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II. Recensioni tematiche
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Alberto Vacca, Duce truce. Insulti, barzellette, caricature: l’opposizione popolare al fascismo nei rapporti segreti dei prefetti (1930-1945)

Jacopo Bassi
Notizia bibliografica:

Alberto Vacca, Duce truce. Insulti, barzellette, caricature: l’opposizione popolare al fascismo nei rapporti segreti dei prefetti (1930-1945), Roma, Castelvecchi, 2012, 315 pp.

Testo integrale

Alberto VACCA, Duce truce. Insulti, barzellette, caricature: l’opposizione popolare al fascismo nei rapporti segreti dei prefetti (1930-1945), Roma, Castelvecchi, 2012, 315 pp.Visualizza l'immagine
Credits: Alberto VACCA, Duce truce. Insulti, barzellette, caricature: l’opposizione popolare al fascismo nei rapporti segreti dei prefetti (1930-1945), Roma, Castelvecchi, 2012, 315 pp.
  • 1 VACCA, Alberto, Carbonia e i problemi dell’industria carbonifera sarda (1936-1976), Cagliari, Edizi (...)

1Il libro di Vacca, professore di storia nei licei e studioso del fascismo1, si presenta come un’antologia di episodi di forme di dissenso al fascismo. L’autore – attraverso i rapporti dei prefetti – offre al lettore un vasto campionario delle forme di contestazione all’ordine fascista, personificato nella figura del Duce. La prefazione – curata da Vito Tartamella – e un’agile introduzione corredano il nucleo centrale del libro, consistente nei rapporti prefettizi, raggruppati per tipologia e presentati con l’indicazione della Prefettura di competenza e la data di avvio della procedura.

2L’offesa al Duce è l’elemento che accomuna i documenti raccolti dall’autore: le circa cinquecento storie che compongono il libro mettono in luce l’efficacia del sistema di spionaggio e di delazione così come la sproporzione delle pene inferte a coloro che venivano riconosciuti colpevoli.

3L’intangibilità dalla figura del Capo del Governo – che non poteva essere oggetto né di scherno, né tantomeno d’insulto – venne infatti riaffermata dall’emanazione di una legislazione volta a punire il reato di offesa recata all’onore del Duce:

  • 2 VACCA, Alberto, Duce truce, Insulti, barzellette, caricature: l’opposizione popolare al fascismo ne (...)

Esso fu introdotto nel dicembre 1925 e puniva chiunque avesse offeso il Capo del Governo con la reclusione o con la detenzione da sei mesi a due anni e mezzo e con una grave multa. Il reato subì una riformulazione con l’approvazione del Codice penale del 1930 che ne aumentò la pena, stabilendo la reclusione da uno a cinque anni.2

  • 3 Ibidem, pp.6-7.

4La coincidenza fra la figura di Mussolini e il Regime è messa in luce dalle parole di Vito Tartamella, cui è affidata la prefazione del libro: «il dittatore è a tal punto identificato con l’Ordine costituito, che chi attenta alla sua immagine è un “sovversivo”, quindi va punito sempre e comunque»3.

5L’autore distingue differenti tipologie d’ingiurie rivolte nei confronti di Mussolini: una prima forma – decisamente aggressiva – comprende le fantasie omicide e gli insulti; barzellette, battute spiritose e parodie rappresentano una modalità meno violenta ma ugualmente oggetto delle attenzioni dei rapporti prefettizi; infine vengono presi in esame i casi di sfregi – rivolti direttamente alla persona o alle effigi che la rappresentavano – al Duce.

6Vacca individua due periodi caratterizzati da un incremento delle invettive contro Mussolini: il primo negli anni successivi al 1929, l’altro in concomitanza con la partecipazione dell’Italia alla seconda guerra mondiale. Le invettive contro il Duce appaiono dunque in prevalenza scatenate dalle difficoltà economiche:

  • 4 Ibidem, p. 34.

