Ezio Antonioni, Ezio Antonioni. Un partigiano in Consiglio comunale. Bologna, 1965-1980
Ezio Antonioni, Ezio Antonioni. Un partigiano in Consiglio comunale. Bologna, 1965-1980, Bologna, Clueb, 2011, 204 pp.
Testo integrale
Credits: Ezio ANTONIONI, Ezio Antonioni. Un partigiano in Consiglio comunale. Bologna, 1965-1980, Bologna, Clueb, 2011, 204 pp.
1Il libro Ezio Antonioni. Un partigiano in Consiglio comunale. Bologna, 1965-1980 (Bologna 2011) recentemente pubblicato dalla casa editrice Clueb ripercorre – attraverso i discorsi e gli scritti di un protagonista della vita amministrativa e politica della città felsinea quale è stato Ezio Antonioni – gli anni in cui il Partito comunista italiano era a Bologna un partito di governo.
2Segnato dalla sua esperienza di partigiano in Veneto – fu il commissario partigiano «Gracco» della Brigata Feltre della Divisione garibaldina Antonio Gramsci, operante nella zona del bellunese –, Antonioni ha rivestito la carica di consigliere comunale del Pci a Bologna per un quindicennio, dal 1965 al 1980.
- 1 FANTI, Guido, FERRI, Gian Carlo, Cronache dall’Emilia rossa, Bologna, Pendragon, 2001; ANDERLINI, F (...)
3I documenti riproposti a cura di Paola Furlan – bibliotecaria e archivista del Comune di Bologna – restituiscono la testimonianza preziosa di tre lustri di attività che hanno visto Antonioni impegnato nell’amministrazione pubblica alla costruzione di reti sociali con un’attenzione particolare per il tema dei servizi pubblici e delle aziende municipalizzate e, al contempo, per le vicende politiche nazionali e internazionali. In qualità di membro del Consiglio comunale del Gruppo Due Torri, composto dal Pci e dagli indipendentisti di sinistra, all’epoca in cui alla guida della città si alternarono personalità quali quelle di Guido Fanti e Renato Zangheri, Antonioni contribuì, mantenendo una posizione saldamente antifascista di sinistra, alla creazione del modello emiliano di buona amministrazione1.
- 2 URL: < http://informa.comune.bologna.it/storiaamministrativa/home > [consultato il 28/02/2012].
- 3 MELLARA, Michele, ROSSI, Alessandro, La febbre del fare, Bologna 1945-80, Mammut film, Italia, 83′.
4La documentazione raccolta nelle pagine del libro è ripartita in due sezioni: la prima raccoglie una selezione dei discorsi pronunciati da Antonioni in Consiglio comunale, a partire dal suo primo intervento il 28 aprile 1965 sul bilancio di previsione dell’Azienda farmaceutica; la seconda presenta alcuni scritti tratti da periodici e trascrizioni di relazioni tenute in Consiglio comunale in occasione di rievocazioni storiche. Tutte le trascrizioni dei discorsi pronunciati da Ezio Antonioni sono state riprodotte integralmente nel CD-Rom allegato al volume. Il volume è arricchito da un’utile tavola cronologica che riepiloga i risultati delle elezioni comunali a Bologna dal 1946 al 1980, da una breve biografia di Antonioni e da un modesto, ma significativo, apparato iconografico. La realizzazione di questo volume si inserisce in un progetto più ampio intitolato «Storia amministrativa», avviato dal Comune di Bologna allo scopo di aprire una finestra sul web relativa alla vita istituzionale della città dall’Unità d’Italia ai giorni nostri. Le informazioni contenute nel sito web2 costituiscono un bacino di informazioni sulle rappresentazioni degli organi di governo della città. Si dà il merito alla curatrice del libro Paola Furlan, parte attiva del progetto di cui sopra, di aver facilitato il lettore nella comprensione della storia amministrativa di Bologna grazie al tentativo, a nostro avviso riuscito, di restituire lo spirito di un’epoca caratterizzata dalle febbre del fare3, sorta intorno al consolidamento della giovane democrazia e ingenerata dall’avvento di una generazione di politici che avevano vissuto in prima persona l’esperienza della dittatura.
