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II. Recensioni tematiche
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Paolo Branca, Barbara De Poli, Patrizia Zanelli, Il sorriso della Mezzaluna. Umorismo, ironia e satira nella cultura araba

Luca Zuccolo
Notizia bibliografica:

Paolo Branca, Barbara De Poli, Patrizia Zanelli, Il sorriso della Mezzaluna. Umorismo, ironia e satira nella cultura araba, Roma, Carocci, 2011, 196 pp.

Testo integrale

Paolo BRANCA, Barbara DE POLI, Patrizia ZANELLI, Il sorriso della Mezzaluna. Umorismo, ironia e satira nella cultura araba, Roma, Carocci, 2011, 196 pp.Visualizza l'immagine
Credits: Paolo BRANCA, Barbara DE POLI, Patrizia ZANELLI, Il sorriso della Mezzaluna. Umorismo, ironia e satira nella cultura araba, Roma, Carocci, 2011, 196 pp.
  • 1 Paolo Branca insegna Lingua e letteratura araba e Islamistica all’università Cattolica di Milano ed (...)
  • 2 Barbara De Poli insegna Storia e istituzioni del Vicino e Medio Oriente all’università Ca’ Foscari (...)
  • 3 Patrizia Zanelli insegna presso l’università LUSPIO di Roma Traduzione Arabo-Italiano. Traduttrice (...)
  • 4 BRANCA, Paolo, DE POLI, Barbara, ZANELLI, Patrizia, Il sorriso della Mezzaluna. Umorismo, ironia e (...)

1Nel nostro immaginario di un Oriente esotico e pittoresco campeggia ancora l’immagine dell’arabo serio, accigliato e minaccioso, un’immagine tornata prepotentemente alla ribalta negli ultimi anni a causa di alcune frange terroriste che hanno trasmesso all’Occidente una rappresentazione negativa del mondo arabo-musulmano rinfocolando le nostre ataviche paure. Superati gli stereotipi, tuttavia, ci si rende conto che i popoli arabi, al pari degli altri popoli mediterranei, hanno sviluppato una civiltà ricca di humour e di ironia come dimostrano, in questo interessante saggio, Paolo Branca1, Barbara De Poli2 e Patrizia Zanelli3. Il “riso”, che abbonda nelle terre arabe fin dall’antichità, quindi, anche dopo l’avvento dell’Islam continua a far divertire le generazioni arabe sollevandole dai drammi e dagli ostacoli della vita quotidiana. Infatti, «gli arabi (pure quando sono musulmani) hanno sempre cercato di trovar rifugio dai paradossi della vita nell’ironia»4. Con proverbi, detti sagaci e salaci, barzellette e vignette satiriche gli arabi scherzano su loro stessi e sui paradossi del loro stesso mondo, criticandone e contestandone gli aspetti più negativi in modo ironico. Nei sei agili capitoli in cui è suddiviso il volume, ripercorrendo il lungo cammino dell’umorismo arabo-musulmano dalle origini ai giorni nostri, gli autori tentano di spiegare questo aspetto poco noto della società arabo-musulmana rappresentando in modo nuovo gli arabi e la loro quotidianità.

  • 5 Interessante esempio a questo riguardo è la storiella sulle bizzarrie del potere riguardante Harun (...)

2Il primo capitolo, redatto da Paolo Branca, si sofferma sull’umorismo classico e descrive non solo i temi e i personaggi prediletti dello humour arabo, come Joha o Nasreddin, ma ne spiega anche i caratteri e le limitazioni, sottolineando come il genere ironico facesse parte a tutti gli effetti della letteratura araba. Un genere molto apprezzato che, nonostante freni e tabù imposti dalla religione o dal potere di turno, faceva spesso sorridere anche Califfi e Ulema5, permettendo agli umili di prendersi qualche rivincita sui potenti.

  • 6 Tra gli altri si ricorda il filologo arabo Abu Ubayd (m. 848) che fu tra i primi a stabilire e codi (...)

