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III. Ancora sulla Guerra Civile Spagnola
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Ramón Franco Bahamonde: dalle imprese aviatorie all’adesione al ‘Alzamiento’

Edoardo Grassia

Abstract

Ramón Franco Bahamonde fu celebrato e acclamato dal popolo spagnolo per le sue imprese aviatorie. Ma il suo temperamento, la sua voglia di emergere e la sua spregiudicatezza lo portarono ad una vita altalenante: da uomo fedele alla Corona, passò all’iscrizione alla massoneria, alla vicinanza ai fuoriusciti italiani, al progettare eclatanti azioni di bombardamento. Aderì alla Seconda Repubblica (14 aprile 1931) militando nelle forze politiche della sinistra spagnola ma, pochi anni dopo (1934), si schierò con i nuovi vincitori della destra moderata. Inviato dal Governo negli Stati Uniti quale Addetto Militare d’Ambasciata, rientrò il 18 luglio 1936, allorquando, mettendo da parte anche gli orientamenti repubblicani, si schierò con le forze golpiste guidate dai Generali Sanjurjo, Mola e dal fratello Francisco.

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Testo integrale

Monumento plus a los heroicos aviadores del Plus-UltraVisualizza l'immagine
Credits: by pegatina1 on Flickr (CC BY-NC-ND 2.0)

1. Il contesto storico-politico spagnolo ai primi del Novecento

  • 1 CARR, Robert, Storia della Spagna, Vol. II, 1874-1939, Firenze, La Nuova Italia, 1978, pp. 477-487.
  • 2 NELSON, Harold D., Morocco, a country study, Washington DC, American University, 1985, p 43. Per ef (...)
  • 3 THOMAS, Hugh, Storia della guerra civile spagnola, Torino, Einaudi, 1963, p. 16.

1Scorrendo a grandi linee la storia politica della Spagna del XIX e XX secolo, possiamo elencare una serie di eventi che fanno ben comprendere quanto questo periodo sia stato particolarmente travagliato. Tra il 1812 e il 1931 furono redatte sei diverse Costituzioni: in quella del 1869 vennero inserite norme quali una «dichiarazione dei diritti dell’uomo», il suffragio universale, il bicameralismo, la libertà di culto e la laicizzazione della vita pubblica che non riuscirono, però, a favorire un reale sviluppo in senso democratico. Il desastre cubano del 1898, ovvero la disfatta militare ad opera degli Stati Uniti, decretò la fine del possesso coloniale spagnolo con la perdita di Cuba, Portorico e delle Filippine. La sconfitta, in un Paese già logorato dalla depressione economica, si trasformò anche in disfatta morale1 e fonte di forte umiliazione per l’esercito e per la marina. Ad essa seguì la guerra interna con le forze carliste, che si proponevano di restituire il trono di Spagna ai successori di Carlo Maria Isidro di Borbone-Spagna. Quest’ultimo conflitto non solo devastò materialmente, economicamente e socialmente il nord del Paese, ma contribuì fortemente anche al suo processo di destabilizzazione: né la Costituzione del 1876, né la classe dirigente chiamata alla guida del Paese – dal 1876 al 1923 le Cortes furono sciolte venti volte – riuscirono ad ottenere risultati importanti volti alla pacificazione e allo sviluppo. In termini di eventi bellici, infine, occorre ricordare che fino al 1925 la Spagna si trovò impegnata anche nel conflitto per il controllo del Protettorato del Marocco spagnolo2 da cui prese origine, tra l’altro, un’inchiesta parlamentare che avrebbe potuto condurre alla condanna della monarchia e dell’esercito3.

  • 4 Gruppo di scrittori spagnoli operanti tra la fine del XIX e gli inizi del XX sec. tra i quali ricor (...)
  • 5 FERRACUTI, Gianni (a cura di), Profilo storico della letteratura spagnola: Quaderni della cattedra (...)
  • 6 MORELLI, Gabriele, MANERA, Danilo, Letteratura spagnola del Novecento, Milano, Mondadori, 2007, p. (...)
  • 7 FERRACUTI, Gianni, Profilo storico della letteratura spagnola, cit., p. 346.

2La Generacion del ’984, testimone del drammatico momento socio-politico della Spagna di inizio secolo, pose una serie di interrogativi angosciosi sulla decadenza e sul futuro della Nazione. I dibattiti proposti da questo gruppo di intellettuali, unito nelle proposte di intervento sulle questioni sociali e accumunato da uno spirito di protesta e di ribellione5, si concentrarono sulle necessità di adottare un modello di sviluppo sociale che ricalcasse le esperienze che già erano maturate nel contesto europeo6. D’altro canto lo stesso Unamuno, parlando del tema della Spagna e dei suoi problemi, arrivò ad affermare che i giovani della sua generazione si sentivano privi di una patria7. Anche la generazione di intellettuali immediatamente successiva, considerato il fatto che non vi furono sostanziali cambiamenti o riforme efficaci, continuò sulla via tracciata. Al rispetto, indicative appaiono le parole di Ortega y Gasset:

  • 8 ORTEGA y GASSET, Josè, La ribellione delle masse, Milano, SE, 2001, p.4.

C’è un fatto che, bene o male che sia, è il più importante della vita pubblica europea dell’ora presente. Questo fatto è l’avvento delle masse al pieno potere sociale8.

  • 9 WOHL, Robert, 1914. Storia di una generazione, Milano, Jaca Book, 1984, p. 245.
  • 10 Ibidem, p. 247.

3Anche per chi raccolse l’eredità della Generacion del ’98, quindi, restò valida l’esigenza di rivolgersi verso i modelli europei e i processi di democratizzazione. Il celebre filosofo, nel bel mezzo della lenta ma implacabile agonia del regime monarchico dell’inizio del XX secolo, si sarebbe inoltre dichiarato poco sorpreso dal colpo di stato di Primo de Rivera del 15 settembre 1923, ritenendolo un governo che non sarebbe durato a lungo9. Rifiutò, quindi, l’adesione e un impegno diretto nei confronti di un movimento politico ma, contestualmente, palesò la necessità, per la Spagna, di avere un Stato forte. Finì per contestare apertamente la dittatura e la corona nel novembre 1930 scrivendo – nella prima pagina de El Sol, di cui era capo-redattore – che la monarchia, dopo sei anni di governo anticostituzionale – quello di Primo de Rivera – aveva incoraggiato uno dei peggiori vizi degli spagnoli, vale a dire la prontezza con cui «accettano abusi ed illegalità come fossero la norma»10.

4La situazione interna, resa ancor più critica dai movimenti secessionisti o federalisti, doveva confrontarsi anche con quella internazionale, con i suoi richiami alle dottrine socialiste, comuniste ma anche anarchiche, che si diffusero dall’est europeo o – come nel caso delle ideologie nazionaliste e totalitarie – dal fascismo italiano. Non ci soffermeremo nell’analisi della dittatura di Primo de Rivera, ma occorre sottolineare che, quando il 30 gennaio 1930 questi rassegnò le dimissioni, il Re pensò di poter continuare l’opera di direzione del Paese con un governo di ministri capeggiati dal Generale Damaso Berenguer.

  • 11 La Conjunciòn Republicano Socialista raggiunse percentuali di voto altissime a Madrid (76%), Valenz (...)
  • 12 BROWN, Harry, La guerra civile spagnola, Bologna, Il Mulino, 2000. La fonte è BEN-AMI, Shlomo, The (...)
  • 13 Ibidem, p. 17.
  • 14 Ibidem, p. 24.
  • 15 Ibidem, p. 26.

