Federica Bessone et Marco Fucecchi (éds.), The Literary Genres in the Flavian Age. Canons, Transformations, Reception
Federica Bessone et Marco Fucecchi (éds.), The Literary Genres in the Flavian Age. Canons, Transformations, Reception, Berlin et Boston, De Gruyter, 2017, 361 p., 109,95 € / ISBN 9783110533224.
Texte intégral
1Il volume deriva da un convegno internazionale svoltosi a Torino nel 2013 sui generi letterari nell’età dei Flavi. L’opera si compone di sedici studi in lingua inglese suddivisi in sette parti. La prima sezione è dedicata ai generi e alla storia letteraria e, in particolare, all’opera di Quintiliano. La seconda sezione tratta di enciclopedismo e oratoria con un’attenzione particolare per Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane. La terza sezione si concentra sulla poesia epigrammatica di Marziale e sul suo rapporto con Catullo. Nella quarta sezione l’attenzione è focalizzata sulla relazione tra poesia d’occasione e generi letterari. La quinta sezione, sui modelli e sulle trasformazioni della poesia epica, tratta di Valerio Flacco e del suo rapporto con la tradizione letteraria latina e greca. La sesta sezione passa al tema della guerra e alla tensione fra generi letterari. La settima sezione riguarda la relazione tra poesia epica e altri generi letterari. Dei tre aspetti ricordati nel sottotitolo del volume, oltre al tema del canone letterario, il filone della ricezione si declina in due sensi: la ricezione in età flavia di autori precedenti e la ricezione di opere dell’età flavia in autori successivi. Il tema della tensione, invece, si trova sia all’interno dello stesso genere letterario sia tra generi diversi.
2Nella prima sezione, Citroni avverte che Quintiliano non fu un classicista e non vedeva in Cicerone il modello ideale. Egli riconosceva un progresso nell’oratoria e apprezzava alcuni aspetti sia dei veteres sia dei novi. Baier individua il principio dell’imitazione, derivante dall’utilità, come il motore dello sviluppo per la cultura e la letteratura latina in un rapporto dinamico tra imitazione e innovazione in cui è fondamentale l’elemento della ricezione. Nella seconda sezione Citroni Marchetti analizza il concetto di cura nell’opera di Plinio il Vecchio e distingue il senso della cura dall’etica della cura con una contrapposizione tra l’etica materna e quella guerresca. Balbo studia il legame tra gli oratori di età flavia e il potere con due esempi tratti da Plinio il Giovane. Lo studioso mette in evidenza la necessità di equilibrio e prudenza in campo politico, ma anche le posizioni antitiranniche e il tema della libertas.
3Nella terza sezione, Canobbio studia la gerarchia dei generi letterari in Marziale che, con la ripresa del tema della recusatio, si oppone ai generi maggiori. In Stazio, invece, si riscontra una contaminazione tra diverse forme poetiche in cui sono importanti il tema della varietas e l’influenza del pubblico. Morelli studia i legami intertestuali tra Marziale e il carme 23 di Catullo e sottolinea immagini, termini e suggestioni che il poeta flavio deriva dal poeta neoterico. Nella quarta sezione, Merli approfondisce il concetto di festinatio nella poesia romana. Questo termine è caratteristico della poesia professionale e non si pone in contrasto al labor limae. Bonadeo studia la costruzione di un canone letterario minore tra Stazio e Marziale che è modellato su quello degli autori maggiori (Omero e Virgilio). Newlands si occupa della ricezione delle Silvae di Stazio in Sidonio Apollinare e, in particolare, analizza il carme 22 di Sidonio. Nel poeta tardoantico si ritrova la volontà di conservare la tradizione culturale e l’intenzione di innovare il genere letterario.
4Nella quinta sezione, Fabre-Serris si occupa dell’interpretazione del mito argonautico in Valerio Flacco ed evidenzia le differenze rispetto a Catullo, Seneca e Apollonio. Valerio Flacco rinuncia all’interpretazione moralistica del mito; il viaggio degli Argonauti rappresenta così l’inizio della storia per l’umanità. Zissos sottolinea le differenze di Valerio Flacco rispetto ad Apollonio Rodio in relazione alla figura di Ipsipile e al mantello da lei donato a Giasone. Questo episodio diventa un esempio di pietà filiale e di progetto matrimoniale in cui è forte l’influenza del modello virgiliano.
5Nella sesta sezione Lovatt tratta il tema della guerra in Stazio attraverso il confronto gli autori precedenti e coevi. In Stazio la guerra assume un tono oscuro per l’influenza di Lucano. Littlewood analizza la sezione centrale dei Punica di Silio Italico e sottolinea l’instabilità del genere letterario, a cavallo tra elegia erotica e mondo tragico. Lo studioso si concentra sul tema del fato degli uomini che è manipolato dagli dei, su quello del conflitto interno e sulla costruzione del personaggio di Annibale. Marks approfondisce il ritratto di Grosfo – alleato dei Romani ad Agrigento – in Silio Italico e mostra come il poeta abbia proceduto all’epicizzazione di Callimaco, Orazio e Ovidio. Emerge anche una relazione mimetica tra la poesia epica di Silio e l’azione militare di Roma. Il saggio si distingue per la raffinatezza nell’uso degli strumenti intertestuali, la chiarezza espositiva e l’efficacia argomentativa. Keith chiude la sezione con il programma poetico e la rappresentazione di Achille nell’Achilleide di Stazio. L’eroe si presenta come cantore e maestro della lirica e con la figura dell’eroe il poeta allude alla propria contemporanea produzione poetica delle Silvae.
6Nella settima sezione Augoustakis studia i riti funebri in Silio Italico e la relazione tra il poeta e le sue fonti. Il rito funebre acquista una dimensione simbolica a cui si accosta una rappresentazione in chiaroscuro di Annibale: emerge così l’umanità del cartaginese ed è prefigurata la sua sconfitta finale. Nell’ultimo studio Reitz presenta la figura di Capaneo nella Tebaide di Stazio come un eroe epicureo che viene punito secondo le dottrine della poesia didascalica; emerge così la superiorità dell’epica sulla tragedia e sull’epica didascalica.
7Il merito principale del volume è il fatto di offrire uno sguardo ampio e approfondito sulla letteratura dell’età dei flavi anche se ciò comporta qualche squilibrio tra le varie sezioni. L’elemento unificante è costituito dalla riflessione sul tema dei generi letterari che tuttavia non si ritrova in modo omogeneo in tutti gli studi. Proprio la fluidità e le tensioni tra generi, caratteristiche dell’epoca analizzata, costituiscono un ottimo banco di prova per verificare la tenuta concettuale e l’utilità critica della nozione di genere letterario.
Pour citer cet article
Référence papier
Amedeo Alessandro Raschieri, « Federica Bessone et Marco Fucecchi (éds.), The Literary Genres in the Flavian Age. Canons, Transformations, Reception », Anabases, 33 | 2021, 275-277.
Référence électronique
Amedeo Alessandro Raschieri, « Federica Bessone et Marco Fucecchi (éds.), The Literary Genres in the Flavian Age. Canons, Transformations, Reception », Anabases [En ligne], 33 | 2021, mis en ligne le 10 avril 2021, consulté le 25 mars 2025. URL : http://0-journals-openedition-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/anabases/12204 ; DOI : https://0-doi-org.catalogue.libraries.london.ac.uk/10.4000/anabases.12204
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