3L’ironia come mezzo di rivalsa, o per meglio dire di catarsi degli umili contro i potenti sarà il filo conduttore del saggio e della lunga storia dell’umorismo arabo, come spiega nel secondo capitolo Barbara De Poli. In questo capitolo dedicato alla satira proverbiale, l’autrice analizza un’altra forma letteraria particolarmente fortunata nel mondo arabo, il proverbio (Mathal). Genere codificato già nel IX secolo6 e successivamente raccolto in numerose paremiografie, il proverbio, fortemente radicato nel “senso comune”, infatti, ha come finalità quella di mettere in luce e considerare in modo beffardo (a volte schernendo) le caratteristiche umane, i fatti della vita quotidiana ma anche i diversi gruppi sociali che compongono la plurale società musulmana. Barbara De Poli mette in evidenza in rapida successione innanzitutto i proverbi più universali che mettono alla berlina attributi dell’animo umano come l’avarizia la stupidità o l’inettitudine. In seguito, analizza i proverbi contro le donne tracciando un quadro delle loro attitudini e delle loro pecche. Infine, passa ai proverbi maggiormente incentrati sulla società arabo-musulmana e sulle divisioni al suo interno, come quelle tra città e campagna, tra gruppi religiosi diversi o tra classi sociali differenti.

  • 7 BRANCA, Paolo, DE POLI, Barbara, ZANELLI, Patrizia, op. cit., p. 49.

4Con il terzo capitolo si apre la parte contemporanea di questo studio, e si apre con un significativo intervento di Paolo Branca e Barbara De Poli sulle barzellette. Infatti, nonostante le barzellette rappresentino un genere minore, esse si dimostrano rappresentative del sense of humour delle società vicino-orientali e maghrebine per due motivi fondamentali: sono la forma umoristica meno mediata e più popolare; essendo un’espressione sostanzialmente “privata” e difficile da attribuire a qualcuno di specifico, sono la principale forma di espressione in grado di travalicare i limiti di censura e autocensura7.

5Dopo una breve presentazione dell’oggetto del loro studio e delle problematiche che vi sottendono, i due autori passano in rassegna i principali temi sfruttati dalle barzellette per alleviare lo stress e la vita delle generazioni arabe: i rapporti di genere, la politica, la religione e i rapporti inter-etnici o tra diverse categorie sociali. Ogni paragrafo è composto da una breve parte teorica, in cui c’è una contestualizzazione dell’argomento in esame e una descrizione dei principali caratteri della relativa comicità, seguita da una ricca parte antologica, dove sono presenti diversi esempi di barzellette e storielle che gli arabi usano come valvola di sfogo.

  • 8 Ibidem, p. 103.
  • 9 Ibidem, p. 109.

6La satira e l’umorismo come sfogo contro una situazione politica difficile sono al centro anche del quarto capitolo, redatto da Patrizia Zanelli, in cui, attraverso lo studio del caso egiziano, viene ribadito ed esemplificato ulteriormente il ruolo decisivo che la satira e l’ironia hanno nella società egiziana e in quella arabo-musulmana più in generale. Il capitolo si apre con due paragrafi introduttivi in cui vengono messi in risalto i caratteri salienti dell’umorismo egiziano che si potrebbero così riassumere: «la comicità gode di tanto interesse nel Paese del Nilo, principalmente perché è percepita come una caratteristica saliente della cultura locale e forse come il tratto più distintivo della stessa identità nazionale»8; e ancora: «gli egiziani scherzano perfino nei momenti più tragici»9.

  • 10 Ibidem, p. 125.

7Definiti i caratteri salienti della comicità egiziana e messo in luce il ruolo decisivo giocato dalla satira politica l’autrice passa in rassegna i principali periodi della storia del Paese, dall’arrivo di Napoleone ai giorni nostri, tracciando il suo racconto storico attraverso l’evolversi e lo svilupparsi o il contrarsi della satira politica e sociale. Attraverso i principali autori e riviste satiriche, Patrizia Zanelli riesce a spiegare lo stretto nesso tra potere politico e satira nel paese del Nilo, mettendo in luce come l’umorismo popolare fornisca una chiara fotografia dei mutamenti sociali e politici accaduti in Egitto negli ultimi due secoli e come, nonostante siano il bersaglio preferito della satira, il potere e i potenti non si dimostrano mai completamente contrari a questa espressione popolare. Secondo diverse testimonianze dirette raccolte dall’autrice, infatti, si ritiene che molte delle barzellette politiche dell’epoca nasseriana facessero ridere lo stesso Nasser, il quale le considerava come validi indicatori delle “richieste della gente”10.

