regime nazionalsocialista, ci furono persone che seppero arricchire la lotta antifascista di contenuti significativi, al di là di ogni appartenenza partitica, per la futura convivenza sociale.
- 5 Cfr. la laudatio di Christian Ude per Prof. Dr. Heribert Prantl in occasione del conferimento del p (...)
2Nato a Monaco di Baviera nel 1887 Hoegner chiese l’ammissione al partito socialdemocratico tedesco (SPD) nel 1907, durante il suo ultimo anno di liceo. Anche se allora la sua richiesta venne respinta – per diventare membro del partito dovette infatti aspettare fino al 1919 – si può qui già osservare la sua aspirazione a un mondo migliore. Settimo di tredici figli, cresciuto da un padre umile impiegato ferroviario, subì personalmente l’ingiustizia e l’emarginazione sociale negli anni del liceo classico, prima a Burghausen e poi a Monaco. I motivi addotti per l’adesione alla SPD che si trovano in una lettera al “padre” della socialdemocrazia bavarese Georg von Vollmar gli hanno procurato la descrizione di «rappresentante di un socialismo sentimentale e non motivato da Marx e Lenin»5. Grazie ai sui meriti eccezionali, ai grandi sacrifici personali e familiari e alle borse di studio riuscì a studiare giurisprudenza a Berlino, Monaco e Erlangen ed a intraprendere, dopo il dottorato nel 1911, una carriera giuridica di successo: tutte queste esperienze lo portarono già durante la Repubblica di Weimar a compiti di responsabilità come magistrato e a incarichi importanti come la Presidenza del Consiglio dei Ministri bavarese dopo il 1945.
- 6 Cfr. KRITZER, Peter, Wilhelm Hoegner. Politische Biographie eines bayerischen Sozialdemokraten, Mün (...)
- 7 Cfr. le monografie Die verratene Republik. Deutsche Geschichte 1919-1933, München, Isar, 1958; Der (...)
- 8 E questo nonostante Hildegard Kronawitter pochi anni fa ci abbia ricordato che Hoegner, per la sua (...)
- 9 L’articolo è strettamente collegato a un’ampia ricerca di storia comparata su politica e memoria de (...)
3La vita di Wilhelm Hoegner è stata oggetto di diverse ricerche storiche6. Egli stesso ha pubblicato, oltre a una trilogia autobiografica, vari libri e saggi7. Tutti gli studiosi hanno sottolineato il suo impegno per la democrazia. Nonostante ciò manca ancora una ricerca che sintetizzi le attività antifasciste e democratiche di Hoegner prima e dopo il 19458. Assumendo i nuovi approcci della ricerca biografica e memorialistica quest’articolo si propone di coprire tale lacuna9. Cerca di superare la cesura del 1945 e di interrogarsi sulle continuità e discontinuità nel pensiero politico di Wilhelm Hoegner. Nel primo paragrafo ci si soffermerà sugli anni di Weimar e su quelli dell’esilio, mentre il secondo sarà dedicato alla fase di ricostruzione in Baviera. Gli aspetti importanti della seconda parte saranno: 1. Gli anni come ministro e Presidente del Consiglio dei Ministri di Baviera; 2. L’impegno per l’istruzione e l’educazione; 3. La politica e la memoria di un personaggio che ha fatto esperienza del nazionalsocialismo. Per la ricerca sono stati considerati tutti gli scritti di e su Wilhelm Hoegner, nonché il vasto fondo privato presso l’Institut für Zeitgeschichte a Monaco.
1. Da Monaco a Weimar e Zurigo: antifascismo nel Reich e in esilio
- 10 Per quanto riguarda il putsch di Hitler cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 20-37, 43-48 (...)
4Non possediamo fonti che rendano disponibili informazioni su Hoegner per gli anni della Repubblica di Weimar perché le SS il 10 marzo 1933 sequestrarono tutti i documenti in una perquisizione della sua casa. Questa misura fu una tarda reazione e una vendetta personale dei nazionalsocialisti di Monaco. Nove anni prima, infatti, Wilhelm Hoegner aveva chiesto formalmente che il parlamento regionale bavarese nominasse una commissione investigativa sul colpo di stato di Hitler del novembre 1923 e sull’assoluzione dei responsabili principali nel processo che ne seguì. Il parlamento regionale fu d’accordo, ma le indagini – che durarono fino al 1928 – nell’opinione della maggioranza conservatrice, avevano solo confermato l’alto tradimento di Hitler. Hoegner invece aveva puntualmente accusato di alto tradimento anche il commissario di stato generale von Kahr, il generale dell’esercito von Lossow e il capo della polizia regionale von Seisser e aveva stigmatizzato il fallimento del sistema giudiziario. Grazie alle indagini quantomeno si riuscì a rendere pubblici i fondi finanziari dei nazionalsocialisti all’interno e all’estero10.
- 11 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 48.
- 12 HOEGNER, Wilhelm, Der Volksbetrug der Nationalsozialisten. Rede des Reichstagsabgeordneten Dr. Wilh (...)
- 13 Cfr. il suo primo discorso in ibid., pp. 56-62.
5In quanto membro della SPD, Hoegner non solo affrontò i nazionalsocialisti come deputato del parlamento regionale bavarese ma anche come deputato del Reichstag: ciò avvenne nella fase finale della Repubblica di Weimar, quando la SPD non considerò più Hitler ed il partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori un “fenomeno passato”, come ancora aveva fatto qualche anno prima11. Nel settembre del 1930, Hoegner fu eletto deputato al Reichstag, ottenendo il miglior risultato mai conseguito fino ad allora da un socialdemocratico a Monaco. In una riunione del Reichstag del 18 ottobre s’incaricò di rispondere al nazionalsocialista Georg Strasser, sia perché conosceva bene l’argomento del nazionalsocialismo, sia perché nessun altro dei deputati socialdemocratici più celebri – come Rudolf Breitscheid, Rudolf Hilferding o Hans Vogel – volle assumere quest’incarico. Nel suo discorso, in cui smascherò Strasser, rinviando al fallito putsch del novembre 1923, affermò che i socialdemocratici difendevano «il diritto all’autodeterminazione dei popoli, la libertà del popolo tedesco, la democrazia contro la tirannia fascista del duce»12. Così Hoegner divenne all’improvviso noto in tutto il paese e ancora più odiato di prima dai nazionalsocialisti. Il suo discorso, pubblicato dalla SPD con il titolo Il tradimento del popolo da parte dei nazionalsocialisti, vendette milioni di copie. Fu per lui molto faticoso affrontare le molteplici richieste di pronunciare un discorso in occasione di grandi manifestazioni in tutta la Germania. Un effetto positivo fu rappresentato dal fatto che trovò molti nuovi sostenitori nel gruppo della SPD13.
- 14 Cit. secondo ibid., p. 87.
- 15 L’incredibile attraversamento delle Alpi è raccontato in ibid., pp. 120-123.
- 16 Per l’esilio austriaco cfr. ibid., pp. 127-141, per quello svizzero pp. 141-185.
6Questi due episodi, la commissione investigativa e il discorso davanti al Reichstag, spiegano – insieme a tutta la sua attività da pubblicista – perché Wilhelm Hoegner dal 1933 fu uno dei nemici più odiati e più ricercati del regime nazionalsocialista. Egli ne era perfettamente consapevole: «Mi ero reso conto che d’ora in poi non potevo aspettarmi clemenza dai nazionalsocialisti. Nel “Vorwärts” avevo firmato un articolo con il titolo “Der Nationalsozialismus: Sammelbecken des Bösen. Die faschistische Schlammflut”. Affermavo: “Il nazionalsocialismo ha tirato fuori dalla profondità tutti gli istinti dannosi e tutte le passioni malvagie dell’uomo e ne ha fatto strumento di lotta politica. Ha sfruttato in tempi di miseria la brama di vendetta e l’odio, l’avidità di dominio e la sete di potere ribollenti dappertutto, ha avvelenato tutta la vita della nazione con persecuzione personale e trasformato la Germania odierna in un luogo di ritrovo di villani e criminali. Non possiamo certo aspettare che il paese ed il popolo siano ammorbati dai vapori di questa pozza sporca, che l’intero popolo tedesco resti soffocato dalla bollente marea fangosa fascista.”». Naturalmente, egli votò con il gruppo socialdemocratico nel Reichstag contro la legge sui pieni poteri del 23 marzo 1933. La polizia politica bavarese, con il suo vice-comandante Reinhard Heydrich, rintracciò Hoegner con un ordine di custodia cautelare. In una lettera del 21 dicembre 1933 Heydrich scrisse al presidente della corte d’appello di Monaco: «Hoegner era uno dei nemici più accaniti del nazionalsocialismo e non perdeva nessuna occasione di mettere in atto campagne persecutorie contro la NSDAP e i loro dirigenti nella maniera più perfida. Perciò nel marzo 1933 dovette essere preso in custodia cautelare, ma riuscì a evitare questa misura tramite fuga immediata. Possiamo supporre con certezza che ancora oggi lavora contro il nuovo governo del Reich all’estero. Se dovesse tornare, Hoegner è da prendere in custodia cautelare. Con la presente la polizia politica bavarese fa ricorso contro la sua abilitazione come avvocato»14. Licenziato dall’impiego statale, Hoegner riuscì a sottrarsi più volte solo con molta fortuna e abilità alla cattura da parte dei suoi nemici. Quando il pericolo, anche per la sua famiglia, crebbe sempre di più, si fece persuadere da alcuni amici ad attraversare in un’avventurosa marcia forzata le Alpi, nel luglio 1933, per raggiungere l’esilio in Tirolo15. Lì continuò la resistenza antifascista sia scrivendo, sia come segretario del partito socialdemocratico austriaco dei lavoratori. Già nel febbraio 1934, però, dovette riparare in Svizzera, a Zurigo, dove aspettò con la sua famiglia, per undici anni, la fine di Hitler16.
- 17 Tutti i riferimenti in: SCHUMACHER, Martin, LÜBBE, Katharina, SCHRÖDER, HEINZ, Wilhelm (a cura di), (...)
7In Svizzera rimase tanto poco inattivo quanto lo furono i suoi tormentatori nazionalsocialisti nel Terzo Reich: Hoegner fu incluso nell’elenco dei membri socialdemocratici del Reichstag ricercati dalla Sicherheitspolizei. Fu ricordato di continuo come una persona che aveva «lottato contro la NSDAP in maniera particolarmente maligna sia con la parola sia con gli scritti», come ci mostra un rapporto del comandante della polizia politica delle regioni a Berlino alla Gestapo di Karlsruhe il 13 febbraio 1936. Quasi un anno dopo la Gestapo chiese al ministero degli affari esteri se Hoegner pubblicasse degli scritti germanofobi sotto pseudonimo in Svizzera. Nell’ottobre del 1938 seguì la privazione della cittadinanza di tutta la famiglia, inclusi sua moglie Anna ed i due figli Harimella e Harald. Inoltre, nel giugno del 1939, fu inserito dalla Sicherheitspolizei nell’elenco dei ricercati politici “Erfassung führender Männer der Systemzeit (Marxisten-Kommunisten)”17.
