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III. Recensioni
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Diego Dilettoso, La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio

Michele Mioni
Notizia bibliografica:

Diego Dilettoso, La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio, Milano, Biblion, 2013, 317 pp.

Testo integrale

Diego DILETTOSO, La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio, Milano, Biblion, 2013, 317 pp.Visualizza l'immagine
Credits: Diego DILETTOSO, La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio, Milano, Biblion, 2013, 317 pp.
  • 1 Tra i lavori più importanti o conosciuti sulla vita di Carlo Roselli, come GAROSCI, Aldo, La vita d (...)
  • 2 DILETTOSO, Diego, La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio, Mi (...)

1Il filone di studi biografici su Rosselli, sul suo pensiero e sull’impatto della sua attività politica all’interno dell’antifascismo italiano prima, durante e dopo l’esilio parigino è da sempre fiorente e in continuo aggiornamento1. Ultimo in ordine di tempo in questo campo di studi biografici, è il lavoro La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio2 dello storico Diego Dilettoso, un “italiano di Parigi”.

2Il suo lavoro, sotto un profilo metodologico, cerca di unire una tradizione storiografica focalizzata sul pensiero politico con lo studio dell’ambiente “reale” in cui tali idee furono in grado di evolversi. In realtà, questa biografia sui generis degli ultimi otto anni della vita e della militanza di Carlo Rosselli è un tentativo ben riuscito di rendere testimonianza dell’esperienza degli esuli in Francia (una Francia “ufficiale” spesso tutt’altro che solidale con il fuoriuscitismo antifascista), e precisamente in quella Parigi che era considerata il cuore della modernità europea e dell’antifascismo italiano. Per quanto possibile, l’autore cerca di dedicare uguale spazio sia al Rosselli “politico” e “intellettuale”, sia al Rosselli “privato”, per usare una dicotomia forse un po’ abusata. Inevitabilmente le due figure vanno a coincidere, eppure nelle pagine del libro di Dilettoso è possibile cogliere i frammenti di vita familiare – le vacanze nel Midi e nei dintorni parigini, le incerte condizioni di salute della moglie Marion, le cene nelle case dei compagni dell’esilio – ; gli interessi culturali che spaziavano dalla nuova cinematografia sovietica sino ai libri di Céline e, ovviamente, alla musica classica, passando per la frequentazione di cenacoli culturali e letterari parigini; i frequenti cambi di abitazione, dalla “filistea” e borghese Passy, alla centrale Place du Panthéon, vicini al cuore, e alla testa, della storia repubblicana e della sinistra francese.

  • 3 Ibidem. p. 66.
  • 4 Ibidem. pp. 68-72.
  • 5 Ibidem. pp. 204.
  • 6 Ibidem. pp. 270-271.

3L’altra grande protagonista del libro di Dilettoso è – più che la Francia –la «Parigi delle libertà»3, sebbene Carlo Rosselli restasse sempre rivolto emotivamente e politicamente all’Italia, rimanendo volutamente appartato dagli aspetti più “mondani” della vita parigina4. Gli anni dell’esilio furono invece passati in un frenetico attivismo, che vide il gruppo di Giustizia e Libertà affrancarsi dal “vecchio” antifascismo della Concentrazione Antifascista, per impegnarsi ad affermare la necessità dell’azione “diretta” contro il fascismo in Italia. Tale volontà d’azione spinse Rosselli a non adagiarsi sulle frequentazioni delle sedi parigine dell’emigrazione politica “ufficiale”, ma a considerare Parigi come il punto d’appoggio per proiettare la lotta contro il fascismo su scala europea. Egli, infatti, antepose la militanza politica giellista agli stessi affetti familiari, i quali, rispetto a quel «mondo nuovo [che] nasce»5 nella guerra in Catalogna, venivano apparentemente solo in un secondo momento. Questa sua posizione “defilata” rispetto alle altre componenti e personalità dell’antifascismo in esilio fu ad ogni modo favorita anche dalle condizioni economiche agiate della famiglia Rosselli, come suggerito anche dall’autore6. La relativa tranquillità economica permise a Carlo di estendere la sua rete di relazioni sociali ben aldilà del solo contesto antifascista italiano “geograficamente” circoscritto perlopiù ai quartieri settentrionali di Parigi. Ciò significò entrare in contatto con un ambiente politico e intellettuale sicuramente più trasversale di quelli legati direttamente ed esclusivamente ai partiti operai transalpini, dato che la stessa Giustizia e Libertà non aveva referenti diretti nel panorama politico francese dell’epoca.