8Nel quinto capitolo, invece, viene trattata da Barbara De Poli, l’altra faccia della medaglia dell’umorismo e della satira: la censura. Attraverso lo studio del caso «Demain» l’autrice propone un’analisi della strettissima inter-relazione che si sviluppa tra satira e censura nelle società arabe e nordafricane, ponendo accenti interessanti anche sul frequente uso dell’autocensura la quale, per le sue implicazioni nella redazione e diffusione della satira stessa, rende ancor più interessante l’analisi dell’umorismo musulmano. Nel capitolo a una breve biografia di Ali Lmrabet, autore e redattore del giornale satirico marocchino «Demain» (2000-2003), e alla breve storia del giornale stesso, segue un’analisi dei principali temi politico-sociali trattati dal giornale. Questa sezione, ricca di vignette, esprime chiaramente il taglio e la forza satirica di questa rivista e ci propone un caustico spaccato della società Marocchina attuale, fatta di contrasti e cleavages sociali molto intensi. Il capitolo si chiude con le motivazioni che hanno portato alla chiusura del giornale e all’incarceramento del suo redattore, Ali Lmrabet, nonostante le sue numerose proteste e manifestazioni (sciopero della fame per 50 giorni).

  • 11 I casi esaminati sono la condanna a Salman Rushdie a causa del suo Versetti Satanici; l’assassinio (...)

9Il saggio si chiude con alcune considerazioni generali su diversi fatti di risonanza internazionale che hanno prodotto reazioni spropositate nel mondo islamico, contribuendo ad accrescere le paure frutto di stereotipi e i pregiudizi occidentali che vedono nel mondo arabo-islamico una realtà ancora non in grado di accettare critiche o provocazioni senza reagire con violenza. Paolo Branca, attraverso l’analisi dei casi più eclatanti degli ultimi anni11, in grado di riproporre il modello hungtintoniano del clash of civilizations, cerca di tracciare un distinguo tra le spropositate reazioni musulmane, spesso frutto di strumentalizzazioni politiche interne ed estere, e la realtà delle società vicino-orientali e nordafricane, società fortemente ironiche e ricche di spirito. Ironia che queste stesse popolazioni, senza essere irrispettose, rivolgono innanzitutto verso loro stesse, verso la loro politica e la loro società, dimostrando ancora una volta come le diversità che ci distinguono siano, in realtà, minori rispetto alle cose che ci uniscono.

10La parte teorica di questo saggio, utile per una contestualizzazione, non solo dell’oggetto in questione, ma anche della storia, della cultura e delle società esaminate, è affiancata e integrata da una parte antologica fatta di vignette, storielle e barzellette. Il bilanciamento delle due parti rende il testo scorrevole e di facile lettura permettendo al lettore un immediato approfondimento dei temi trattati e, grazie alle vignette, una maggiore comprensione dell’umorismo e dei giochi di parole utilizzati per raggiungerlo. Il saggio è completato da un pratico apparato di note e da una bibliografia puntuale e interessante sia dal punto di vista letterario che dei siti internet segnalati.

  • 12 «Ringrazio gli autori per il loro studio sulle fonti sia classiche sia contemporanee, uno studio ap (...)

11La buona alchimia tra il testo e la parte grafico-esemplificativa rende questo saggio di agile e piacevole lettura, estendendo il pubblico dei suoi lettori oltre la cerchia degli specialisti, come ricorda anche Mario Scialoja nella prefazione12. Più che agli specialisti, infatti, questo testo sarà di giovamento al grande pubblico permettendogli di conoscere un aspetto finora poco noto delle società arabe e di abbattere quei tenaci stereotipi che ancora perseguitano la nostra società.

12Nonostante il tema sia ancora tutto da esplorare e necessiti ulteriori ricerche da compiere in un prossimo futuro, va sottolineata l’importanza di questo lavoro di Paolo Branca, Barbara De Poli e Patrizia Zanelli. Un lavoro che fornisce una nuova chiave interpretativa di primaria importanza per la comprensione reciproca tra le due rive del Mediterraneo e tra Occidente e Oriente musulmano.