5In questo complicato momento storico si svolsero le elezioni municipali del 12 aprile 1931, che dimostrarono come la classe media urbana, a differenza di quella rurale, si fosse inesorabilmente piegata al compromesso repubblicano. Dalle urne dei centri urbani, infatti, emerse netta la vittoria del partito della Conjunciòn Republicano Socialista11 e – in considerazione di questi risultati – Alfonso XIII, non avendo più neanche l’esplicito appoggio dell’esercito12, scelse la via dell’esilio. Nacque così la Seconda Repubblica. Il governo provvisorio fu composto da politici che si impegnarono per realizzare una costituzione autenticamente liberale13, ma l’atmosfera di entusiasmo che salutò la nascita della repubblica durò meno di un anno: Ortega y Gasset la giudicò «triste e logora»14. La Sanjurjada, ovvero il pronunciamiento organizzato dal Generale Sanjurjo e intentato il 10 agosto 1932, pur fallendo a causa dello scarso sostegno, rappresentò comunque un severo monito: all’interno dell’esercito regnava ancora la convinzione ottocentesca secondo la quale le forze armate riflettevano la volontà nazionale meglio dei politici e delle Cortes, espressione del voto15.

  • 16 Ibidem, p. 27.
  • 17 È così titolato il paragrafo in cui Bartolomè Bennassar analizza la vita socio-politica della Spagn (...)
  • 18 De UNAMUNO, Miguel, Il risentimento tragico della vita. Note sulla rivoluzione e la guerra civile d (...)

6Sul piano politico, la fedeltà alla repubblica e al regime parlamentare, nel 1933, era probabilmente ristretta ai liberali della classe media come Azaña o Cesar Quiroga. A posteriori, seguendo l’interpretazione data da Harry Browne, si può forse sostenere che, per tenere in vita la Repubblica, più delle riforme economiche, fiscali e sociali, sarebbe stato necessario estenderne i confini morali16. Messe da parte le intuizioni e le autocritiche degli uomini più illuminati, nella realtà della Spagna di questo primo trentennio del XX secolo maturarono condizioni politiche, economiche e sociali estremamente precarie, che assunsero ben presto i connotati di una polveriera. Il susseguirsi degli eventi portò alla «fine delle illusioni e [al]la corsa verso l’abisso»17. Si aprirono, allora, le porte di un conflitto civile, ovvero, della guerra «incivil», secondo le parole di Miguel de Unamuno18.

7Fu quindi questo il contesto in cui visse Ramón Franco Bahamonde, con la sua personalità, con il suo carattere, con la sua nonchalance, con la sua ostentata indifferenza e la sua ferma volontà di emergere.

2. Cenni biografici

8Dal matrimonio tra Nicolás Franco y Salgano-Araujo e Maria del Pilar Bahamonde y Pardo de Andrade, celebrato il 24 maggio 1890, nacquero cinque figli: Nicolás (1891), Francisco (1892), Pilar (1895), Ramón (nato il 2 febbraio 1896 nella stazione navale di Ferrol) e Maria de la Paz (1898).

  • 19 Per i cenni biografici abbiamo fatto particolare riferimento a PRESTON, Paul, Francisco Franco, Mil (...)
  • 20 PRESTON, Paul, Francisco Franco, cit., pp. 12 e 13.

9Dai dati raccolti dai molti biografi19 del secondogenito Francisco, leggiamo che la famiglia Franco Bahamonde apparteneva alla piccola borghesia dei funzionari amministrativi. Questa, nella rigida stratificazione socio-economica propria delle cittadine della provincia spagnola a cavallo tra il XIX e il XX secolo, aveva una collocazione di tutto rispetto. Approfondendo l’indagine sul nucleo familiare siamo a conoscenza del fatto che il padre Nicolás, che aveva una propensione affettiva sia per il primogenito, che portava lo stesso nome, che per Ramón, era spesso assente. La madre Maria, invece, era una donna profondamente cattolica che, anche per le continue assenze del marito, divenne una figura fondamentale per i figli. Fu da lei che, oltre ai principi e ai valori propri della religione, acquisirono la volontà di emergere socialmente al di sopra delle loro origini piccolo borghesi20.

10Ramón, sin dalla giovane età, palesò una speciale personalità, tanto che Manuel Vázquez Montalbán lo indicò come «il pazzo di famiglia»21. Entrato nell’Accademia di Fanteria nel 1911, fu poi destinato, come il fratello Francisco, a Melilla. Qui iniziarono a prendere consistenza le particolarità del suo carattere. Nonostante l’educazione religiosa della madre, Ramón usava indossare l’hijab, imparò l’arabo e studiò il Corano. In questo periodo, per la sua temerarietà, gli fu dato il soprannome chacal, lo sciacallo22. Nel 1920 entrò nelle forze aeree spagnole e fu destinato all’idroscalo di Los Alcazares (Murcia). Possiamo considerare la scelta di diventare pilota d’aeroplano indice della sua temerarietà e della sua audacia, viste e considerate le caratteristiche pionieristiche dall’aeronautica del tempo. Nel 1924 sposò Carmen Diaz, dalla quale però divorziò nel 1932, quando la moglie scoprì che portava avanti una vita parallela a Barcellona. Risolse la questione familiare rompendo quindi i contatti con Carmen Diaz e si risposò con Engracias Moreno, con la quale aveva già avuto una figlia23.

  • 24 MOLA, Aldo Alessandro, Gelli e la P2: fra cronaca e storia, Foggia, Bastogi, 2008, p. 121.
  • 25 Sono molti gli autori che parlano di complotti e sabotaggi legati alla morte di Ramón Franco. Tra g (...)

11Un anno dopo il primo matrimonio Ramón iniziò la preparazione della trasvolata dell’oceano Atlantico. L’impresa, che in seguito analizzeremo, fu realizzata nel 1926. Nel 1929 ne tentò una seconda che, però, non ebbe buon fine. Moribondo venne ripescato da un mercantile inglese al largo delle Canarie. Accusato dal Generale Alfredo Kindelan (futuro comandante dell’aviazione nazionalista durante il conflitto civile e, quindi, anche del Ramón “nazionalista”) di prendere incentivi monetari dalla ditta di costruzioni aeronautiche Dornier, Ramón Franco venne radiato dall’aeronautica spagnola, cadendo in disgrazia anche agli occhi della corona. Questo avvenimento fu probabilmente determinante per la decisione di aderire all’Associazione Militare Rivoluzionaria ed alla massoneria24. Intraprese, successivamente, azioni che lo portarono sulla via della cospirazione politica e all’organizzazione di eclatanti azioni di bombardamento aereo. Nel 1931 si professò repubblicano e fu nominato parlamentare con le forze della sinistra democratica spagnola. Tre anni dopo, nel 1934, venne nuovamente eletto ma, questa volta, nelle fila della destra moderata. Non passarono due anni che, allo scoppio del conflitto civile, abbandonò anche la fede repubblicana per schierarsi con le forze golpiste. L’epilogo della singolare storia di questo militare avventuriero avvenne il 28 ottobre 1938, quando morì in un incidente di volo nei pressi di Palma di Maiorca. Il suo corpo fu trovato in mare e alla sua morte seguirono voci di complotti e sabotaggi25.

3. Gli anni antecedenti alla guerra civile e la scelta di aderire al pronunciamento

3.1 La trasvolata atlantica

12La trasvolata oceanica che compì Ramón nel 1926 costituì, probabilmente, un episodio che caratterizzò molta parte della sua vita futura, soprattutto in termini di collegamenti e contatti con esponenti politici e militari di alto livello, sia nazionale che internazionale. Per ricostruire la vita dell’aviatore spagnolo nel periodo antecedente il golpe del 1936 useremo, come punto di partenza, proprio questa impresa.

  • 26 CUPINI, Ranieri , Cieli e Mari, Milano, Mursia, 1973, pp. 106-107.
  • 27 SEGRÉ, Claudio G., Italo Balbo, Bologna, Il Mulino, 1988, pp. 280-281.