- 18 Cfr. per gli scritti minori dall’esilio KRITZER, Peter, Hoegner, cit., pp. 124-129.
- 19 Cfr. LIECHTI, Urs [HOEGNER, Wilhelm], Wodans Wiederkunft. Ein lustiger Reisebericht aus einer traur (...)
- 20 Cfr. RITTER, Hans [HOEGNER, Wilhelm], Politik und Moral, Zürich, Jean Christophe, 1937; RITTER, Geo (...)
8Poiché in Svizzera a Hoegner fu proibito ogni impegno politico, giuridico o giornalistico, egli nei suoi primi anni elvetici dovette occuparsi di letteratura e scienza e si dedicò alla corrispondenza con i compagni socialdemocratici e di altri partiti esiliati in Svizzera ed in Francia, come il Dr. Rudolf Breitscheid. Ben presto cominciò a collaborare ai “rapporti verdi” ed ai rapporti sulla Germania curati dalla SOPADE, il comitato centrale della SPD in esilio nel 1933-1938 a Praga, nel 1938-1940 a Parigi e dal 1940 al 1945 a Londra18. Nel 1936 pubblicò, sotto lo pseudonimo di “Urs Liechti”, il romanzo La seconda venuta di Wodan in cui descrisse la Germania nazionalsocialista in modo satirico19. Sotto il nome di “Hans Ritter” difese, in un saggio giuridico-filosofico, i valori della verità, dell’onore e della giustizia. Come “Georg Ritter”, nel 1936 si occupò dei rapporti tra la Chiesa e lo Stato e, nel 1944, degli insegnamenti da trarre dall’esperienza di Weimar. E come “Rudolf Ritter”, nel 1944 scrisse sulla questione tedesca20. In tutto questo periodo, Hoegner e la sua famiglia furono sostenuti economicamente dai sindacati e dai socialdemocratici svizzeri. Solo dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e soprattutto dal 1943, redasse per incarico dell’inviato del servizio americano secreto OSS, Allan W. Dulles, abbozzi di leggi politiche e costituzionali per una Baviera e una Germania democratiche, nel dopo Hitler. Nascose la collaborazione con gli americani anche alla sua famiglia finché non fu sicuro che la Germania avrebbe perso la guerra.
- 21 Cfr. Institut für Zeitgeschichte München (Istituto per la Storia Contemporanea; in seguito: ISC), N (...)
- 22 Cfr. ISC, FH, ED 120-2-26+27: Braun a Ritzel (copia a Hoegner), Ascona 21 settembre 1944.
- 23 Cfr. ibid., ED 120-13-138-147: Nel fascicolo “Union deutscher Sozialisten in der Schweiz 1945” si t (...)
- 24 Cfr. ibid., ED 120-12-70-91: Das Demokratische Deutschland, Bern-Leipzig, s.e., 1945.
- 25 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 166-172.
9In questo periodo Hoegner scambiò riflessioni sulla Germania postbellica con l’ex Presidente del Consiglio della Prussia, il socialdemocratico Otto Braun, con il consigliere di prima classe dell’Assia, il socialdemocratico Heinrich Ritzel, con l’ex Cancelliere della Repubblica di Weimar, il centrista Josef Wirth, con il professore di diritto dello stato a St. Gallen, Hans Nawiasky, con l’ex comandante della polizia di Monaco, barone Michael von Godin, con il pubblicista Johann Jacob Kindt-Kiefer e con molte altre persone. Uno dei temi di discussione era, ad esempio, il modo di ampliare la base sociale della SPD21. Come tedeschi antifascisti, vollero cercare la collaborazione degli alleati e del Labour Party ed ebbero l’intenzione di fondare un “blocco antinazista democratico” escludendo i partiti della destra di Weimar22 e formulando progetti per il futuro della Germania23. I personaggi menzionati elaborarono insieme a Hoegner, in un gruppo chiamato “La Germania democratica”, un appello al popolo tedesco seguito dall’enunciazione di principi fondamentali e corredato da spiegazioni dettagliate. Nelle ventidue pagine del documento si trovano molteplici argomenti e pensieri di Hoegner: tra questi il collocamento europeo della Germania; il “Sì” alla responsabilità per la guerra ed i crimini del regime nazista, inclusa la resa dei conti coi colpevoli, ma anche il “No” alla colpa collettiva del popolo tedesco; il riferimento al cristianesimo ed all’umanesimo per una rifondazione del paese; la richiesta di una vera e giusta pace che non riguardasse solo l’aspetto militare; l’esclusione dei nazionalsocialisti dagli impieghi pubblici24. Oltre a un memoriale sulla ricomposizione della Germania, Hoegner scrisse anche un documento sulla futura posizione giuridica della Baviera; Dulles fece sì che entrambi i concetti venissero discussi durante la conferenza degli alleati in Québec. Per la Baviera, Hoegner propose la creazione di un’amministrazione democratica dalla base, l’esclusione dei nazionalsocialisti e il conferimento di posizioni dirigenti solo ad antifascisti dichiarati. Nella fase transitoria, un presidente dello stato bavarese avrebbe dovuto occuparsi della denazificazione, della riparazione e della rieducazione democratica della società25.
- 26 Cfr. ISC, FH, ED 120-3-94: Bruno e Helmut Dreßler a Hoegner, Zurigo 2 giugno 1945.
- 27 Cfr. ibid., ED 120-8-86: Heinrich Georg Ritzel a Frantisek Glaser, Basilia 1 giugno 1945.
- 28 Cfr. ibid., ED 120-12-140+141: Ritzel alla redazione del Giornale Nazionale a Basilia, Basilia 30 m (...)
10I consigli di Hoegner furono molto richiesti già immediatamente dopo la capitolazione del regime nazista quando ancora viveva in Svizzera. Per esempio, la casa editrice Büchergilde Gutenberg domandò informazioni sulle case editrici di Monaco per sapere se alcune di queste sarebbero tornate in mano al fronte popolare e ai sindacati26. Ma si pensò di affidare a Hoegner anche un incarico di responsabilità nella Germania postbellica. Così si spiegano le indagini su di lui: le domande poste sulla sua figura dall’addetto stampa Frantisek Glaser dell’Ambasciata Ceca a Berna a Heinrich Ritzel nella sua qualità di segretario generale dell’Unione per l’Europa. Ritzel scrisse su Hoegner che era di animo schietto, che aveva vaste conoscenze e un atteggiamento politico assolutamente pulito: tutte qualità che avrebbero suscitato grandi speranze in tutti i democratici. Continuò col sostenere che Hoegner aveva dimostrato la sua opposizione rigida ed inconciliabile al nazionalsocialismo fino a rischiare la morte nell’esilio austriaco e svizzero. Che era un «personaggio forte e con una spiccata personalità, un vero democratico, un amico umanista degli uomini e un nemico del militarismo prussiano-tedesco»27. Tali prese di posizione da parte di persone amiche e molto influenti erano utili a Hoegner per confutare le accuse di essere “militarista” ed “antisemita”, rivolte alla sua persona dal gruppo di ispirazione comunista “Germania Libera” nel giornale nazionale svizzero28.
- 29 HOEGNER, Wilhelm, Das Demokratische Deutschland, Bern-Leipzig, s.e., 1945, p. 18; cfr. anche ISC, F (...)
- 30 Ibid., ED 120-8-134-136: Hoegner a Werner Schmid, Zurigo 30 maggio 1945.
11Uno degli obiettivi principali di Hoegner e di suoi amici nella “Germania Democratica” fu la questione dell’istruzione e dell’educazione della gioventù nonché della ricostruzione delle scienze e delle arti nello stato postfascista. Tutti erano coscienti che rieducare la gioventù a pensare autonomamente non fosse un compito facile: «L’educazione della gioventù fuori dalla casa paterna (in scuole pubbliche e private) è sicuramente il problema più difficile. Sappiamo benissimo come una parte degli educatori della gioventù si sia sfogata nel nazionalsocialismo. Dovremo dare, con fatica, nuove basi alla formazione dei maestri e professori»29. Attraverso la parola chiave “formazione dei professori” viene così menzionato un tema fondamentale per Hoegner, a cui egli si dedicò costantemente, e in particolare durante il suo secondo incarico come Presidente del Consiglio dei Ministri bavarese, negli anni Cinquanta. Poco prima del ritorno a Monaco, alla fine di maggio del 1945, egli scrisse al consigliere cantonale svizzero Werner Schmid riguardo alla guarigione culturale della Germania: «Ancora più difficile della ricostruzione economica sarà quella intellettuale e morale. La scienza e l’arte tedesca si sono umiliate fino a divenire schiave del dispotismo nazionalsocialista. […] Il popolo tedesco è contaminato parzialmente dall’odio razziale […]. La guarigione richiederà molto tempo. Non potrà essere forzato dall’esterno, deve riuscire a guarire dall’interno»30.
- 31 HOEGNER, Wilhelm, Der Faschismus und die Intellektuellen. Untergang des Deutschen Geistes. Von Land (...)
- 32 Cfr. ibid., p. 5.
- 33 Ibid., p. 17.
- 34 Ibid., p. 20.
- 35 Ibid., p. 23.
- 36 Ibid., p. 27.
- 37 Ibid., pp. 28 et seq.
12C’è una stretta connessione tra questi pensieri e un scritto che Hoegner pubblicò già nel 1934 in una collana del comitato centrale della SPD in esilio a Praga e che si concentra sul rapporto tra intellettuali e fascismo. Secondo Hoegner, gli intellettuali erano «persone che grazie alla loro formazione specifica possono leggere tra le righe. Il sistema di governo fascista però aveva richiesto che si leggesse rigidamente secondo le sue righe» e dunque ecco perché «intelligenza e fascismo non vanno molto d’accordo»31. Il fascismo è fortemente contrario al liberalismo e al socialismo, perché permette allo Stato un attacco profondo ai diritti dell’individuo32. Già nel 1934 Hoegner aveva disapprovato che le scienze tedesche si fossero «abbassate a divenire la serva e la domestica del sistema statale nazionalsocialista»33. La coscienza era «stata espulsa dal Terzo Reich» perché aveva «in una certa misura complicato l’uniformazione nei campi di concentramento»34. L’unica speranza di salvezza dell’umanità era nel socialismo mentre il fascismo era solo una “deviazione dolorosa” in quella direzione35. La sua analisi era molto ricca di immagini: «La tempesta della rivoluzione fascista ha turbato le profondità più profonde e ha fatto turbinare alla superficie i più grandi mostri immaginabili»36. Il compito degli intellettuali per il periodo postfascista secondo lui era quello «di riportare in auge in Germania quello che distingue un popolo civilizzato dai cannibali: vera umanità, ripugnanza verso la vile crudeltà e misericordia verso le creature martoriate [...] Essi hanno il dovere di afferrare l’anti-spirito fascista, di combattere la nociva follia di massa e di aiutare il popolo tedesco a rialzarsi dalla sua più profonda umiliazione»37. Egli stesso, dal 1945, fornì in proposito un esempio straordinario.