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Note

1 Paolo Branca insegna Lingua e letteratura araba e Islamistica all’università Cattolica di Milano ed ha pubblicato tra gli altri, I Musulmani, Bologna, Il Mulino, 2000 e la traduzione al romanzo del premio Nobel egiziano Nagib Mahfuz Vicolo del Mortaio, Milano, Feltrinelli, 1989.

2 Barbara De Poli insegna Storia e istituzioni del Vicino e Medio Oriente all’università Ca’ Foscari di Venezia. Per le edizioni Carocci ha anche pubblicato il saggio I Musulmani nel terzo millennio. Laicità e secolarizzazione nel mondo islamico, Roma, Carocci, 2007.

3 Patrizia Zanelli insegna presso l’università LUSPIO di Roma Traduzione Arabo-Italiano. Traduttrice di racconti e romanzi arabi è anche autrice del saggio Scritti arabi sulla globalizzazione, Roma, IPO, 2003, e di diversi articoli sulla letteratura e la cultura arabe contemporanee.

4 BRANCA, Paolo, DE POLI, Barbara, ZANELLI, Patrizia, Il sorriso della Mezzaluna. Umorismo, ironia e satira nella cultura araba, Roma, Carocci, 2011, p. 17.

5 Interessante esempio a questo riguardo è la storiella sulle bizzarrie del potere riguardante Harun al-Rashid dove un burlone dice al Califfo: «“Se fossi senz’acqua, cosa daresti per averne?” Harun al-Rashid rispose, “La metà del mio regno”. “E se non riuscissi a liberarti la vescica, cosa daresti per poterlo fare?” “Tutto il mio regno!” ribatté prontamente il sovrano. “Vale la pena di ammazzarsi per un potere la cui metà vale una bevuta e che tutto insieme vale una pisciata?” osservò il primo, facendo scoppiare dal ridere il califfo». In BRANCA, Paolo, DE POLI, Barbara, ZANELLI, Patrizia, op. cit., p. 24.

6 Tra gli altri si ricorda il filologo arabo Abu Ubayd (m. 848) che fu tra i primi a stabilire e codificare i caratteri essenziali del proverbio, identificandoli in: comparazione; concisione; uso nella lingua corrente. Caratteri che rendono i proverbi un mezzo ideale per esprimere in modo più chiaro idee e concetti.

7 BRANCA, Paolo, DE POLI, Barbara, ZANELLI, Patrizia, op. cit., p. 49.

8 Ibidem, p. 103.

9 Ibidem, p. 109.

10 Ibidem, p. 125.

11 I casi esaminati sono la condanna a Salman Rushdie a causa del suo Versetti Satanici; l’assassinio del regista olandese Theo Van Gogh a causa del suo film-documentario Submisison; la lectio magistralis di Benedetto XVI a Ratisbona; e, infine, il caso delle vignette danesi contro il Profeta.

12 «Ringrazio gli autori per il loro studio sulle fonti sia classiche sia contemporanee, uno studio approfondito, dettagliato, ricco di esempi e vignette che fanno del libro un’interessante, piacevole e rilassante lettura». SCIALOJA, Mario, Prefazione in BRANCA, Paolo, DE POLI, Barbara, ZANELLI, Patrizia, op. cit., p. 9.

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Notizia bibliografica digitale

Luca Zuccolo, «Paolo Branca, Barbara De Poli, Patrizia Zanelli, Il sorriso della Mezzaluna. Umorismo, ironia e satira nella cultura araba»Diacronie [Online], N° 11, 3 | 2012, documento 10, online dal 29 octobre 2012, consultato il 10 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/2716; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.2716

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Autore

Luca Zuccolo

Luca Zuccolo, dottore (PhD) in Storia Contemporanea del SUM di Napoli ha sviluppato una ricerca sulle dinamiche di formazione dell'identità ottomana e di un discorso di tipo patriottico durante il regno di Abdülhamid II (1880-1885) attraverso lo studio di fonti a stampa redatte in lingua francese. Già dottore magistrale in Storia d’Europa (Bologna 2008), si è occupato dello sviluppo della modernità durante l’ultimo secolo dell’Impero Ottomano, del confronto/scontro tra modernità e tradizione in un contesto cosmopolita e allo sviluppo dei movimenti sociali che hanno preparato l’avvento della società turca contemporanea.
URL: < http://www.studistorici.com/2010/12/01/luca-zuccolo >

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