Imprecavano contro Mussolini i nullatenenti e i disoccupati perché non dava loro il cibo e lavoro; i salariati per l’insufficienza delle loro retribuzioni; i contribuenti perché gravati da tasse che non riuscivano a pagare; i locatari per l’esosità delle pigioni; i richiamati alle armi, perché costretti a lasciare il loro lavoro e le loro famiglie.4

  • 5 BROSZAT, Martin, Resistenz und Widerstand: eine Zwischenbilanz des Forschungsprojects, in BROSZAT, (...)
  • 6 BOTZ, Gehrard, Methoden- und Theorienprobleme der historischen Widerstandsforschung in, KONRAD, Hel (...)

7Emerge così un quadro delle forme di dissenso – più o meno politicamente consapevoli – estremamente eterogeneo. Martin Broszat in riferimento alla penetrazione del nazionalsocialismo nella società tedesca ha assegnato il termine di Resistenz5 a quei comportamenti anticonformisti che si verificarono durante l’epoca nazista: Broszat li ritiene parte della Widerstand, resistenza vera e propria. Vacca pur non postulando alcuna ipotesi storiografica di questo tipo, offre l’occasione per riflettere su simili comportamenti di anticonformismo nella società fascista. Sempre facendo riferimento agli studi sul nazismo è stato Gehrard Botz a proporre tre categorie6, differenti per il grado e l’intensità dell’opposizione, per definire più efficacemente le forme di dissenso: «comportamento deviante», «protesta sociale» e «resistenza politica»; secondo Botz è al secondo di questi stadi che vanno ascritte le barzellette sul Führer.

8Proprio alle barzellette Vacca dedica una sezione del libro: attraverso questa modalità satirica era possibile mettere in luce l’incapacità di Mussolini nella veste di capo delle forze armate, giocare sui suoi difetti fisici o stigmatizzarne l’avidità e la scarsa onestà; in termini più generali è proprio mediante le battute e le barzellette che emerge la dissacrazione del mito del Duce.

  • 7 VACCA, Alberto, op. cit., p. 31
  • 8 Ibidem.
  • 9 Ibidem.

9Ma è sull’espressione delle motivazioni dell’odio nei confronti di Mussolini che Vacca si sofferma, evidenziando come siano riconducibili a un numero esiguo «i casi di insulto al Duce in condizioni di piena lucidità»7 proprio perché «coloro che nutrivano sentimenti e ideali antifascisti evitavano di esternarli per non essere perseguitati dai fascisti»8; al contrario prevalevano «le offese commesse in stato di ubriachezza o semiubriachezza e impulsività»9.

10Proprio in questi casi emerge la volontà di alcuni ufficiali della prefettura di intervenire per attenuare la posizione di alcuni accusati:

  • 10 Ibidem, p. 69.

Da accertamenti fatti praticare è risultato che il Gamucci quel giorno era in stato di manifesta ubriachezza. [...] Pertanto, data l’anormale condizione in cui si trovava il Gamucci quel giorno, e dati i suoi buoni precedenti, quest’Ufficio ritiene sufficiente che egli sia diffidato10.

11O ancora:

  • 11 Ibidem, p. 169.

Certo è che il Brusa era alquanto alticcio e che, per intervento di altre persone, le quali rassicurarono il Falconi sui sentimenti filofascisti e di devozione del Brusa al Regime, l’incidente non ebbe seguito ed i presenti finirono col bere in comune una bottiglia11.

12Ma i rapporti prefettizi rivelano anche la presenza di delatori e zelanti funzionari particolarmente interessati a far pervenire le denunce per mostrarsi votati al Regime:

  • 12 Ibidem, p. 143.

Avendo il Calligaris ribadito con queste parole: «Lo abbiamo voluto e lo vogliamo, ormai c’è il Duce che provvede a tutto», il mendicante gli rispose: «Cosa è il Duce? Non è che una merda».
Il Calligaris, fascista dal 1921, sdegnato per la grande offesa diretta a S. E. il Capo del Governo, accompagnò senz’altro lo sconosciuto alla Caserma dell’Arma di Agliano d’Asti, dove venne identificato [...]12.

13Questi giungono persino a denunciare le inadempienze di altri fascisti nell’opera di delazione:

  • 13 Ibidem, p. 119.