13Nel periodo tra le due guerre mondiali il mezzo aereo fu oggetto di grandissima attenzione. Motivazioni militari, di trasporto civile, economiche e di prestigio internazionale fecero compiere al mezzo “più pesante dell’aria” continue evoluzioni tecniche, accompagnate da un progressivo miglioramento delle capacità umane di pilotaggio. In questo periodo un record riconosciuto o una grande impresa aviatoria erano portatrici di grandissima fama nazionale e internazionale; il volo transoceanico era stato tentato quarantasette volte ed era riuscito solo in quindici casi26. Possiamo comprendere la portata dell’evento anche riferendoci alle trasvolate oceaniche di idrovolanti in formazione ideate e realizzate da Italo Balbo, cronologicamente successive all’impresa dello spagnolo. All’ammaraggio del pilota italiano a Rio de Janeiro, Mussolini diede personalmente la notizia al re; “la Scala” a Milano e il “Teatro dell’Opera” a Roma interruppero le rappresentazioni in corso per darne la notizia, la stanza dell’albergo dove alloggiava Balbo fu invasa da telegrammi da tutto il mondo, di cui più di duemila provenienti solo dall’Italia27. Qualcosa di molto simile accadde allo spagnolo qualche anno prima, considerando che l’impresa aviatoria ebbe luogo nel giorno in cui il fratello Francisco fu promosso Generale; al riguardo George Hill scrisse:

  • 28 HILL, George, Franco, Londra, Robert Hale Limited, 1967, p. 156 [traduzione a cura dell’autore].

Francisco rimase eclissato. L’avvenimento cancellò quasi completamente qualsiasi altra notizia. [...] Quella notte il francese [il maresciallo Pétain] cenava con il re. Tra gli invitati figurava il nuovo Generale Franco. Ma quello di cui tutta la nazione parlava era il Maggiore Franco […]28.

  • 29 Disponibile al sito del Museo del Transporte en el Complejo Museográfico Enrique Udaondo di Luján ( (...)
  • 30 L’ingegner Dornier, viste le limitazioni dei trattati di pace della Prima Guerra Mondiale, che prev (...)

14Ramón Franco, con il secondo pilota Julio Ruiz de Alda e i membri di equipaggio Tenente Juan Manuel Duran e il meccanico Pablo Rada, sull’idrovolante Dornier Wal, soprannominato Plus Ultra, decollarono dalla baia di Palos de la Frontera il 22 gennaio 1926 – lo stesso luogo, scelto per motivi simbolici, da cui il 3 agosto 1492 salpò Cristoforo Colombo – e ammararono a Buenos Aires, in Argentina, il successivo 26 febbraio con scali intermedi a Gran Canaria, Capo Verde, Pernambuco, Rio de Janeiro e Montevideo. La traversata atlantica coprì 10.270 Km e fu completata in 59 ore e 39 minuti di volo29. L’idrovolante Dornier Wal era di progettazione tedesca – opera dell’ingegner Claudius Dornier –, di costruzione italiana – Costruzioni Meccaniche Aeronautiche-Società Anonima di Marina di Pisa – ed il primo esemplare militare fu usato dagli spagnoli30.

15Il nome dell’idrovolante, Plus Ultra, evocava una molteplicità di significati. La locuzione latina, “andare oltre”, “superare i propri limiti”, può essere considerata rappresentativa del carattere dell’aviatore spagnolo. Ma, come noto, Plus e Ultra furono anche le scritte scolpite da Ercole sulle colonne dello stretto di Gibilterra. In questo caso, l’utilizzo fattone da Ramón, potrebbe rappresentare il “suo” episodio mitologico di superamento delle colonne d’Ercole e il raggiungimento dell’Oceano Atlantico. Possiamo infine considerarlo come indice del sostegno prestato da Ramón Franco alla causa della monarchia spagnola, almeno in questo periodo della sua vita, dovuta alla presenza di questa epigrafe nello scudo reale spagnolo.

16Con il compimento di questa impresa Ramón, che già godeva della stima e della protezione del re Alfonso XIII che lo nominò Gentilhombre de Cámara con Ejercito31, e dell’allora dittatore Miguel Primo de Rivera, divenne un autentico eroe nazionale32. L’argentino Carlos Gardel, cantante, compositore e figura di spicco nella storia del tango, gli dedicò una canzone intitolata La gloria del Águila33.

  • 34 Video: EFEMÉRIDES. Hace 85 años llegaba a Buenos Aires el hidroavión militar español Plus Ultra dis (...)

17All’atto dell’arrivo a Buenos Aires, come possiamo vedere dai filmati dell’epoca34, vi furono grandi festeggiamenti. Manifesti ed immagini di vario tipo, con la piantina del volo o con i volti dei quattro aviatori, furono affissi sia in terra argentina che in Spagna. Il Governo argentino, anche per sugellare i rapporti con quello iberico, acquistò il Plus Ultra per collocarlo poi nel Museo Nazionale dei Trasporti a Luján (Buenos Aires), dove si trova ancora oggi. Il ricordo di Ramón non fu limitato ai confini argentini, dove tra l’altro troviamo oggi l’ Avenida Ramón Franco e un monumento a memoria del vuelo del Plus Ultra nel quartiere di Costanera Sur a Buenos Aires, ma si radicò in tutte le nazioni nella quali l’idrovolante Dornier fece scalo.

18Dopo tre anni, nel 1929, lo “sciacallo” cercò di ripetere l’impresa transoceanica. Decollato nuovamente con un idrovolante Dornier, precipitò a largo delle Canarie. Trascorsi alcuni giorni in mare fu recuperato da navi britanniche.

3.2. Dopo la raggiunta notorietà

  • 35 BARBIERI, Pietro, Le cause della guerra civile spagnola, Roma, Robin, 2006, p. 29.
  • 36 GREMMO, Roberto, Bombe, soldi e anarchia. L’affare Berneri e la tragedia dei liberali italiani in S (...)
  • 37 OYÓN, José Luis, GALLARDO, Juan José, El cinturón rojinegro: Radicalismo cenetista y obrerismo en l (...)

19Nel 1930 la dictablanda di Damaso Berenguer Fausté, che con lo scopo di riportare una situazione di normalità nel paese35 aveva sostituito Primo de Rivera, offrì all’aviatore spagnolo l’incarico di addetto militare a Washington. Fu, probabilmente, l’ultimo tentativo della corona per mantenerlo nella propria orbita, pur collocandolo in una posizione marginale. Ramón rifiutò l’offerta – che lo avrebbe tenuto assai lontano dagli affari interni spagnoli – e iniziò ad instaurare contatti con ambienti e i personaggi contrari alla monarchia arrivando a stringere rapporti con i più determinati anarchici “iconoclasti” quali Buenavetura Durruti, i fratelli Ascaso e gli anarchici catalani36. Era parere diffuso tra le forze anarchiche, soprattutto durante il periodo del patto di San Sebastian, che per realizzare la revolución dentro de la revolucón37 fosse possibile prendere in considerazione una collaborazione con i militari come Ramón Franco o con le forze repubblicane.

  • 38 Le note biografiche del Bassanesi sono tratte da URL: < http://www.anpi.it/b1977 [consultati il 13 (...)
  • 39 VERDOLINI, Lorenzo, La trama segreta. Il caso Sandri tra terrorismo e polizia politica fascista, To (...)
  • 40 FUCCI, Franco, Ali contro Mussolini. I raid aerei degli antifascisti negli anni Trenta, Milano, Mur (...)
  • 41 MAGNANI, Alberto, Ramon Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 124.
  • 42 Ibidem.
  • 43 Disponibile all’URL: < http://www.rojoyazul.net/biografias/franco_r.htm [consultato il 15 settembr (...)
  • 44 Aderirono a questo patto le forze politiche repubblicane per convinzione, come i partiti della sini (...)
  • 45 PRESTON, Paul, Francisco Franco, La lunga vita del Caudillo, cit., p. 71.
  • 46 Ibidem, p. 72.
  • 47 Si è ipotizzato che Ramón rifiutò l’offerta di aiuto del fratello, non per una questione ideologica (...)

