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Comptes rendus

Corinne Bonnet et Thibaud Lanfranchi (dir.), Les mots de l’Antiquité après

Maria Luisa Napolitano
p. 326-327
Référence(s) :

Corinne Bonnet et Thibaud Lanfranchi (dir.), Les mots de l’Antiquité après l’Antiquité, Toulouse, Presses Universitaires du Midi, 2023, 136 p. / ISBN 9782810712274, 10€

Texte intégral

1Questo vivace volumetto è incluso nella collana Les mots de, i cui testi, curati da specialisti del settore, sono caratterizzati dall’evidenza assegnata a sequenze di parole chiave, di cui si riportano le definizioni in relazione a un tema o a una disciplina; ad esempio, Les mots des partis politiques oppure Les mots de l’esclavage aux Amériques.

2Il titolo, Les mots de l’Antiquité après l’Antiquité, chiarisce immediatamente gli intenti del volume curato da Corinne Bonnet e Thibaud Lanfranchi, note e stimate antichiste, da anni molto attive nell’indagine sulla ricezione dell’antichità all’interno dell’équipe PLH-ERASME dell’Università di Tolosa “Jean Jaurès” e nel comitato di redazione della rivista Anabases.

3Il testo, le cui voci sono frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori tra cui la stessa curatrice Corinne Bonnet, si inquadra a pieno titolo negli studi sulla “réception de l’Antiquité”. Per l’aspetto tipografico e il linguaggio scorrevole il volume pare rivolgersi piuttosto agli operatori culturali in senso ampio che agli studiosi; ma in realtà non è così, data la notevole varietà delle voci considerate e degli ambiti disciplinari richiamati, tutti di grande interesse.

4Nozioni, idee e personalità del mondo classico greco e romano rappresentativi del loro tempo, ma che hanno anche attraversato la storia in percorsi di varia durata, si ripresentano in una rassegna stimolante e diversificata, dall’evo antico a momenti più recenti, e in direzione inversa, dall’attualità alle origini. I nominativi e le esposizioni si dispongono nella loro molteplicità in ordine alfabetico, come in una sorta di lexicon interculturale e poliedrico, in cui, ad esempio, la voce dedicata ad Alexandre le Grand si affianca a quella dedicata agli Antiquaires e questa alla nozione di Apocalypse cui segue l’esposizione su Aspasie; la presentazione di Caton l’Ancien – Caton d’Utique precede la voce Censure e da questa si passa a Chateaubriand (François René de); alla Plèbe seguono Plutarque e Polychromie, quindi Pompéi e Prophètes; a Socrate, Thalassocratie e Traduction. Voci, queste e tutte le altre, curate con serietà, impegno, attenzione e chiarezza espositiva.

5Più in dettaglio e ancora a puro titolo esemplificativo, si può considerare la pregevole sequenza, selezionata a campione, delle voci Académie, Adage, Alexandre le Grand. Nella prima, curata da C. Bonnet, le informazioni sull’Accademia Platonica sfumano nella nozione attuale di Académie per evocare quindi lo spirito dell’antica comunità fondata su regole etiche e valori condivisi, luogo di vita di filosofi, oratori, politici, pervenendo poi, dopo l’età romana e la rinascita del neoplatonismo nella Firenze del xv secolo, alla respublica litterarum e all’Accademia francese del xvii secolo. Nella seconda voce, curata da Anne-Hélène Klinger-Dollé, la riflessione sulla tradizione retorica antica approda agli umanisti del Rinascimento e agli Adagi di Erasmo, così rappresentativi del pensiero del grande umanista, consultabili in una modalità di lettura peculiare e discontinua che, per volontà dello stesso Autore, ne ha agevolato universalmente la diffusione. La terza voce, ancora a cura della Bonnet, considera non soltanto la storicità del personaggio di Alessandro - di cui, come si ricorda, non si è ancora indentificata la tomba -, ma anche le numerose riletture e le ricezioni differenti che, a seconda degli ambienti coinvolti, delle idee predominanti e dei tempi, hanno rappresentato con connotazioni diverse e sfaccettate il personaggio, glorifié, critiqué, instrumentalisé dal mondo antico al nazismo, fino al cinema e alle arti visive di età contemporanea.

6Il volume rende complessivamente conto di valori, personaggi e quadri culturali molteplici, dalla genesi alle riprese e ai richiami, alle trasformazioni e agli apparenti ritorni, dai contesti di origine o da quelli di ripresa ai recuperi, in un’avvincente rassegna di significati, nozioni, simboli, rinnovati e arricchiti nei vari ambiti storici, geografici, culturali.

7Come le curatrici scrivono nella prefazione, il lavoro non ha pretesa di esaustività, ma attraverso un florilegio di parole chiave tende a illustrare il volto di un’Antichità plurale, nella molteplicità dei percorsi e delle modalità grazie a cui essa è stata reinterpretata, idealizzata, acquisita, assimilata e talora respinta o incompresa nell’ambito di secoli di storia. La trasversalità delle prospettive possibili non si legge soltanto a partire dalle differenti fasi storiche, dal mondo classico in poi, ma coinvolge e incrocia discipline, ambienti, personaggi, idee e ideali differenti.

8Il libretto incuriosisce e avvince il lettore nel contempo stimolando all’approfondimento il ricercatore e lo studioso, ma purtroppo - unica nota dolente - manca di bibliografia. Il carattere di fruibilità a differenti livelli lo rende tuttavia una sorta di accattivante ‘opera aperta’, piacevole, interessante e al contempo guidata da una seria progettualità, frutto di convinzioni profonde.

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Pour citer cet article

Référence papier

Maria Luisa Napolitano, « Corinne Bonnet et Thibaud Lanfranchi (dir.), Les mots de l’Antiquité après »Anabases, 40 | 2024, 326-327.

Référence électronique

Maria Luisa Napolitano, « Corinne Bonnet et Thibaud Lanfranchi (dir.), Les mots de l’Antiquité après »Anabases [En ligne], 40 | 2024, mis en ligne le 01 novembre 2024, consulté le 15 février 2025. URL : http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/anabases/19118 ; DOI : https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/12wa1

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