  • 7 Su Marcel Déat, si veda la biografia di COINTET, Jean-Paul, Marcel Déat: du socialisme au national- (...)
  • 8 DILETTOSO, Diego, La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio, pp (...)

4L’obiettivo dell’autore di fornire una “biografia geografica” degli anni parigini del leader di G.L. – di rendere conto cioè del contesto politico e ambientale entro cui il suo pensiero si è evoluto fino a Bagnoles-de-l’Orne attraverso una guida della “Parigi di Rosselli” – è supportato dall’uso di foto d’epoca, di lettere, e dalla minuziosa ricostruzione degli indirizzi di case, sedi di partito e di giornali, brasseries, cinema e luoghi di ritrovo di esuli e associazioni politiche. L’apparato fotografico e l’uso di documenti di prima mano – molti dei quali inediti – attraverso una rigorosa ricerca d’archivio tra Italia e Francia non possono che impreziosire questo libro, che ha il merito di dare testimonianza quasi “palpabile” del modo in cui le idee circolavano e permisero agli antifascisti italiani di entrare in contatto con le nuove tendenze che si stavano sviluppando in seno al socialismo europeo e francese. Fanno parte di quel periodo, per esempio, la corrispondenza avuta tra Carlo Rosselli e il dirigente néo-socialista Déat, in seguito pesantemente compromesso con Vichy7; la collaborazione – sebbene sporadica – con le riviste dell’ambiente dei “non-conformisti” francesi; la conferenza tenuta all’École Normale Supérieure sulla guerra civile in Spagna; la consuetudine con i cafés di Montparnasse sotto lo sguardo vigile delle spie fasciste e degli stessi cagoulards francesi che assassineranno i due fratelli Rosselli il 9 giugno 1937. Una nota a parte merita, invece, la frequentazione con lo storico di origine ebraica Élie Halévy, già conosciuto dal giovane Rosselli a Firenze negli anni Venti. Carlo divenne un ospite pressoché fisso di casa Halévy, dove ebbe modo di entrare in contatto con l’ambiente artistico e accademico parigino, e con numerosi intellettuali provenienti, soprattutto, dall’Ecole Normale Supérieure tra cui spiccano i nomi di Dominique Parodi e di Raymond Aron.8

  • 9 Ibidem. pp. 271-272.
  • 10 Ibidem. pp. 282-308.

5Un altro tassello della bibliografia su Carlo Rosselli va quindi a comporsi nel contributo di Dilettoso. Il libro, in effetti, non fornisce nuove interpretazioni riguardanti la teoria politica dell’autore di Socialismo Liberale o sul processo di formazione del movimento politico di “Giustizia e Libertà”, specie in relazione ai rapporti con gli altri partiti della Concentrazione Antifascista, sebbene – come lo stesso autore suggerisce – la sporadica frequentazione dei luoghi “istituzionali” del fuoriuscitismo italiano suggerisca anche “fisicamente” una distanza che è anzitutto politica9. D’altronde non è questo lo scopo principale dell’autore. La consolidata storiografia in materia fornisce il necessario “background” per l’approfondimento della vicenda biografica e intellettuale di Rosselli durante l’esilio parigino. Nondimeno, il lavoro di Dilettoso si presenta innovativo nella forma e molto rigoroso da un punto di vista storiografico. Si pensi alle planimetrie di Parigi “sulle orme di Rosselli” (i percorsi rosselliani in appendice al suo lavoro)10; all’apparato fotografico riguardante tanto la Parigi dell’entre-deux-guerres e dell’antifascismo italiano in esilio quanto i frammenti di vita familiare dei Rosselli; ai carteggi privati. Tutti documenti che rendono piacevole la lettura del libro e al tempo stesso forniscono la base per futuri approfondimenti storiografici.