20Intanto, fuori dal contesto spagnolo, si realizzò un evento che ebbe notevole importanza nella vita dell’aviatore spagnolo. L’11 luglio 1930 Giovanni Bassanesi assieme a Gioacchino Dolci, decollando dalla Svizzera, sorvolarono Milano lanciando una pioggia di volantini di chiara matrice antifascista38. Ramón rimase molto suggestionato da quest’impresa, tanto da iniziare a covare un forte sentimento di emulazione. L’autunno successivo entrò in contatto con i fuoriusciti italiani della Giovane Italia39, tra cui Cipriano Facchinetti, anch’egli appartenente alla Massoneria. Fu da questi che lo spagnolo venne a sapere che dalla base di Elmas, in Sardegna, Giordano Viezzoli, che morirà combattendo in Spagna nelle fila repubblicane40, si stava preparando a disertare riparando con un idrovolante in Corsica. Era l’occasione per progettare un nuovo raid e Ramón volle entrare nell’organizzazione41. Ma nelle settimane successive la delazione di un doppiogiochista, Carlo Del Re, scompaginò le file antifasciste di Giustizia e Libertà portando all’arresto di Viezzoli. A Ramón non andò meglio: anche per lui si aprirono le porte del carcere per il suo attivismo cospirativo, divenuto oramai troppo palese42. Nell’occasione, il Generale Emilio Mola, Segretario di Stato per la Sicurezza e futuro protagonista del golpe nazionalista del 1936, lo accusò di traffico di armi per la realizzazione di una rivolta43. Ramón Franco, infatti, era tra i militari che il 17 agosto 1930, presso la cittadina basca di San Sebastian, firmarono un patto, detto appunto “patto di San Sebastian” che riuniva repubblicani di diverse tendenze, militanti dell’UGT, socialisti come Indalecio Prieto, nazionalisti catalani e soggetti di altre forze socio-politiche, tutti accomunati dall’auspicio di una imminente instaurazione di una repubblica44. Il fratello Francisco cercò di sfruttare questa reclusione per convincerlo ad allontanarsi dalle idee repubblicane. Per quanto i due fossero molto lontani nei pensieri e nei caratteri – taciturno e introverso il futuro Caudillo, dissoluto, sregolato e licenzioso l’aviatore – il fratello maggiore cercò di ricondurre a sé il fratello minore45. Oltre alla corrispondenza epistolare che i due si scambiarono, Francisco andò a trovare Ramón in carcere per strappare la promessa che, in cambio del suo intervento, l’aviatore avrebbe troncato i rapporti con l’opposizione repubblicana46. Ramón rifiutò l’offerta e, pochi giorni dopo, riuscì ad evadere47. Paradossalmente la fama di Ramón raggiunse presso il popolo spagnolo un picco elevatissimo. Il Generale dell’aviazione spagnola Hidalgo de Cisneros scrisse che:

  • 48 De CISNEROS, Hidalgo, Cielo rosso di Spagna, Roma, Editori riuniti, 1969, p. 69.

Il prestigio di Ramón Franco aveva raggiunto a quell’epoca vette incredibili con la sua ultima avventura: l’evasione dal carcere. Tutta la Spagna parlava del celebre aviatore [...] il suo atteggiamento di aperta avversione alla dittatura e alla monarchia, il coraggio e la decisione nel proclamare pubblicamente le sue idee […] tutto questo aveva fatto di lui l’uomo del giorno […] popolare tra la gente di idee avanzate e odiato a morte dalla reazione48.

  • 49 FRAGOSO DEL TORO, Víctor, SCIAMANNINI, Raniero, Spagna repubblicana, Istituto Editoriale del Medite (...)

21Dal mese di ottobre 1930, ritroviamo Ramón Franco a Madrid dove, nel successivo mese di dicembre, insieme ad altri aviatori, s’impossessò di alcuni aerei dell’aeroporto della capitale spagnola con l’intenzione di sorvolare e bombardare Palazzo Reale49. John Dos Passos, visitando Palazzo Reale che, durante la parentesi della Seconda Repubblica divenne il Palazzo Nazionale, accompagnato dal curatore Pepe Giner, scrisse:

  • 50 DOS PASSOS, John, Tempi migliori, Milano, Dalai, 2006, p. 287.

Nel Palacio Nacional c’era una gran pace. Eravamo gli unici visitatori. Mentre ci mostrava gli ori, le tappezzerie, i vecchi orologi, Pepe, nel suo tono ironico e caustico, descriveva la partenza dell’ultimo Borbone. Don Alfonso aveva passato un cattivo quarto d’ora, quando, dopo un periodo di scioperi e di proteste contro la monarchia, gli aeroplani di Ramón Franco erano apparsi nel cielo, proprio sopra il palazzo […] Al momento di lanciare le bombe Ramón Franco non riuscì a farlo. Fu per aver visto dei bambini giocare nella piazza, disse Ramón ai portoghesi simpatizzanti […]50.

  • 51 PRESTON, Paul, Francisco Franco, La lunga vita del Caudillo, cit., p. 74.

22Alla fine i rivoltosi desistettero. Fallita la sollevazione di Jaca e Cuatro Vientos non rimase che l’esilio a Parigi. Anche in questo caso Francisco cercò, con una lettera, di far abbandonare tutte le sue intenzioni al fratello minore, inviando anche una somma di denaro. Ramón accettò il denaro ma rispose che non intendeva «rinunciare ai suoi ideali»51.

  • 52 NEBIOLO, Gino, L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi, Rubettino, (...)
  • 53 PALMA, Paolo, Una bomba per il Duce: la centrale antifascista di Pacciardi a Lugano 1927-1933, cit. (...)
  • 54 Ibidem, p. 108, nota 56. Tra i firmatari del documento vengono nominati, gli scrittori Thomas Mann, (...)

23Durante la permanenza a Parigi, come vedremo dai racconti del Bassanesi52 e dalle informative dei fiduciari del regime fascista53, lo spagnolo iniziò a tessere rapporti con i fuoriusciti italiani. Il suo nome lo troviamo, tra l’altro, a fianco di quello degli esuli antifascisti italiani e di numerosi intellettuali inglesi e americani, quale firmatario di un appello – redatto su iniziativa di Gaetano Salvemini – per un dibattito pubblico e per il rispetto dei diritti alla difesa che, il 1° gennaio 1931, fu pubblicato sul «Manchester Guardian»54. Fu proprio attraverso la Concentrazione Antifascista, che Ramón cercò il contatto con Giovanni Bassanesi, che affermò:

  • 55 NEBIOLO, Gino, L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi, cit., p. 1 (...)

Ebbi l’occasione di completare la conoscenza di Ramón Franco a Madrid l’anno seguente, cioè nel 1931. Era benvoluto soprattutto fra il personale di terra e dalla gente del popolo […].Doveva il suo trionfo ai voli transatlantici […]. Era diventato un ambizioso senza limiti […]. Al successo folgorante non si era accompagnato in lui uno sviluppo del pensiero ed una formazione culturale adeguata. “Es un chalao”, mi hanno detto parecchie persone parlando di lui: è un mezzo matto55.

  • 56 MAGNANI, Alberto, Ramon Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 126.

24Durante questo incontro Ramón parlò al Bassanesi della sua idea di effettuare un raid aereo per uccidere Mussolini. Lo spagnolo proponeva un salto di qualità: bombardare Villa Torlonia, la residenza del Duce: avrebbe garantito lui il sostegno economico e gli aerei necessari. Oltre a Bassanesi, el chacal indicò gli altri aviatori dell’impresa: Lucio Labriola, figlio del noto esponente socialista italiano e ministro nell’ultimo Governo Giolitti, Arturo; Luca Menerini e Leo Franchetti. Quest’ultimo, in realtà, era un confidente dell’ Organizzazione Volontaria per la Repressione dell’Antifascismo (OVRA). Bassanesi comunicò la notizia del piano di Ramón ai due giellisti Tarchiani e Rosselli56.

  • 57 Archivio Centrale dello Stato, Pubblica Sicurezza, Affari Generali e Riservati, prima sezione, 1932 (...)

25Nel frattempo, con la proclamazione della Repubblica in Spagna (14 aprile 1931), Ramón ebbe l’occasione di poter rientrare in patria dove fu accolto come un eroe. Durante questa parentesi repubblicana molti esuli antifascisti italiani fecero frequenti visite in Spagna e alcuni vi trovarono stabile collocazione57. Come ricordano i «Quaderni di Giustizia e Libertà»:

  • 58 Quaderni di Giustizia e Libertà, 1932-1935. Torino, Bottega di Erasmo, 1959, p. 15.

Con Macià a Barcellona, e a Madrid Azaña, Prieto, Caballero […] Ramón Franco e tanti altri avevamo avuto subito contatti e poi trattative a varie riprese. Si era creato un legame assai stretto con gli amici spagnoli58.