- 4 ANTONIONI, Ezio, Un partigiano in Consiglio comunale. Bologna, 1965-1980, Bologna, Clueb, 2001, p. (...)
5Bologna fu la prima delle grandi città italiane a votare, nel marzo 1946, per le prime elezioni amministrative post-fasciste e, soprattutto, fu proprio in questa città che per la prima volta le donne divennero elettrici ed eleggibili. Nell’introduzione al libro Carlo Galli – docente di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Bologna – sottolinea come l’opera di Antonioni in Consiglio comunale riveli una tensione dialettica tra la provincia e la Capitale, dove «la Bologna che si viene costruendo è la vetrina, verso l’Italia e verso il mondo, di un modello di democrazia che viene presentato come alternativo, o almeno come più progredito, di quello nazionale»4. La selezione degli scritti è rivolta a presentare il complesso dell’attività politica di Antonioni, divisa tra i problemi che coinvolsero la vita quotidiana della cittadinanza – le cinque municipalizzate bolognesi (Azienda farmaceutica, Azienda per la nettezza urbana, Azienda tranviaria municipale, Azienda mercato all’ingrosso ortoflorofrutticolo, Azienda gas e acqua) e l’istituzione dei quartieri – quanto gli avvenimenti su grande scala. A questi documenti, che restituiscono la cifra politica dell’attività di Antonioni come amministratore, la curatrice affianca gli interventi dell’Antonioni partigiano e comunista: la rievocazione delle figure partigiane (Alcide Cervi, Ena Frazzoni, Leonida Casali) e le considerazioni sulla mobilitazione studentesca e operaia del 1968-1969, sullo stragismo degli anni Settanta nonché le valutazioni circa l’evolvere delle relazioni internazionali fra le Superpotenze.
6Nominato assessore nella giunta di insediamento di Guido Fanti, Antonioni è stato uno dei protagonisti di un’epoca nella quale si sperimentarono servizi pubblici collettivi innovativi come l’allargamento della rete delle farmacie comunali e il servizio delle lavanderie.
- 5 Ibidem, pp. 15-17.
- 6 Ibidem, p. 20.
- 7 Ibidem.
7I discorsi e gli scritti di Antonioni sono arricchiti dalle testimonianze – che aprono il libro – di Guido Fanti e di Renato Zangheri che tracciano un profilo umano e dell’attività amministrativa svolta dal consigliere comunale. Viene qui riprodotto un passaggio tratto da un intervento tenuto dal Sindaco Fanti in Consiglio comunale il 26 giugno 1967 intitolato Una città al servizio dell’uomo nella pace e nella democrazia5: in questo si invocava un impegno collettivo nella direzione della condivisione di intenti tra le diverse forze operanti nella città. Il conferimento della cittadinanza onoraria al Cardinale Giacomo Lercaro testimoniava la volontà da parte del governo comunale di realizzare la solidarietà di tutta la Chiesa bolognese, secondo lo spirito del Concilio, all’opera di sviluppo civile della comunità cittadina. Secondo Fanti Ezio Antonioni fornì un contributo prezioso alla stesura dell’architettura de I servizi municipalizzati della città e l’apporto dell’allora assessore con deleghe a Servizi demografici e militari, Ufficio elettorale e sovrintendenza alle Aziende municipalizzate ricalcava proprio questa impostazione conciliare. Le parole di profonda stima nei confronti di Antonioni – «partigiano è sinonimo di parte ma Antonioni non fu mai di parte»6 – espresse da Zangheri si coniugano con un racconto caratterizzato da tinte nostalgiche che intende riportare alla memoria un periodo in cui Bologna seppe affermare un modello di politica capace di connettere il quotidiano con un programma a lungo termine. I servizi sociali, i piani di edilizia popolare, gli asili nido furono solo alcuni degli obiettivi che il governo comunale, alla cui guida vi furono le forze progressiste di sinistra, si pose rispondendo ad un impegno contratto con la comunità civica: un patto che andava nella direzione di uno sviluppo civile e sociale. Scrive Zangheri: «una politica che noi diremmo “delle larghe intese”, proprio a significare la volontà di dare un respiro nuovo e diverso agli schieramenti tradizionali che rischiavano di restare incagliati nel passato anziché predisporsi al mondo che si stava modificando»7.
