Graziano Graziani, Stati d’eccezione. Cosa sono le micronazioni
Graziani, Graziano. Stati d’eccezione. Cosa sono le micronazioni. Edizioni dell’asino. I libri de lo straniero. Collezione le muse furiose. Senza luogo d’edizione, 2012.
Texte intégral
1Vi è un detto comune in inglese : “no man is an island”, nessun uomo è un’isola. Come succede sovente con i proverbi e la saggezza ereditata dalla tradizione, è sbagliato. Ogni uomo vorrebbe essere un’isola. Questa è forse la lezione da trarre da questo bel libro pubblicato in un volume compatto e ben fatto dalle Edizioni dell’asino, che tratta di uno dei sogni più frequenti e meno frequentemente realizzati che abbiano mai agitato le notti degli uomini: quello dell’indipendenza.
2Diviso in dieci sezioni, ognuna consacrata a una materializzazione particolare, nel tempo e nello spirito, di questo inarrestabile desiderio di autonomia, il volume parte da una concisa introduzione, che confessa l’attrazione sentita dall’autore per le “microscopiche epopee” che marcano lo sviluppo dei talvolta impercettibili stati dei quali ha condensato qui il destino. Seguono, a ritmo serrato e in numero variabile da tre a sei per sezione, le storie inverosimili, ma sempre affascinanti, della nascita, del decorso e in alcuni casi della fine, di nazioni dall’estensione variabile e dalla durata imprevedibile. Si va dalle pretese estreme di Celestia, che unisce sotto la sua bandiera l’universo intero al di fuori di quella che C.S. Lewis chiamava “the silent planet” (e che in quanto tale è indubbiamente la più grande micronazione che si possa immaginare), alle esperienze ben più modeste dell’Isola delle Rose – paese artificiale ingiustamente invaso dallo stato italiano malgrado si trovasse al di là delle sue acque territoriali – fino ai gesti fieri e disperati che hanno portato alla creazione del regno di Auracanía e Patagonia, o alla Repubblica dei Piani Sottani. Megalomania, avventurismo, idealismo, protesta ostinata, goliardia, provocazione estetica, disprezzo dell’autorità, semplice voglia di tagliare i ponti con il mondo; numerosissime ragioni alla base della creazione di territori dai nomi stravaganti ed evocatori: Talossa, Sealand, Impero degli Stati Uniti, Cihangir, Bosgattia, Freedonia, Mapsulon, Waveland e molti altri ancora. Stati virtuali accanto a stati mentali, isole sperdute in compagnia di paesini isolati, regioni ribelli accomunate a gesti provocatori. Ognuno di essi con in comune un’attitudine di sfida ostinata e beffarda verso le pretese antiche delle nazioni che si ostinano a far passare per veritiere genealogie spesso non meno fragili, e rivendicazioni che la forza o l’età unicamente sorreggono. Artisti e contadini. Pazzi o ritenuti tali e cacciatori di fortuna. Originali e poeti. Ribelli ognuno, chi più, chi meno, ma sempre disposti a ergersi ostinatamente contro la schiacciante autorità di nazioni che alternano nei loro confronti seccata insofferenza, sopportazione condiscendente e aperta ostilità. Parodie di autorità: francobolli e biglietti di banca fatti a mano, nazionalità in vendita, passaporti sovraccarichi di tutti i crismi dell’ufficialità dirottati poi da falsari nigeriani in cerca di un bel colpo gobbo. Migliaia di pachistani che acquistano inconsapevoli il sogno di una cittadinanza scandinava. Deliri e speranze su carta stampata.
3Sarebbe piaciuto, accanto a questi paesi sconosciuti o dimenticati, ignorati o sottostimati, vedere anche le nazioni immaginarie che hanno tracciato i loro labili confini sulle cartine della letteratura. La Ruritania di Anthony Hope, la Pavonia di Chesterton, il dominio precario del generale Sutter di cui narrava Cendrars, la Magellania del Kaw-djer di Giulio Verne o magari perfino la Syldavia di Hergé, il creatore di Tintin, o il Bretzelburg di Franquin, il papà di Spirù. Ma non conviene chiedere troppo. Né chiedere altro di quanto si è voluto dare, e si è dato con chiarezza, con simpatia e con compassione. Nel suo pellegrinaggio tra nazioni impossibili e utopie generose, Graziani ci fa riflettere su cosa vuol dire il vivere in comune, sulle motivazioni che portano talora certuni a rinunciare ai legami imposti per proporne di nuovi, e di meno pesanti. Un bel libro, ben scritto, che fa riflettere. È già tanto, e basta così.
Pour citer cet article
Référence électronique
Vittorio Frigerio, « Graziano Graziani, Stati d’eccezione. Cosa sono le micronazioni », Belphégor [En ligne], 12-1 | 2014, mis en ligne le 12 juin 2014, consulté le 23 mars 2025. URL : http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/belphegor/486 ; DOI : https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/belphegor.486
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