  • 11 Sull’attualità e l’influenza di Rosselli nel pensiero politico contemporaneo, si veda BAGNOLI, Paol (...)
  • 12 DILETTOSO, Diego, op.cit., p. 206.

6Come è stato notato, il pensiero socialista e liberale di Rosselli è tutt’oggi attuale11; esso vive ancora attraverso le pagine di Socialismo Liberale, delle numerose riviste pubblicate durante la lotta antifascista, e attraverso il grande lavoro storiografico e biografico che ancora oggi circonda la sua figura. Il libro di Dilettoso cerca di fornirci anche una concreta ricostruzione geografica e “visiva” della vita di Rosselli e dei suoi ultimi anni, quelli che – dopo la prima pubblicazione parigina di Socialismo Liberale e la fondazione di GL – gli hanno assicurato un posto di primissimo piano nel “pantheon” dell’antifascismo italiano e nella sua eredità politica. Nel farlo, l’autore cerca, per quanto possibile, di privilegiare la dimensione familiare e “quotidiana” di Carlo; eppure, ancora una volta il ritratto che ne esce è quello di un uomo che ha – tragicamente – identificato fino all’ultimo la sua vita con l’impegno politico e con la battaglia contro il fascismo, subordinando anzi gli aspetti più personali e privati alla lotta per il socialismo e la democrazia, perché egli la considerava – come scrisse alla moglie Marion – «un’opera santa, grande, per cui tu pure riconosci tutto va sacrificato, salute dei figlioletti a parte»12.

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Note

1 Tra i lavori più importanti o conosciuti sulla vita di Carlo Roselli, come GAROSCI, Aldo, La vita di Carlo Rosselli, 2 voll., Roma-Firenze-Milano, Edizioni U, 1945; le opere di TRANFAGLIA, Nicola, Carlo Rosselli dall’interventismo a “Giustizia e Libertà”, Bari, Laterza, 1968, ID., Carlo Rosselli e il sogno di una democrazia sociale moderna, Milano, Dalai Editore, 2010; BAGNOLI, Paolo, Carlo Rosselli: tra pensiero politico e azione, Firenze, Passigli, 1985; CALABRÒ, Carmelo, Liberalismo, democrazia, socialismo, Firenze, Firenze University Press, 2009. Sulle dinamiche inerenti all’assassinio dei fratelli Rosselli, con taglio più divulgativo, ma ampio uso di fonti, si veda FRANZINELLI, Mimmo, Il delitto Rosselli. 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico, Milano, Mondadori, 2007.

2 DILETTOSO, Diego, La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio, Milano, Biblion, 2013.

3 Ibidem. p. 66.

4 Ibidem. pp. 68-72.

5 Ibidem. pp. 204.

6 Ibidem. pp. 270-271.

7 Su Marcel Déat, si veda la biografia di COINTET, Jean-Paul, Marcel Déat: du socialisme au national-socialisme, Paris, Perrin, 1998.

8 DILETTOSO, Diego, La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio, pp. 150-155.

9 Ibidem. pp. 271-272.

10 Ibidem. pp. 282-308.

11 Sull’attualità e l’influenza di Rosselli nel pensiero politico contemporaneo, si veda BAGNOLI, Paolo, Carlo Rosselli: un pensiero che torna in ID., Il socialismo delle libertà, Firenze, Edizioni Polistampa, 2002, pp. 34-49.

12 DILETTOSO, Diego, op.cit., p. 206.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica digitale

Michele Mioni, «Diego Dilettoso, La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio»Diacronie [Online], N° 20, 4 | 2014, documento 18, online dal 01 décembre 2014, consultato il 11 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/1817; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.1817

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Autore

Michele Mioni

Dottorando in cotutela presso l’Imt di Lucca (Political History) e presso l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, con una tesi sulle politiche in sociali in Gran Bretagna, Francia e Italia durante la Seconda guerra mondiale. I suoi principali interessi di ricerca vertono attorno alla storia del pensiero politico ed economico del XX secolo, alla storia delle politiche sociali e alla storia comparata dei partiti politici nel secondo dopoguerra.

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