  • 59 Ministero Affari Esteri, Politica, b. 2, telegramma 106 del 2 maggio 1932.

26Nel successivo mese di maggio si registrò un nuovo importante contatto con gli antifascisti. In occasione del Congresso Internazionale delle Federazioni Sindacali svoltosi a Madrid, Bruno Buozzi, sindacalista socialista, Cipriano Facchinetti, di Giustizia e Libertà, Claudio Treves, già direttore del settimanale della Concentrazione Antifascista «La Libertà» e Luigi Campolonghi, giornalista e tra i fautori della nascita della Concentrazione Antifascista di Parigi, incontrarono Eduardo Ortega y Gasset – Governatore civile di Madrid e fratello del noto filosofo –, Ramón Franco e Indalecio Prieto, figura di spicco del Partito Socialista Operaio Spagnolo59.

  • 60 GAROSCI, Aldo, Vita di Carlo Rosselli, vol. I,Roma, Edizioni U, 1945, , p. 234; PALMA, Paolo, Una b (...)
  • 61 MAGNANI, Alberto, Ramon Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 128.

27Anche Rosselli, Tarchiani e Bassanesi andarono a Madrid per ridiscutere il progetto del volo su Roma. Ma Ramón Franco questa volta ritirò la sua offerta60. Mentre Bassanesi restò a Madrid, per cercare di ottenere l’appoggio spagnolo, Rosselli e Tarchiani rientrarono a Parigi. Il pilota italiano però non riuscì nel suo intento entrando anzi in contrasto con l’aviatore spagnolo sulla querelle bombe o volantini. Franco voleva azioni ad alta risonanza – lancio di bombe – mentre Bassanesi, «in nome dell’umanità e delle vittime innocenti che una simile impresa poteva fare» era lanciare i volantini61.

  • 62 NEBIOLO, Gino, L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi, cit., p. 1 (...)
  • 63 GAROSCI, Aldo, Vita di Carlo Rosselli, cit., p. 236.
  • 64 Bassanesi fa spesso riferimento alla sua esperienza a Getafe nel suo opuscolo riportato in NEBIOLO, (...)
  • 65 PALMA, Paolo, Una bomba per il duce, cit., p. 278. In nota 23 a p. 303, il Palma riporta anche le i (...)
  • 66 Archivio Centrale dello Stato, SPD, Carteggio Riservato 1922-1943, informazione fiduciaria, 11.12.1 (...)

28Quando il pilota italiano illustrò la situazione anche a Rosselli e Tarchiani, nel frattempo tornati una seconda volta a Madrid, anch’essi si dissero contrari ad un bombardamento su Roma. I tre fuoriusciti, come raccontò poi Bassanesi, furono invitati a cena dallo spagnolo «nella tenuta ex reale di Alcalà de Henares»62. Ringraziatolo del sostegno, palesarono la loro contrarietà al bombardamento63. I due esponenti di Giustizia e Libertà tornarono nuovamente a Parigi mentre il pilota italiano restò in Spagna: non più a Madrid, bensì a Getafe, presso la scuola di volo del Comandante Ortiz, grande amico di Ramón Franco64. Questa scuola di pilotaggio era nota tanto agli esuli antifascisti quanto agli ambienti della pubblica sicurezza del Governo fascista italiano. Le notizie che la rete degli informatori fascisti inviavano al Viminale, per tutto il periodo antecedente allo scoppio del conflitto civile spagnolo, ipotizzavano molteplici progetti e preparativi di voli, di propaganda o di bombardamento, su Milano, Torino, Roma, Trento, Trieste o sulla Liguria. Le basi di partenza erano indicate in Svizzera, Francia, Germania, Austria o Tunisia. In queste informative erano molto frequenti i nomi di Bassanesi e di Ramón Franco65 e, talvolta, si poteva incontrare anche quello del Comandante Ortiz66.

  • 67 MAGNANI, Alberto, Ramón Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 128.

29Proprio a Getafe si rimise in moto l’idea del raid aereo su città. L’organizzazione studiata prevedeva il rifacimento della prima esperienza di Bassanesi: partenza da Lodrino e lancio di volantini su Milano. Gli aerei sarebbero stati trasferiti in Austria dagli spagnoli. Da qui, grazie alle amicizie del Bassanesi, trasportati in Svizzera per il successivo decollo per Milano. Ma ancora una volta Ramón Franco, che nel frattempo era stato eletto deputato alle Cortes, offrì un carico di bombe e non di volantini, per cui l’iniziativa prevista prima per il 10 giugno 1931, anniversario dell’uccisione di Matteotti, poi spostata il successivo 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, fu poi abbandonata67. Tra Franco e Bassanesi fu rottura definitiva:

  • 68 FUCCI, Franco, Ali contro Mussolini. I raid aerei antifascisti negli anni Trenta, cit., pp. 201-219 (...)

Io ero all’insurrezione armata contro il fascismo, e glielo dissi. Bombardare si, in guerra aperta, per appoggiare dei cittadini in rivolta; e bombardare comunque solo i centri del nemico. Ma bombardare una sola casa, in una città, così all’improvviso, con assoluta certezza di colpire degli innocenti, per suscitare agitazione, per fare terrorismo: questo no68.

  • 69 GAROSCI, Aldo, Vita di Carlo Rosselli, cit., p. 237.

30Bassanesi abbandonò la Spagna e andò in Germania contro il volere di Rosselli che, nel frattempo, aveva stretto rapporti con l’allora Ministro della Guerra del Governo repubblicano spagnolo Manuel Azaña. Con questa nuova amicizia si sarebbe potuto aggirare l’ostacolo Ramón Franco e le sue bombe. Il problema ora coinsisteva nel fatto che veniva a mancare un esperto pilota69.

  • 70 NEBIOLO, Gino, L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi, cit., pp. (...)
  • 71 GAROSCI, Aldo, Vita di Carlo Rosselli, cit., p. 237.
  • 72 MAGNANI, Alberto, Ramón Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 130. Si veda anche F (...)
  • 73 PALMA, Paolo, Una bomba per il duce, cit., p. 321 et seq.
  • 74 URL: < http://www.treccani.it/enciclopedia/macia-i-llussa-francesc/ [consultato il 12 dicembre 201 (...)
  • 75 Ricordiamo anche Macià tra i fondatori del partito Esquerra Republicana de Catalunya.

31Ormai la collaborazione tra i giellisti e Ramón Franco poteva considerarsi conclusa. Come racconta ancora il Bassanesi, Ramón si risentì per il rifiuto e lo stesso aviatore italiano, tanto osannato dallo spagnolo per l’impresa su Milano, cadde in disgrazia ai suoi occhi. Di lì a qualche mese Franco ripresentò la sua offerta a Ferdinando De Rosa, l’attentatore di Umberto di Savoia a Bruxelles. Ma essendo il De Rosa vicino agli ambienti anarchici spagnoli, non trovò il giusto appoggio per realizzare un’impresa così eclatante e, soprattutto, non era aviatore di livello del Bassanesi. Anche in questo caso il progetto scemò70. Ma Ramón non voleva rinunciarvi. Parallelamente al piano che vedeva il De Rosa ai comandi dell’attacco aereo su Roma, egli si avvicinò anche agli ambienti anarchici della Giovane Italia, individuando tra questi un altro possibile pilota: Gino Bibbi71. Quest’ultimo, insieme a Assunto Zamboni e Baldassarre Londero, iniziò i corsi di pilotaggio agli ordini del comandante Juan Ortiz. A questi si unì, in un secondo momento, un altro elemento dell’area anarchica Giobbe Giopp. Ma questa compagnia non poteva avere successo: la fidanzata di Zamboni, Graziella Roda, era una confidente dell’OVRA, Londero un avventuriero pronto al doppiogioco e Giopp si portava dietro un losco passato che lo vide intrecciare rapporti anche con gli inquirenti fascisti72. La situazione precipitò in poco tempo. Zamboni, dopo il corso di pilotaggio andò in Svizzera e, convito da Graziella Roda73, si consegnò alle autorità fasciste; Londero fu arrestato a Madrid; De Rosa precipitò con il suo aereo. Lo stesso Ramón rischiò nuovamente il carcere se non fosse stato protetto dall’immunità parlamentare. Ma al di là di quest’ultimo avvenimento, la notorietà e la figura dell’aviatore spagnolo iniziarono un lento ma progressivo declino. A partire del 1932 anche le persone che in quel momento gli erano politicamente vicine lo esonerarono da ruoli attivi. Se alle elezioni del giugno 1931, che sancirono la sua prima elezione alle Cortes, fu presentato nella lista il cui capo era Macià74, e per questo appare anche ipotizzabile l’esistenza di stretti rapporti tra l’aviatore e il Presidente della Generalitat de Catalunya75, alle successive elezioni del 1934, lo “sciacallo”, ribaltando la precedente appartenenza, si schierò con le forze della destra repubblicana, che uscirono vincitrici dalle urne. Questi era però divenuto elemento troppo scomodo per qualsiasi fazione politica e probabilmente per questo motivo fu inviato quale addetto militare d’ambasciata a Washington. Se in precedenza, ai tempi della dictablanda di Damaso Berenguer Fausté, Ramón poté rifiutare questo allontanamento dagli affari interni spagnoli, questa volta il pilota accettò la posizione defilata.