2. Per una Baviera antifascista e democratica
2.1 I primi mesi a Monaco
- 38 Cfr. ISC, FH, ED 120-10-135-139: Hans Vogel a Hoegner, Londra, 11 settembre 1945 e Hoegner a Vogel, (...)
13Allen Dulles aveva promesso a Hoegner che sarebbe stato tra i primi ad avere la possibilità di tornare in Baviera dall’esilio svizzero. Così Hoegner raggiunse Monaco il 6 giugno 1945, ancora senza la sua famiglia, insieme con von Godin e Nawiasky, per occuparsi – senza carica ufficiale – della ricostruzione del sistema giudiziario. Solo a settembre Fritz Schäffer, Presidente del Consiglio dei Ministri bavarese chiamato dagli Alleati, lo nominò presidente del senato presso la Corte d’Appello. Dato che Hoegner fu uno dei primi profughi politici tedeschi a tornare, quando gli Alleati stabilirono in Baviera il primo governo regionale tedesco, Hoegner si trovava in una situazione privilegiata. Per questi motivi il segretario del SOPADE, Hans Vogel, chiese di essere regolarmente aggiornato sulla situazione tedesca. Hoegner lo fece volentieri, descrisse l’azione comune a Monaco con i comunisti e la borghesia liberale – anche se diffidava dei comunisti perché si comportavano come se «avessero inventato loro la democrazia» – si rallegrò del successo elettorale del Labour Party in Gran Bretagna e confermò i suoi principi antifascisti38.
- 39 Cfr. dettagliatamente sul cambio del Presidente del Consiglio NIETHAMMER, Lutz, Entnazifizierung in (...)
- 40 Cfr. GELBERG, Karl-Ulrich, STEPHAN, Michael, «Ministerpräsident Wilhelm Hoegner», in Generaldirekti (...)
- 41 Cfr. ISC, FH, ED 120-1-93: Franz Bögler a Hoegner, Zurigo, 26 agosto 1945; ED 120-3-122: Dr. F. Fuc (...)
- 42 Ibid., ED 120-3-96: Bruno e Helmut Dreßler a Hoegner, Zurigo, 5 novembre 1945.
- 43 Cfr. ibid., ED 120-10-96+97: Adolphe Vögeli a Hoegner, Pully, 3 ottobre 1945.
14Il 28 settembre si verificò un evento inaspettato: il generale Eisenhower ordinò di nominare Hoegner Presidente del Consiglio dei Ministri di Baviera. Secondo gli americani, la denazificazione in Baviera procedeva troppo lentamente perché Schäffer aveva dato la preferenza alla costruzione di un’amministrazione efficace e per questo aveva avuto bisogno della collaborazione degli ex-nazionalsocialisti e di quelli che avevano soltanto seguito la corrente adeguandosi al cambiamento senza vera convinzione39. La scelta della persona di Hoegner si spiega se si considerano almeno tre motivi: in primo luogo, una raccomandazione del consigliere tedesco dell’esercito americano, lo storico Walter Dorn; secondo, i contatti con i servizi segreti americani che Hoegner intrecciò nell’esilio svizzero; terzo, le ampie prove fornite della sua ferma opposizione al nazionalsocialismo e delle sue capacità come giurista democratico40. Viste le sue qualità giuridiche egli stesso assunse la carica di ministro della giustizia in un governo composto da tutti i partiti antifascisti. Molte lettere di felicitazioni dalla Svizzera e da altri paesi dimostrano la grande stima di cui Hoegner godeva in quegli anni. La maggior parte di queste fa riferimento alla difficile carica che egli aveva assunto e vede in lui una persona all’altezza del compito41. Alcuni amici l’avvertirono dei «numerosi nemici nascosti rappresentati da gruppi fascisti»42. Perciò per loro era necessario prima estirpare «la criminalità nazista […] radicalmente» e poi costruire «una democrazia su basi socialiste». Il successo dei socialisti in Francia avrebbe dovuto essere di incoraggiamento43.
2.2 Il Presidente del Consiglio e la denazificazione
- 44 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 206 et seq.
- 45 Cfr. ibid., pp. 209-211.
- 46 Cfr. ISC, FH, ED 120-56.
15Quanto grande fu il pericolo di congiure nazionalsocialiste nei primi mesi del secondo dopoguerra è dimostrato ad esempio dall’organizzazione Stella alpina (Edelweißorganisation) nelle Alpi e da un progetto, sventato, di attentato dinamitardo a Hoegner da parte di ex-ufficiali della SS44. Poco dopo la nomina a Presidente del Consiglio, Hoegner scrisse su un foglietto di appunti “i prossimi compiti”: in primo luogo c’era la “denazificazione e riparazione”. Anche nella sua dichiarazione al governo del 22 ottobre 1945, che fu trasmessa alla radio, Hoegner spiegò chiaramente che il compito principale del suo governo era di superare il nazionalsocialismo e la sua visione del mondo nella vita pubblica ed economica. Bisognava poi creare delle strutture democratiche a partire dalla base; il governo militare aveva già fatto i primi passi in questa direzione con la riammissione dei partiti politici e la preparazione di elezioni comunali45. Numerose persone conosciute e sconosciute si rivolgevano al Presidente del Consiglio con singole richieste di aiuto per un posto di lavoro, per le riparazioni, per la denazificazione o per il rimpatrio dei prigionieri di guerra46.
- 47 Cfr. ibid., ED 124-8-10: Ausschaltung von Nationalsozialisten aus der Wirtschaft; 124-14-17: Weiter (...)
- 48 Cfr. ISC, FH, ED 120-114: ordine di Hoegner sulla denazificazione, Monaco, 9 novembre 1945.
- 49 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 271.
- 50 Cfr. ibid., p. 212.
- 51 Cfr. ibid., pp. 265-271. Di dodici pene di morte inflitte dieci poterono essere eseguite: Martin Bo (...)
16Ci volevano leggi generali per rispondere in modo completo a tutte queste richieste. Hoegner era però preparato perché aveva redatto già durante l’esilio in Svizzera, insieme con il Prof. Nawiasky, vari appunti al riguardo: sul ritiro dei titoli conferiti sotto il nazionalsocialismo, sulla follia delle teorie razziali e sull’odio fra i popoli, sulla punizione dei crimini nazionalsocialisti e sull’amnistia per i combattenti della resistenza. Altre leggi dichiararono nulle le privazioni della cittadinanza, risarcirono le vittime, che vennero reinserite, sostenute e aiutate nella vita professionale; furono inoltre restituiti i patrimoni confiscati dal regime47. Il 9 novembre, giorno del destino per la Germania, Hoegner emanò una dichiarazione secondo cui tutti gli ex-membri della NSDAP nei ministeri dovevano essere licenziati48. Come simbolo di buona volontà, il governo Hoegner il 7 gennaio 1946 stabilì un alto commissariato per l’assistenza agli ebrei in Baviera49. Nella sua qualità di ministro della giustizia Hoegner s’impegnò nell’amministrazione della giustizia in Baviera. Tuttavia l’ordine di licenziare quei giudici che durante il nazionalsocialismo «hanno violato i principi generali dell’umanità e della cultura» così come gli «ufficiali che hanno collaborato in un’azione corrispondente» ebbe poco successo50. In qualità di ministro della giustizia partecipò insieme al magistrato generale di Norimberga, Friedrich Leistner, come testimone al celebre processo all’esecuzione dei dieci principali criminali di guerra presso il Tribunale Militare Internazionale che si tenne in quella città51.
- 52 Cfr. ibid., pp. 221-223. Alcuni nemici lo attaccavano di continuo per essere andato in esilio, finc (...)
- 53 Cfr. ibid. pp. 226-231. La SPD fu ammessa l’8 gennaio 1946 – anche se sotto condizioni molto rigide (...)
- 54 Cfr. KRITZER, Peter, Hoegner, cit., pp. 234 et seq.
17Nel corso della prima assemblea della SPD dopo la fine del nazionalsocialismo, tenutasi nel Prinzregententheater di Monaco il 25 novembre 1945, citò nel suo discorso le sue parole del 5 marzo 1933 dopo la vittoria elettorale della NSDAP, pronunciate nella casa dei sindacati di Monaco in cui denunciava «la peste nazista e fuochi funebri come destino del popolo tedesco negli ultimi dodici anni». Ora si trattava di punire i grandi criminali e di usare clemenza con quelli che avevano seguito solo la corrente senza compiere azioni concrete. «Più presto si può porre fine al triste capitolo nazista meglio è per tutto il popolo tedesco. Un giorno deve tornare la pace anche nel nostro dilaniato paese che sanguina da innumerevoli ferite». Continuava: «Nel nazionalsocialismo s’è manifestato il male assoluto al potere, gli istinti oscuri, il diabolico che ha fatto disperare l’uomo come ritratto di Dio». Siccome non aveva dovuto soffrire nei campi di concentramento, considerava il suo dovere d’impegnarsi per tutta la vita «per il bene del popolo, servendo gli ideali socialisti»52. In seguito fu eletto segretario regionale bavarese della SPD53. Pur considerando necessario usare clemenza per quelli che avevano solo seguito la corrente, come detto sopra, successivamente si impegnò per un’applicazione rigida della legge di liberazione in quanto era sempre più deluso dall’incomprensione della gente54.
- 55 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 214-216.
- 56 NIETHAMMER, Lutz, Entnazifizierung, cit., p. 326.
- 57 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 231-233; cfr. inoltre ISC, FH, ED 120-124-3-7: probl (...)
- 58 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 207. Per l’atteggiamento di Hoegner circa la legge di (...)
