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Società, culture, rappresentazioni

Improvvisamente l’inverno scorso1

Luca Ragazzi et Gustav Hofer
p. 235-237

Texte intégral

  • 1 La testimonianza di Luca Ragazzi e Gustav Hofer che riportiamo qui prende spunto dalla proiezione d (...)

1Strano dover parlare adesso di questo film documentario che ormai ha quasi quattro anni di vita. Dalla sua prima mondiale al Festival di Berlino nel 2008, Improvvisamente l’inverno scorso ha viaggiato per più di duecento festival (record assoluto per un documentario italiano), ha vinto decine di premi (tra cui il prestigioso Nastro d’Argento) e soprattutto ha fatto sapere al mondo come si sta — male — in Italia oggi, soprattutto se sei un gay in coppia e sei praticamente invisible per la società.

2L’articolo 3 della nostra costituzione (che, sia detto, è una gran bella costituzione) recita così:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

3Peccato che queste belle parole non trovino nessun riscontro nella vita reale.

4L’ingerenza del Vaticano nella vita politica del nostro paese va di pari passo con la mancanza di coraggio dei nostri politici, con la loro incapacità di guidare i cittadini e traghettarli verso il futuro, che ormai è arrivato ovunque (si è soliti chiamarlo ‘progresso’), tranne che da noi, dove a comandare sono generalmente uomini vecchi e ingenerosi che si sono dimenticati di passare il testimone alle nuove generazioni.

5Quando abbiamo intrapreso questo viaggio, non potevamo immaginare dove ci avrebbe portati.

6Con il nostro documentario non volevamo cambiare il mondo, pensavamo solo di raccontare la nostra storia a pochi intimi, amici e familiari; l’essere selezionati e insigniti della menzione speciale al Festival di Berlino ha cambiato il corso degli eventi.

7Proiettando il nostro documentario in giro per il mondo (e a Grenoble due volte, la prima per il festival di cinema gay e lesbico Vues d’en face e la seconda, solo virtualmente, per una videoconferenza) abbiamo raccolto giudizi disparati.

8Abbiamo vinto premi in Argentina, in Corea, in Spagna, in Canada, in Uruguay.

9Improvvisamente l’inverno scorso è uscito nelle sale a Bangkok in Thailandia. Sembra incredibile, no? In DVD in Inghilterra, Spagna e Portogallo. Le televisioni di molti paesi lo hanno trasmesso in prima serata (in Svezia addirittura la sera di Pasqua!).

10In Italia, la televisone pubblica lo ha comperato per NON mandarlo in onda.

11A ridosso di ogni proiezione la nostra casella di posta viene intasata di e-mail molto belle e sincere che parlano di omofobia, di diritti negati, di leggi che tardano ad arrivare. La cosa curiosa e dolorosa allo stesso tempo è che, in questi ultimi tre anni, leggi sul riconoscimento delle coppie gay sono state fatte in paesi che notoriamente erano considerati più retrogradi rispetto all’Italia (parlo del Portogallo o dell’Uruguay, che notoriamente non fanno parte del G8).

12Se anche noi due decidessimo di sposarci all’estero laddove è possibile farlo per una coppia gay (Canada, Spagna, Inghilterra), una volta varcato il confine per rientrare in Italia il nostro matrimonio sarebbe annullato. Per motivi di «ordine pubblico», secondo una circolare dell’allora ministro dell’Interno Amato, che invitava solerte ad abbassare le mutande se necessario a uno dei coniugi per verificare il sesso laddove ci fossero ambiguità.

13Senza volerlo siamo diventati il volto di questa battaglia per i diritti civili. Al Festival di Amnesty International in Olanda ci hanno conferito l’attestato di «difensori dei diritti umani» alla stregua di persone impegnate nella striscia di Gaza o nel combattere la pratica dell’infibulazione. «Ma loro non sono in un paese del primo mondo», ci hanno risposto quando abbiamo manifestato la nostra perplessità.