- 8 Ibidem, pp. 79-80.
8I discorsi e gli scritti di Ezio Antonioni offrono lo spaccato di una città che, guidata da una maggioranza comunista, rifuggì il settarismo tentando di percorrere la strada del dialogo con le forze politiche schierate all’opposizione del governo cittadino secondo uno spirito “conciliare”. A questo proposito risulta di grande interesse la decisione presa da Antonioni di commemorare il filosofo francese Jacques Maritain nella seduta del 7 maggio 19738: proprio la figura di Maritain – propugnatore degli ideali comunitari e socialitari – giocava il ruolo di progressista del mondo cattolico, ideale sponda per un’intesa con l’altra parte del mondo politico, quella non socialista. Con queste parole lo ricordava Antonioni:
- 9 Ibidem, p. 79.
Maritain è morto sempre più distaccato da quei fermenti innovatori di cui era stato precorritore e animatore, sebbene essi avessero trovato nel Concilio un primo sbocco che si andava sviluppando, almeno questa è l’interpretazione che noi diamo. È stato scritto che è capitato a Maritain ciò che accade in chi sopravvive a se stesso. Noi vogliamo credere tuttavia alla forza del suo pensiero per il nuovo che certamente anche nella Chiesa egli riuscì a portare, il messaggio che non soltanto nell’ambito della Chiesa egli ha saputo indirizzare a tutti gli uomini di buona volontà9.
Note
1 FANTI, Guido, FERRI, Gian Carlo, Cronache dall’Emilia rossa, Bologna, Pendragon, 2001; ANDERLINI, Fausto, La città trans-comunista, Bologna, Pendragon, 2006. Per un bilancio dell’attività dell’amministrazione regionale: RIGHETTINI, Maria Stella, «Quarant’anni dopo. La dirigenza della Regione Emilia-Romagna tra continuità politica e innovazione amministrativa», in Amministrare, 1-2/2011, pp. 227-280; LEONARDI, Robert, NANETTI, Raffaella Y. (a cura di), Le Regioni e l’integrazione europea: il caso dell’Emilia Romagna, Milano, Franco Angeli, 1981. Per ciò che riguarda l’ambito economico e per un confronto con un’altra realtà locale: MESSINA, Patrizia, Regolazione politica dello sviluppo locale. Veneto ed Emilia Romagna a confronto, Torino, Utet, 2001; Messina Patrizia, RICCAMBONI, Gianni, SOLARI, Stefano, «Sviluppo economico e regolazione politica nelle aree di piccola impresa: un’analisi comparata tra Veneto ed Emilia Romagna», in Sviluppo locale, VI, 12/1999, pp. 44-78. Si veda anche, per un’analisi della crisi del “modello emiliano”: PANARI, Massimo, «Alla ricerca del modello perduto: l’Emilia Romagna è ancora un laboratorio?», in il Mulino, 6/2007, pp. 1005-1015.
2 URL: < http://informa.comune.bologna.it/storiaamministrativa/home > [consultato il 28/02/2012].
3 MELLARA, Michele, ROSSI, Alessandro, La febbre del fare, Bologna 1945-80, Mammut film, Italia, 83′.
4 ANTONIONI, Ezio, Un partigiano in Consiglio comunale. Bologna, 1965-1980, Bologna, Clueb, 2001, p. 10.
5 Ibidem, pp. 15-17.
6 Ibidem, p. 20.
7 Ibidem.
8 Ibidem, pp. 79-80.
9 Ibidem, p. 79.
Torna suPer citare questo articolo
Notizia bibliografica digitale
Deborah Paci, «Ezio Antonioni, Ezio Antonioni. Un partigiano in Consiglio comunale. Bologna, 1965-1980», Diacronie [Online], N° 10, 2 | 2012, documento 13, online dal 29 juin 2012, consultato il 09 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/2774; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.2774
Torna suDiritti d'autore
Solamente il testo è utilizzabile con licenza CC BY-NC-ND 4.0. Salvo diversa indicazione, per tutti agli altri elementi (illustrazioni, allegati importati) la copia non è autorizzata ("Tutti i diritti riservati").
Torna su