  • 76 CASALI, Luciano, Società di massa, giovani, rivoluzione. Il fascismo di Ramiro Ledesma Ramos, Bolog (...)
  • 77 ELORZA, Antonio, Le radici ideologiche del franchismo, in ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DELLA RE (...)

32A rendere la situazione di appartenenza politico-ideologica di Ramón Franco ancora più torbida si adoperò Ramiro Ledesma Ramos. Questi, tra il 1931 e il 1935, si fece conoscere come uno dei fondatori e capi della Falange , partito dell’estrema destra spagnola. Anche se non ebbe molta eco va sottolineato che il suo pensiero politico omologava – attorno ad una concezione gerarchica ed autoritaria della nazione – tutti quei gruppi come la borghesia, i tradizionalisti, le correnti antiseparatiste, i giovani delle classi medie privati di mobilità sociale, fino ai radicali atipici come anarco-sindacalisti e comunisti eterodossi che non trovavano collocazione nel gioco della rappresentanza della democrazia parlamentare. Nel pensiero proposto da Ledesma Ramos il pluralismo democratico, così come le tradizionali basi dei rapporti economici e sociali e, in generale, qualsiasi avversario, dovevano essere demoliti con una rivoluzione caratterizzata dall’uso della violenza a tutto campo76. Il capo del movimento fu indicato dallo stesso Ledesma Ramos in Ramón Franco77:

  • 78 Cfr. «España hoy. Carta al comandante Franco. ¡Hay que hacer la Revolución!», in La Conquista del E (...)

Tan sólo debemos admitir entre nosotros tres grupos [...]. 3º, el grupo joven, corajudo y revolucionario, que entone marchas de guerra y se disponga a sembrar con sus vidas los caminos del imperio; […] No tenemos que decir que nosotros formaremos en este grupo último y que todas nuestras fuerzas de actuación y de pelea estarán a su servicio radical.
¡Salud, comandante [Ramón] Franco!
78

3.3. 18 luglio 1936

  • 79 MONTALBÁN, Manuel Vázquez, «Sobre los falsos testimonios contra Don Ramón Franco Bahamonde», in El (...)
  • 80 De CISNEROS, Hidalgo, Cielo rosso di Spagna, cit., p. 69.

33Confermando il suo spirito camaleontico, nonostante avesse più volte in passato rifiutato gli inviti del fratello Francisco a ripudiare lo spirito e le idee repubblicane, Ramón decise di aderire al pronunciamiento, schierandosi con quelli che non solo non simpatizzavano con la sua precedente causa repubblicana ma, anzi, lo «odia[vano] a morte»79. Manuel Vázquez Montalbán, in un articolo-lettera80 indirizzato ipoteticamente a Francisco Franco e relativo alla morte del fratello aviatore, parlò di «una previsible catástrofe», aggiungendo che:

  • 81 Trad. «Non rinneghi, Vostra Eccellenza, le scarse simpatie che suo fratello suscitava tra i commili (...)

No desconoce Vd., Excelencia, las escasas simpatías que su hermano suscitaba entre compañeros de la Fuerza Aérea del glorioso ejército nacional, por sus veleidades del muy cercano pasado, cuando fue un pionero de la subversión capaz de sobrevolar el Palacio Real para insinuar un bombardeo o se fugó de prisiones militares en tiempos de la monarquía para conspirar desde París a favor de la II República Española o consiguió acta de diputado por Esquerra Republicana de Cataluña, formación separatista, antiespañola y esencialmente antimonárquica, enfrentada a un trono en decadencia [...]81.

  • 82 PAYNE, Stanley G., The Franco Regime, 1936-1939, cit., p. 195 e nota 91.

34Contro il parere del Generale Alfredo Kindelan, capo dell’aeronautica nazionalista, e con la sorpresa e il malumore di molti colleghi aviatori spagnoli82, gli vene affidato il comando dell’idroporto di Pollensa, nelle Baleari, vicino ad una delle basi aeree dell’Aviazione Legionaria dove erano schierati l’8° Stormo bombardamento veloce “Falchi delle Baleari”, il XXV Gruppo Autonomo bombardamento notturno “Pipistrelli delle Baleari”, il X Gruppo Autonomo Caccia C.G. “Baleari” e la 130^ Squadriglia Idrovolanti. Uomini della Regia Aeronautica italiana fedeli al Mussolini che, solo pochi anni prima, Ramón Franco voleva uccidere con un bombardamento.

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Note

1 CARR, Robert, Storia della Spagna, Vol. II, 1874-1939, Firenze, La Nuova Italia, 1978, pp. 477-487.

2 NELSON, Harold D., Morocco, a country study, Washington DC, American University, 1985, p 43. Per effetto del Trattato di Fez , firmato il 30 marzo 1912, il sultano Abdelhafid cedette la sovranità sul Marocco alla Francia. Per bilanciare la forza francese nell’area, in base ad un accordo tra Francia e Spagna nel novembre dello stesso anno, la Spagna assunse un protettorato su Tangeri e il Rif, Ifni (sulla costa atlantica) e sull’area di Tarfaya, a sud del fiume Draa.

3 THOMAS, Hugh, Storia della guerra civile spagnola, Torino, Einaudi, 1963, p. 16.

4 Gruppo di scrittori spagnoli operanti tra la fine del XIX e gli inizi del XX sec. tra i quali ricordiamo Miguel de Unamuno, Pío Baroja, Azorín, Ramiro de Maeztu, Ramón María del Valle-Inclán, Antonio Machado e il fratello Manuel Machado, Jacinto Benavente, Juan Ramón Jiménez, Vicente Blasco Ibáñez, il filosofo e storico Ramón Menéndez Pidal, il drammaturgo Jacinto Benavente, premio Nobel nel 1922 ed i compositori Manuel de Falla, Isaac Albéniz e Enrique Granados.

5 FERRACUTI, Gianni (a cura di), Profilo storico della letteratura spagnola: Quaderni della cattedra di letteratura spagnola dell’Università di Trieste, Trieste, Facoltà di Lettere dell’Università di Trieste, 2007, p. 346.

6 MORELLI, Gabriele, MANERA, Danilo, Letteratura spagnola del Novecento, Milano, Mondadori, 2007, p. IX.

7 FERRACUTI, Gianni, Profilo storico della letteratura spagnola, cit., p. 346.

8 ORTEGA y GASSET, Josè, La ribellione delle masse, Milano, SE, 2001, p.4.

9 WOHL, Robert, 1914. Storia di una generazione, Milano, Jaca Book, 1984, p. 245.

10 Ibidem, p. 247.

11 La Conjunciòn Republicano Socialista raggiunse percentuali di voto altissime a Madrid (76%), Valenzia (79%), Siviglia (57%) e Bilbao (52%). URL: < http://www.historiaelectoral.com/e1931m.html > [consultato il 19 novembre 2012].

