Prefazione n. 20 – dicembre 2014
Testo integrale
Credits: by Cino on Flickr (CC BY-SA 2.0)
IL NUMERO 20… CINQUE ANNI DOPO
1Cinque anni fa, nel novembre del 2009, nasceva la rivista «Diacronie. Studi di storia contemporanea». Solo alcuni mesi prima un gruppo di studenti, accomunati dall’esperienza di studio nel dipartimento di Storia dell’Università di Bologna, decideva di realizzare uno spazio online per dare visibilità ai lavori di ricerca portati avanti individualmente; il progetto, successivamente, si sviluppava e approdava all’idea di dar vita ad un luogo di confronto e di dibattito. Nasceva così l’idea della rivista: il primo numero aveva come filo conduttore il tema dei confini; su questo argomento, a distanza di 20 anni dalla caduta del muro di Berlino, i redattori della rivista decisero di confrontarsi.
2A partire da questa prima esperienza è maturata la consapevolezza – cresciuta insieme al numero dei fascicoli della rivista – di poter dar vita ad un’occasione di confronto e di diffusione delle conoscenze in ambito storico. L’essere sorti in maniera indipendente e autonoma dal mondo accademico – pur collaborando e dibattendo con questo – ci ha consentito di mantenere un’assoluta libertà decisionale; una libertà che coincide con la piena assunzione di responsabilità per la linea editoriale e per gli errori nei quali – inevitabilmente – si incappa. La stessa libertà che pesa ogni volta in cui ci si confronta con il lavoro redazionale, portato avanti volontariamente nel corso di questi anni dai soli redattori e senza sostegni, né economici, né istituzionali. Per questo diciamo grazie a chi, in questi anni, ha fatto parte della redazione e ha fornito il proprio tempo, le proprie competenze, le proprie energie e la propria passione per la realizzazione di questo progetto; esprimiamo la massima riconoscenza nei confronti di tutti i nostri collaboratori, sempre disponibili a fornirci il loro prezioso aiuto; ringraziamo il comitato scientifico, i docenti, i ricercatori e gli autori che hanno partecipato a vario titolo ad ognuno dei singoli numeri.
3Dopo cinque anni dalla registrazione della rivista, siamo stati riconosciuti dall’ANVUR come pubblicazione scientifica, siamo stati inseriti tra le riviste presenti sulla piattaforme DOAJ e su Dialnet, siamo approdati – e presto saremo online – su revues.org e facciamo parte delle riviste catalogate sull’ACNP.
4Utilizzare un supporto immateriale per la pubblicazione ci ha consentito di accorciare distanze e tempi, rendendo possibile la diffusione di conoscenze provenienti da altre parti del mondo e da altre esperienze di studio; ci ha permesso di non doverci porre il problema degli spazi e dei costi, gravame che avrebbe certamente ucciso il progetto nella culla. Scegliere di pubblicare su internet è stata una piacevole necessità, che ci ha portato ad aprirci ad alcune esperienze internazionali di collaborazione (quella con le riviste brasiliane «Chronidas» e «Cadernos do Tempo Presente» e quella francese «Etudes Corses») e di blogging (Devenir historien-ne). Tutte queste esperienze nascono da contatti coltivati nel tempo, sviluppati e divenuti patrimonio comune della rivista e dei lettori. La stessa redazione di Diacronie è l’espressione della diaspora comune a tutti coloro che decidono di proseguire l’esperienza di ricerca nel mondo attuale. Questo allontanarsi si è così trasformato nell’opportunità di stringere relazioni e ampliare l’orizzonte delle proprie conoscenze: i singoli membri della redazione, pur essendo distanti fisicamente, fanno rete per diffondere la ricerca. Se la stanzialità e la stabilità lavorativa sono dunque utopie irrealizzabili nell’epoca attuale, abbiamo deciso di puntare sulla continuità delle relazioni, sulla loro moltiplicazione e sulla libera diffusione delle conoscenze offerte dalla rete.
5Abbiamo cercato di far corrispondere a quanto realizzato in forma virtuale anche un’applicazione pratica: Diacronie ha realizzato diversi incontri sul tema della Digital History (in collaborazione con l’European Association of Digital Humanities, l’Università Italo Francese, il Cursus intégré franco-italien d’Histoire et civilisations comparées, il Collegio Superiore, l’Université Paris 7 e l’Università di Bologna).
6Una delle nostre speranze, quando mettemmo in piedi questo progetto, era quella di ridurre la distanza tra i luoghi di formazione dello storico (i corsi di laurea e i master) e gli spazi dedicati alla diffusione della ricerca. Non siamo in grado di poter dire di esserci riusciti, ma certamente di averci provato e di volerci provare.
7Proprio a partire da alcune delle premesse da cui è nata «Diacronie. Studi di storia contemporanea», riproponiamo un secondo Laboratorio, concepito come spazio di pubblicazione per i lavori svolti dagli studenti dei corsi di Laurea Magistrale; la speranza è sempre quella che esperienze come Diacronie possano moltiplicarsi e che si diffonda un numero sempre maggiore di spazi di confronto e di discussione e – auspicabilmente – riviste indipendenti, che consentano di ridurre la distanza fra chi scrive e chi legge, senza per questo perderne in scientificità o in serietà.
8Buona lettura.
Per citare questo articolo
Notizia bibliografica digitale
Jacopo Bassi e Deborah Paci, «Prefazione n. 20 – dicembre 2014», Diacronie [Online], N° 20, 4 | 2014, online dal 01 décembre 2014, consultato il 09 décembre 2024. URL: http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/diacronie/1662; DOI: https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/diacronie.1662
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