18Su richiesta esplicita del governo militare, Hoegner chiamò oltre a dei borghesi anche dei comunisti nel suo gabinetto, tra loro Heinrich Schmitt come ministro per compiti speciali legati alla denazificazione. In un raduno del Consiglio delle Regioni della Germania meridionale a Stoccarda il 22 ottobre 1945 il governo militare americano apprezzò l’atteggiamento antifascista dei tre Presidenti del Consiglio dei Ministri, Reinhold Maier (Württemberg-Baden), Karl Geiler (Grande Assia) e Hoegner (Baviera), ed ordinò al Consiglio di nominare una commissione incaricata di preparare una legge di denazificazione55. Schmitt presentò alcune direttive già il 14 novembre. Mentre Hoegner voleva mettere gli ufficiali dell’esercito fuori legge, il Consiglio Supremo degli Alleati a Berlino ampliava il gruppo di persone da colpire allargando il cerchio ad imprenditori, industriali e ad altre personalità del mondo dell’economia. Nella sola Baviera furono interessati circa 800.000 ex-membri della NSDAP, di cui circa 10.000 attivisti, 40.000 membri della SS, 240.000 parte del gruppo e 500.000 persone che avevano semplicemente seguito la corrente. Nel raduno del Consiglio delle Regioni a Monaco il 5 marzo 1946 la denazificazione passò con la “Legge per la liberazione dal nazionalsocialismo e dal militarismo” (BefrG) da competenza americana a compito che spettava agli stessi tedeschi. La legge che Hoegner considerava una «grande impresa politica»56 prevedeva: l’arruolamento volontario e la registrazione in appositi elenchi; l’impiego di manodopera per il bene comune; per i rei la perdita della casa, del patrimonio e, temporaneamente, dei diritti civili; la applicazione di un contrassegno con la croce uncinata; la sorveglianza speciale dopo aver scontato la pena. La responsabilità per l’attuazione della legge era conferita esplicitamente ai Presidenti dei Consigli dei Ministri, mentre della classificazione decidevano i tribunali e i tribunali d’appello preposti per la denazificazione. Hoegner sperava che, usata in modo giusto, la legge avrebbe contribuito alla “guarigione interna” del popolo tedesco57. Il suo governo potè allora intervenire sul comportamento delle forze d’occupazione: secondo i tedeschi la detenzione nei campi bavaresi di Moosburg, Ludwigsburg e Garmisch aveva colpito anche persone innocenti e non solamente i nazionalsocialisti macchiatisi di gravi colpe58.
- 59 Cfr. ibid., pp. 234-237.
- 60 Cfr. ISC, FH, ED 120-126-97+98.
- 61 Cfr. ibid., ED 120-126-29+30: rapporto del capo ufficio Berlino del «Time».
19Si presentarono tuttavia varie difficoltà: l’Unione Cristiano Sociale (CSU) guidata dal Dr. Josef Müller si fece persuadere solo dopo molte resistenze a collaborare; i comunisti misero in atto una politica clientelistica e abusarono – come la CSU – della legge con l’intento di portare avanti una politica di partito nelle campagne elettorali comunali e nei tribunale di denazificazione. In più il governo militare minacciò spesso di togliere nuovamente ai tedeschi la competenza per la denazificazione. Quando anche un appello del governo bavarese e di tutti i segretari dei partiti, letto dal sottosegretario della CSU, il Dr. Anton Pfeiffer, il 21 giugno 1946, non sortì alcun effetto, Hoegner dovette rinnovare il suo gabinetto. In queste circostanze Schmitt chiese le sue dimissioni. Nonostante queste misure i problemi rimasero gli stessi. Anche il nuovo ministro della denazificazione, Pfeiffer, ebbe bisogno di essere difeso più volte da Hoegner perché fu attaccato dagli Alleati. Secondo il Presidente del Consiglio bavarese il gruppo degli interessati dalle misure fu troppo vasto e non si verificarono amnistie più generose59. Date le difficoltà nell’attuazione della legge, alcuni antifascisti misero in guardia la popolazione con lo strumento delle poesie sarcastiche60. Giornalisti stranieri parlarono di una possibile “resurrezione nazista” e confermarono la necessità della presenza delle truppe alleate61.
- 62 Cfr. ibid., ED 120-123-108: dimissioni del Ministro per compiti particolari Heinrich Schmitt a Hoeg (...)
- 63 Cfr. ibid., ED 120-197-5: Dr. Hans F.C. Falk a Hoegner, Kempten, 23 maggio 1946.
- 64 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 242.
- 65 Cfr. ibid., p. 208.
20Il ministro comunista per la denazificazione colse l’occasione delle sue dimissioni per lamentarsi presso il Presidente del Consiglio che l’operato non avesse sortito i risultati sperati nella lotta alla denazificazione. Non poteva lavorare sotto un ministro della CSU che di continuo esprimeva idee reazionarie. Schmitt interpretò il comportamento di Hoegner come «indietreggiamento immediato dettato dalla reazione»62. Fu un’accusa diffusa nella sinistra politica – comunisti e socialisti di sinistra – ovvero che la CSU offrisse un riparo per elementi fascisti e reazionari; anche i capi della SPD come Kurt Schumacher non ne restarono immuni63. Hoegner stesso parlò apertamente quando disse quello che molti già sapevano: «Molti di coloro che avevano adorato la croce uncinata strisciarono verso la croce cristiana e cercarono rifugio dalla minaccia dell’arresto presso degli ecclesiastici [...]»64. Allo stesso tempo dovette e seppe fare da mediatore tra le pretese del governo militare riguardo alla denazificazione e i membri del suo governo che – pur facendo parte dell’ala liberale della CSU – dovettero avere riguardo per le forti correnti conservatrici interne al loro partito. La sua opera di conciliazione ottenne anche qualche successo se si pensa ad esempio all’accordo del 3 settembre 1947 della SPD con la decisamente conservatrice Unione degli agricoltori in cui si volle, tra altro, «evitare con ogni mezzo una nuova politica della destra in Baviera»65.
- 66 Cfr. ibid., p. 281.
- 67 Cfr. NIETHAMMER, Lutz, Entnazifizierung, cit., pp. 469, 518.
- 68 Cfr. Niethammer, Lutz, Entnazifizierung, cit., pp. 653-666; sull’immagine di Hoegner presso i conte (...)
21Dopo le prime elezioni democratiche per il parlamento regionale bavarese dell’autunno 1946, in cui la CSU diventò chiaramente la forza politica più potente, Hoegner il 16 dicembre si dimise da Presidente del Consiglio dei Ministri. Ribadì che grazie alla resistenza attiva e ai grandi sacrifici personali di molti suoi ministri questi ultimi erano riusciti a guardare negli occhi i vincitori Alleati e persino, in qualche occasione, a contraddirli. Oltre a numerose misure il suo governo, attuando la legge della liberazione, esaminò sei milioni di moduli di registrazione in 201 tribunali di denazificazione e in sette tribunali d’appello; in più amministrò quattro campi d’internamento e due ospedali militari66. Anche negli anni successivi Hoegner si occupò intensamente della questione della denazificazione, in qualità di Ministro dell’Interno nelle grandi coalizioni presiedute dal Presidente del Consiglio dei Ministri Hans Ehard (CSU)67. I conflitti sul tema della denazificazione durarono fino ai tardi anni Cinquanta. L la ricerca attuale considera la denazificazione sostanzialmente fallita già nel 1946-194768.
- 69 Hoegner, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 250.
22La denazificazione fu solo una, anche se una delle più importanti, tra le misure antifasciste prese da Hoegner. Egli amava dire che un sistema politico democratico-liberale, dopo le esperienze di Weimar, doveva predisporre meccanismi atti a renderlo in grado di difendersi, cioè di privare i suoi nemici dei diritti civili: «In una democrazia bisogna prestare attenzione che il governo del popolo non sia minato e fatto crollare dall’abuso delle libertà dei cittadini e delle regole democratiche del gioco. [...] Il godimento della libertà da parte dei cittadini prevede necessariamente la rinuncia all’uso di mezzi violenti. Chi non vuole piegarsi a questa legge di base della democrazia non si deve lamentare se non gli viene concessa la libertà di distruggere tutte le libertà e viene considerato nemico del sistema democratico. Bisogna proteggere il gregge pacifico dai lupi mannari. [...] Democrazia solo per democratici!»69.
2.3 Dopo la bufera. Pertini e il Psi negli anni del frontismo
- 70 ISC, FH, ED 120-117-110-113: von Knoeringen a Hoegner, Londra, 7 novembre 1945.
23«I giovani di 20-30 anni che mi seguono non sanno più nulla di quello che per la mia generazione era la scuola politica. Come faremo a riempire la grande lacuna che si apre dopo gli antifascisti temprati dall’esperienza e dalla prova che oggi sono gravati di tutta la responsabilità nella vita statale e politica? Conosco questa gioventù – e tutti i loro problemi, i loro lati positivi e negativi – dal figlio di genitori socialdemocratici che hanno tenuto il veleno di Hitler lontano dai loro figli come gli Scholl, fino al nazista accanito che continua a credere nella sua ideologia. Conosco i loro primi tentativi di orientarsi in un mondo caratterizzato dal crollo e la loro ricerca di una nuova fede. Conosco lo sconforto che in molti di loro sopprime tutto, l’indifferenza, il cinismo e il pericolo di scivolare nel nulla. Ho provato a capire, per quanto possibile, la situazione di questa generazione che mi ha consegnato migliaia di giovani con cui ho trascorso e trascorro ancora gli anni. E se domani tornassi in patria vorrei continuare a lavorare per conquistare le simpatie di questa gioventù. Questo è il mio desiderio. Non so come sarà la realtà. Quello che porto in dote è la mia fede indomita nella giustezza della nostra convinzione e la volontà di compiere il mio dovere ovunque mi trovi a esercitare un ruolo». Queste frasi non furono scritte da Wilhelm Hoegner ma dal giovane nobile bavarese Waldemar von Knoeringen, un socialdemocratico, nell’autunno del 1945 a Londra. Ed erano rivolte proprio a Hoegner70. Nella sua persona e nei suoi pensieri si manifestava un problema che impegnò molto Hoegner nei primi decenni del secondo dopoguerra: come si poteva creare una formazione e un’educazione democratica della gioventù?
- 71 Cfr. ibid., ED 120-117-116-120: estratti di un raduno della Commissione Regionale Consigliante Bava (...)
- 72 Cfr. Hoegner, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 282.