12 BROWN, Harry, La guerra civile spagnola, Bologna, Il Mulino, 2000. La fonte è BEN-AMI, Shlomo, The origins of the Second Republican Spain, Oxford, Oxford University Press, 1978, p. 8 e nota 2.

13 Ibidem, p. 17.

14 Ibidem, p. 24.

15 Ibidem, p. 26.

16 Ibidem, p. 27.

17 È così titolato il paragrafo in cui Bartolomè Bennassar analizza la vita socio-politica della Spagna nei tre anni antecedenti il conflitto civile. BENNASSAR, Bartolomè, La guerra di Spagna. Una tragedia nazionale, Torino, Einaudi, 2006, pp. 38-45. In particolare, senza entrare troppo nel dettaglio, l’autore illustra una serie di accadimenti occorsi in quel lasso di tempo: la costituzione del CEDA (Confederazione autonoma delle destre spagnole) da parte di Josè Maria Gil Robles; il ritiro dei socialisti dal governo Azaña; la riforma elettorale, che rafforzava fortemente la lista di maggioranza; la perdita di circa 11 milioni di giornate lavorative per effetto degli scioperi nel 1934; il rientro di Josè Calvo Sotelo dall’esilio e il fatto che quest’ultimo non fece mistero di voler conquistare il potere con ogni mezzo; il golpe fallito del Generale Sanjurjo; la proclamazione dello Stato Catalano; la fondazione della Falange Spagnola ad opera di Josè Antonio Primo de Rivera, figlio del dittatore Miguel; la dura soppressione dei minatori delle Asturie ed altri avvenimenti che segnarono a fondo la società spagnola negli anni immediatamente precedenti al conflitto civile. Per questi motivi, a parere dell’autore, «è evidente che, tra gli spagnoli coinvolti nella lotta politica, un numero troppo elevato si augurava, esplicitamente o meno, una guerra civile che permettesse loro di eliminare definitivamente i propri nemici». BENNASSAR, Bartolomè, op. cit., p. 45.

18 De UNAMUNO, Miguel, Il risentimento tragico della vita. Note sulla rivoluzione e la guerra civile di Spagna, Genova, Il Nuovo Melangolo, 1994, p. 154.

19 Per i cenni biografici abbiamo fatto particolare riferimento a PRESTON, Paul, Francisco Franco, Milano, Mondadori, 1997.

20 PRESTON, Paul, Francisco Franco, cit., pp. 12 e 13.

21 GAROSCI, Aldo, Vita di Carlo Rosselli, Roma, Edizioni U, 1945, p. 157.

22 Cfr., Ramón Franco Bahamonde, in URL: < www.rojoyazul.net/biografias/franco_r.htm > [consultato il 15 settembre 2011].

23 Ibidem.

24 MOLA, Aldo Alessandro, Gelli e la P2: fra cronaca e storia, Foggia, Bastogi, 2008, p. 121.

25 Sono molti gli autori che parlano di complotti e sabotaggi legati alla morte di Ramón Franco. Tra gli altri ricordiamo PAYNE, Stanley G., The Franco Regime, 1936-1939, Madison, University of Wisconsin press, 1987, p. 195 e nota 91 e la video intervista di Pilar Franco, sorella dell’aviatore spagnolo, disponibile al sito, URL: < http://www.youtube.com/watch?v=XIVfMiVO6FI > [consultato il 4 dicembre 2012].

26 CUPINI, Ranieri , Cieli e Mari, Milano, Mursia, 1973, pp. 106-107.

27 SEGRÉ, Claudio G., Italo Balbo, Bologna, Il Mulino, 1988, pp. 280-281.

28 HILL, George, Franco, Londra, Robert Hale Limited, 1967, p. 156 [traduzione a cura dell’autore].

29 Disponibile al sito del Museo del Transporte en el Complejo Museográfico Enrique Udaondo di Luján (Buenos Aires- Argentina), URL: < http://www.lujanargentina.com/turismo_lugares_museos_complejo_museografico_udaondo_museodetransporte.htm > [consultato in data 5 settembre 2012].

30 L’ingegner Dornier, viste le limitazioni dei trattati di pace della Prima Guerra Mondiale, che prevedevano la proibizione ai tedeschi di costruire in campo aeronautico, per vedere realizzato il suo progetto, si rivolse all’industria pesante italiana. Dopo una serie di vicissitudini e trattative che videro protagonisti il Commissariato per l’Aeronautica, gli industriali Piaggio, Odero e Marescalchi e il Dornier stesso, si raggiunse l’accordo societario. I macchinari furono trasportati dalla Germania in Italia, a Marina di Pisa dove, il 20 luglio 1922 fu messo in costruzione il primo idrovolante Dornier di tipo militare che fu portato in volo a Barcellona. Da FERRANTE, Ovidio, «Gli idrovolanti della CMSA», in Rivista Aeronautica, 2/2011, pp. 106-110.

31 Questa onorificenza gli permetteva, tra l’altro, il libero ingresso a Palazzo Reale e l’essere invitato alle cerimonie pubbliche. Il distintivo era una chiave d’oro, da apporre sul lato destro di qualsiasi abito.

32 MAGNANI, Alberto, «Ramon Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932», in I sentieri della ricerca, 6, 2007, p. 123.

33 Disponibile su URL: < http://www.vagalume.com.br/carlos-gardel/la-gloria-del-aguila.html > [consultato in data 28 ottobre 2012].

34 Video: EFEMÉRIDES. Hace 85 años llegaba a Buenos Aires el hidroavión militar español Plus Ultra disponibile all’URL: < http://www.youtube.com/watch?v=gLDKybJU5sE > [consultato il 12 dicembre 2012].

35 BARBIERI, Pietro, Le cause della guerra civile spagnola, Roma, Robin, 2006, p. 29.

36 GREMMO, Roberto, Bombe, soldi e anarchia. L’affare Berneri e la tragedia dei liberali italiani in Spagna, Storia Ribelle, Biella, 2008, p. 76 e URL: < http://www.rojoyazul.net/biografias/franco_r.htm > [consultato il 15 settembre 2011].

37 OYÓN, José Luis, GALLARDO, Juan José, El cinturón rojinegro: Radicalismo cenetista y obrerismo en la periferia de Barcellona 1918-1938, Barcelona, Carena Grupo de Historia José Berruezo, 2004, p. 386.

38 Le note biografiche del Bassanesi sono tratte da URL: < http://www.anpi.it/b1977 > [consultati il 13 settembre 2011. Circa l’azione aerea di Bassanesi e Dolci si segnalano, tra l’altro, il testo di NEBIOLO, Gino, L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi, Soveria Mannelli, Rubettino, 2006, p. 54 . Furono lanciati sul capoluogo lombardo 150.000 volantini firmati da Giustizia e Libertà e invitanti la popolazione a “insorgere” e a “risorgere” contro l’oppressione fascista.

39 VERDOLINI, Lorenzo, La trama segreta. Il caso Sandri tra terrorismo e polizia politica fascista, Torino, Einaudi, 2003, pp. 63-67.

40 FUCCI, Franco, Ali contro Mussolini. I raid aerei degli antifascisti negli anni Trenta, Milano, Mursia, 1978, pp. 89-136. Nel testo di Fucci si riferisce anche di come il padre di Giordano Viezzali, Giuliano, fosse amico del Facchinetti e di come instaurò i rapporti tra il figlio aviatore e i fuoriusciti italiani.

41 MAGNANI, Alberto, Ramon Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 124.

42 Ibidem.

43 Disponibile all’URL: < http://www.rojoyazul.net/biografias/franco_r.htm > [consultato il 15 settembre 2011].

44 Aderirono a questo patto le forze politiche repubblicane per convinzione, come i partiti della sinistra moderata. BENNASSAR, Bartolomè, La guerra di Spagna. Una tragedia nazionale, cit., p. 20; BEEVOR, Antony, La guerra civile spagnola, Milano, BUR, 2006, p. 35.