Il podestà e i due fascisti si limitarono a far tacere il Covaceuszach, anziché tradurlo o quanto meno denunciarlo immediatamente alla stazione dei Carabinieri di S. Leonardo; non solo, ma il podestà attese fino all’8 corrente per parlarne, in via confidenziale, al Segretario della Sezione Fascio di Combattimento di quel Comune. [...] Appena venuto a conoscenza di ciò, ho inviato sul posto un funzionario di prefettura per far dimettere e sostituire quel podestà che aveva così gravemente mancato ad un preciso dovere della sua carica. Nel contempo, l’Ispettore della Federazione Fascista di quella zona ritirò le tessere al podestà dimissionario ed ai due fascisti intervenuti alla riunione di Tribil13.

  • 14 Ibidem, p. 22.

14Il maggior pregio del libro è dunque quello di restituire una galleria di immagini dell’Italia durante il periodo fascista; riportando spaccati della vita che si svolgeva nelle osterie, nelle trattorie e nei ristoranti – ma anche nei luoghi di lavoro – i rapporti prefettizi consentono al lettore di calarsi in quella defeliciana zona grigia di afascismo: «L’Italia che emerge da questi rapporti è quella che non è stata sedotta dal mito del Duce: è l’Italia che questo mito ha dissacrato con temi e modi spesso volgari»14.

15In ultima analisi Duce Truce, è – per merito della minuziosa opera di spoglio realizzata da Vacca nei fondi archivistici – un riuscito florilegio della repressione del dissenso al fascismo; offre esempi tangibili del pericolo che il dissenso, espresso in forma di satira o di sberleffo, può portare al potere politico.

  • 15 Ibidem, p. 7.

16Come ricorda Tartamella: «ecco perché le dittature odiano, più delle critiche, la satira: perché come notava Michail Bachtin, il riso – e le pernacchie, le caricature, le parolacce – “abbassando” i potenti, riportano l’equilibrio nella comunità»15.

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Note

1 VACCA, Alberto, Carbonia e i problemi dell’industria carbonifera sarda (1936-1976), Cagliari, Edizioni della Torre, 1985; ID., L’eccidio dei fratelli Fois, Nuoro, Coop. Grafica nuorese, 1989; ID., La tela del ragno. L’OVRA in Sardegna (1937-1943), Cagliari, Condaghes, 2011.

2 VACCA, Alberto, Duce truce, Insulti, barzellette, caricature: l’opposizione popolare al fascismo nei rapporti segreti dei prefetti (1930-1945), Roma, Castelvecchi, 2012, p. 13.

3 Ibidem, pp.6-7.

4 Ibidem, p. 34.

5 BROSZAT, Martin, Resistenz und Widerstand: eine Zwischenbilanz des Forschungsprojects, in BROSZAT, Martin, FRÖHLICH, Elke, GROSSMANN, Anton , Bayern in der NS-Zeit, vol. 4, Herrschaft und Gesellschaft im Konflikt, Münich-Wien, R. Oldenbourg, 1981 pp. 691-709.

6 BOTZ, Gehrard, Methoden- und Theorienprobleme der historischen Widerstandsforschung in, KONRAD, Helmut, NEUGEBAUER, Wolfgang (Hrsg.), Arbeiterbewegung-Faschismus-Nationalbevusstsein, Wien-München-Zürich, Europaverlag, 1983, pp. 137-152.

7 VACCA, Alberto, op. cit., p. 31

8 Ibidem.

9 Ibidem.

10 Ibidem, p. 69.

11 Ibidem, p. 169.

12 Ibidem, p. 143.

13 Ibidem, p. 119.

14 Ibidem, p. 22.

15 Ibidem, p. 7.

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Jacopo Bassi, «Alberto Vacca, Duce truce. Insulti, barzellette, caricature: l’opposizione popolare al fascismo nei rapporti segreti dei prefetti (1930-1945)»Diacronie [Online], N° 11, 3 | 2012, documento 11, online dal 29 octobre 2012, consultato il 10 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/2722; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.2722

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Autore

Jacopo Bassi

Jacopo Bassi è dottore magistrale in Storia d’Europa. Si è laureato in Storia della Chiesa presso l’Università di Bologna nel 2008 con una tesi sulla comunità ortodossa in Epiro e in Albania meridionale in età contemporanea; attualmente è collaboratore della casa editrice Il Mulino.
URL: < http://www.studistorici.com/2009/02/24/jacopo_bassi >

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