24Tutti i partiti in Baviera furono d’accordo nella volontà di rimediare al «danno che il periodo nazionalsocialista» aveva causato e che si estese dalle scuole elementari fino alle università. Il futuro primo Presidente del Parlamento Regionale bavarese, Dr. Michael Horlacher (CSU), in un raduno della Commissione Regionale di Consiglio all’inizio del 1946 dichiarò: «Bisogna non solo eliminare il veleno nazionalsocialista dall’anima del popolo tedesco che già in passato ha nutrito questo nazionalsocialismo [il pubblico: molto bene!]. Ora il nostro compito è soprattutto quello di fare tabula rasa di tutta la paccottiglia reazionaria che ha sostenuto il nazionalsocialismo, in modo che essa svanisca dall’anima del popolo tedesco. Questo è il compito della democrazia moderna come io me l’immagino». Hoegner attaccò particolarmente il mondo accademico tedesco accademico e si lamentò che nel 1933 non esistessero più i “Göttinger Sieben”: «Signori, io sono convinto che proprio le persone colte che potevano ragionare e prevedere le cose, che dovevano conoscere la storia del nazionalsocialismo e che lo conoscevano [una voce del pubblico: giustissimo!], ebbene, costoro avrebbero avuto il dovere davanti al loro popolo di resistere più decisamente di quanto abbiano fatto [applausi vivaci!]. Signori, la storia delle scienze sotto il Terzo Reich è un triste capitolo [il pubblico: giustissimo, forti applausi]. È una vergogna per la Germania che il mondo intellettuale si sia piegato senz’altro al nazionalsocialismo [il pubblico: molto bene]». I professori del Terzo Reich non erano adatti a occuparsi dell’educazione democratica della gioventù. La Commissione Regionale di Consiglio avanzò proposte costruttive per risolvere il problema, che ben presto vennero tutte realizzate: permesso di lavoro per l’Accademia Bavarese delle Scienze, reintroduzione della religione come materia scolastica, riforma profonda delle lezioni di storia71. Il bilancio del primo gabinetto di Hoegner nel campo dell’educazione sembra incoraggiante: le scuole elementari furono denazificate, le lezioni di religione reintrodotte, fu scritto un nuovo libro di lettura, le università furono rigorosamente denazificate e furono create 20 nuove università popolari72.
- 73 Cfr. ISC, FH, ED 120-117-108-RS: estratto di una lettera Min. Dir. Prof. Dr. Th. Süss (im MinUKult) (...)
- 74 Cfr. ibid., ED 120-90-42-127 e ED 120-185-2-44: fondazione della Hochschule für Politik.
- 75 Cfr. Hoegner, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 258; Kronawitter, Patriot, p. 54.
- 76 ISC, FH, ED 120-88-10: Hoegner a Harry Wilde, Monaco, 26 marzo 1947 sulla manifestazione della giov (...)
- 77 Cfr. ibid., ED 120-185-45 ss.
- 78 Cfr. ibid.,ED 120-267-3-4: Bericht der politischen Bildungszentrale der SPD, LV Bayern, November 19 (...)
- 79 Cfr. ibid., ED 120-267, ED 120-268 e ED 120-269.
25I dirigenti ministeriali convinsero Hoegner del fatto che per la rieducazione democratica sarebbero occorsi almeno cinque o dieci anni. Tra gli studenti ci sarebbe stata sicuramente qualche voce reazionaria o fascista. Il problema principale fu però la mancanza di insegnanti73. Hoegner stesso prese l’iniziativa in varie direzioni: ad esempio partecipò alla fondazione della “Hochschule für Politik” (HfP) nel luglio del 1950 e inoltre all’organizzazione delle materie nel sistema educativo statale. Presso l’HfP tenne spesso delle lezioni, in particolare di storia costituzionale74, una materia cui teneva molto: già nel 1946 la facoltà di giurisprudenza lo nominò professore onorario di diritto costituzionale in virtù dei suoi meriti di padre della costituzione bavarese, che approvata nello stesso anno75: un compito che gli dette molta allegria proprio perché «potevo osservare molta buona volontà, ricettività, obiettività, sobria diligenza e la ricerca di nuovi principi di vita»76. Oltre a fondare una scuola bibliotecaria, Hoegner cercò di sviluppare le biblioteche popolari bavaresi, dal momento che in Baviera solo il 12,5% dei comuni ne aveva una, rispetto alla media tedesca del 28,9%77. Dal 1945, Hoegner, collaborò strettamente nel campo dell’educazione con il suo collega di partito Waldemar von Knoeringen, che diresse l’ufficio di formazione politica della SPD bavarese78. Insieme, nel 1948, fondarono la scuola Georg von Vollmar (dal 1968 “Georg-von-Vollmar-Akademie”) nel castello di Aspenstein sul lago di Kochel. La scuola doveva fornire una formazione politica per rendere i cittadini dei partecipanti attivi della democrazia sociale e per affrontare le tendenze reazionarie e (neo-)fasciste ancora presenti nella società. Hoegner si impegnò più volte come relatore su temi politici e costituzionali e fece anche parte del consiglio d’amministrazione79.
- 80 Cfr. Hoegner, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 321 et seq., pp. 330-332.
26Durante il suo secondo mandato di Presidente del Consiglio dei Ministri a capo di una coalizione di quattro partiti (1954-1957), Hoegner continuò la sua offensiva nel campo della politica dell’educazione e delle scienze. Una legge sulla formazione degli insegnanti non fu approvata a causa dell’opposizione della Chiesa cattolica, che insistette su istituzioni formative specifiche per la rispettiva scuola confessionale. Tuttavia Hoegner riuscì a trasferire l’istituto Max Planck di fisica e astrofisica da Gottinga a Monaco e a far costruire un reattore da usare per la ricerca dell’energia nucleare per scopi pacifici a Garching (“Atomei”). Appoggiò i giovani tecnici e nel novembre del 1956 fece elaborare dal suo ministro dell’educazione August Rucker un piano decennale per lo sviluppo delle scienze (“Ruckerplan”), favorì la creazione del Consiglio delle Scienze della confederazione e dei Länder come strumento di coordinamento tra politica e scienza e tra confederazione e Länder e creò, tramite la legge del 27 maggio 1957, “l’Akademie für Politische Bildung” a Tutzing80.
2.4 Politica e memoria
- 81 ISC, FH, ED 120-62-58: Ritzel a Hoegner, Bonn, 13 aprile 1951.
- 82 Cfr. Kritzer, Peter, Hoegner, cit., pp. 319-321.
- 83 Cfr. ISC, FH, ED 120-56-74+75: lettera e articolo (Stuttgarter Zeitung, 20 gennaio 1950) di Adolf J (...)
- 84 Cfr. ibid., ED 120-108-19: risoluzione dell’associazione dei sequestrati del regime nazista contro (...)
- 85 Cfr. ibid., ED 120-88-16: L’«Echo der Woche» volle stabilire dei comitati “Demokratische Aktion” «p (...)
- 86 Cfr. ibid., ED 120-88-24-40.
- 87 Cfr. ibid., ED 120-65-5-11: Lettera di Udo Rukser a Heinrich Ritzel, Chile, 3 giugno 1947: Deutsche (...)
- 88 Cfr. ibid., ED 120-101-111: SPÖ (Dr. Adolf Schärf Franz Rauscher) a Hoegner, Vienna, 12 febbraio 19 (...)
- 89 Cfr. ISC, FH, ED 120-349-170+171: Distinguished Visitors Attending World Assembly e ED 120-349-193- (...)
27Nel 1951 Heinrich Ritzel, deputato della SPD al Bundestag a Bonn, scrisse al suo compagno di esilio svizzero Wilhelm Hoegner: «Se pensi che nel 1945 non ti saresti nemmeno sognato che i nazisti avrebbero potuto rialzare così presto la loro testa, in fondo ti devo dare ragione»81. La preoccupazione di Ritzel si basava su dichiarazioni e manifestazioni neofasciste che si poterono ben presto osservare nella giovane Repubblica Federale della Germania e anche nel Land della Baviera. I tumulti, scoppiati a seguito di una lezione del pastore Martin Niemöller all’università di Erlangen, nel gennaio 1946, sulla colpa collettiva tedesca82 così come una lettera del giurista e professore dell’università di Tubinga, Adolf Julius Merkl, a Hoegner83 dimostrano l’insolenza e il sentimento di sicurezza crescente di ex-nazionalsocialisti nel mondo accademico. Hoegner non si fece distogliere da insulti e minacce84, documentò tutte le manovre dell’estrema destra come quelle dell’associazione di soccorso di Monaco “Libertà per Rudolf Hess a.i.” nonché la resistenza contro di esse animata dai comitati cui partecipò attivamente85. In più si attivò attraverso l’“Unione per l’Europa” per la collaborazione pacifica e democratica dei popoli86, seguì attentamente il dibattito sulla politica europea87, promosse con lo SPÖ (il Partito Socialdemocratico Austriaco), motivato dall’esperienza di dodici anni di fascismo, la cooperazione internazionale e la solidarietà dei partiti socialisti88 e s’impegnò nel movimento politico-sociale pacifico “Riarmo Morale” che si basò su valori cristiani come onestà, purezza, altruismo e carità89.
- 90 Cfr. ibid., pp. 318 et seq.
- 91 Cfr. ISC, FH, ED 120-56-53+54: Karl Memmel a Hoegner, Ansbach, 1 febbraio 1950.
- 92 Partito Socialista del Reich, organizzazione successiva della NSDAP, n.d.a.
- 93 Ibid., ED 120-62-76: Hoegner a Ritzel, Monaco, 25 luglio 1953. Per il conflitto con il SRP cfr. Kri (...)
28Nel gennaio del 1950 pronunciò un discorso al parlamento regionale bavarese, divenuto famoso, sulle attività di gruppi neonazisti90 e che ebbe come risposta – oltre alla lettera già menzionata di Adolf Julius Merkl – anche la lettera di un ex-nazista di Ansbach, Karl Memmel, che si lamentò di essere stato trattato – lui umile impiegato e membro della NSDAP – alla stregua di un criminale; disse che era disposto a collaborare onestamente alla democrazia ma si aspettava un segno di conciliazione dal governo91. Hoegner rimase fermo nella convinzione di non cooperare con gli ex-nazionalsocialisti: «Ho sconfitto in Baviera lo SRP92 e non posso farlo rientrare dalla porta sul retro. […] Con nazionalsocialisti mascherati non posso e non voglio avere a che fare. Non ho molta stima per la persona ed il politico Adenauer, ma la maggioranza dei suoi sostenitori quantomeno può essere considerata democratica. […] Quindi non prendertela a male se guardo ai gruppi di estrema destra in Baviera sempre come nemici acerrimi della democrazia, che, se potessero, ci impiccerebbero ogni giorno»93
- 94 Cfr. ibid., ED 120-93-2-98: corrispondenza sulla costruzione di un monumento commemorativo nell’ex- (...)