45 PRESTON, Paul, Francisco Franco, La lunga vita del Caudillo, cit., p. 71.

46 Ibidem, p. 72.

47 Si è ipotizzato che Ramón rifiutò l’offerta di aiuto del fratello, non per una questione ideologica, viste le suo abilità camaleontiche in tale ambito, ma per fiuto politico. Non volle rescindere i suoi legami con l’opposizione repubblicana perché credeva nell’imminente caduta della monarchia e un’adesione alla repubblica gli avrebbe potuto dare grandi vantaggi. Cfr. MAGNANI, Alberto, Ramon Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 125.

48 De CISNEROS, Hidalgo, Cielo rosso di Spagna, Roma, Editori riuniti, 1969, p. 69.

49 FRAGOSO DEL TORO, Víctor, SCIAMANNINI, Raniero, Spagna repubblicana, Istituto Editoriale del Mediterraneo, 1965, p 227; ALESSI, Marco, La Spagna. Dalla monarchia al governo di Franco, Milano, Istituto per gli studi di politica internazionale, 1937, p. 315; URL: < http://www.rojoyazul.net/biografias/franco_r.htm > [consultato il 15 settembre 2011].

50 DOS PASSOS, John, Tempi migliori, Milano, Dalai, 2006, p. 287.

51 PRESTON, Paul, Francisco Franco, La lunga vita del Caudillo, cit., p. 74.

52 NEBIOLO, Gino, L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi, Rubettino, Soveria Mannelli, 2006. Nebiolo riporta il testo dello stesso Bassanesi, pubblicato come opuscolo quattro anni dopo l’incontro con Ramón Franco.

53 PALMA, Paolo, Una bomba per il Duce: la centrale antifascista di Pacciardi a Lugano 1927-1933, cit., p 222. Il Palma scrive di un fiduciario di Nizza che riferisce di un incontro, avvenuto il 4 gennaio 1931, tra i capi repubblicani e Ramón Franco.

54 Ibidem, p. 108, nota 56. Tra i firmatari del documento vengono nominati, gli scrittori Thomas Mann, Raimond Rolland, Edoardo Ortega y Gasset, gli storici Bolton King, Arnold Toynbee, i filosofi Ernest Cassirer e John Dewey e lo psicologo ginevrino Edouard Claparede.

55 NEBIOLO, Gino, L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi, cit., p. 159.

56 MAGNANI, Alberto, Ramon Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 126.

57 Archivio Centrale dello Stato, Pubblica Sicurezza, Affari Generali e Riservati, prima sezione, 1932, b. 70.

58 Quaderni di Giustizia e Libertà, 1932-1935. Torino, Bottega di Erasmo, 1959, p. 15.

59 Ministero Affari Esteri, Politica, b. 2, telegramma 106 del 2 maggio 1932.

60 GAROSCI, Aldo, Vita di Carlo Rosselli, vol. I,Roma, Edizioni U, 1945, , p. 234; PALMA, Paolo, Una bomba per il Duce: la centrale antifascista di Pacciardi a Lugano 1927-1933, cit., p. 280.

61 MAGNANI, Alberto, Ramon Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 128.

62 NEBIOLO, Gino, L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi, cit., p. 160.

63 GAROSCI, Aldo, Vita di Carlo Rosselli, cit., p. 236.

64 Bassanesi fa spesso riferimento alla sua esperienza a Getafe nel suo opuscolo riportato in NEBIOLO, Gino, L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi, cit., pp. 160-163.

65 PALMA, Paolo, Una bomba per il duce, cit., p. 278. In nota 23 a p. 303, il Palma riporta anche le informative che il fiduciario Di Stefano inviava da Madrid, nelle quali sosteneva che l’aereo che avrebbe dovuto bombardare Villa Torlonia o Palazzo Venezia, sarebbe stato sottratto dal campo d’aviazione di Madrid con la complicità di Ramón Franco.

66 Archivio Centrale dello Stato, SPD, Carteggio Riservato 1922-1943, informazione fiduciaria, 11.12.1931 del Vezzari, fiduciario dell’OVRA n. 235. Questo, in una delle sue informative, scrisse che alcuni “profughi”, sotto falso nome, avevano preso lezioni di pilotaggio presso il campo di Getafe, nell’aeroscuola del comandate Ortiz. Vezzari riportava delle notizie ricevute da due informatori della sua rete, Cirillo e Garrido.

67 MAGNANI, Alberto, Ramón Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 128.

68 FUCCI, Franco, Ali contro Mussolini. I raid aerei antifascisti negli anni Trenta, cit., pp. 201-219, riporta integralmente lo scritto di Giovanni Bassanesi, Quando Ramon Franco voleva uccidere Mussolini, p. 213.

69 GAROSCI, Aldo, Vita di Carlo Rosselli, cit., p. 237.

70 NEBIOLO, Gino, L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi, cit., pp. 160-163.

71 GAROSCI, Aldo, Vita di Carlo Rosselli, cit., p. 237.

72 MAGNANI, Alberto, Ramón Franco e gli antifascisti italiani 1930-1932, cit., p. 130. Si veda anche FRANZINELLI, Mimmo, I tentacoli dell’OVRA. Agenti, collaboratori e vittime della polizia fascista, Torino, Einaudi, 1999, p. 255.

73 PALMA, Paolo, Una bomba per il duce, cit., p. 321 et seq.

74 URL: < http://www.treccani.it/enciclopedia/macia-i-llussa-francesc/ > [consultato il 12 dicembre 2012].

75 Ricordiamo anche Macià tra i fondatori del partito Esquerra Republicana de Catalunya.

76 CASALI, Luciano, Società di massa, giovani, rivoluzione. Il fascismo di Ramiro Ledesma Ramos, Bologna, Clueb, 2002, pp. 154-170.

77 ELORZA, Antonio, Le radici ideologiche del franchismo, in ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA (a cura di), Per una definizione della dittatura franchista, Milano, Franco Angeli, 1990, Milano, p. 60. Disponibile anche sul sito dell’Istituto Parri. URL: < http://www.istitutoparri.eu > [consultato il 15 novembre 2012].

78 Cfr. «España hoy. Carta al comandante Franco. ¡Hay que hacer la Revolución!», in La Conquista del Estado, 9, 9 maggio 1931, p. 1, cit. in JIMÉNEZ GALOCHA, José Manuel, SERVER, Gabriel, Ramiro Ledesma Ramos, Obras Completas, t. III, Barcelona, Ed. Nueva República, 2004, pp. 147-148.

79 MONTALBÁN, Manuel Vázquez, «Sobre los falsos testimonios contra Don Ramón Franco Bahamonde», in El Pais, Madrid, 29 agosto 2003.

80 De CISNEROS, Hidalgo, Cielo rosso di Spagna, cit., p. 69.

81 Trad. «Non rinneghi, Vostra Eccellenza, le scarse simpatie che suo fratello suscitava tra i commilitoni della Forza Aerea del glorioso esercito nazionale, con le sue stravaganze del recente passato, quando fu pioniere della sovversione capace di sorvolare il Palazzo Reale per effettuare un bombardamento o quando fuggì da prigioni militari nel periodo della monarchia per cospirare da Parigi a favore della Seconda Repubblica Spagnola o quando ottenne la carica di deputato per la Esquerra Repubblicana di Catalogna, formazione separatista, anti spagnola e sostanzialmente anti monarchica, di fronte a un trono in decadenza […]».

82 PAYNE, Stanley G., The Franco Regime, 1936-1939, cit., p. 195 e nota 91.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica digitale

Edoardo Grassia, «Ramón Franco Bahamonde: dalle imprese aviatorie all’adesione al ‘Alzamiento’»Diacronie [Online], N° 12, 4 | 2012, documento 7, online dal 29 décembre 2012, consultato il 09 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/2526; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.2526

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Autore

Edoardo Grassia

Edoardo Grassia, laureato in Sociologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, è ora studente del corso di laurea in Storia presso la stessa università. Si è occupato dell’Aviazione Legionaria da Bombardamento, da cui è nata la pubblicazione: L’Aviazione Legionaria da bombardamento (Spagna 1936-1939). Iniziare da stanotte azione violenta su Barcellona, Roma, IBN Editore, 2009. Svolge regolarmente attività di studio e di ricerca in ambito storico-sociale e storico-militare.
URL: < http://studistorici.com/progett/autori/#Grassia >

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