Roberta Durante
Texte intégral
Non mi vorrei sbagliare ma ho sognato
una pace profonda, un regno solare, un verso magico
un pifferaio che m’incanta come il mondo.
E con che faccia adesso incontro il prossimo
con le bave alla bocca che colano
come filanti collanti liquidi di umori desideràli?
a questo punto guarda per avere una certezza
vorrei vedere te a ricordare i sogni per metà
a mescolare mondi e desideri come conchiglie
trascinate continuamente dall’uno all’altro mondo
sabbia e mare sabbia e mare terra e acqua
acqua azzurra acqua chiara, sogno in trasparenza
conchiglia cara che sostieni corpi molli senza
scheletro ma anche me mio feretro.
Mi hanno messo su — sotto questi due piedini da miniera
da Minerva scalza combattente mai all’altezza
due marche da ballo, due note, due suoni speciali
che lasciano strada per strada le orme che conti
come piccolissimi semi di lino o come alghe mamai
d’acqua dolce appese a seccare sull’Isola dei morti
erbe per decorare salvate dal sole.
Io uguale per te tuo merletto di strega
scampata alla strage, tuo asciutto mingherlinamento-
decorazione-pugno sotto il mento-tortura tremenda
come solo una barba di parole e occhi-nocciole.
Vorrei mostrarvi adesso i labili confini
la mia cartina politica dove vedi distintamente
un pezzo rosa frastagliato con le coste bagnate
dai popoli del nord e scopiettii saraceni.
Il resto, le dogane, sorvegliate notte e giorno
dagli insetti come fossi morta.
E solo in lontananza si alza una fata morgana
coprendo per intero lo scivoloso emisfero.
Ovvero io invero di nuova in forma d’illusione
la mia conformazione territoriale cartina fisica stavolta
stravolta col clima che mi tempera e mi gela
cartina vera.
La famiglia dei cigni selvatici
corre lungo la linea d’ombra del mio cuore
grasso, sbrodolone, fattorino del sangue.
I cigni sembrano cantare canzoni conosciute
gli uccelli sanno la Marsigliese, canzoni ebraiche
l’inno alemanno, le sigle dei cartoni animati
e sbattono le ali contro i villi, continuano la corsa
di questa vita interna fatta di pulsare e di pensieri
da svernare in voce libera, corda vocale
fuori tuta di ortica dentro mi sento un’orchestra
animale. Saranno mica i musicanti di Brema
che gozzovigliano intorno a ciò che resta?
o le creature a coppie di Noè? solo se ascolti
la mia voce fiabesca la sentirai parlare
una lingua straniera, epocale a tratti volgarissima
ragliante, latinamente forse comprensibile
ma destinata a rerum frammentarsi, disperdersi
su terra conquistata come rasata
barba longo-barda.
Pour citer cet article
Référence électronique
« Roberta Durante », Cahiers d’études italiennes [En ligne], 38 | 2024, mis en ligne le 01 mars 2024, consulté le 08 décembre 2024. URL : http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/cei/14066 ; DOI : https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/cei.14066
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