- 95 Cfr. ibid., ED 120-46-150: Dr. Alois Hundhammer, Ministro per la nutrizione, l’agricoltura e la sil (...)
- 96 Ibid., ED 120-93-52: estratto (appunto 5) del rapporto Comité International de Dachau sul contenuto (...)
- 97 Ibid., ED 120-93-76-79: discorso di Hoegner in occasione della celebrazione commemorativa di Dachau (...)
29La partecipazione di Hoegner all’inaugurazione di un monumento commemorativo dell’ex-campo di concentramento di Dachau dimostra che non bastava aver denazificato più o meno alcune categorie professionali e aver creato strutture democratiche, ma che si doveva anche ricordare i crimini nazionalsocialisti e informare storicamente94. A giugno 1959 Hoegner, nel frattempo divenuto presidente del gruppo parlamentare della SPD e vice-presidente del parlamento regionale bavarese, ricevette un invito del Dr. Alois Hundhammer al primo raduno del comitato a favore di un monumento commemorativo internazionale a Dachau95. Nonostante i colori politici diversi, Hoegner aveva condiviso alcuni principi comuni con il Ministro dell’agricoltura della CSU ed ex-detenuto del campo di concentramento Dachau Hundhammer, tra cui un forte antifascismo. In un rapporto del Comitato Internazionale a favore di un monumento commemorativo del campo di Dachau del 1964 si trova che, in merito al contenuto del museo, il monumento si sarebbe dovuto rivolgere soprattutto «alla giovane generazione ed a tutti quelli che non hanno conosciuto e tanto meno sentito la dimensione totale del terrore nazista»; che avrebbe dovuto «provocare lo scuotimento e la riflessione e allo stesso tempo fare appello alla coscienza di responsabilità individuale»; e che avrebbe dovuto fornire «la conoscenza su come fosse stato possibile che si verificasse tutto questo»96. Hoegner disse nel suo discorso pronunciato in occasione della celebrazione commemorativa a Dachau il 30 agosto 1964: «In questa manifestazione ricordiamo le vittime innumerevoli di due guerre mondiali e della persecuzione dei nazionalsocialisti. […] Questo ex-campo di concentramento di Dachau sarà trasformato, quale accusa ed ammonimento per le future generazioni, in un monumento commemorativo per le vittime della marea di fango nazionalsocialista»97.
- 98 Ibid., ED 120-46-154+155: Hundhammer a Hoegner, Monaco, 10 gennaio 1966.
- 99 Ibid., ED 120-62-163-166: Fritz Ruf a Hoegner, Monaco, 15 novembre 1965 e risposta di Hoegner del 1 (...)
- 100 Cfr. ibid., ED 120-101-56-60.
- 101 Cfr. ibid., ED 120-93-98: dichiarazione del Comité International de Dachau, Monaco, 6 maggio 1967.
30Nel 1966 – utilizzando il confidenziale “tu”, com’era abitudine tra loro – Hundhammer scrisse a Hoegner che i socialdemocratici ed i cristiano-sociali avevano collaborato costruttivamente in Baviera dopo il 1945. «Sono perfettamente d’accordo con te per quanto riguarda il giudizio su quella canaglia di Hitler! Sono anche chiaramente disposto a impegnarmi energicamente assieme a te e a tutti quelli con opinioni affini per impedire ad ogni costo il riemergere di ciò che permane dei vecchi criminali, anche se non sono da sopravvalutare»98. La prova della rinnovata necessità di adottare questo atteggiamento la dà una lettera di un ex-nazista a Hoegner, datata novembre 1965, in cui l’autore apostrofò Hoegner come il «governatore del governo militare americano», confidando nella «resurrezione del Reich». Come al solito Hoegner rispose anche a questa persona confutando tutte le accuse e consigliando la frequentazione dell’Istituto di Storia Contemporanea di Monaco in caso di ulteriore necessità d’informazione99. Addirittura Hoegner fu colpito all’inizio del 1966 da una denuncia del Partito Nazionaldemocratico della Germania (NPD) per diffamazione e maldicenza100. Lo stesso Comitato Internazionale di Dachau, a causa del permanere attività neonaziste, si vide costretto ad richiedere, nel maggio 1967, una dichiarazione comune di vigilanza da parte tutti i democratici101.
- 102 Cfr. ibid., ED 120-78-154-161: documenti riguardo alla mostra “La resistenza antifascista in German (...)
31Anche dopo che nel 1970, all’età avanzata di ottantatré anni, Hoegner si ritirò dalla politica attiva e lasciò il parlamento regionale bavarese, continuò a seguire attentamente l’atteggiamento della società tedesca verso il passato nazionalsocialista. Fu componente del consiglio amministrativo del gruppo di lavoro bavarese di associazioni dei perseguitati dal regime nazista, che organizzò nell’aprile 1971 una mostra a Monaco intitolata “La resistenza antifascista in Germania 1933-1945”. Dopo Francoforte, Monaco fu la seconda città di questa prima e completa presentazione pubblica della resistenza, che fu arricchita in Baviera dall’approfondimento di alcuni aspetti regionali102.
Considerazioni finali
32Scopo di questa ricerca è stato quello di presentare, per la prima volta in modo sintetico, attraverso le sue azioni ed i suoi scritti, le attività antifasciste e democratiche di un personaggio socialdemocratico che è stato – caso fino ad ora unico in Baviera – per due volte Presidente del Consiglio dei Ministri nell’arco di tempo che va dalla Repubblica di Weimar al Terzo Reich sino alla Repubblica Federale tedesca. In prospettiva, nei tre diversi sistemi politici, la lunga carriera politica di Hoegner evidenzia continuità e rotture. Molti aspetti delle sue visioni politiche, come il passaggio dall’idea unitaria al federalismo, avvenuto negli anni dell’esilio svizzero, non potevano essere affrontati qui. In ogni caso, la nomina dell’antifascista emigrato Wilhelm Hoegner al ruolo di Presidente del Consiglio dei Ministri di Baviera dagli Alleati evidenzia sufficientemente la continuità del personale politico dalla Repubblica di Weimar nel dopo 1945, per quanto è opportuno sottolineare come le possibilità di scelta fossero limitate. Hoegner fece dell’antifascismo e della democrazia i principi di base del suo atteggiamento politico per tutta la vita, nonostante gli insulti, i tormenti subiti e il pericolo di morte. Trasse grande insegnamento dalle vicende della repubblica di Weimar e ancorò la Costituzione bavarese del 1946 – come in seguito fecero i padri del Grundgesetz nel 1949 – ad un ordinamento fondamentalmente liberal-democratico in grado di difendersi dalle tentazione autoritarie. In più pose l’accento, insieme al suo collega di partito e interlocutore privilegiato Waldemar von Knoeringen, sull’educazione della gioventù e la formazione politica di tutta la società quali misure preventive più adatte contro le idee di estrema destra. Oltre ai molti altri temi – si pensi ai diritti sociali fondamentali e alla questione della democrazia diretta – della sua esperienza antifascista, fu questa la sua risposta personale alle esigenze di una politica democratica per il futuro.
- 103 Cfr. Niethammer, Lutz, Entnazifizierung, cit., pp. 215-217.
- 104 Cfr. supra, nota 7.
33Denazificare senza criminalizzare in massa, portare avanti riforme costituzionali contrassegnate da un federalismo marcato, educare la gioventù in modo democratico e costruire uno stato di diritti sociali e cooperativi: furono queste le conclusioni tratte da Hoegner dall’esperienza di Weimar103. In tutto questo, agì in modo esemplare al di sopra dei partiti e sempre orientato al bene comune, non di rado scontentando il suo stesso partito. Con la sua opera affrontò concretamente l’accusa, spesso mossa agli antifascisti, di essere stati solo parte di un movimento contrario a Hitler e di non avere portato avanti, dopo il suo fallimento, un disegno comune. Pubblicò importanti volumi su politica e diritto costituzionale, scritti storici e una trilogia di memorie della storia tedesca del Novecento caratterizzata da aspetti autobiografici: due dei tre tomi erano già stati scritti durante l’esilio svizzero, ma, per motivi politici, furono pubblicati solo dopo il 1945104.
- 105 Secondo un’informazione del Sovrintendente dell’Archivio storico del Quirinale, la Prof.ssa Paola C (...)
- 106 Così il capo gruppo della SPD Franz Maget nel suo saluto in occasione del conferimento del premio W (...)
- 107 Hoegner, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 334.
34In occasione del suo 70° compleanno, nel 1957, a Hoegner furono tributati molti onori: divenne cittadino onorario di Monaco e di Burghausen (di Vohburg lo era già dal 1952; inoltre, a Burghausen, nel 2010, fu inaugurata la “Dr.-Wilhelm-Hoegner-Platz”); ricevette numerose onorificenze e medaglie, tra cui la medaglia d’oro per meriti per l’agricoltura, la medaglia “Benemerenti” dell’Accademia Bavarese delle Scienze e la Gran Croce della Repubblica Federale tedesca. Nel 1955-1956, gli furono inoltre conferite le onorificenze di Grand’Ufficiale e di Cavaliere di Gran Croce anche se non si recò mai a Roma in visita di stato105. Ma, soprattutto, il Partito socialdemocratico si riconciliò con il suo socio benemerito – ma indipendente – e lo nominò presidente onorario della SPD bavarese, con le personali congratulazioni del presidente federale Erich Ollenhauer. Hoegner, morto nel 1980, sarebbe stato senza dubbio felice se avesse saputo che il gruppo socialdemocratico nel parlamento regionale bavarese istituì il premio Wilhelm Hoegner in occasione del suo centesimo compleanno, nel 1987, premio che viene conferito annualmente a persone e iniziative «che si sono rese particolarmente benemerite nella conservazione e nella tutela dei diritti liberali e civici seguendo l’esempio di Wilhelm Hoegner […]»106. Di questa riconciliazione con la SPD, Hoegner fu molto soddisfatto, e ne scrisse in questi termini nella sua autobiografia: «Io, “l’outsider difficile”, fui in un certo senso riaccolto in seno al partito107».
Note
1 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Der schwierige Aussenseiter. Erinnerungen eines Abgeordneten, Emigranten und Ministerpräsidenten, München, Isar, 1959, p. 20.
2 Cfr. ibidem, p. 7.
3 Il diplomatico americano George Kennan definì la Prima Guerra Mondiale «the great seminal catastrophe of this century». Questa concezione è stata ripresa da molti storici: cfr. MOMMSEN, Wolfgang J., Die Urkatastrophe Deutschlands. Der Erste Weltkrieg 1914–1918, Stuttgart, Klett-Cotta, 2002, p. 17.