14Il problema è questo, che noi italiani dovremmo smetterla di crogiolarci nell’idea di essere ancora nel primo mondo, nella ricca e civile Comunità Europea, perché è ormai evidente a tutti che siamo nel secondo…

15Eppure, c’è ancora qualcosa in questo piccolo e bistrattato paese dalla curiosa forma di uno stivale, che ci trattiene dal fuggire anche noi come già molti dei nostri amici hanno fatto (per andare a Barcellona? A Berlino? A Toronto?)…

  • 2 Il riferimento è qui al governo Berlusconi, in carica nel 2010 [N.d.C.].

16Portando il nostro film su e giù per l’Italia, ospiti di volta in volta di cinema, associazioni culturali, biblioteche, cineclub, abbiamo incontrato l’Italia migliore, quella più generosa e aperta, quella che non ha votato per questo governo2 e che crede ancora negli ideali di giustizia e uguaglianza. Non ce ne dimenticheremo tanto presto. E benché la tentazione di unirci anche noi ai cervelli in fuga faccia sempre più breccia nei nostri animi (andare a Barcellona? A Berlino? A New York?), per adesso abbiamo deciso di restare.

17Non fosse per la curiosità di vedere come va a finire.

18Se mai ci sarà una legge per le coppie di fatto anche in Italia allora noi ci sposeremo presto. Ovviamente siete tutti invitati.

19                                                                             Gustav & Luca
     o Luca & Gustav, come dicono gli amici, perché suona meglio.

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Notes

1 La testimonianza di Luca Ragazzi e Gustav Hofer che riportiamo qui prende spunto dalla proiezione del loro film documentario Improvvisamente l’inverno scorso in occasione del convegno internazionale «On ne naît pas… on le devient». I gender studies e il caso italiano, tenutosi a Grenoble nel novembre del 2010. Alla visione del film è seguita una lunga ‘video-chiacchierata’ con i registi, che hanno avuto l’amabilità di rispondere al fuoco di fila delle domande dei convegnisti e del pubblico nonché, post factum, di inviarci questo bilancio di Improvvisamente. Gliene siamo particolarmente grati [Nota dei curatori].
Delle foto del film sono disponibili al seguente indirizzo: <www.suddenlylastwinter.com/improvvisamente/page45/page45.html> (data di ultima consultazione 8 dicembre 2012).

2 Il riferimento è qui al governo Berlusconi, in carica nel 2010 [N.d.C.].

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Pour citer cet article

Référence papier

Luca Ragazzi et Gustav Hofer, « Improvvisamente l’inverno scorso »Cahiers d’études italiennes, 16 | 2013, 235-237.

Référence électronique

Luca Ragazzi et Gustav Hofer, « Improvvisamente l’inverno scorso »Cahiers d’études italiennes [En ligne], 16 | 2013, mis en ligne le 15 décembre 2014, consulté le 11 décembre 2024. URL : http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/cei/1195 ; DOI : https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/cei.1195

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Auteurs

Luca Ragazzi

Gustav Hofer

Luca Ragazzi (1971-) e Gustav Hofer (1976-) sono registi, documentaristi e sceneggiatori, giornalisti, conduttori televisivi, critici cinematografici. Gustav è presentatore del Journal de la culture per l’emittente Arte. Insieme hanno diretto Improvvisamente l’inverno scorso, 2008 (che ottiene una menzione speciale al Festival del Cinema di Berlino nonché il Nastro d’Argento come miglior documentario nel 2009) e Italy: Love it, or Leave it, 2011.

Luca Ragazzi (1971-) et Gustav Hofer (1976-) sont réalisateurs, documentalistes et scénaristes, journalistes, présentateurs à la télévision, critiques cinématographiques. Gustav est aussi conducteur du Journal de la culture pour la chaîne de télévision Arte. Ils ont réalisé ensemble Improvvisamente l’inverno scorso, 2008 (qui a obtenu une mention spéciale au Festival du cinéma de Berlin et un Ruban d’argent pour meilleur documentaire en 2009) et Italy: Love it, or Leave it, 2011.

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