4 Cfr. GRUNENBERG, Antonia, Antifaschismus, ein deutscher Mythos, Reinbek bei Hamburg, Rowohlt, 1993, pp. 9 et seq.
5 Cfr. la laudatio di Christian Ude per Prof. Dr. Heribert Prantl in occasione del conferimento del premio Wilhelm Hoegner 2011, URL: < http://www.spd-landtag.de/downl/PK11/111009WHP_Ude.pdf > [consultato il 3 gennaio 2012].
6 Cfr. KRITZER, Peter, Wilhelm Hoegner. Politische Biographie eines bayerischen Sozialdemokraten, München, Süddeutscher, 1979 contenente riferimenti alla letteratura più antica; più di recente KRONAWITTER, Hildegard, «Bayerischer Patriot, Gefühlssozialist und erfolgreicher Ministerpräsident: Wilhelm Hoegner», in Einsichten und Perspektiven, 2/2005, pp. 34-57.
7 Cfr. le monografie Die verratene Republik. Deutsche Geschichte 1919-1933, München, Isar, 1958; Der schwierige Aussenseiter. Erinnerungen eines Abgeordneten, Emigranten und Ministerpräsidenten, München, Isar, 1959; Flucht vor Hitler. Erinnerungen an die Kapitulation der ersten deutschen Republik 1933, München, Nymphenburger, 1979; Die Selbstverwaltung in Bayern, Zirndorf, Nürnberger Presse, 1948; Lehrbuch des Bayerischen Verfassungsrechts, München, Bayerischer Schulbuch, 1949; Leitfaden für Staatsbürgerkunde, München, Bayerischer Landwirtschafts, 1951; con EHARD, Hans, Der 9. März 1933, München, Volksbund für Frieden und Freiheit, 1953; con SEIDEL, Hans, Die Grundlagen der Bayerischen Verfassung von 1946. Die Funktion der Opposition im parlamentarischen System, München, Isar, 1955; Für Bayerns Zukunft, Richtlinien der Politik der Bayerischen Staatsregierung, München, Presse und Informationsamt der Bayerischen Staatskanzlei, 1956; Der Weg der deutschen Sozialdemokratie, München, Janich, 1965; Der politische Radikalismus in Deutschland 1919-1933, München, Olzog, 1966, Staat und Gesellschaft; 118/119.
8 E questo nonostante Hildegard Kronawitter pochi anni fa ci abbia ricordato che Hoegner, per la sua resistenza antinazionalsocialista, fu un personaggio molto in vista già ai tempi di Weimar; cfr. KRONAWITTER, Hildegard, Bayerischer Patriot, cit., p. 35.
9 L’articolo è strettamente collegato a un’ampia ricerca di storia comparata su politica e memoria dell’antifascismo in Germania, Francia e Italia a cui l’autore sta lavorando in questo periodo.
10 Per quanto riguarda il putsch di Hitler cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 20-37, 43-48. Hoegner pubblicò due opuscoli dal titolo Hitler und Kahr. Die bayerischen Napoleonsgrößen von 1923 nel 1928 che paragonavano la prevista marcia di Hitler su Berlino a quella napoleonica dall’Elba a Parigi.
11 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 48.
12 HOEGNER, Wilhelm, Der Volksbetrug der Nationalsozialisten. Rede des Reichstagsabgeordneten Dr. Wilhelm Hoegner, Berlin, Dietz, 1930, pp. 14, 16. In un discorso all’assemblea provinciale della SPD il 25 settembre 1932 a Monaco paragonò di nuovo la Germania nazionalsocialista di Hitler all’Italia fascista di Mussolini e chiamò Hitler un “assistente imbianchino” che ha imparato “a dipingere secondo sagome italiane”. Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 67.
13 Cfr. il suo primo discorso in ibid., pp. 56-62.
14 Cit. secondo ibid., p. 87.
15 L’incredibile attraversamento delle Alpi è raccontato in ibid., pp. 120-123.
16 Per l’esilio austriaco cfr. ibid., pp. 127-141, per quello svizzero pp. 141-185.
17 Tutti i riferimenti in: SCHUMACHER, Martin, LÜBBE, Katharina, SCHRÖDER, HEINZ, Wilhelm (a cura di), Die M.d.R. Die Reichstagsabgeordneten der Weimarer Republik in der Zeit des Nationalsozialismus. Politische Verfolgung, Emigration und Ausbürgerung, 1933-1945. Eine biographische Dokumentation, Düsseldorf, Droste, 1994, pp. 207 et seq.
18 Cfr. per gli scritti minori dall’esilio KRITZER, Peter, Hoegner, cit., pp. 124-129.
19 Cfr. LIECHTI, Urs [HOEGNER, Wilhelm], Wodans Wiederkunft. Ein lustiger Reisebericht aus einer traurigen Zeit, Zürich, Jean Christophe, 1936.
20 Cfr. RITTER, Hans [HOEGNER, Wilhelm], Politik und Moral, Zürich, Jean Christophe, 1937; RITTER, Georg [HOEGNER, Wilhelm], «Katholische Kirche und totaler Staat», in Rote Revue, Sozialistische Monatsschrift, 16/10, 1937, pp. 323-333; ID., «Lehren der Weimarer Republik», in Schweizer Monatshefte, 25/1, 1945; RITTER, Rudolf [HOGNER, Wilhelm], «Die deutsche Frage», in Schweizer Monatshefte 24/8, 1944.
21 Cfr. Institut für Zeitgeschichte München (Istituto per la Storia Contemporanea; in seguito: ISC), Nachlass Hoegner (Fondo Hoegner; in seguito: FH), ED 120-2-18+19: Otto Braun a Hoegner, Ascona 6 giugno 1944.
22 Cfr. ISC, FH, ED 120-2-26+27: Braun a Ritzel (copia a Hoegner), Ascona 21 settembre 1944.
23 Cfr. ibid., ED 120-13-138-147: Nel fascicolo “Union deutscher Sozialisten in der Schweiz 1945” si trova un manoscritto “Hauptpunkte einer deutschen Nachkriegspolitik. Programmbeitrag” di un gruppo del SAP o ISK in Svizzera della probabile autrice Anna Siemsen ca. 1942-43.
24 Cfr. ibid., ED 120-12-70-91: Das Demokratische Deutschland, Bern-Leipzig, s.e., 1945.
25 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 166-172.
26 Cfr. ISC, FH, ED 120-3-94: Bruno e Helmut Dreßler a Hoegner, Zurigo 2 giugno 1945.
27 Cfr. ibid., ED 120-8-86: Heinrich Georg Ritzel a Frantisek Glaser, Basilia 1 giugno 1945.
28 Cfr. ibid., ED 120-12-140+141: Ritzel alla redazione del Giornale Nazionale a Basilia, Basilia 30 maggio 1945 (ED 120-12-140) e l’articolo «Eine Antwort des “Demokratischen Deutschland”». I conflitti c’erano perché i comunisti si sentivano esclusi dalla “Germania Democratica”. Inoltre entrambi erano concorrenti per la nuova assegnazione di posti nell’amministrazione di consolati tedeschi in Svizzera come antifascisti. Infine, c’era il disaccordo sulla tesi della colpa collettiva.
29 HOEGNER, Wilhelm, Das Demokratische Deutschland, Bern-Leipzig, s.e., 1945, p. 18; cfr. anche ISC, FH, ED 120-2-26+27: Braun a Ritzel (copia a Hoegner), Ascona 21 settembre 1944.
30 Ibid., ED 120-8-134-136: Hoegner a Werner Schmid, Zurigo 30 maggio 1945.
31 HOEGNER, Wilhelm, Der Faschismus und die Intellektuellen. Untergang des Deutschen Geistes. Von Landgerichtsdirektor * * *, Karlsbad, Graphia, 1934, p. 3, Probleme des Sozialismus. Sozialdemokratische Schriftenreihe; 6.
32 Cfr. ibid., p. 5.
33 Ibid., p. 17.
34 Ibid., p. 20.
35 Ibid., p. 23.
36 Ibid., p. 27.
37 Ibid., pp. 28 et seq.
38 Cfr. ISC, FH, ED 120-10-135-139: Hans Vogel a Hoegner, Londra, 11 settembre 1945 e Hoegner a Vogel, Monaco, 21 settembre 1945.
39 Cfr. dettagliatamente sul cambio del Presidente del Consiglio NIETHAMMER, Lutz, Entnazifizierung in Bayern. Säuberung und Rehabilitierung unter amerikanischer Besatzung, Frankfurt/M., Fischer, 1972, pp. 144-259.
40 Cfr. GELBERG, Karl-Ulrich, STEPHAN, Michael, «Ministerpräsident Wilhelm Hoegner», in Generaldirektion der Staatlichen Archive Bayerns (a cura di), „Das schönste Amt der Welt“. Die bayerischen Ministerpräsidenten von 1945 bis 1993, München, Generaldirektion der Staatlichen Archive Bayerns, 1999, p. 44, Staatliche Archive Bayerns. Kleine Ausstellungen; 13.
41 Cfr. ISC, FH, ED 120-1-93: Franz Bögler a Hoegner, Zurigo, 26 agosto 1945; ED 120-3-122: Dr. F. Fuchs a Frau Hoegner, Zurigo, 2 ottobre 1945; ED 120-6-13: Jaksch a Hoegner, Londra, 10 ottobre 1945; ED 120-9-145: M. Ulrich Käppeli a Hoegner, Berna, 1 ottobre 1945; ED 120-11-119: Joseph Wirth a Hoegner, Lucerna, 30 ottobre 1945; ED 120-11-5+6: Friedrich Wilhelm Wagner a Hoegner, New York, 30 settembre 1945.
42 Ibid., ED 120-3-96: Bruno e Helmut Dreßler a Hoegner, Zurigo, 5 novembre 1945.
43 Cfr. ibid., ED 120-10-96+97: Adolphe Vögeli a Hoegner, Pully, 3 ottobre 1945.
44 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 206 et seq.
45 Cfr. ibid., pp. 209-211.
46 Cfr. ISC, FH, ED 120-56.
47 Cfr. ibid., ED 124-8-10: Ausschaltung von Nationalsozialisten aus der Wirtschaft; 124-14-17: Weiterbetrieb von Geschäften durch Altparteigenossen; 124-21-24: Stellungnahme Wirtschaftsminister Dr. Lange; 124-35-37: Gesetz zur Wiedergutmachung nationalsozialistischen Unrechts; 124-50-54: Gesetzentwurf über Wiedergutmachungs-Maßnahmen; 124-55: Gesetz zur Sühne nationalsozialistischen Unrechts; teils englische Varianten. Cfr. anche HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 216-220.
48 Cfr. ISC, FH, ED 120-114: ordine di Hoegner sulla denazificazione, Monaco, 9 novembre 1945.
49 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 271.
50 Cfr. ibid., p. 212.
51 Cfr. ibid., pp. 265-271. Di dodici pene di morte inflitte dieci poterono essere eseguite: Martin Bormann fu assente durante il processo; Hermann Göring commise suicidio tre ore prima dell’esecuzione; Joachim von Ribbentrop, Wilhelm Keitel, Ernst Kaltenbrunner, Alfred Rosenberg, Hans Frank, Wilhelm Frick, Julius Streicher, Fritz Sauckel, Alfred Jodl e Artur Seyß-Inquart morirono al capestro.
52 Cfr. ibid., pp. 221-223. Alcuni nemici lo attaccavano di continuo per essere andato in esilio, finché Hoegner raccontò in modo drammatico e tra applausi frenetici le sue traversie durante il nazionalsocialismo in un raduno della Commissione Regionale Consigliante il 27 febbraio 1946 dopo un attacco diretto da parte del presidente della Croce Rossa Bavarese, il Dr. Josef Stürmann; cfr. ibid., pp. 245-247.
53 Cfr. ibid. pp. 226-231. La SPD fu ammessa l’8 gennaio 1946 – anche se sotto condizioni molto rigide – dal governo militare come partito regionale.
54 Cfr. KRITZER, Peter, Hoegner, cit., pp. 234 et seq.
55 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 214-216.
56 NIETHAMMER, Lutz, Entnazifizierung, cit., p. 326.
57 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 231-233; cfr. inoltre ISC, FH, ED 120-124-3-7: problema del trattamento dei nazionalsocialisti, abbozzi di legge.
58 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 207. Per l’atteggiamento di Hoegner circa la legge di liberazione cfr. KRITZER, Peter, Hoegner, cit., pp. 230-247.
59 Cfr. ibid., pp. 234-237.
60 Cfr. ISC, FH, ED 120-126-97+98.
61 Cfr. ibid., ED 120-126-29+30: rapporto del capo ufficio Berlino del «Time».
62 Cfr. ibid., ED 120-123-108: dimissioni del Ministro per compiti particolari Heinrich Schmitt a Hoegner, Monaco, 1 luglio 1946.
63 Cfr. ibid., ED 120-197-5: Dr. Hans F.C. Falk a Hoegner, Kempten, 23 maggio 1946.
64 Cfr. HOEGNER, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 242.
65 Cfr. ibid., p. 208.
66 Cfr. ibid., p. 281.
67 Cfr. NIETHAMMER, Lutz, Entnazifizierung, cit., pp. 469, 518.
68 Cfr. Niethammer, Lutz, Entnazifizierung, cit., pp. 653-666; sull’immagine di Hoegner presso i contemporanei cfr. Kritzer, Peter, Hoegner, cit., pp. 235-247.
69 Hoegner, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 250.
70 ISC, FH, ED 120-117-110-113: von Knoeringen a Hoegner, Londra, 7 novembre 1945.
71 Cfr. ibid., ED 120-117-116-120: estratti di un raduno della Commissione Regionale Consigliante Bavarese del 27 febbraio su denazificazione, resistenza ed esilio. Hoegner s’impegnò molto per fare della religione una materia ordinaria nelle scuole, per cui ebbe le simpatie delle due grandi chiese cristiane.
72 Cfr. Hoegner, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 282.
73 Cfr. ISC, FH, ED 120-117-108-RS: estratto di una lettera Min. Dir. Prof. Dr. Th. Süss (im MinUKult) a Hoegner, Monaco, 26 giugno 1946.
74 Cfr. ibid., ED 120-90-42-127 e ED 120-185-2-44: fondazione della Hochschule für Politik.
75 Cfr. Hoegner, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 258; Kronawitter, Patriot, p. 54.
76 ISC, FH, ED 120-88-10: Hoegner a Harry Wilde, Monaco, 26 marzo 1947 sulla manifestazione della gioventù dell’«Echo der Woche».
77 Cfr. ibid., ED 120-185-45 ss.
78 Cfr. ibid.,ED 120-267-3-4: Bericht der politischen Bildungszentrale der SPD, LV Bayern, November 1946 (Knoeringen a Hoegner).
79 Cfr. ibid., ED 120-267, ED 120-268 e ED 120-269.
80 Cfr. Hoegner, Wilhelm, Aussenseiter, cit., pp. 321 et seq., pp. 330-332.
81 ISC, FH, ED 120-62-58: Ritzel a Hoegner, Bonn, 13 aprile 1951.
82 Cfr. Kritzer, Peter, Hoegner, cit., pp. 319-321.
83 Cfr. ISC, FH, ED 120-56-74+75: lettera e articolo (Stuttgarter Zeitung, 20 gennaio 1950) di Adolf Julius Merkl a Hoegner, Tubinga, 1 febbraio 1950.
84 Cfr. ibid., ED 120-108-19: risoluzione dell’associazione dei sequestrati del regime nazista contro le minacce di ex-nazisti, Augusta, 19 gennaio 1950. Durante una manifestazione di più di 200 ex-nazisti nel Cafe Luitpold ad Augusta nel novembre 1946 qualcuno disse: «Il Dr. Hoegner è un porco!».
85 Cfr. ibid., ED 120-88-16: L’«Echo der Woche» volle stabilire dei comitati “Demokratische Aktion” «per disturbare e sciogliere le manifestazioni neonaziste e di altri gruppi di estrema destra»; ED 120-90-29-40: Libretto dell’associazione di soccorso “Libertà per Rudolf Hess a.i.”; ED 120-327-64-83: Libretto dell’assemblea costituente dell’associazione dei perseguitati del regime nazista, Monaco, 26 gennaio 1947: tra l’altro: Ludwig Schmitt, Was wir wollen; Philipp Auerbach, Der Stand der Wiedergutmachung in Bayern.
86 Cfr. ibid., ED 120-88-24-40.
87 Cfr. ibid., ED 120-65-5-11: Lettera di Udo Rukser a Heinrich Ritzel, Chile, 3 giugno 1947: Deutsche Blätter: Für ein europäisches Deutschland, gegen ein deutsches Europa, a cura di Rukser e Albert Theile.
88 Cfr. ibid., ED 120-101-111: SPÖ (Dr. Adolf Schärf Franz Rauscher) a Hoegner, Vienna, 12 febbraio 1946.
89 Cfr. ISC, FH, ED 120-349-170+171: Distinguished Visitors Attending World Assembly e ED 120-349-193-205: Die moralische Aufruestung. Der Vormarsch einer weltumspannenden Idee; ED 120-349-316-329: Tagebuch einer Reise nach Amerika di Hoegner, 28 maggio-18 giugno 1948. Il movimento fu fondato come “Movimento di Oxford” nel 1921. Nel 1938 prese il suo nome odierno “Moral Rearmament” (MRA) e dal 1946 ha sede a Caux/Svizzera. Hoegner fu socio dell’associazione degli amici del MRA a.i. a Bonn. Più tardi si distanziò dal movimento perché seppe che fu finanziato dal grande capitale americano. Cfr. Kritzer, Peter, Hoegner, cit., pp. 270-272.
90 Cfr. ibid., pp. 318 et seq.
91 Cfr. ISC, FH, ED 120-56-53+54: Karl Memmel a Hoegner, Ansbach, 1 febbraio 1950.
92 Partito Socialista del Reich, organizzazione successiva della NSDAP, n.d.a.
93 Ibid., ED 120-62-76: Hoegner a Ritzel, Monaco, 25 luglio 1953. Per il conflitto con il SRP cfr. Kritzer, Hoegner, p. 322 et seq. Anche negli anni successivi il tema rimase attuale per lui: “La lotta contro il neonazismo oltre che quella contro il bolscevismo mi pare molto importante”. Cfr. ISC, FH, ED 120-108-44: Hoegner al Volksbund für Frieden und Freiheit a.i., Monaco, 14 marzo 1960.
94 Cfr. ibid., ED 120-93-2-98: corrispondenza sulla costruzione di un monumento commemorativo nell’ex-campo di concentramento di Dachau.
95 Cfr. ibid., ED 120-46-150: Dr. Alois Hundhammer, Ministro per la nutrizione, l’agricoltura e la silvicoltura a Hoegner, Monaco, 19 giugno 1959.
96 Ibid., ED 120-93-52: estratto (appunto 5) del rapporto Comité International de Dachau sul contenuto del museo nell’ex campo di concentramento di Dachau, ufficio di Monaco, 6 giugno 1964.
97 Ibid., ED 120-93-76-79: discorso di Hoegner in occasione della celebrazione commemorativa di Dachau, 30 agosto 1964.
98 Ibid., ED 120-46-154+155: Hundhammer a Hoegner, Monaco, 10 gennaio 1966.
99 Ibid., ED 120-62-163-166: Fritz Ruf a Hoegner, Monaco, 15 novembre 1965 e risposta di Hoegner del 19. November 1965.
100 Cfr. ibid., ED 120-101-56-60.
101 Cfr. ibid., ED 120-93-98: dichiarazione del Comité International de Dachau, Monaco, 6 maggio 1967.
102 Cfr. ibid., ED 120-78-154-161: documenti riguardo alla mostra “La resistenza antifascista in Germania 1933-1945” inclusa la rivista stampa.
103 Cfr. Niethammer, Lutz, Entnazifizierung, cit., pp. 215-217.
104 Cfr. supra, nota 7.
105 Secondo un’informazione del Sovrintendente dell’Archivio storico del Quirinale, la Prof.ssa Paola Carucci, del 28 dicembre 2011, a Hoegner fu conferita l’onorificenza di Grande Ufficiale il 28 luglio 1955 e di Cavaliere di Gran Croce il 7 gennaio 1956 dal Presidente della Repubblica Gronchi. Dall’esame del “Diario storico” e dell’archivio del Servizio del cerimoniale, però, non risulta che Hoegner sia mai stato ricevuto in udienza dal Presidente.
106 Così il capo gruppo della SPD Franz Maget nel suo saluto in occasione del conferimento del premio Wilhelm Hoegner 2008 nel parlamento regionale bavarese: URL: < http://www.spd-landtag.de/downl/PK08/080701FM_HP.pdf > [consultato il 13 dicembre 2011].
107 Hoegner, Wilhelm, Aussenseiter, cit., p. 334.
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Notizia bibliografica digitale
Jens Späth, «Un antifascista e democratico particolare: il socialdemocratico bavarese Wilhelm Hoegner», Diacronie [Online], N° 9, 1 | 2012, documento 5, online dal 29 janvier 2012, consultato il 30 novembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/2959; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.2959
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